Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • sylvester
    Bodyweb Senior
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    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
    Esistono le squadre. Il PSG è evidentemente ancora una squadra a cui manca qualcosa, non ha o tutti gli elementi bastevoli o tutti gli ingredienti ben amalgamati.

    Ha delle stelle, ma stasera non hanno giocato e comunque nel calcio una organizzazione è più del singoli, altrimenti parleremmo del tennis.

    Però una volta, se ben ricordo, tu hai scritto
    È più facile che lo scudetto vada ad una squadra che lo ha già vinto...è più abituata...
    Ora non ricordo le parole esatte ma il senso era quello.

    In Europa è uguale.
    Stasera BM con 5 coppe sulle spalle, il PSG zero...
    E continua ad essere ferma a zero.
    Eppure è una squadra piena di stelle.

    La Juve 40 scudetti ed una champion's e mezza...
    Qualcosa vorrà dire.

    Non voglio essere di parte, davvero, però quando Galliani parlava di DNA europeo forse non sbagliava di tanto.

    Poi ovvio che a furia di tentare prima o poi la coppa arriverà anche nei lidi a lei meno familiari.









    "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
    Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
    vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

    (L. Pirandello)

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    • sylvester
      Bodyweb Senior
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      Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
      Quello lo avevo capito Approfittavo per dire la mia su questo Coman ex Juve, quasi avessimo preso chissà che cantonata...Questo non è un caso-Henry, quella fu una cantonata. Qui è stato dato via quello che ai tempi era un ragazzino, una riserva, che aveva pochissimo spazio e che chiese la cessione perchè voleva giocare di più. Nel calcio di storie simili ne accadono a iosa negli anni.

      Hai ragione...
      Come noi.con Aubameyang...
      Non centrava la porta neppure senza portiere
      Poi è diventato un giocatore da 80.milioni e tutti i giornali a criticare il Milan per averlo ceduto 7 anni prima...









      "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
      Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
      vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

      (L. Pirandello)

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      • CRI PV
        Mufasa
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        Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggio
        Titolo della gazzetta: "Coman e quei 28 milioni ben spesi. A lui la Champions, alla Juve la plusvalenza".

        Seguito dalla prima strofa di Pazza Inter Amala.
        L hanno scritto davvero?

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        • Sean
          Csar
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          • In piedi tra le rovine
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          Originariamente Scritto da sylvester Visualizza Messaggio
          Però una volta, se ben ricordo, tu hai scritto
          È più facile che lo scudetto vada ad una squadra che lo ha già vinto...è più abituata...
          Ora non ricordo le parole esatte ma il senso era quello.

          In Europa è uguale.
          Stasera BM con 5 coppe sulle spalle, il PSG zero...
          E continua ad essere ferma a zero.
          Eppure è una squadra piena di stelle.

          La Juve 40 scudetti ed una champion's e mezza...
          Qualcosa vorrà dire.

          Non voglio essere di parte, davvero, però quando Galliani parlava di DNA europeo forse non sbagliava di tanto.

          Poi ovvio che a furia di tentare prima o poi la coppa arriverà anche nei lidi a lei meno familiari.
          La Juve ha 38 scudetti e 11 trofei internazionali (tutti, non esiste competizione al mondo dove non ci sia il nome della Juve nell'albo, dalla più piccola alla più grande), o, escluse la champions, le altre non sono vittorie? Galliani le contava tutte.

          I grandi discorsi o sistemi filosofici non possono essere appesi ad una partita secca, che può essere influenzata da innumerevoli fattori: quando in una competizione come la champions (dopo la riforma) fai 6 finali (dunque arrivi in fondo, sei competitivo a quei livelli fino all'atto finale) in 35 edizioni (una ogni 6, quando c'è chi per 6 anni di fila non partecipa nemmeno, chissà per quale "DNA") mi pare che la questione del "DNA" europeo si risolva da sola.

          Piuttosto ho dei dubbi sulla continuità ad alti livelli di chi improvvisamente sparisce dalla scena per interi anni e non disputa più nemmeno i gironi...perchè il "DNA" allora o ce l'hai o non ce l'hai. I grandi club non si eclissano per interi eoni, basta guardare alle regine dei rispettivi paesi.

          Se questo "DNA" si spegne vuol dire che o stiamo parlando di niente o non è un qualcosa di congenito al club ma ai soldini che qualcuno ci ha messo...e quando terminano quelli terminano anche i grandi discorsi e magari esci dal giro per chissà se tornarci più.

          La Juventus ha 70 trofei in 123 anni di storia, vinti in ogni epoca storica, sociale e calcistica da quando è nata: dobbiamo ancora parlare di "DNA"?
          Last edited by Sean; 24-08-2020, 08:58:53.
          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
          popoli studiosi scriveranno
          forse, tra mille inverni
          «nessun vincolo univa questi morti
          nella necropoli deserta»

          C. Campo - Moriremo Lontani


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          • Sean
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            Originariamente Scritto da CRI PV Visualizza Messaggio
            L hanno scritto davvero?
            Sì.
            ...ma di noi
            sopra una sola teca di cristallo
            popoli studiosi scriveranno
            forse, tra mille inverni
            «nessun vincolo univa questi morti
            nella necropoli deserta»

            C. Campo - Moriremo Lontani


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              Tra l'altro la Juventus ha il decimo/undicesimo fatturato al mondo: mi trovate una squadra che, con quel fatturato, ha vinto la champions da quando la champions è diventata il recinto di petrolieri russi, sceicchi ed emiri arabi e club miliardari? Quindi in questi anni (due finali nelle ultime 5 edizioni) la Juve ha addirittura overperformato rispetto alla sua "potenza di fuoco" sul mercato e rispetto allo stato del calcio italiano, dove la A è diventata un parco per ex, un pensionato di lusso per vecchi attori.

              Il City spendendo quasi due miliardi di euro ha fatto una semifinale. Il PSG solo ieri la sua prima finale, in una edizione dal regolamento stravolto. Prima di parlare della Juventus forse sarebbe il caso di fare almeno lo stesso di quanto sta facendo in questi anni: qualcuno mi sa che non si rende ancora bene conto (eppure dovrebbe, visto che fuori dal giro si ha almeno il tempo per riflettere e osservare) di quanto sia cambiato il calcio e in quali condizioni ci si trova ad operare.

              In questo quadro che ha definito nuove gerarchie e valori, l'unico club che ancora possiamo definire di livello europeo è la Juventus. Il resto semplicemente ad oggi ancora non esiste e non sa nemmeno se tornerà ad esistere.
              Last edited by Sean; 24-08-2020, 08:33:32.
              ...ma di noi
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                Champions, Bayern Monaco campione: forza e idee hanno cancellato i solisti del Psg

                È stata una partita che ci ha riconciliato con il calcio: nessun errore nei fondamentali, colpi di tecnica e tattica. I tedeschi hanno una qualità altissima

                di Mario Sconcerti

                Ha vinto la squadra che ha fatto un gol, quella che gioca più insieme, ma potevano vincere gli altri e sarebbe stata la stessa cosa. È stato buon calcio moderno, cioè veloce e fisico, con il possesso palla ridotto alla gestione del gioco, per il resto solo tocchi di prima e tanta ricerca di spazi.

                Hanno vinto i tedeschi perché più forti proprio fisicamente. Coman è un’ala di un metro e ottanta e dribbla come un ragazzo di quindici anni. Il Bayern ha più studiato la partita come giusto che sia quando hai per attaccanti avversari Di Maria, Neymar e Mbappé. Il Psg a centrocampo ha solo fantastici interditori (Marquinhos), tuttocampisti come Herrera e menti agili come Paredes, ma non grande personalità. Per essere meglio degli avversari la palla deve andare avanti. Evitare questo e ribaltare le idee è la cosa che il Bayern sa far meglio.


                Ha un tasso di qualità altissimo, sono tutti fantasisti, anche i difensori, da Kimmich, ad Alaba, a Davies. È difficile che il Bayern possa perdere una partita oggi in Europa perché è una sola scatola dove dentro corrono le migliori idee e la migliori capacità di controllarle. Il Psg aveva il potere dei suoi solisti, non in forma stasera per la qualità degli avversari che non hanno mai dato a nessuno spazi aperti. Questo ha diviso in due il Psg contro una nuvola tedesca che avvolgeva continuamente il campo e lo spostava secondo bisogno. Il punteggio è minimo, come indecifrabile è sempre la storia finale del calcio.

                Meglio cercare spazio sfondando o meglio cercare lo stesso spazio alle spalle degli avversari? Non l’ha capito nemmeno la teoria militare che all’inizio del Seicento cancellò la cavalleria per scoprire la difesa degli uomini a piedi, come aveva fatto Tebe duemila anni prima. Resta così il gol di Coman e una partita che ci ricorda come sa essere il grande calcio anche quando è esausto. Nessun errore sui fondamentali del gioco, un continuo capovolgersi del fronte di attacco, colpi di tecnica e di tattica pura. Cose quasi dimenticate. Finisce in un buon modo la stagione più lunga di sempre. Non sappiamo cosa sarà della prossima, ma nelle sue tante curve, questa ci ha insegnato molto.



                CorSera
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                  Inter, la settimana di Conte: chiede rinforzi e più potere. Allegri alla finestra ma ci sono pure De Zerbi e Mihajlovic

                  Martedì il doppio incontro con Zhang e poi con la dirigenza nerazzurra. Dentro o fuori, entro venerdì la decisione. Con il nodo dei 48 milioni

                  Il doppio incontro è in programma a Milano per martedì, ma potrebbe essere anticipato. Prima Antonio Conte avrà un faccia a faccia con il presidente Steven Zhang, come chiede da tempo. Poi parlerà con la dirigenza nerazzurra al completo, da Javier Zanetti al suo fedelissimo Lele Oriali, fino ovviamente all’amministratore delegato Beppe Marotta. In ballo c’è la sua sua permanenenza sulla panchina dell’Inter. Ogni decisione sarà comunque presa entro venerdì, per non ritardare la preparazione della prossima stagione.


                  Il mercato

                  Dopo le polemiche dei mesi scorsi, e le dichiarazioni che suonano come un addio fatte da Conte a Colonia dopo la finale persa, l’allenatore farà le sue richieste al club. Anzitutto sul mercato: l’ex ct chiede una mezzala forte (anche fisicamente), un esterno sinistro di qualità e una punta di peso ed esperienza. Conte vorrebbe top player in ogni ruolo, ma la società (come tutte, soprattutto dopo il lockdown) deve fare i conti con i vincoli di bilancio. Preso Hakimi, presto i vertici interisti cominceranno a trattare sul serio i cartellini di Tonali e Kumbulla.

                  Il peso in società

                  Il secondo punto all’ordine del giorno è il peso che Conte vuole avere in società. Per se stesso sogna un ruolo da manager all’inglese, con voce in capitolo soprattutto sul mercato. Il direttore sportivo Piero Ausilio, che l’allenatore avrebbe voluto sostituire con l’amico Faggiano, è corteggiato dalla Roma e potrebbe lasciare Milano. Soprattutto se alla fine Conte dovesse restare a Milano. L’allenatore chiede di potere influire anche sulle strategie di comunicazione e più in generale sulla programmazione della stagione sportiva.


                  Il possibile divorzio

                  L’Inter ha già a libro paga Luciano Spalletti, esonerato lo scorso anno proprio per fare posto a Conte, che pesa a bilancio per 11 milioni fino al 30 giugno 2021. Mandare a casa l’ex ct, che guadagna 12 milioni netti, costerebbe all’Inter 48 milioni da qui al 2022. Decisamente troppi. L’esonero è quindi escluso. Se Conte riterrà che non ci siano le condizioni per andare avanti, dovrà dimettersi. O al massimo, ipotesi più probabile, club e allenatore dovranno trovare un accordo su una buonuscita non eccessivamente onerosa


                  Allegri e gli altri

                  In caso di addio di Conte, la prima scelta per l’Inter è nettamente Massimiliano Allegri, che nel 2014 l’amministratore delegato nerazzurro Beppe Marotta già volle alla Juve, proprio per rimpiazzare Conte, che aveva lasciato la squadra in pieno ritiro denunciando un mercaro insufficiente. Al primo anno, Allegri vinse il campionato e arrivò in finale di Champions League. Nel caso per qualche ragione non si riuscisse a mettere a contratto il livornese, altri profili che l’Inter valuta con interesse sono De Zerbi e Mihajlovic.

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                    Mercato: Dzeko si avvicina alla Juve, la Roma su Milik. E la la Fiorentina punta Piatek

                    Pirlo ha indicato il bosniaco come primo obiettivo per l'attacco, giallorossi in pressing sul Napoli e al lavoro per il ritorno di Smalling. Inter pronta a chiudere per Tonali, Callejon a un passo dal Villarreal, l'Atalanta stringe per il talento argentino De La Vega, Linetty dice sì al Torino

                    Sono i club della Capitale, quelli di Milano e Torino i più attivi - almeno nella Penisola - nella giornata in cui si chiude ufficialmente la stagione del calcio europeo per club con l'assegnazione della Champions League. La Roma infatti si muove per la difesa, con obiettivo Smalling: l'inglese desidera rientrare a Trigoria, l'eventuale alternativa è Maksimovic del Napoli, società con la quale sono in piedi discorsi anche per altri nomi, ovvero Cengiz Under e Veretout, chiesti espressamente da Gattuso, come pure Milik, che in giallorosso potrebbe prendere il posto di Dzeko. Il bosniaco infatti vuole andare alla Juventus, alla ricerca di un centravanti, e il nuovo tecnico Pirlo (ufficializzato il suo staff: Tudor sarà il vice allenatore, con Roberto Baronio e Antonio Gagliardi nel ruolo di collaboratori tecnici) ha indicato proprio nel n.9 della Roma il preferito.

                    Juve: Ramsey nel mirino dell'Aston Villa


                    I bianconeri stanno cercando di cedere Ramsey, che piace all'Aston Villa ma ha un ingaggio troppo elevato per i parametri del club di Birmingham. Il posto del gallese nella rosa dei campioni d'Italia verrebbe preso da Locatelli del Sassuolo. Occhi puntati, da parte del ds Paratici, anche su Thomas dell'Atletico Madrid, con Bernardeschi che potrebbe rientrare nella trattativa.

                    Lazio chiude per Reina, Villarreal su Callejon

                    Sull'altra sponda del Tevere, intanto, dopo aver stretto per le operazioni Muriqi e Fares, la Lazio investe anche per la porta con un rinforzo d'esperienza come Pepe Reina da affiancare a Strakosha. La firma dovrebbe arrivare lunedì (contratto biennale): una buona notizia per il Milan che risolverà il contratto con l'ex Napoli e risparmierà circa 6 milioni lordi di stipendio. Da Formello arrivano invece smentite per Rafinha, mentre ha ormai le valigie pronte Caicedo, con destinazione Qatar. Ai titoli di coda l'avventura italiana per Jose Maria Callejon che, dopo aver salutato il Napoli, è vicinissimo al Villarreal.

                    Ibra tiene sulle spine il Milan, può tornare Bakayoko

                    Il Diavolo resta sulle spine tuttavia per il rinnovo di Ibrahimovic che slitta ancora. Lo svedese non sarà assieme ai compagni lunedì, data del primo giorno di raduno, come annunciato dal suo agente Mino Raiola, che però ha mostrato una certa fiducia sulla possibilità di sbloccare l'impasse. Per il Milan arrivano comunque buone notizie dagli obiettivi 'inglesi': neppure in panchina Aurier nell'amichevole del Tottenham contro l'Ipswich, pare essersi sbloccata anche la trattativa con il Chelsea per Bakayoko, individuato come rinforzo per il centrocampo, con la formula del prestito oneroso con diritto di riscatto per una cifra intorno ai 30 milioni. Per la difesa Pioli ha chiesto Milenkovic, ma la Fiorentina ha 'sparato' 40 milioni.

                    Inter pronta a chiudere per Tonali aspettando Conte

                    Fermento in queste ore pure in casa Inter: in attesa di conoscere il futuro di Antonio Conte sulla panchina (alla finestra resta Massimiliano Allegri), i nerazzurri non mollano per Tonali: il giovane regista del Brescia è il primo nome in cima alla lista di Marotta, con Borja Valero in scadenza e Vecino in uscita, per un'operazione che si aggira sui 35 milioni. Messi continua ad essere un sogno proibito, mentre dal Parma rientrerà Radu che rimarrà per fare da 'secondo' a Handanovic.

                    Gabriel all'Arsenal: si attende solo la firma


                    Gabriel Magalhaes sarà presto un giocatore dell'Arsenal. Domenica gli agenti del difensore del Lille sono partiti dal Brasile, mentre il giocatore ha fatto lo stesso dalla Francia. Destinazione Inghilterra, dove il classe 1997 svolgerà le visite mediche e firmerà il contratto di cinque anni da due milioni di ingaggio. L'accordo fra i due club è stato trovato sulla base di 26 milioni di euro più 4 di bonus. Gabriel ha accettato la proposta fatta dai Gunners, volendo decidere la sua nuova squadra entro la fine della settimana. Nessun rilancio da parte di Manchester United o Napoli, che ha continuato a legare l'operazione alla partenza eventuale diKalidou Koulibaly, non ancora concretizzatasi.

                    Raiola: "Pogba e Haaland rimarranno dove sono"

                    Mino Raiola ha parlato anche di altri due suoi assistiti, 'appetiti' da molte grandi squadre, per precisare che Paul Pogba ed Erling Haaland rimarranno dove si trovano, ovvero Manchester United e Borussia Dortmund. "Paul rimarrà al Manchester United - ha detto Raiola su Pogba - perché è al centro di un importante progetto. E oltretutto non è uno di quelli che fanno polemica, soprattutto in un momento come questo. Quindi bisogna mantenere la calma e vedere come si completa il quadro". Su Haaland, obiettivo del Real Madrid: "è un motivo di lamento per chi avrebbe potuto prenderlo, e un sogno per chi lo ha preso e per chi lo vorrebbe adesso. Quest'anno non si muoverà, sta bene al Borussia Dortmund. Non è il momento di spostarci, tanto siam ben coscienti della traiettoria professionale che può fare".

                    Niente Benfica per Cavani, Angelino verso il Barcellona

                    Rui Costa mette la parola fine sulla trattativa Benfica-Cavani: "Abbiamo fatto tutti gli sforzi possibili ma non e' stato possibile e ora cerchiamo altre soluzioni", le parole del direttore sportivo del club lusitano. Il Barcellona pesca in Premier League: secondo la BBC, i blaugrana avrebbero nel mirino il terzino spagnolo Angelino, giocatore del Manchester City ritornato alla base dopo il prestito di sei mesi al Lipsia.

                    L'Atalanta punta al talento De La Vega

                    L'Atalanta ha messo nel mirino Pedro De La Vega, che la scorsa estate era già stato vicino al trasferimento in Italia, al Genoa (operazione in sinergia con l'Inter) e a gennaio era stato inseguito, senza successo, dal Parma. La società bergamasca ha osservato a lungo con attenzione e "promosso" il talentuoso esterno destro offensivo argentino classe 2001, che nell'ultima stagione ha collezionato 17 presenze e 4 gol nel Lanus, club proprietario del cartellino. La dirigenza orobica intende mettere a disposizione di Gasperini un innesto giovane e di qualità in vista della prossima stagione che vedrà la squadra nerazzurra impegnata nuovamente in Champions League.

                    Linetty al Torino, che insegue Schick

                    Marco Giampaolo chiama al Torino un altro fedelissimo, dopo aver ufficialmente acquistato (e già presentato) dal Milan il terzino sinistro svizzero Ricardo Rodriguez: è il polacco Karol Linetty, nelle casse della Sampdoria dovrebbero andare 7.5 milioni più bonus per una firma sul contratto che potrebbe arrivare già lunedì. Il club granata di Cairo si è fatto avanti per Schick, ma non per una cessione a titolo definitivo. Sul ceco c'è anche il Lipsia, che avrebbe dovuto tenerlo ma a 15 anziché i 25 milioni stabiliti prima del Coronavirus.

                    Fiorentina a caccia di Piatek, idea Pato per il Genoa


                    Anche la Fiorentina cerca un bomber per tornare a dare la caccia all'Europa: obiettivo numero uno è Piatek, ora all'Hertha Berlino, che con Kouamè potrebbe ricreare la prolifica coppia d'attacco vista in passato al Genoa. Proprio il nuovo ds del Genoa Faggiano sta pensando di riportare in Italia il brasiliano Pato, che ha appena rescisso il contratto con il San Paolo. Sul fronte punte Empoli e Pisa hanno chiesto alla Juve Olivieri, attaccante della Under 23 con qualche apparizione anche in serie A. Il Crotone neopromosso in A blinda Ahmad Benali sino al 2023, scatenato in B il Monza che sogna Giovinco per l'attacco.

                    Panchine: Liverani verso il Parma, tre in lizza per il Grifone

                    Prosegue anche il risiko panchine. Termina ufficialmente, infatti, l'avventura di Roberto D'Aversa al Parma, che ha comunicato l'esonero per "mancata coesione, unità di intenti, sintonia ed entusiasmo reciproco alla base dei successi raggiunti insieme negli ultimi quattro anni". Per la panchina dei crociati si avvicina sempre di più il momento della firma di Fabio Liverani, per D'Aversa potrebbero aprirsi le porte del Genoa che pressa per Italiano (lo Spezia non intende liberare il tecnico della promozione) ma è in contatto anche con Maran.

                    Pirlo ha indicato il bosniaco come primo obiettivo per l'attacco, giallorossi in pressing sul Napoli e al lavoro per il ritorno di Smalling. Inter pronta a…
                    Last edited by Sean; 24-08-2020, 08:43:39.
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
                    popoli studiosi scriveranno
                    forse, tra mille inverni
                    «nessun vincolo univa questi morti
                    nella necropoli deserta»

                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                      Milan, Raiola: ''Ibrahimovic non va al raduno. Questione non di soldi ma di stile''

                      Manca ancora l'accordo tra la società rossonera e l'attaccante svedese, che dunque non sarà agli ordini di Pioli lunedì. L'agente però resta ottimista: ''Siamo a buon punto, ma i matrimoni si fanno in due''. E su Balotelli: ''Non è finito, ha tanto mercato''

                      "Zlatan Ibrahimovic non sarà presente lunedì al raduno del Milan". L'annuncio è di Mino Raiola, agente del 38enne attaccante svedese, che tuttavia resta fiducioso sul buon esito della trattativa, nonostante non abbia risparmiato qualche stoccata al club rossonero: "Non è una questione di soldi ma di convinzione, di stile, di tante cose. Ottimista? Bisogna esserlo, sennò non si va avanti".

                      "Al lavoro per trovare una soluzione"

                      La stagione di Donnarumma e compagni inizierà ufficialmente lunedì 24, con i rossoneri in anticipo rispetto a tutte le altre squadre per preparare gli impegni di Europa League. L'ottimo finale di stagione della squadra e la conferma di Pioli lasciavano presagire una fumata bianca più semplice con Ibrahimovic, invece la trattativa va per le lunghe. L'accordo però non sembra così lontano: "Dico sempre che la trattativa finché è in trattativa è già un buon punto, stiamo parlando ma non abbiamo ancora un accordo - aggiunge Raiola a Sky Sport -. Il matrimonio si fa in due, se Ibra non voleva rimanere non c'era una trattativa. E una trattativa c'è. Io sono al lavoro per trovare una soluzione".

                      "Balotelli non è finito"

                      Da Ibrahimovic a Balotelli, altro giocatore della scuderia Raiola. La stagione al Brescia non è stata brillantissima, non sono mancate le polemiche extra-calcistiche, tuttavia le opportunità per SuperMario non mancano. "Sicuramente Mario come giocatore non è finito, il calcio ha bisogno come l'acqua di attaccanti come lui. Credo che avrebbe ancora mercato in Italia, stiamo parlando con due squadre, ma anche all'estero c'è interesse". Sulle polemiche con Cellino: "Abbiamo scelto la strada del silenzio - dice Raiola -. Ovviamente il mondo intero ha già un'opinione su Mario. Bisogna capire che quella è l'opinione e che solo con i fatti si può cercare di cambiarla. Il covid non ha aiutato, ma non ci lamentiamo, ci sono state persone molto più brave di Mario". E su Pogba: "E' ancora al centro di un progetto tecnico importante, anche negli altri anni il Manchester United non ha voluto aprire trattative. Rinnovo? Con molta calma, stiamo parlando da un po' di tempo ma senza stress". Chiusura su de Ligt, definito "il nuovo Rembrandt prodotto dall'Olanda. E' un ragazzo straordinario, come persona e come atleta. Abbiamo curato l'infortunio, ha bisogno di tempo per riportarsi al livello di prima, credo che la Juve con lui abbia in mano un tesoro importante".

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                      «nessun vincolo univa questi morti
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                        Roma, tutto su Smalling

                        IL TEMPO (F. BIAFORA) - Ripartire da Smalling. Nelle scorse settimane la dirigenza della Roma ha definito l’acquisto a parametro zero di Pedro - nei prossimi giorni le visite e poi la firma sul contratto biennale con opzione per un terzo anno - ed è riuscita a regalare a Fonseca la conferma di Mkhitaryan, che ha rescisso con l’Arsenal e si è accordato con i giallorossi da svincolato. Il prossimo nome sulla lista degli obiettivi del club di Trigoria è quello del difensore inglese, il cui acquisto è stato richiesto espressamente dall’allenatore portoghese, che ne ha apprezzato profondamente le qualità tecniche e le doti di leadership nella passata stagione.

                        Il desiderio del tecnico è stato pienamente sposato da Dan e Ryan Friedkin (operativi in queste ore a Londra insieme a Marc Watts), che hanno dato mandato al Ceo Fienga di portare a termine la trattativa per il classe 1989, il cui acquisto è considerato prioritario soprattutto in virtù della volontà dello staff tecnico di andare avanti con la difesa a tre. Al momento il reparto arretrato vede la presenza di quattro terzini destri (Santon, Florenzi, Bruno Peres e Karsdorp), tre laterali sinistri (Kolarov, Spinazzola e il giovane Calafiori che è destinato ad avere molto più spazio nelle rotazioni del prossimo anno) e appena quattro centrali (Fazio, Ibanez, Juan Jesus e Mancini, ma va anche considerato il possibile spostamento di Kolarov come terzo centrale a sinistra).

                        Oltre all’evidente sovraffollamento sulla corsia di destra salta all’occhio il ristretto numero di difensori centrali, un motivo che ha spinto Fonseca a chiedere con insistenza a Fienga e alla nuova proprietà di fare uno sforzo per Smalling, vista anche la scarsa considerazione per le riserve Fazio e Juan Jesus, che, come già successo per Cetin, potrebbero lasciare la Capitale in caso di offerte soddisfacenti. Il Manchester United a luglio e nei primi giorni di agosto ha alzato un autentico muro durante la trattativa, con la Roma che è rimasta spiazzata dalla richiesta di 20 milioni più altri 5 di bonus formulata a pochi giorni dalla chiusura delle liste europee in vista della sfida con il Siviglia.

                        I giallorossi ora sono tornati alla carica e hanno affidato l’operazione ad un intermediario diverso da quello che aveva portato Smalling in Italia in prestito secco oneroso per 3 milioni: la volontà è di chiudere l’affare con un esborso complessivo di 16-17 milioni, contando in particolare sulla forte intenzione del calciatore di continuare il suo percorso in Italia. Un pressing che può risultare decisivo rifiutando ogni approccio di altri club.

                        IL TEMPO (F. BIAFORA) - Ripartire da Smalling . Nelle scorse settimane la dirigenza della Roma ha definito l’acquisto a parametro zero di Pedro - nei prossimi giorni le visite e poi la firma sul contratto biennale con opzione per un terzo anno - ed è riuscita a regalare a Fonseca la conferma ...
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                        • cesko92
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                          Forse non esiste il DNA europeo
                          Ma esiste quantomeno l’abitudine a stare su certi palcoscenici e vincerci
                          Ed è quello che si è visto ieri sera
                          Originariamente Scritto da Sean
                          faccini, kazzi, fike, kuli
                          cesko92 [at] live.it

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                            Originariamente Scritto da cesko92 Visualizza Messaggio
                            Forse non esiste il DNA europeo
                            Ma esiste quantomeno l’abitudine a stare su certi palcoscenici e vincerci
                            Ed è quello che si è visto ieri sera

                            Forse ti sei spiegato meglio di me.

                            Non era una critica diretta verso la Juve.

                            Fatto sta che il Bayern ieri ha portato a casa la sesta
                            mentre il PSG pieno di stelle non ha ancora la prima...









                            "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
                            Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
                            vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

                            (L. Pirandello)

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                              Originariamente Scritto da cesko92 Visualizza Messaggio
                              Forse non esiste il DNA europeo
                              Ma esiste quantomeno l’abitudine a stare su certi palcoscenici e vincerci
                              Ed è quello che si è visto ieri sera
                              Messa così è un altro discorso, si va su di un piano razionale, ovvero ancorato alla realtà degli accadimenti. Esiste l'esperienza ad alti livelli, quella che ad esempio permette di gestire certe pressioni.

                              Nel calcio poi esistono le squadre. Il Milan ha messo su il suo (invidiabile) palmares europeo perchè ha saputo sposare i miliardi del Berlusca (lo sceicco dell'epoca) alla sapienza calcistica italiana, perchè qua abbiamo una dellle prime scuole al mondo a livello tecnico e dirigenziale (basti vedere ancora oggi, uscendo dai soliti nomi, come mettono su le squadre a Bergamo, per dire, rispetto alle risorse del luogo).

                              Questo manca ai francesi, che non hanno nessuna tradizione in quel senso. I soldi sono dunque una precondizione ma non la sola e non la bastevole.

                              Resta che però oggi senza fondi importanti non si nuota, non almeno fino al cucuzzolo della vetta, dove vi si siede solo uno. Il Milan, senza un nuovo Berlusconi (e questo lo sanno pure i tifosi) non tornerà a rinverdire i fasti europei: è in quel senso che il "DNA" non esiste.

                              Esistono rubinetti che si aprono e si chiudono e poi l'uso che si fa dell'acqua dove si nuota. Se il Milan avesse i soldi, ne farebbe un uso certo migliore di chi, come City e PSG, ha solo quelli. Eccolo il nocciolo.
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Scusa Sean
                                Ribaltando il punto di vista è come se dicessi che la Juve non ha un DNA da scudetto....
                                Sarei un folle.









                                "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
                                Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
                                vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

                                (L. Pirandello)

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