Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • DR. CACARELLA
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    Originariamente Scritto da CRI PV Visualizza Messaggio
    Ma zaniolo dove giocherebbe nel 433
    Io l anno prossimo vedo Kulusevski dybala e cr7
    Con Milik in panca
    C'è bisogno di un centravanti mettiti gli occhiali
    Cura il tuo corpo come un tempio
    Originariamente Scritto da M K K
    Desade grazie di esistere
    Originariamente Scritto da AK_47
    si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.

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    • DR. CACARELLA
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      Non era finito il campionato
      Cura il tuo corpo come un tempio
      Originariamente Scritto da M K K
      Desade grazie di esistere
      Originariamente Scritto da AK_47
      si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.

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      • KURTANGLE
        Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
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        • Borgo D'io
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        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
        Io leggo che è un affare da 80 milioni: 70 adesso e 10 di bonus: https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie...05912525.shtml

        DeLa smiliarda: ha venduto pure Koulibaly o Allan?


        io leggo di 47 più karnezis e un primavera (quindi 50 + o -)

        Originariamente Scritto da marco83 Visualizza Messaggio
        in più devono riscattare politano a 25, lobotka a 25 e vogliono under per 26. Allan, callejon e milik partono sicuramente, per koulibaly devono abbassare le pretese, 80 milioni non te li da nessuno


        callejon va via a 0, per allan ormai più di 25-30 non becchi (non gioca da un anno praticamente) per milik credo la juve pagherà poco visto che l'anno prossimo scade
        Originariamente Scritto da SPANATEMELA
        parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
        Originariamente Scritto da GoodBoy!
        ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


        grazie.




        PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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        • DR. CACARELLA
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          E da dove li ha usciti sti 80mln?
          Cura il tuo corpo come un tempio
          Originariamente Scritto da M K K
          Desade grazie di esistere
          Originariamente Scritto da AK_47
          si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.

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            Iliciic beta del prossimo millennio è scappato in Slovenia per piangersi addosso perché la moglie si è fatta Gino di Soverato
            Cura il tuo corpo come un tempio
            Originariamente Scritto da M K K
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            si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.

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            • Sean
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              • In piedi tra le rovine
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              Giornata 38:

              SABATO 1 AGOSTO
              18:00 Brescia-Sampdoria
              20:45 Atalanta-Inter
              20:45 Juventus-Roma
              20:45 Milan-Cagliari
              20:45 Napoli-Lazio

              DOMENICA 2 AGOSTO
              18:00 Spal-Fiorentina
              20:45 Bologna-Torino
              20:45 Genoa-Verona
              20:45 Lecce-Parma
              20:45 Sassuolo-Udinese
              ...ma di noi
              sopra una sola teca di cristallo
              popoli studiosi scriveranno
              forse, tra mille inverni
              «nessun vincolo univa questi morti
              nella necropoli deserta»

              C. Campo - Moriremo Lontani


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                Pirlo studia da Guardiola: "Palla tra i piedi e voglia di vincere"

                Andrea Agnelli: "L’auspicio è che possa fare il percorso che hanno fatto altri allenatori. Partiamo con un percorso, un allenatore che si prepara nella seconda squadra per poter magari un giorno fare un salto nella prima"

                Difficile percepire le emozioni di Andrea Pirlo nel giorno della presentazione ufficiale da allenatore dell'Under 23 bianconera. Il volto non tradisce le sensazioni del "maestro", mentre le parole sono intrise di orgoglio e di ambizione: "Durante i corsi che ho seguito è cresciuta la mia voglia di conoscere - spiega Pirlo -. Da lì mi sono buttato a capofitto nella mia nuova carriera. Ho avuto tanti allenatori e tutti mi hanno dato qualcosa: Ancelotti, Lippi, Allegri. Però tutti penso debbano fare la propria strada, io ho in testa il mio modo di giocare. Con la palla tra i piedi e con la voglia di giocare sempre per vincere”.


                Dopo i complimenti di Sarri in conferenza stampa ("Allenare Pirlo sarebbe piaciuto a tutti, lui si sarebbe trovato particolarmente bene nel mio calcio") è arrivata la risposta lusingata di Pirlo: "Mi sarebbe piaciuto giocare nella Juve di adesso, il gioco di Sarri mi piace, il play gioca tantissimi palloni e mi sarei potuto trovare bene”. Nonostante in carriera abbia vestito maglie prestigiose come quella dell'Inter e del Milan, il rapporto con la Juve è speciale per il campione del Mondo del 2006: "Ho mantenuto buoni rapporti, stima e amicizia sono sempre rimasti. Col Milan non li ho più perché non c’è più nessuno".


                I piani per il futuro

                Già quando le prime indiscrezioni hanno iniziato a circolare, era chiara l'idea della Juventus di provare a forgiare in casa il tecnico del futuro, strada percorsa da Real Madrid e Barcellona: “A tutti piacerebbe fare il percorso di Guardiola e Zidane ma bisogna meritarselo con tempo ed esperienza. Ho avuto offerte anche da squadre di Serie A e Premier League ma ho scelto questo perché mi sembrava il migliore con cui iniziare”. Un percorso confermato anche dal presidente bianconero, Andrea Agnelli: "L’auspicio è che possa fare il percorso che hanno fatto altri allenatori. Ma bisogna meritarsele come ha detto Andrea. Spero per lui che sia il primo passo di una carriera ricca di soddisfazioni, in un progetto che noi abbiamo fortemente voluto. Con Andrea partiamo con un percorso, un allenatore che si prepara nella seconda squadra per poter magari un giorno fare un salto nella prima squadra con l'idea di cosa sia la Juve".

                Andrea Agnelli: "L’auspicio è che possa fare il percorso che hanno fatto altri allenatori. Partiamo con un percorso, un allenatore che si pre…
                ...ma di noi
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                forse, tra mille inverni
                «nessun vincolo univa questi morti
                nella necropoli deserta»

                C. Campo - Moriremo Lontani


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                  Pirlo: «Ho avuto offerte in A e Premier, ma la Juventus è la strada giusta»

                  Allenerà l’Under 23 bianconera. «Ho avuto molti allenatori, ma in testa ho il mio modello di gioco. Le mie squadre dovranno giocare bene sempre»

                  Nuova vita Pirlo. Andrea torna alla Juve dopo cinque anni per iniziare la carriera di allenatore: guiderà la formazione Under 23 bianconera, con vista sulla prima squadra. Non è un mistero che il progetto della società sia di costruire, oltre che i campioni, anche il tecnico del futuro in casa e l’investimento è caduto sul regista campione del mondo nel 2006. E infatti è lo stesso Andrea Agnelli a officiare la presentazione. «Il percorso della seconda squadra vale per i giocatori come per gli allenatori - spiega il presidente juventino -. L’auspicio è esattamente questo: è un percorso che ci si deve meritare e questa è la prima tappa. Determinazione, valori e ambizione ci sono; come in tutte le cose un passo alla volta». La strada è tracciata, insomma, sull’esempio di quanto hanno fatto Pep Guardiola con il Barcellona B e Zinedine Zidane con il Real Madrid Castilla, partiti dalla seconda squadra e poi balzati tra i «grandi».

                  Pirlo non ha paura: «Le responsabilità le gestisco da quando ho 14 anni, se non le ho non sto bene. A tutti piacerebbe fare il percorso che hanno fatto Guardiola e Zidane ma bisogna meritarselo dopo un percorso, con tempo ed esperienza. Ho avuto offerte per allenare in serie B, in serie A, in Premier League , ma questa mi sembra la strada più giusta per me. Ho pensato anche a fare il dirigente ma a me piace stare sul campo, vivere la partita, essere protagonista. Ho sogni da raggiungere e li voglio raggiungere personalmente, non da esterno, e il ruolo perfetto è l’allenatore. Era quello che volevo fare».


                  Il Maestro ha già le idee chiare: «Ho avuto tanti allenatori bravi nella mia carriera, come Ancelotti, Lippi, Conte, Allegri: tutti mi hanno dato qualcosa, mi hanno insegnato tanto, ma penso che ognuno debba fare la sua strada. Io ho in testa il mio modello di gioco. La mia squadra dovrà giocare bene, avere la padronanza del gioco e puntare sempre a vincere. I moduli non sono fondamentali, prima bisogna valutare i calciatori a disposizione e metterli nelle migliori condizioni. La cosa più importante è l’occupazione degli spazi, occuparli bene, con i giocatori giusti, nelle posizioni giuste e avere idee e principi di gioco ben chiari».

                  Ai ragazzi, sottolinea il neo tecnico, «dovrò spiegare cosa vuol dire giocare per la Juve, cosa vuol dire fare sacrifici per arrivare in prima squadra. Chi giocherà contro di noi avrà il coltello tra i denti e noi dovremmo calarci in questa mentalità con le giuste motivazioni, siamo la Juve ma giochiamo in Lega Pro e serviranno le giuste motivazioni».



                  CorSera
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                    Il male oscuro di Ilicic, il campione sparito

                    La stella dell'Atalanta è tornata in Slovenia, dalle persone care. Il club lascia solo trapelare che non è infortunato ma quasi certamente non tornerà per la Champions. Cosa sta succedendo a uno dei protagonisti del campionato?

                    Non sono i muscoli e non le ossa. O almeno, questo lascia filtrare fra mille comprensibili reticenze l'Atalanta. A fermare Josip Ilicic, giocatore simbolo della squadra di Gasperini, potrebbe essere un dolore più profondo, che non passa con le infiltrazioni e con la fisioterapia. Il 32enne sloveno è tornato a casa, nella sua campagna. A curarlo sono i familiari, che lo conoscono davvero, da prima che il calcio portasse soldi e fama. "È un ragazzo forte ma anche fragile, come i tronchi degli alberi antichi", dicono di lui i compagni con cui ha condiviso lo spogliatoio a Firenze, fra il 2013 e il 2017. A Zingonia non sono bastati i gol, le vittorie e la fiducia del club nerazzurro a evitare che qualcosa si rompesse.


                    Josip Ilicic ha sofferto i mesi di lockdown a Bergamo, con la conta quotidiana dei morti, le immagini delle bare trasportate dai camion militari, la paura di fare anche le cose più semplici e la metamorfosi del contatto umano: da fonte di conforto a pericolo di contagio. Se la sua sia depressione lo possono dire solo i medici, perché di malattia si tratta e non di un semplice stato d'animo. L'Atalanta, che gli deve moltissimo, ha fatto tutto quel che poteva. I suoi compagni, la società e lo stesso Gasperini si sono spinti fino ai propri limiti in una missione troppo grande anche per loro. L'allenatore gli ha dato fiducia sempre, fino a schierarlo contro la Juve nonostante le partite spente che aveva giocato con Lazio, Udinese, Cagliari e Sampdoria. Non è bastato. La scintilla non ha riacceso il fuoco.


                    Il rischio è Ilicic non prenderà parte all'impresa più grande della storia atalantina: le fasi finali di Champions. La società lo aspetta rispettosa, come tutta la città. E non consola il fatto che anche la prima avversaria, il Psg, dovrà fare a meno di Mbappé. Il Gasp, alla prospettiva di dover fare a meno del suo campione, non si nasconde: "Per noi giocare senza Ilicic è come per la Juve fare a meno di Dybala, o per l'Inter giocare senza Lukaku". Lukaku questa sera sarà a disposizione di Conte, e non è una cosa da poco. A Bergamo ci si gioca il secondo posto in campionato, meta mai raggiunta dalla Dea. Nella scalata, finora, Ilicic non è mai stato capocordata, non è nel suo carattere. Ma è stato l'alpinista più forte.

                    La stella dell'Atalanta è tornata in Slovenia, dalle persone care. Il club lascia solo trapelare che non è infortunato ma quasi certamente no…
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                    «nessun vincolo univa questi morti
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                    • Sean
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                      Ilicic, i problemi e il giallo dell’assenza dall’Atalanta: i soldati, i morti, la Bergamo ferita

                      Il bomber della Dea ha smesso di giocare. Nessuna crisi con la moglie: la pandemia ha riaperto ferite nel suo cuore, dai morti di Bergamo alla guerra nei Balcani

                      L’Atalanta che trionfa nella notte di Valencia e scolpisce il suo nome nell’élite della Champions, lui che segna quattro gol, dribbling, serpentine, estasi tecnico sportiva, le suggestioni di Pallone d’oro. L’epicentro della pandemia, il conteggio dei morti, il suono delle sirene, i camion dei soldati che di notte trasportano le bare via da Bergamo. Forse è stato troppo. Troppo tutto assieme e troppo velocemente.

                      Quello che è sicuro è che Josip Ilicic quando il pallone ha ricominciato a rotolare e quando tutti parlavano di ritorno alla vita è sparito. Ultima comparsa in campo l’11 luglio contro la Juventus, spento, depotenziato, poi basta. Un recupero che slitta a non si sa quando, forse nemmeno all’inizio della prossima stagione, il permesso di tornare in Slovenia per riprendersi. Due parole sussurrate dal suo allenatore Gian Piero Gasperini, «gli siamo vicini», altre che rimbalzano «problemi personali» e che come succede quando il mistero è fitto hanno preso la forma di bufale, come quelle di un rapporto in crisi con la moglie Tina, anche lei, come Josip, scappata in Slovenia dalla guerra, e conosciuta dentro lo stadio dell’Interblock, dove lui cercava di prendere il volo e lei si allenava sui 400 metri. Tina ha mollato l’atletica per seguire Josip, Josip ha detto «è per Tina se non ho mai mollato», come ha raccontato lui in una delle rarissime interviste rilasciata a Sportweek ai tempi di Palermo, il primo approdo in Italia.


                      E ora che succede? Attorno si è alzata una barriera di silenzio che sa di protezione. E di rispetto per un ragazzo che non si sa cosa abbia, ma che di sicuro sta soffrendo. Un ragazzo molto sensibile (al portale croato 24sata a febbraio aveva detto: «Quello che è successo a Davide Astori è stato nella mia testa per giorni. Non riuscivo a dormire, ho pensato: “E se non mi svegliassi la mattina, e se non vedessi più la mia famiglia?”»), solitario, con il culto della privacy. A Zingonia lo chiamano «la nonna», perché ascolta ogni malanno.

                      «So già cosa mi vuole chiedere, ma io non parlo. Clic», la reazione del manager Amir Ruzniç. Ma non è per morbosità se tutti si chiedono che fine ha fatto Ilicic, è che questi tempi hanno già portato via così tanto che il rischio di vedere perduto un talento come il suo fa malinconia. «Ogni tanto lo chiamo per sapere come sta, ma adesso non mi ha risposto — racconta Antonio Sivec, che quando era a Palermo, gli faceva da interprete —. Cosa sta succedendo? Per me si è spaventato con la pandemia. Ma non per sé, per le sue bambine. Lui con loro vuole essere il padre che non ha mai avuto. Tutti quei morti gli avranno ricordato la guerra... sarà sconvolto, altra spiegazione non esiste; questa è paura, paura che ti blocca le gambe». Certezze non ce ne sono.

                      Nemmeno sul passato. Ilicic è nato nel 1988 a Prijedor, in Bosnia e Erzegovina, poi luogo di un terribile eccidio; suo padre è morto quando lui aveva sette mesi, pare per malattia, anche se in Slovenia girano altre ricostruzioni. «Non so cosa voglia dire la parola “papà”, sono stati i compagni di scuola a spiegarmi cos’è», ha raccontato una volta. E chissà che non sia rimasto un buco nero dentro il quale ogni tanto il ragazzo si perde.



                      CorSera
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
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                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                      • Sean
                        Csar
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                        Inter: rosso di bilancio di -103 mln al 31 marzo 2020


                        L’Inter, come del resto era parso evidente dal comunicato di Inter Media and Communication, ha chiuso i 9 mesi al 31 marzo 2020 in maniera molto negativa. Il bilancio nerazzurro, al 31 marzo, ha fatto segnare una perdita pari a -103,1 milioni di euro contro il -31,6 milioni del 31 marzo 2019, quando poi al 30 giugno 2019 il bilancio chiuse facendo segnare un -48,3 milioni. Lo riporta Calcio e Finanza, che ha visionato i documenti del bilancio nerazzurro.


                        I ricavi sono calati di 30,5 milioni di euro mentre i costi sono cresciuti di 73 milioni. Tra i costi, riporta ancora Calcio e Finanza, cresciuti soprattutto quelli del personale (da 114,7 milioni a 141,3). I calciatori hanno pesato per 91,9 milioni (87,3 nel 2019), i tecnici per 19,7 milioni (12,4 nel 2019) e i bonus performance per 19,2 milioni (4,5 nel 2019). Cresciuti anche gli ammortamenti (da 65,9 a 90,6 mln).

                        Ora si attende il responso del bilancio al 30 giugno. Peserà sicuramente l’impatto negativo del coronavirus ma a dare respiro arriverà anche la plusvalenza della cessione di Mauro Icardi, che Calcio e Finanza quantifica in 48,2 milioni di euro.


                        (Fonte: Calcio e Finanza).
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                          Romelu Lukaku, Manchester United: 74,162 milioni;

                          Nicolò Barella, Cagliari: 40,500 milioni;

                          Christian Eriksen, Tottenham: 27,567 milioni;

                          Ionut Radu, Genoa: 10,624 milioni;

                          Lucien Agoumé, Sochaux: 4,512 milioni;

                          Martin Adriano Costa Satriano, Club Nacional: 2,400 milioni;

                          Ashley Young, Manchester United: 1,729 milioni.
                          Eriksen 28 milioni quando sarebbe andato a zero dopo 6 mesi. Lukaku, che segna solo ai Brescia, quasi 80 milioni. Quel mediocre di Barella 40 milioni: se avesse fatto una campagna acquisti simile alla Juve Marotta sarebbe stato crocifisso. Adesso comunque si riscatterà portando Messi a Milano.
                          Last edited by Sean; 01-08-2020, 13:54:19.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

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                            Calciomercato Roma, spunta Bonato come nuovo ds: contatti in corso con l'ex Udinese

                            La Roma comincia a pianificare la prossima stagione, e il primo buco da tappare è quello relativo al nuovo direttore sportivo. Oltre a Nicolas Burdisso, spunta un nome nuovo per la scrivania giallorossa, quello di Nereo Bonato, che potrebbe diventare il nuovo ds al fianco di Franco Baldini: contatti in corso con l’attuale direttore sportivo della Cremonese. In passato ha lavorato con Udinese, Verona e Sassuolo tra le altre.



                            (tmw.com)
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                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

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                              ILTEMPO.IT - Furia Lotito dopo la sconfitta della sua Salernitana contro lo Spezia, che è costata i playoff alla squadra campana. La rabbia del presidente si è scagliata soprattutto verso il tecnico Gianpiero Ventura , il numero uno  del club granata ,al ristorante, ha commentato così la part...



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                                Ciro Immobile vince il titolo capocannoniere della Serie A e Scarpa d’Oro. La Juventus ha infatti diramato la lista dei convocati per la sfida contro la Roma in cui non è presente Cristiano Ronaldo. Il portoghese era l’unico che avrebbe potuto insidiare il primato dell’attaccante della Lazio, ma a questo punto non ne avrà la possibilità. Per il biancoceleste resta la possibilità di raggiungere anche il record assoluto di Gonzalo Higuain del 2016, 36 gol (Immobile è a 35).
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