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Non so.. Quest’anno ho seguito quasi nulla onestamente
Come risultato finale credo che Fonseca abbia fatto il suo.. e gli va riconosciuto di essere venuto a Roma nel periodo in cui quasi chiunque (giustamente) se ne stava ben alla larga
Però Sarri, se gli vengono dati tempo e uomini, mi intrigherebbe
Pure a me.
Come dice Sid, devono dargli giocatori adatti almeno nei ruoli chiave, sennò diventa uno stillicidio.
IL TEMPO (A. AUSTINI) - La nuova Roma nasce di lunedì. E pazienza che sia il giorno 17 del mese: quel numero porta sfortuna solo nella tradizione italiana. Parlerà ancora americano, invece, il club giallorosso che tra quattro giorni vedrà consumarsi il passaggio di consegne tra Pallotta e Friedkin: appuntamento fissato per il closing presso lo studio legale Chiomenti di Roma, in via Ventiquattro maggio a due passi dal Quirinale, alla presenza di un notaio ma non di acquirente e venditore che saranno rappresentati, con tanto di procura firmata, dai rispettivi avvocati.
La delegazione di Friedkin si muoverà con qualche giorno d'anticipo verso Londra, dove verranno sistemate le ultime carte. Già presente Ryan, arrivato in Europa giorni fa: è l’uomo destinato a gestire il club in Italia. Sia lui sia papà Dan non vedono l’ora di sbarcare nella Capitale ma devono fare i conti con le restrizioni per i viaggi degli americani in Italia causa Covid-19. Modi e tempi si troveranno rapidamente, intanto stanno per diventare i proprietari: nomineranno subito 7 amministratori (tra cui il banchiere romano Barnaba) e completeranno il nuovo cda nell'assemblea che sarà convocata presumibilmente a ottobre.
L'Opa sulle azioni in Borsa è un passaggio necessario, il delisting un altro probabile, ma la stretta attualità prevede tante cose tra cui il calciomercato. Per il momento se ne occupano il CeoFienga e De Sanctis, che fa le veci di un direttore sportivo che non c’è più. Il casting di Friedkin è già in corso, da registrare un contatto con Ramon Planes del Barcellona, ma non si può escludere nessuna ipotesi. Neppure quella che siano Fienga e De Sanctis a completare questo mercato.
Al momento stanno valutando alcuni possibili affari, tipo lo scambio Torreira-Diawara con l'Arsenal: difficile ma non impossibile, magari inserendo anche Kluivert nella trattativa. Cedere resta la vera urgenza della Roma, perché la rosa è diventata extralarge e i costi a bilancio sono mostruosi per un club che non giocherà la Champions per il secondo anno di fila. Mentre il Cagliari è pronto a prendersi Juan Jesus, il Celtic ha chiesto in prestito Olsen e vuole che la Roma paghi parte dell’ingaggio: risposta negativa per ora. L'Atalanta è pronta a presentare un'offerta perFlorenzi, valutato non meno di 15 milioni dalla Roma e seguito anche dalla Fiorentina. Ma il suo ingaggio non è alla portata. Smentito invece un assalto della Juventus a Dzeko: per il momento non esiste trattativa, a prescindere dall'eventuale scambio Under-Milik con il Napoli.
IL TEMPO (A. AUSTINI) - L a nuova Roma nasce di lunedì. E pazienza che sia il giorno 17 del mese: quel numero porta sfortuna solo nella tradizione italiana. Parlerà ancora americano, invece, il club giallorosso che tra quattro giorni vedrà consumarsi il passaggio di consegne tra Pallotta e Fr...
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sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
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AUTOGOL CARTOON - ESONERO DI SARRI
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Più forti insomma...Siviglia, forse United...rispetto a Lipisa o un Lione...ma fermiamoci qui
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Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
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Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
L’Atalanta non è stata battuta, si è sfinita dietro Neymar e Mbappé. Ma restano la storia bellissima e una lezione
Ma è giusto dire che non è stata una beffa, il Psg poteva perdere, e stava perdendo fino alla fine, ma ha meritato di vincere. Restano una storia bellissima e il messaggio a tutto il calcio italiano: si può andare lontano
di Mario Sconcerti
È stato quasi incredibile ma è stato vero. Perso tutto nei minuti di recupero. Ma è giusto dire che non è stata una beffa, il Psg ha meritato. Poteva perdere, stava perdendo fino alla fine, ma ha meritato di vincere. L’Atalanta non è stata battuta, si è lentamente sfinita nelle rincorse a Mbappé e soprattutto Neymar, imprendibile per tutto il tempo. La partita ha sempre avuto un verso, il Psg ha giocato come se fosse in vantaggio fin dall’inizio, tenendo il pallone, saltando l’uomo con facilità, sbagliando comunque ogni tiro in porta.
Ma c’era una differenza tecnica sensibile, soprattutto da quando è stato chiaro che Gomez non poteva essere in partita. Anche il gol dell’Atalanta che stava poi decidendo la partita, è come non avesse inciso. Il gioco è rimasto quello, una squadra contro tre-quattro grandi giocatori che arrivavano sempre alla porta senza prenderla mai. Tre difensori dell’Atalanta su quattro sono stati ammoniti, i cambi hanno rinnovato l’intero centrocampo. La fatica del correre a vuoto dietro i palloni pettinati degli avversari ha portato via ettari di energie. Poi sono successe le due cose fondamentali: è uscito Gomez e si è infortunato Freuler a cambi esauriti. In dieci non era possibile resistere perché uno dei quattro giocolieri davanti restava sempre libero. E in pochi minuti è successo tutto. Ma dal gol di Pasalic in avanti l’Atalanta è stata come domata, è via via uscita dalla gara. Si è messa quasi soltanto a rincorrere avversari che la saltavano.
Non una tempesta, ma un’inferiorità individuale netta. A quel punto è diventato chiaro, non restava che resistere. Uno schema che era quasi riuscito, scappato via come un peccato mortale in un secondo. Si poteva fare di più? All’inizio, prima di andare in vantaggio, quando ancora il Psg era occasionale. Dopo la partita è diventata sempre un po’ più pesante, instabile, casuale. Non è stata fortunata l’Atalanta, non lo è stato nemmeno il Psg. Hanno giocato una partita molto intensa, con le proprie caratteristiche. Il Psg si è confermato superiore, l’Atalanta si è confermata diversa, ma avversari così in Italia non ne trova. So che è finito un sogno nel modo peggiore. Ho fatto tanto calcio e vissuto tante notti italiane come questa. Sembra tutto ingiusto, in parte lo è davvero.
Ma è stata una storia bellissima, questo andrà ricordato sempre. Ai bergamaschi che hanno insegnato alle italiane che si può andare lontano. E a tutto il nostro calcio che in una settimana ha perso cinque squadre su sei nelle finali europee. Resta solo l’Inter.
CorSera
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Atalanta, Domenech critica Gasperini: «Il Psg ha vinto grazie ai suoi cambi»
L'ex c.t. della Francia, battuto ai Mondiali del 2006, ne approfitta per attaccare gli allenatori italiani: «La loro superiorità tattica è solo una leggenda, Tuchel è stato più bravo»
Non è mai stato simpatico e non lo sarà mai. Forse più di 14 anni dopo, Raymond Domenech ha ancora addosso il rancore nei nostri confronti per la finale Mondiale di Germania 2006 che, di fatto, è rimasta un marchio sulla sua carriera terminata ufficialmente il 5 settembre 2010. I rigori contro l’Italia non gli sono mai andati giù, così nel corso degli anni l’ex c.t. dei Bleus ha sempre tirato fuori dichiarazioni contro il nostro calcio, mai prese in realtà troppo in considerazione.
Bravo au PSG pour cette belle émotion et merci à Gasparini pour ses changements de fin de match. Comme quoi la légende des entraîneurs italiens grand tacticien sur ce match reste une légende. Tuchel a eu plus de réussite .
— Raymond Domenech (@RaymondDomenech) August 12, 2020
L’ultima sparata è contro Gian Piero Gasperini, il tecnico dell’Atalanta a un passo dalla semifinale di Champions. Sul proprio profilo Twitter, Domenech ha voluto commentare i cambi dell’allenatore dei bergamaschi che, secondo il suo parere, hanno spianato la strada alla rimonta del Psg. «Il Psg ci ha regalato grandi emozioni. Grazie a Gasperini per le sue sostituzioni a fine partita. Questo va solo a dimostrare che gli allenatori italiani grandi tattici in queste partite, è solo una leggenda. Tuchel ha fatto molto meglio». Peccato che Tuchel in panchina avesse — tra gli altri — un giocatore come Mbappé, campione del mondo (lui sì) con la Francia a Russia 2018. Soltanto qualche settimana fa, Domenech si era già preso la briga di fare delle considerazioni sulla Dea, dopo il pareggio contro il Verona (1-1, il 18 luglio): «Non vedo come questa squadra dell’Atalanta possa preoccupare il Psg. È troppo debole in fase difensiva». Nemmeno il risultato dà ragione all’ex c.t. francese. Perché fino al 90’ la formazione di Tuchel non solo era preoccupata, ma era anche fuori dalla Champions.
CorSera
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