Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • ermzenn
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    • Aug 2014
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    Originariamente Scritto da thai95 Visualizza Messaggio
    tra qualche anno,non ora,hanno speso una valanga di soldi inutilmente,tra i pochi acquisti fatti bene,l'unico che mi viene in mente sono de jong e coutihno.
    Ma Coutinho neanche secondo me... Buon giocatore ma il prezzo era veramente esagerato, per quel prezzo prendi sterling/mbappe non scherziamo
    Poi sono stati anche sfortunati con dembele che è sempre rotto

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    • robybaggio10
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      Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
      Ma zitto che sei ridicolo come sempre..
      Ti senti troppo toccato appena uno ti cita Messi negativamente..
      Ma non ne ne frega niente di Messi. Fai la stessa cosa pure con Marquez (che io odio...sia chiaro). Il fatto e' che fai sempre il fanboy.
      I SUOI goals:
      -Serie A: 189
      -Serie B: 6
      -Super League: 5
      -Coppa Italia: 13
      -Chinese FA Cup: 1
      -Coppa UEFA: 5
      -Champions League: 13
      -Nazionale Under 21: 19
      -Nazionale: 19
      TOTALE: 270

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      • marcu9
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        Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
        Ma non ne ne frega niente di Messi. Fai la stessa cosa pure con Marquez (che io odio...sia chiaro). Il fatto e' che fai sempre il fanboy.
        [emoji23][emoji23][emoji23][emoji23][emoji23][emoji23]

        Fanboy per una piccola punzecchiatura dopo un sonorissimo 8 a 2 dove è stato invisibile....tu stai proprio male...
        Last edited by marcu9; 15-08-2020, 00:57:16.
        Originariamente Scritto da Sean
        Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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        • ermzenn
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          • Aug 2014
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          Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
          Esattamente.
          Più che leader Ronaldo rispetto a messi ha più fame, più voglia e questo secondo me lo fa sembrare più leader.
          Però a me Messi da l'impressione di comandare praticamente lui in squadra, mentre Ronaldo molto di meno. Ronaldo gli è superiore nella freddezza (rigori), nella fame e ovviamente di testa. Nonostante questo rimane due gradini sotto senza neanche doverci pensare

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          • robybaggio10
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            • Dec 2011
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            Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio


            Fanboy per una piccola punzecchiatura dopo un sonorissimo 8 a 2 dove è stato invisibile....tu stai proprio male...
            Non e' la singola punzecchiatura....lo fai ogni volta.
            Poi io la partita nemmeno l'ho guardata. Ogni tanto spiavo il risultato su footmob...stavo guardando la casa di carta.
            I SUOI goals:
            -Serie A: 189
            -Serie B: 6
            -Super League: 5
            -Coppa Italia: 13
            -Chinese FA Cup: 1
            -Coppa UEFA: 5
            -Champions League: 13
            -Nazionale Under 21: 19
            -Nazionale: 19
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            • marcu9
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              Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
              Non e' la singola punzecchiatura....lo fai ogni volta.
              Poi io la partita nemmeno l'ho guardata. Ogni tanto spiavo il risultato su footmob...stavo guardando la casa di carta.
              Ah non hai manco guardato la partita e parli pure...[emoji23]
              Ottimo...
              E comunque lo sfottò fa parte del calcio da sempre, con educazione e ironia.
              Tu invece hai dimostrato d'essere peggio di un burino dando addirittura del patetico così a gamba tesa.
              Ancora più ridicolo. [emoji6][emoji6]
              Originariamente Scritto da Sean
              Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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              • marcu9
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                Comunque il destino è proprio beffardo..[emoji23]
                Pochi giorni fa in Barca - Napoli...

                Il discorso di Messi nel tunnel: “Giochiamo tranquilli, ne facciamo 8 al Napoli”

                Migliore in campo contro il Napoli, Lionel Messi si è confermato autentico leader del Barcellona anche negli spogliatoi: nel tunnel prima di ritornare in campo per la ripresa e sul risultato di 3-1 per i catalani, la pulga ha spronato i suoi. "Giochiamo in modo tranquillo e ne facciamo 8 al Napoli

                Originariamente Scritto da Sean
                Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                • marcu9
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                  BREAKING: Quique Setién has been sacked by Barcelona.
                  Originariamente Scritto da Sean
                  Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                  • Nasser95
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                    Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
                    BREAKING: Quique Setién has been sacked by Barcelona.
                    e ci mancava che lo lasciassero in panchina un altro anno
                    (ride)

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                    • robybaggio10
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                      Ah non hai manco guardato la partita e parli pure...[emoji23]
                      Ottimo...
                      E comunque lo sfottò fa parte del calcio da sempre, con educazione e ironia.
                      Tu invece hai dimostrato d'essere peggio di un burino dando addirittura del patetico così a gamba tesa.
                      Ancora più ridicolo. [emoji6][emoji6]
                      Cosa centra l'aver visto o meno la partita con il concetto espresso nel mio post? Non centra niente. Fatto sta che sei un fan boy della peggior specie.
                      I SUOI goals:
                      -Serie A: 189
                      -Serie B: 6
                      -Super League: 5
                      -Coppa Italia: 13
                      -Chinese FA Cup: 1
                      -Coppa UEFA: 5
                      -Champions League: 13
                      -Nazionale Under 21: 19
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                      • marcu9
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                        Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
                        Cosa centra l'aver visto o meno la partita con il concetto espresso nel mio post? Non centra niente. Fatto sta che sei un fan boy della peggior specie.
                        Vabè dai, la cagata l'hai detta.
                        Bravissimo.
                        Ora vai a nanna.
                        Originariamente Scritto da Sean
                        Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                        • Sean
                          Csar
                          • Sep 2007
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                          Il Mineirazo del Barcellona, il Bayern gli rifila addirittura 8 gol e lo sbatte fuori dalla Champions League, come del resto è sempre successo negli ultimi anni. La più umiliante e devastante sconfitta della storia moderna di grandissimo club, punto di riferimento del calcio internazionale. E’ la fine di un mito anche se l’epoca del Barcellona vincente si era già chiusa da tempo. Il leader spirituale e politico Piqué annuncia la rivoluzione, Messi invece come al solito scompare. Al pari del suo genio, delle sue capacità straordinarie e delle sue fantastiche vittorie, le sue sconfitte con la nazionale e con il club sono altrettanto devastanti. Praticamente il prezzo salato che lui deve pagare alla bellezza che ha dato al mondo. Questo potrebbe essere il momento giusto per dare l’assalto al suo genio

                          L’8-2 che il Barcellona si è visto rifilare dal Bayern Monaco è un’umiliazione in stile Mineirazo, col Brasile che ai Mondiali in casa (2014) subì sette gol dalla Germania. Risultato ancor più roboante che ci parla di un Bayern Monaco stratosferico e di un Barcellona umiliato, senza testa, completamente in bambola. E’ una sconfitta epocale certo, ma se questo significa chiusura di un ciclo storico, beh a me sembra già da qualche tempo che lo straordinario Barcellona a cavallo tra i primi due decenni del nuovo millennio fosse esaurito. Nonostante Messi, uno degli ultimi rimasti di quel glorioso Barcellona. Una delle più belle squadre della storia del calcio. Ma quelle radici ormai s’erano perdute da tempo.

                          Il Barcellona post Guardiola ha avuto molte trasformazioni, col picco esaltante della Champions League vinta da Luis Enrique (contro la Juve di Allegri), il più perfetto clone di Guardiola, sia pure senza arrivare alla sua genialità. Dal 2015 in poi è stato un progressivo ripiegamento su se stesso, con umiliazioni ed eliminazioni puntuali in Champions League: 2015-2016, fuori ai quarti di finale contro l’Atletico Madrid, 2016-2017 fuori ai quarti di finale contro la Juve, 2017-2018 ancora fuori ai quarti contro la Roma, 2018-2019 eliminato in semifinale contro il Liverpool dopo averlo battuto 3-0 all’andata, fino alla mattanza del Bayern di oggi: due gol di Muller, Perisic, Gnabry, Kimmich, Lewandowski, doppietta di Coutinho e amen.

                          L’inconsistente Quique Setien pagherà ovviamente col sacrificio della propria panchina, lasciandola a quanto pare a Xavi, uno dei campioni simbolo del Barcellona originario. Ma molto probabilmente non sarà il solo a pagare e la rivoluzione sarà molto più profonda fin nel cuore della società, magari addirittura fino alla poltrona del presidente Bartomeu, uno degli uomini più potenti, furbi e influenti della Catalogna.

                          Piqué che del Barcellona è il capo politico ha già denunciato la situazione di depressione del club, l’incapacità di tornare a vincere, culminata in questa stagione da zero trofei. Messi come spesso gli capita in queste occasioni è sparito, le sue vittorie e le sue conquiste sono state straordinarie. Alla stessa maniera le sue devastanti sconfitte che lo hanno segnato profondamente. E’ una legge del contrappasso, il prezzo salato che lui deve pagare alla bellezza che ha dato al mondo.


                          Se qualcuno pensa che questo sia il momento per Messi di chiudere la favola col Barcellona e andare a godersi un po’ di calcio nel resto del mondo per respirare aria nuova e guadagnare lo stesso cifre esorbitanti e sconvolgenti, beh può benissimo pensarlo.


                          CHAMPIONS LEAGUE 2019-2020 QUARTI DI FINALE Barcellona - Bayern Monaco 2-8 (4' Muller BM, 7' Alaba B, 21' Perisic BM, 27' Gnabry BM, 31' Muller BM, 57' Suarez B, 63' Kimmich BM, 82' Lewandowski BM, 85' Coutinho BM, 89' Coutinho BM) *** L'8-2 che il Barcellona si è visto rifilare dal Bayern Monaco è un'umiliazione in stile "Mineirazo" (dallo stadio Mineirao di Belo Hirizonte), col Brasile che ai Mondiali in casa (2014) subì sette gol dalla Germania, infilandosi nella crisi più sconvolgente della recente epoca. A Lisbona ("Lisboneazo...") risultato ancor più roboante che ci parla di un Bayern Monaco stratosferico e di un Barcellona umiliato, senza testa, completamente in bambola. E' una sconfitta epocale certo, ma se questo significa chiusura di un ciclo storico, beh a me sembrava già da qualche tempo che lo straordinario Barcellona a cavallo tra i primi due decenni del nuovo millennio fosse esaurito. La sconfitta col Liverpool dello scorso anno, sia pure non di queste proporzioni, non
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • Sean
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                            Barcellona-Bayern Monaco 2-8, catalani umiliati e tedeschi in semifinale. Messi ora può far di tutto

                            Doppiette di Muller e Coutinho gara mai seriamente in discussione, disfatta storica dei catalani. Sabato l’ultimo quarto tra i Manchester City e Lione, da martedì le semifinali

                            Dopo tre minuti, Leo Messi ha già le mani nei capelli per la disperazione. Dopo trentuno, le mani dell’argentino coprono gli occhi, per non guardare lo show del Bayern Monaco e l’eliminazione più scioccante della storia Barcellona: dopo le clamorose rimonte subite negli ultimi due anni con Roma e Liverpool (senza dimenticare quella del Real nell’ultima Liga) i blaugrana falliscono in modo pirotecnico anche la sfida secca del Da Luz di Lisbona subendo 8 gol dai tedeschi, più che mai favoriti della Champions.

                            Se il City di Guardiola sabato sera rispetterà il pronostico contro il Lione (ore 21, Sky Sport e Canale 5), quella tra il Bayern e il suo ex allenatore sarà la classica finale anticipata. Quella con il Barcellona resta in equilibrio una ventina di minuti, ma solo perché Alaba calcia goffamente nella propria porta un cross di Jordi Alba. Muller infatti entra subito in modalità Mineirazo (il 7-1 di Germania-Brasile 2014) e con la coordinazione di cui solo lui è capace scarica in gol un assist di Lewandoski. Messi colpisce il palo al 10’. Ma arriva presto il 2-1 di Perisic, con un secco diagonale di sinistro, dopo l’ennesima palla persa malamente in uscita dalla squadra di Quique Setién. Arrivato a gennaio per sostituire Valverde, con la squadra in testa alla Liga e agli ottavi di Champions, il tecnico di Santander ha sicuramente terminato qui la sua esperienza alla guida del Barcellona: il favorito per la successione adesso è Xavi.

                            Nonostante la scelta di puntare su Sergi Roberto al posto di Griezmann nel primo tempo, il Barcellona non ha nessun filtro ed è in costante imbarazzo di fronte all’intensità ad alto tasso tecnico degli attacchi tedeschi. Il 4-2-3-1 di Flick — anche lui entrato a stagione in corso al posto di Kovac — è un vortice che spazza via un avversario troppo lento per essere vero. Il 3-1 di Gnabry, decisivo già nel secondo gol, arriva dopo un assist delizioso di Goretzka.

                            Thomas Muller, che a 31 anni da compiere tra un mese, è il vecchietto del Bayern (almeno per gli standard del calcio tedesco) segna il quarto gol, deviando sul primo palo un cross teso di Kimmich. Suarez a inizio ripresa, lascia sul posto Boateng e ridà un po’ di colore alla serata del Barcellona (rovinata anche dalla positività di Umtiti al Covid, anche se il difensore non è a Lisbona perché infortunato), segnando il 4-2. Ma è una piccola parentesi, subito dimenticata da Davies, esterno soprannominato «road runner» dai compagni, come il personaggio dei cartoni: il canadese semina il panico in area, arriva sul fondo e appoggia per Kimmich che fa il 5-2. Il Barcellona fa davvero la figura di Willy il Coyote e Lewandowski non si fa sfuggire il sesto gol, mentre Coutinho segna gli ultimi due, quelli dell’umiliazione blaugrana.

                            Se Cristiano Ronaldo è uscito dalla Champions con una doppietta inutile contro il Lione, Messi sceglie di non guardare. E di non farsi mai vedere. A caldo — al termine della prima stagione senza trofei dal 2008 — Gerard Piqué dice che «la parola giusta è vergogna: servono cambiamenti a tutti i livelli e io mi offro per andarmene: nessuno è imprescindibile». E Leo, mentre a Barcellona scoppia la contestazione a società e giocatori, adesso che farà?


                            CorSera
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • Sean
                              Csar
                              • Sep 2007
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                              Il Lipsia è un prodotto globale, altro che Atalanta, ma Nagelsmann è un fenomeno

                              La squadra tedesca fa parte della galassia Red Bull, che vince in tutti gli sport e nel calcio ha altre quattro «sorelle». L’allenatore ragazzino affronterà in semifinale Tuchel che lo ha lanciato

                              Il Lipsia non è solo una squadra di calcio, è una gigantesca e modernissima operazione finanziaria: sport, business, marketing. Un prodotto globale, come il suo proprietario, la Red Bull, che da quando nel 2009 ne ha rilevato la proprietà «ha messo le ali» alla squadra dell’ex Germania Est, allora boccheggiante in quinta divisione. La scalata è stata sbalorditiva, anche se va detto che non regge la tesi di chi sostiene che, raggiungendo le semifinali di Champions, il Lipsia sia riuscito là dove non è arrivata l’Atalanta: da una parte una multinazionale, dall’altra l’artigianato puro. Mondi e progetti agli antipodi.

                              Per capire l’estensione della galassia Red Bull occorre osservare dove arrivano i suoi confini. Negli ultimi sei giorni il colosso delle bevande energetiche — 12mila dipendenti, un fatturato di 6 miliardi di euro — ha festeggiato i successi di Verstappen in Formula 1 e Binder in MotoGp, per poi chiudere con l’entusiasmante qualificazione alla semifinale Champions del Lipsia, che a Lisbona si è sbarazzata dell’Atletico Madrid.


                              Se in 11 anni il Leipzig è passato dall’Oberliga alle prime quattro d’Europa, il merito non è solo degli investimenti e della visione imprenditoriale del magnate austriaco Dietrich Mateschitz, il signor Red Bull, ma anche dell’organizzazione tecnico-sportiva di Ralf Rangnick, che nel 2012 divenne direttore generale di Salisburgo e Lipsia e che il Milan ha corteggiato per mesi prima di cambiare idea. È stato lui a individuare in Julian Nagelsmann nel 2019 l’uomo giusto per guidare il Lipsia nel futuro. Scelta vincente.

                              Metodico, quasi ossessivo, Nagelsmann è il prototipo del tecnico moderno: pc, dati, statistiche. Ma anche personalità: «In Champions puoi aspettarti di tutto, ma devi avere le idee chiare su quello che vuoi fare. E noi le abbiamo». Lo chiamano «l’allenatore ragazzino»: a 33 anni è considerato un piccolo fenomeno, un predestinato. Qualcosa di vero c’è: è il più giovane tecnico a raggiungere una semifinale di Champions.

                              Storia forte la sua. A 20 anni perde il padre suicida, poi si rompe un ginocchio e deve dire addio al calcio giocato. Nel momento più buio ecco però la svolta, l’occasione della vita: l’Augsburg gli affida il compito di studiare le squadre avversarie, vedendo in lui le qualità dell’allenatore. È l’inizio della risalita, le sue doti sono evidenti: prima va al Monaco 1860 e poi all’Hoffenheim che salva a 26 anni, diventando il più giovane allenatore della Bundes. Nel 2019 la chiamata di Rangnick. A lui Julian deve tutto. A lui e a chi, per primo, ai tempi dell’Augsburg, gli propose quell’incarico da osservatore in prova. Si chiama Thomas Tuchel, oggi allena il Psg e martedì contenderà al Lipsia la finale di Champions.



                              CorSera
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Dybala agita l’estate della Juventus, Tonali e Kanté obiettivi Inter, Milan su Aurier

                                Tutte le squadre in difficoltà tra bilanci in rosso e rischiose plusvalenze. I bianconeri puntano Milik. Chiesa obiettivo di tutti. Milan, non c’è solo Ibra: occhio a Aurier

                                È un’estate strana quella del calcio, corta e stretta, in cui il tempo stringe, ma per assurdo si dilata. Ufficialmente il mercato scatterà il primo settembre e diciotto giorni dopo, con le trattative ancora in piedi, si riaccenderà il campionato. Si naviga a vista al tempo del coronavirus, tra bilanci in rosso, plusvalenze azzardate e la necessità di vendere prima di comprare.


                                Affari fatti

                                La Juventus può contare su una nuova coppia di centrocampisti, Kulusevski e Arthur, l’Inter ha comprato turbo Hakimi per la fascia e riscattato Sanchez in attacco, il Napoli ha speso 60 milioni per il centravanti Osimhen e a gennaio si è assicurato il difensore Rrahmani e l’ex milanista Petagna. La Fiorentina ha potenziato il centrocampo con Amrabat e la Roma l’attacco con Pedro. Ma siamo solo all’inizio.


                                Il nodo della Juve

                                Per la prima volta da molti anni a questa parte le esigenze tecniche devono sposarsi con quelle di bilancio. Ecco perché, di fronte a un’offerta allettante, la regina potrebbe sacrificare Dybala, seguito da Manchester United e Real Madrid. Per lo stesso motivo sono nate le voci sulla partenza di Ronaldo, che il presidente Agnelli ha smentito. Le cessioni prima degli acquisti. Paulo, ma anche Bernardeschi e Douglas Costa. Fuori dal progetto Khedira e Higuain. Rinnovamento e ringiovanimento della rosa. Il centravanti dovrebbe essere Milik (ha già l’accordo), ma Bernardeschi non vuole andare da Gattuso, per questo viene tenuto d’occhio Dzeko. Isco del Real Madrid darebbe qualità al centrocampo. Pogba, che sta per rinnovare con il Manchester United, è un sogno. Chiesa un’opportunità, ma solo se la Fiorentina abbasserà le pretese (per adesso chiede 60-70 milioni).



                                La crescita di Milano

                                In attesa di capire il destino di Conte, Marotta e Ausilio lavorano sulla squadra. All’Inter servono due centrocampisti: Tonali è l’investimento, più un mediano solido tra Allan del Napoli e Kantè del Chelsea. In difesa potrebbe essere sacrificato Skriniar, a sorpresa confermato Godin e si guarda al giovane Kumbulla del Verona anche se l’allenatore preferirebbe Smalling, che ha fatto benissimo alla Roma ed è tornato a Manchester. Al Milan la priorità sono tre contratti da rinnovare: Donnarumma, Calhanoglu e Ibrahimovic (che non molla sui bonus, vuole 7 milioni di euro annui). Sul mercato caccia a due difensori: Aurier del Tottenham per la fascia destra e Milenkovic della Fiorentina, ma i viola rifiutano lo scambio con Paquetà e chiedono 40 milioni. Il ritorno di Bakayoko è una possibilità concreta, Rebic un triangolo di difficile risoluzione, ma il croato resterà a Milanello.

                                La sfida del Centro-Sud

                                Il Napoli aspetta l’offerta buona dall’Inghilterra (City più dello United) per Koulibaly, poi darà l’assalto a Gabriel Magalhaes, brasiliano del Lille con cui c’è un solido patto di mercato. Chiesti alla Roma Under e Veretout, sfida con l’Atalanta per Boga del Sassuolo. La Roma, bloccata dal cambio di proprietà, è indietro. Friedkin vuole blindare Zaniolo e Pellegrini, deve decidere il futuro di Dzeko e provare a riprendere Smalling. La Lazio sta prendendo l’esterno Fares dalla Spal e il centravanti Muriqi dal Fenerbahce e aspetta notizie da David Silva, sperando di non rimanere beffata.


                                Toro in movimento

                                L’Atalanta vuole confermare l’organico di questa stagione, magari inserendo un paio di pedine: Boga e Pessina, di ritorno da Verona. Frenetico il Torino che ha preso l’esterno Rodriguez dal Milan, sta rinnovando il contratto di Ansaldi e per il centrocampo pensa a Biglia e Linetty. Attendista la Fiorentina, che vuole due ex della serie A: Torreira e Piatek.

                                CorSera
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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