Originariamente Scritto da Naturalissimo.88
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Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Originariamente Scritto da Marco pli 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.Originariamente Scritto da master wallaceIO? Mai masturbato.Originariamente Scritto da master wallaceIo sono drogato..
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Repubblica in edicola domattina scrive che l'Inter è ai dettagli per Tonali: 35 milioni....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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A Sky conoscono il nome del nuovo attaccante della Juve. Lo ha fatto capire la D'Amico. Lo diranno lunedì....ma di noi
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Venderanno Brozovic?Originariamente Scritto da GoodBoy!modroc - yy
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Jo Amo Mario - Ronado - Juliano
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Originariamente Scritto da Sidius Visualizza MessaggioVenderanno Brozovic?...ma di noi
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Il Bayern ha troppe Champions, deve vincere il psgOriginariamente Scritto da Alberto84Te lo dico io gratis che devi fare per crescere: devi spignere fino a cagarti in mano
Originariamente Scritto da debeChi è che è riuscito a trasformarti in un assassino mangiatore di vite altrui?Originariamente Scritto da ZbigniewKurt non sarebbe capace di distinguere, pur avendoli assaggiati entrambi, il formaggio dalla formaggia.
Un indecente crogiuolo di dislessia e malattie veneree.
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Mercato, c'è Lukaku nel mirino del Real. Psg e City tentano l'assalto a Messi
Il Barcellona ufficializza come allenatore Koeman, subito chiamato a spegnere i dubbi del fuoriclasse argentino, che sta riflettendo seriamente sul suo futuro. A Madrid per il dopo Benzema pensano al centravanti dell'Inter o ad Halland, Chelsea pronto a spendere 200 milioni per Havertz. Milik alla Roma per Under e soldi, City su Koulibaly
E' il giorno di Ronald Koeman. Il Barcellona poco prima di mezzogiorno ha annunciato l'ingaggio del nuovo allenatore per presentarlo poi ufficialmente nel tardo pomeriggio. Come riporta 'Mundo Deportivo', l'importanza della figura del tecnico olandese e della posizione che andrà ad occupare hanno indotto il club catalano a scegliere la conferenza stampa di persona, sempre nel rispetto delle misure sanitarie e di sicurezza contro Covid-19, e non virtuale. Intanto la società azulgrana ha comunicato che dopo l'addio di Eric Abidal è Ramon Planes (in precedenza ds) il nuovo responsabile della segreteria tecnica del Barcellona. Planes è stato uno dei nomi a cui aveva pensato anche la Roma nella ricerca del nuovo direttore sportivo. Sistemato il tassello panchina, sta per partire anche la rivoluzione della rosa. La lista dei partenti - secondo i giornali sportivi vicini alle vicende dei catalani - comprende soprattutto sei giocatori: Umtiti, Jordi Alba(che ha da poco rinnovato fino al 2024), Busquets, Rakitic, Vidal e addirittura Luis Suarez (l'Ajax ha fatto un sondaggio con l'agente dell'uruguaiano). Non sono operazioni semplici, visti gli ingaggi e i costi, tuttavia Koeman e la dirigenza sono intenzionati a fare a meno di loro pur di finanziare il mercato in entrata.
I dubbi di Messi: Psg e City sognano il colpo
Nelle ore di grande fibrillazione in casa Barça tiene banco però anche il futuro di Leo Messi, nonostante il presidente Bartomeu ne abbia assicurato la conferma. 'Marcà invece ha più di un dubbio e sostiene che il fuoriclasse argentino sta "riflettendo seriamente" dopo una stagione complicata culminata con la pesantissima sconfitta incassata con il Bayern (8-2) in Champions. La Pulce ha un contratto fino al giugno del 2021, ma per il quotidiano sportivo madrileno Messi potrebbe mettere fine alla sua splendida avventura catalana, consapevole che a 33 anni è il momento di fare certe scelte e che ci sono due club importanti come Psg e Manchester City pronti a fare enormi investimenti per lui. Nel primo caso l'argentino ritroverebbe l'amico Neymar e completerebbe un tridente da sogno con la presenza di Kylian Mbappè, nel secondo il numero 10 azulgrana potrebbe riabbracciare Pep Guardiola, con cui ha vissuto gli anni migliori della carriera, ma anche l'amico Aguero. Marca, infine, non esclude anche l'altra ipotesi: rinnovo biennale e chiusura della carriera al Barcellona. Decisivo sarà insomma Koeman e Bartomeu spera che l'olandese riesca a toccare le corde giuste, convincendo il campione argentino a restare in azulgrana.
Real pensa a Lukaku per il dopo Benzema
Gli attaccanti, come al solito, sono i pezzi pregiati del mercato estivo. E anche al Real Madrid si stanno muovendo per trovare il sostituto di Benzema, che a dicembre spegnerà 33 candeline. In cima alla lista dei desideri ci sono Mbappé e Halland, non a caso i più ricercati e apprezzati del calcio europeo, con conseguenti cifre elevate per un possibile trasferimento. Ecco allora che tra le piste perseguite dai dirigenti dei blancos - secondo fonti francesi - c'è anche quella che porta a Lukaku, protagonista di una stagione straordinaria nell'Inter (33 gol). Del resto il centravanti belga era nel mirino del Real già quando giocava nel Manchester United. Un altro nome entrato nel casting per le merengues è Mané del Liverpool, anche se con caratteristiche tecniche assai diverse.
Chelsea: 200 milioni per Havertz
Il Chelsea sarebbe disposto a un notevole sacrificio pur di chiudere l'acquisto di Kai Havertz. E' la 'Bild' a indicare la cifra di 200 milioni come spesa totale prevista dal club di Roman Abramovich per assicurarsi il talento del Bayer Leverkusen: la metà andrebbe a coprire i costi dello stipendio (5 anni di contratto) e l'altra metà andrebbe alle 'Aspirine'. Visto che negli ultimi giorni l'affare (sembrava chiuso qualche settimana fa) ha subito un rallentamento, secondo il giornale tedesco i Blues sarebbero pronti a sbloccarlo con questo super investimento.
Milik alla Roma per Under e soldi, Koulibaly verso il City
Tra i confini italici in queste ore al centro di numerose trattative c'è il Napoli, dopo un incontro ieri a Capri tra il presidente Aurelio De Laurentiis e il tecnico Rino Gattuso per parlare anche delle strategie di mercato. Il patron partenopeo ha dato il suo assenso all'operazione che dovrebbe portare Milik alla Roma in cambio di Cengiz Under e un conguaglio di 15 milioni di euro. L'ostacolo al momento rimane la Juventus, che ha inserito da tempo il centravanti nella sua lista degli obiettivi per l'attacco. Oltre al turco del club giallorosso (Juan Jesus è vicino al passaggio al Cagliari, mentre la Roma insegue il portiere argentino Andrada del Boca Juniors), per rafforzare l'attacco, il ds Giuntoli non molla la presa neppure su Jeremie Boga, giocatore del Sassuolo. Intanto si avvicina l'addio al Napoli per Koulibaly nel mirino del Manchester City: la valutazione scesa da 90 a 70 milioni pare aver sbloccato l'impasse e dato un'accelerazione alla trattativa. All'ombra del Vesuvio hanno già individuato il difensore per la sostituzione: è Gabriel del Lille, che piace però anche all'Arsenal, da dove è in uscita il greco Sokratis Papastathopoulos, già in passato in serie A tra Milan e Genoa, altra possibile opzione per gli azzurri.
Valencia sfida Lazio per Borja Mayoral, Javi Martinez apre ai viola
Anche il Valencia si è mosso per l'attaccante del Real Madrid, Borja Mayoral. E' insomma sfida aperta alla Lazio, che dopo aver bloccato Muriqi deve fare le proprie valutazioni (il costo del giocatore è 20 milioni di euro), anche piuttosto in fretta per evitare una nuova beffa tipo David Silva. Intanto Javi Martinez apre alla Fiorentina: il jolly difensivo del Bayern Monaco vuole provare una nuova esperienza e ha detto sì alla proposta viola (tramite i buoni uffici dell'ex compagno Ribery), ma serve arrivare ad un accordo tra i due club per sbloccare l'operazione.
Ancelotti chiede Arias e Florenzi per le fasce
L'Everton cerca un giocatore per la fascia destra e secondo il 'Daily Mail'Carlo Ancelotti sta guardando alla Spagna. Infatti gli inglesi avrebbero messo gli occhi sul colombiano Santiago Arias, giocatore di proprietà dell'Atletico Madrid, che potrebbe anche lasciarlo partire visto che in quel ruolo al momento ha anche Trippier e Vrsaljko. Per la fascia destra il club inglese del tecnico emiliano tiene sempre viva anche la pista Florenzi.
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Inter, Lukaku obiettivo del Real per sostituire Benzema (ma forse se ne parla la prossima stagione)
Indiscrezione dalla Francia: l'attaccante belga viene tenuto monitorato dai Blancos per prendere il posto del francese, che nel 2021 compirà 34 anni, ma le priorità restano sempre Haaland del Borussia Dortmund e Mbappé del Psg
Che Romelu Lukaku stia facendo una stagione strepitosa lo dicono i numeri (33 reti in 50 partite complessive in stagione) e lo conferma la finale di Europa League che l’Inter disputerà contro il Siviglia anche grazie ai suoi gol e che potrebbe valere il primo trofeo post Triplete 2010 per i nerazzurri. Logico dunque che l’attaccante belga piaccia a mezzo mondo calcistico (per non dire tutto) e l’ultimo club a metterlo nel proprio mirino di mercato è guarda caso il Real Madrid che – indiscrezione proveniente dalla Francia, nel caso specifico da Le10 Sport – ne avrebbe fatto uno dei nomi sulla lista dei potenziali sostituti di Karim Benzema, che a dicembre compirà 33 anni.
La buona notizia per l’Inter (si fa per dire) è che l’eventuale partenza di Lukaku con destinazione Madrid non avverrebbe prima della prossima estate, perché per ora l’ex nazionale francese non si muove dalla squadra allenata da Zinedine Zidane e lo stesso dovrebbero fare anche Gareth Bale e Luka Modric. Nel 2021, invece, già si parla di un repulisti generale in casa Real e qui entra in scena il famoso elenco di attaccanti tenuti sotto osservazione per la stagione che verrà, che comprende appunto l’ex Manchester United oggi alla corte di Antonio Conte, anche se le priorità restano sempre Erling Haaland del Borussia Dortmund e Kylian Mbappé del Psg, con Sadio Mané del Liverpool altra possibile opzione. Insomma, l’attuale meglio del meglio alla voce bomber. Ma si sa che al Real devono sempre pensare – e fare – in grande.
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Champions, Lione-Bayern 0-3 Tedeschi in finale con il Psg
Decidono la doppietta di Gnabry e il gol di Lewandowski, all'ex allenatore della Roma Rudi Garcia non riesce un'altra impresa dopo aver eliminato Juve e City
Non ha la qualità di Neymar, né la potenza di Mbappè, ma Serge Gnabry, 25 anni appena compiuti, mamma tedesca e papà ivoriano, è il grimaldello che permette al Bayerm Monaco di raggiungere il Paris Saint Germain nella finale di Champions League, domenica sera all’Estadio Da Luz. Il formidabile furetto di Hansi Flick sistema le cose nel primo tempo con una doppietta che manda in pezzi il Lione, sino adesso l’ammazzagrandi, capace di sorprendere la Juventus negli ottavi di finale e il Manchester City nei quarti.
Il solito Lewandowski arrotonda il risultato proprio alla fine, confermando il suo feeling con il gol: 55 in stagione, 15 in Coppa. La banda di Rudi Garcia esce a testa alta. I francesi partono con il piede giusto e nel primo quarto d’ora mettono in crisi i favoriti, giocando un calcio essenziale e verticale. Depay si mangia l’1-0 dopo appena quattro minuti, Boateng salva dopo tredici e Ekambi colpisce il palo dopo diciassette. Poi, almeno sino all’intervallo, solo Bayern. Ed è sufficiente. Una squadra solida, determinata e organizzata, decisa a centrare il triplete come nel 2012.
Gnabry, nove gol in nove partite di Champions, segna prima con un sinistro dal limite sotto l’incrocio dei pali dopo un taglio bellissimo da destra verso il centro e raddoppia da due passi, confermando di essere sempre al posto giusto nel momento giusto. Lewa, invece, salta in cielo. Tutto come nelle previsioni. Vince la più forte e la più in forma del reame, venti vittorie di fila, dieci in Champions. Flick, che a novembre aveva sostituito Kovac, tira un respiro di sollievo: i bavaresi dal 2013 avevano perso quattro semifinali.
Il Bayern soffre all’inizio. Poi comanda il gioco e la partita, con il possesso, il movimento degli incursori, i tagli. Forza dirompente e qualità. Anche qualche errore sotto porta. Il Lione fa quello che può, ma senza mai arrendersi, tenendo il campo sino alla fine, mostrando coraggio anche quando la partita è compromessa. Del resto la squadra di Rudi Garcia ha già fatto un miracolo arrivando sino qui. Lisbona, domenica, avrà la finale più attesa, tra due giganti ed è già un successo nell’anno balordo del coronavirus.
Il Bayern, all’undicesima finale, è più solido e più esperto e andrà a caccia della sesta Champions. Il Psg, invece, confida nei gol di Neymar e Mbappè, le stelle, sempre protagonisti, ma ancora a digiuno nelle final eight. Sarà uno spettacolo anche se la capitale portoghese sembra più incuriosita dall’arrivo improvviso di Ronaldo, l’idolo di casa. Cristiano si è fatto vedere in un albergo sul fiume insieme alla sua famiglia e subito si sono moltiplicate le voci sul suo futuro, lontano da Torino e magari a Parigi. Ma la Juve ha già smentito la cessione di CR7 e i francesi adesso hanno altri pensieri. Come battere il Bayern e dare un senso agli investimenti miliardari della proprietà qatariota.
Il Bayern che centra la finale non è quello che aveva umiliato il Barcellona. Ma lo stesso molto forte. Nella ripresa, dopo aver fallito il terzo gol con Perisic, lascia spazio alla reazione orgogliosa del Lione. Garcia tenta la carta Dembelè, autore di una doppietta al City e proprio il nuovo entrato avvia l’azione che porta lo sciagurato Ekambi davanti al portiere: l’uscita prodigiosa di Neuer sventa la minaccia. Poi ancora Bayern con un anticipo di quello che succederà in finale: Coutinho segna in fuorigioco. Lewandowski fa 3-0.
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Inter-Conte prima la finale di Europa League, poi il confronto per il futuro
La squadra è con l’allenatore, capace di imprimere una svolta tecnica e caratteriale. Il presidente Zhang ha rinviato il colloquio a dopo il Siviglia, Conte deve sentire pieno sostegno, altrimenti cambia
L’Inter in una finale europea, dieci anni dopo quella di Champions del maggio 2010, è un certificato di rinascita conquistato sul campo. Il primo artefice è Antonio Conte, il tecnico, scelto dall’a.d. Beppe Marotta, e presentato in estate come «il top player nerazzurro». Sempre vincente al primo anno sulla panchina di un nuovo club, l’allenatore ha ribaltato l’Inter, ha spremuto il meglio da una rosa fino alla passata stagione fragile caratterialmente e involuta tecnicamente. L’ex c.t. ha vinto le sue scommesse, a cominciare da Lukaku, passando per Bastoni, Barella, Gagliardini, Young, fino ad arrivare a Lautaro, trasformato da talento in attaccante conteso dalle big europee. Oggi il bilancio della stagione nerazzurra è ottimo grazie al secondo posto in campionato, una vittoria nella finale di Europa League venerdì a Colonia contro il Siviglia trasformerebbe l’annata in eccezionale.
Tacciare Conte di essere un allenatore di successo solo nei confini nazionali era un giudizio superficiale: chi sa vincere lo sa fare e basta. In carriera è solo alla quarta partecipazione in una coppa. Due in Champions con una Juventus agli albori neanche lontana parente dell’attuale, l’altra con il Chelsea terminata agli ottavi di finale contro il Barcellona di Messi, quello vero però. Poi l’Inter. La prima finale toglie al tecnico un’etichetta immeritata, basti ricordare l’ottimo Europeo 2016 (eliminazione ai rigori con la Germania) con la Nazionale forse più povera di sempre, con la coppia d’attacco Pellè-Eder, non proprio Lukaku e Lautaro.
Conte è un vincente, non un accomodante. Il cammino in Europa League ha congelato la situazione dell’Inter. Il polemico sfogo del tecnico dopo la vittoria sull’Atalanta, con toni eccessivi e difficili da digerire per società e proprietà, resta lì: sospeso. Poco prima della partita con lo Shakhtar, Marotta ha spiegato: «Quello che è successo fa parte delle dinamiche tipiche di una squadra di calcio. È tutto ormai dimenticato». No, più corretto dire posticipato.
Conte e il presidente Steven Zhang hanno stretto un patto: i colloqui li rinviamo a dopo l’Europa League. Così sarà. La prossima settimana si parlerà dei piani per il futuro e inevitabilmente tutto ruota attorno all’allenatore. Prima si pensa però alla finale, in un clima di squadra pieno di entusiasmo, senza rimpianti come aveva chiesto Conte e con la consapevolezza di poter portare a casa un trofeo tanto atteso.
«A tutti i tifosi dell’Inter nel mondo, andiamo in finale tutti insieme...Andiamo!», il messaggio lanciato da Zhang. Dopo dovrà decidere la strada da prendere. Con l’allenatore il rapporto è schietto, gli riconosce grandi meriti e, soprattutto, di aver valorizzato la rosa, alzandone le quotazioni. Il giovane presidente ha le chiavi in mano del futuro, la partita dovrà stavolta giocarsela in prima persona.
José Mourinho, dopo aver vinto la finale di Champions contro il Bayern Monaco, decise di congedarsi. Conte non ha paura del futuro, scelte difficili le ha già fatte in passato. L’obiettivo del tecnico è poter lavorare in un ambiente sentendone il pieno sostegno, questo intende quando sottolinea «io non sono una persona politica, guardo al sodo. Dico quel che penso, in maniera costruttiva». Se percepisce fiducia e schiettezza totale si può andare avanti, in caso contrario non sarà un contratto da 12 milioni a stagione con scadenza a giugno 2022 a trattenerlo.
Fiducia totale Conte l’ha ricevuta dalla squadra, i risultati lo testimoniano. Il gruppo è stretto all’allenatore, come un’armata al generale. «Il rapporto che ho con loro è molto schietto e leale, ogni cosa che faccio è per il bene loro e del club», sottolinea il tecnico. Il campo parla, senza bugie. Fuori c’è il resto, più politico. Un’altra partita si giocherà dopo la finale con il Siviglia. A Zhang tocca il calcio d’inizio.
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Casi di contagi al Cagliari e alla Roma, la Serie A teme l'effetto vacanza
Si alza il livello di allerta a un mese dalla ripresa del campionato. Con i ritiri già programmati che rischiano di saltare
Effetto vacanze sul calcio: anche tra la serie A cresce la percentuale di contagi da Coronavirus e i timori di nuovi ostacoli alla ripresa. A un mese esatto dalla data fissata per la ripartenza del nuovo campionato, la positività di Antonio Mirante, portiere della Roma, e tre casi al Cagliari (Bradaric, Cerri e Ceppitelli) con tanto di ritiro in forse, accendono una luce rossa. Non per i numeri in sè, nè per le condizioni dei contagiati, tutti asintomatici: ma il portiere della Roma, come i due giocatori della Roma Primavera positivi ieri, era stato in vacanza in Costa Smeralda, nelle zone dove in questi giorni focolai da discoteca hanno alzato il livello di guardia nazionale spingendo il governo anche a chiudere i locali notturni.
A muovere tutto, nel primo pomeriggio, la voce che un calciatore della Roma era positivo a un tampone per la rilevazione del Covid-19, anche lui di ritorno dall'isola, dopo i due ragazzi della squadra allenata da papà De Rossi. Poi, l'annuncio dell'interessato: si tratta del portiere Antonio Mirante, asintomatico e subito in isolamento come i due giovani della Primavera giallorossa risultati positivi ieri. A Trigoria adesso, così come nel resto dei centri sportivi dei club di Serie A, comincia a innalzarsi il livello di allerta. La preoccupazione è legata al fatto che sono diversi i calciatori volati in Sardegna per trascorrere qualche giorno di vacanza prima della ripresa della stagione. E il focolaio di Covid-19 registrato sull'isola non lascia tranquilli.
A dare notizia del nuovo caso è stato direttamente Mirante attraverso il proprio account Instagram spiegando che "purtroppo sono risultato positivo al test per il Covid-19. Volevo dirvi chesto bene, non ho alcun sintomo: né febbre né tosse". "Naturalmente sto in isolamento, spero di guarire presto e riniziare il prima possibile la preparazione con i miei compagni. Vi ringrazio per i messaggi che state mandando" spiega in un videomessaggio il portiere della Roma, che va ad aggiungersi ai due giovani della Primavera, anche loro asintomatici e in isolamento domiciliare. Tutti verranno sottoposti a nuovi controlli nelle prossime ore, col club che ha già avvisato le autorità sanitarie competenti, oltre ad aver attivato le procedure previste dalla normativa.
A metà pomeriggio, si sono aggiunte indiscrezioni su tre o cinque giocatori del Cagliari: il club sardo aspetta l'esito di tutti i tamponi sui 27 giocatori, ma il ritiro di Aritzo previsto per domani è in forse. Tra i tesserati giallorossi attualmente in Sardegna c'è anche Nicolò Zaniolo, ieri sera a Porto Cervo in compagnia della coppia Fedez-Ferragni. Il giovane talento romanista, così come tutti gli altri giocatori ancora in vacanza, sarà sottoposto a tampone non appena farà rientro nella Capitale. Ma i social sono pieni di foto di calciatori di A in vacanza - come al solito, solo qualche settimana più avanti - nel nord della Sardegna.
Come dire, non c'è solo la Roma ad attendere gli esiti dei controlli al rientro dalle vacanze.
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Coronavirus, Mirante e quattro del Cagliari positivi: la serie A adesso a rischio ripresa
Contagiati il portiere della Roma e i calciatori dei sardi. È l’effetto vacanze: molti calciatori sono stati in Costa Smeralda. Ora ricominciano i controlli in vista dei ritiri
L’incubo del coronavirus crea una nuova, profonda inquietudine in tutto il mondo del calcio. Le squadre di serie A stanno pian piano riprendendo gli allenamenti, i giocatori si sottopongono ai tamponi e gli esami danno risultati decisamente preoccupanti: il Cagliari ha scoperto mercoledì di avere altri tre atleti positivi oltre al bulgaro Despodov, bloccato nel suo Paese per il Covid; Mirante, portiere della Roma, ha annunciato di avere contratto il virus e va ad aggiungersi ai due ragazzi della Primavera giallorossa la cui malattia è stata confermata mercoledì. Numeri allarmanti se si pensa che finora si sono radunate pochissime squadre. La stessa Roma ripartirà solo il 27 agosto: la positività dei due giovani è stata rilevata attraverso le regolari visite di controllo previste dal protocollo del club, mentre Mirante si è sottoposto agli esami in quanto sta lavorando al centro sportivo di Trigoria assieme ai giocatori infortunati. Cosa accadrà quando tutte le società effettueranno i tamponi in occasione della ripresa dell’attività, programmata in questi giorni?
È l’effetto delle vacanze. Molti dei calciatori risultati positivi nelle ultime ore hanno in comune la frequentazione della Costa Smeralda, meta in voga tra i giocatori, soprattutto quest’anno. Ci hanno trascorso il periodo di libertà i ragazzi della Primavera della Roma: giurano di non avere frequentato le discoteche, al massimo di avere partecipato a qualche cena assieme agli amici (tra i quali un paio di compagni di squadra). Anche Mirante ha passato alcuni giorni nel paradiso della Sardegna, così come almeno due dei tre giocatori del Cagliari, Cerri e Ceppitelli, i quali hanno postato storie su Instagram proprio dalla Costa Smeralda (non ha fatto lo stesso il terzo contagiato, il croato Bradaric, che ha giocato negli ultimi sei mesi in prestito al Celta Vigo). Il club sardo ha messo sotto osservazione altri due giocatori e ha rinviato la partenza per il ritiro di Aritzo: la squadra comincerà la preparazione nel capoluogo, all’interno del centro sportivo di Assemini.
C’è preoccupazione alla Roma per l’effetto vacanze. In Sardegna c’era mezza squadra: Zaniolo, fotografato a cena con Fedez senza mascherina, ma anche Kolarov, Pellegrini, Mkhitaryan, Spinazzola, Ibanez e Juan Jesus oltre a Chris Smalling. Più confortanti le parole di Mirante: «Sto bene, non ho alcun sintomo, né febbre né tosse, e spero di tornare presto ad allenarmi assieme ai miei compagni».
Il calcio è entrato pesantemente in contatto con il coronavirus anche nel periodo del lockdown. Molti i giocatori positivi, il primo è stato lo juventino Rugani, poi i suoi compagni Matuidi e Dybala; le squadre più colpite sono state Sampdoria e Fiorentina, dove il Covid ha segnato pure dirigenti e membri dello staff tecnico. Una situazione che ha creato tanti dubbi — e anche molte polemiche — in merito all’opportunità o meno di riprendere il campionato, ai protocolli da seguire, ai rischi.
Un incubo dal quale il mondo del pallone pensava di essere uscito, o quasi, e che adesso si ripropone in tutta la sua gravità. Il timore di molti presidenti è che questi primi contagi siano il segnale di una situazione complicatissima. Se i tamponi ai quali saranno sottoposti i giocatori delle squadre che ancora non hanno ripreso gli allenamenti dessero in proporzione lo stesso esito, diventerebbe davvero difficile gestire la ripresa del campionato.
La Lega ha fissato la prima giornata della nuova serie A per il 19 settembre e ritiene di poter rispettare quel programma, anche perché la prossima stagione si annuncia compressa, in parte per la partenza ritardata e in parte perché a giugno 2021 ci sono gli Europei. Mercoledì sera alcuni dirigenti hanno cominciato a rivalutare l’idea che l’inizio della serie A venga posticipato al 4 ottobre, in modo da poter gestire con maggior tempo a disposizione il nuovo allarme Covid.
Un problema che, ovviamente, non riguarda solo il calcio italiano: Marsiglia-Saint Etienne, che venerdì avrebbe dovuto inaugurare il campionato francese, è stata rinviata perché 4 giocatori dell’Olympique sono risultati positivi al coronavirus.
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Incredibile l'inconsistenza caratteriale di Messi. Dopo la clamorosa (in termini numerici) sconfitta col Bayern, il calciatore simbolo del Barcellona non ci mette (al solito) la faccia, non rilascia una mezza parola di conforto verso i tifosi ma semplicemente sparisce, si eclissa come altre volte gli è capitato in carriera, in quel suo autistico modo di intendere il termine "leader" o prima stella...eppure il Barcellona qualcosa gli ha dato, credo, lo ha cresciuto, lo ha protetto, lo ha reso ricco, anzi ricchissimo e famoso.
Ancora adesso deve dire una parola sua, far sentire la sua voce. E' troppo facile essere presenti quando le luci inondano il palcoscenico. Si deve dare un segnale di vita anche quando in teatro s'è fatto buio: in questo Ronaldo è dieci categorie superiore. Tra i grandissimi d'Argentina poi, improponibili i paragoni con Sivori e, ancor più su, con Maradona. Per questo non sarà mai come quest'ultimo: è grande a metà....ma di noi
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Tra l'altro senza squadra e senza gli Iniesta a servizio, Messi non trasforma in oro il rame. Maradona sì, faceva da solo. L'unico che ho mai visto fare da solo.
Quando si collocano i giocatori nella storia, teniamone conto. Messi ha avuto diverse Argentina fortissime al suo servizio e non ha combinato una mazza: Maradona con dei carneadi ha vinto un mondiale, ha trascinato degli zombie in finale quattro anni dopo.
Persino Ronaldo con una nazionale minore come il Portogallo ha vinto un Europeo. Messi senza il guscio del Barcellona che Messi sarebbe? Per questo il suo club ed i suoi tifosi avrebberro meritato almeno, nel momento più basso di questi anni pur vincenti e ricchi, di vedere il volto, di ascoltare la voce di quello che è stato eletto a simbolo di una squadra e di un evo calcistico....ma di noi
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