Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • robybaggio10
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    • Franciacorta
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    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
    Ma non erano state varate delle norme che prolungavano i prestiti? Adesso non mi ricordo.
    No. Non si possono fare norme del genere. Nessuno puo' obbligare una squadra a lasciare un proprio giocatore in prestito ad un'altra oltre la data indicata nel contratto, cosi' come nessuno puo' obbligare un giocatore in scadenza a giocare oltre il 30 giugno. La scelta e' delle singole societa' e dei singoli giocatori.
    Last edited by robybaggio10; 25-07-2020, 00:21:59.
    I SUOI goals:
    -Serie A: 189
    -Serie B: 6
    -Super League: 5
    -Coppa Italia: 13
    -Chinese FA Cup: 1
    -Coppa UEFA: 5
    -Champions League: 13
    -Nazionale Under 21: 19
    -Nazionale: 19
    TOTALE: 270

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    • Mario12
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      Originariamente Scritto da thai95 Visualizza Messaggio
      come lo vedresti zidane come prossimo allenatore?
      Non puoi vederlo dal vivo. É come sperare di incontrare Gesù , stiamo parlando di qualcosa che va al di fuori della ragione umana

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      • ottantino
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        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
        Ma non erano state varate delle norme che prolungavano i prestiti? Adesso non mi ricordo.
        Non esiste nulla di obbligatorio, sono le società e i calciatori che devono decidere.
        Winners are simply willing to do what losers won't.




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        • marcu9
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          Il Milan se la gioca con tutti...
          Originariamente Scritto da Sean
          Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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          • Sean
            Csar
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            • In piedi tra le rovine
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            Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
            No. Non si possono fare norme del genere. Nessuno puo' obbligare una squadra a lasciare un proprio giocatore in prestito ad un'altra oltre la data indicata nel contratto, cosi' come nessuno puo' obbligare un giocatore in scadenza a giocare oltre il 30 giugno. La scelta e' delle singole societa' e dei singoli giocatori.
            Originariamente Scritto da ottantino Visualizza Messaggio
            Non esiste nulla di obbligatorio, sono le società e i calciatori che devono decidere.
            Ah ho capito.

            Pari a Milano tra Milan e Atalanta: 1-1. Una buona notizia per la Juve che tiene a distanza di sicurezza i bergamaschi.
            ...ma di noi
            sopra una sola teca di cristallo
            popoli studiosi scriveranno
            forse, tra mille inverni
            «nessun vincolo univa questi morti
            nella necropoli deserta»

            C. Campo - Moriremo Lontani


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            • Sean
              Csar
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              • In piedi tra le rovine
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              SARRI TRA SCUDETTO E PROCESSO


              E’ assurda e paradossale la situazione che sta attraversando Maurizio Sarri. Sta per vincere uno scudetto eppure sta attraversando una fase difficile, forse la più contorta e critica della sua recente storia professionale. Anche se momenti complicati ne ebbe anche al Napoli e al Chelsea, dove pure belle cose ha fatto. Detto che i numeri “negativi” della Juventus sono evidenti e incontestabili (5 sconfitte, 38 gol incassati come mai le era capitato recentemente, ma tutto sommato appena 2 in più dell’Inter che ha la difesa migliore), trovo che ci sia molta voglia di buttarlo giù dalla panchina per principio. Perché è un allenatore “sui generis”, perché c’entra molto poco con la tradizione della Juventus, perché non è stato un grande giocatore che può pur sempre vantare la sua lunga esperienza nel football giocato (tutti i grandi allenatori della Juve sono stati giocatori: Trapattoni, Lippi, Conte, Allegri), perché è molto facile dipingerlo come un orco.


              Io non lo difendo, e anzi le stesse perplessità che hanno gli altri le ho anche io, però considerando questa fase del calcio italiano del tutto anomala – faccio notare che siamo al 24 luglio e stiamo ancora giocando il campionato – non possiamo prendere i numeri e farne un totem assoluto. Questo è un calcio stanco, sfinito, stremato in cui si avanza a vista, giorno per giorno, ci si arrangia, non credo si possa programmare nulla. Invece continuiamo a prendere tutto per vero, concreto, reale, come se niente fosse successo. E non è così. Oggi perde chi sbaglia di più e vince chi sbaglia di meno, credo che da qui non si scappi.

              ...ma di noi
              sopra una sola teca di cristallo
              popoli studiosi scriveranno
              forse, tra mille inverni
              «nessun vincolo univa questi morti
              nella necropoli deserta»

              C. Campo - Moriremo Lontani


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                Genoa-Inter, le formazioni: Eriksen confermato dietro a Sanchez e Lukaku

                Conte l’incontentabile leva il piede dall’acceleratore, mettendo le mani avanti su eventuali cali dei suoi giocatori. «Noi come il Napoli e l’Atalanta saremo poi impegnati nelle coppe ma, a differenza loro, avremo meno giorni per riposare

                A otto giorni dal termine del campionato, con un finale di stagione non proprio agevole per ipotecare il secondo posto, Antonio Conte indica nell’eccessivo dispendio di energie il nemico peggiore per la sua Inter.

                Questa sera a Marassi i nerazzurri affronteranno il Genoa, a caccia di punti per mantenere a distanza il Lecce e allontanare lo spettro della B. Martedì ospiteranno il Napoli a San Siro e, prima della sfida europea con il Getafe del 5 agosto, saluteranno gli impegni della serie A incrociando i Gasperini boys. «La fatica inizia a farsi sentire, giochiamo ogni tre giorni a temperature elevate. Il ritmo in gara come in allenamento già si è ridotto rispetto a quando il campionato era ripartito, non posso insistere sugli stessi carichi di lavoro fisici e mentali di qualche settimana fa». Conte l’incontentabile leva il piede dall’acceleratore, mettendo le mani avanti su eventuali cali dei suoi giocatori. «Noi come il Napoli e l’Atalanta saremo poi impegnati nelle coppe ma, a differenza loro, avremo meno giorni per riposare. Arriveremo alla partita di Europa League molto tirati. E ci trascineremo dietro qualche strascico per le fatiche post lockdown anche l’anno prossimo».


                Contro la squadra di Nicola, reduce dal successo nel derby, non ci sarà Barella squalificato e nemmeno De Vrij, alle prese con un trauma distorsivo al ginocchio sinistro. La squadra partirà oggi in aereo per raggiungere Genova, mezzo insolito per una distanza così breve ma necessario per dribblare le code da Guinness dei Primati in Liguria. Eriksen, ancora lontano dagli standard di rendimento auspicati, dovrebbe essere riconfermato dietro le punte («deve continuare a lavorare con serietà e costanza, i risultati arriveranno» sottolinea il tecnico). Accanto al certo Lukaku sono in rialzo le quotazioni di Sanchez, preferito a Lautaro. Le pretese del Manchester United che ha comunicato all’ad Marotta di non voler estendere il prestito del cileno oltre il 5 agosto stanno inducendo Conte a non concedere un turno di riposo al giocatore di proprietà dei Red Devils. In pratica gli inglesi puntano a una cessione a titolo definitivo dell’attaccante: i nerazzurri per sbloccare l’operazione potrebbero inserire nella trattativa Perisic, di ritorno dal prestito al Bayern Monaco.

                Nella Milano del futuro ci sarà spazio per Jorge Messi (che ha comprato casa a due passi dalla sede del Biscione) ma non Leo, almeno a sentire l’entourage del giocatore. La stella del Barcellona, attualmente al largo di Ibiza con Suarez, non ha in animo di lasciare la città che lui stesso rappresenta più della Sagrada Familia. Del resto i conti dell’Inter, secondo i dati diffusi ieri, segnalano una posizione finanziaria netta in miglioramento anche grazie alla conversione in capitale di un prestito di Suning, ma altresì un patrimonio netto in negativo per le perdite causate dal Covid. Nel bilancio al 31 marzo i ricavi si comprimono di 30 milioni mentre aumentano i costi di 70. A margine è stato emesso un bond di 75 milioni. «I proventi netti saranno utilizzati per finanziare gli scopi aziendali del club». Tradotto: non per Leo Messi.



                CorSera
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                C. Campo - Moriremo Lontani


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                  Juventus-Sampdoria, le formazioni: a centrocampo Bentancur accompagnato da Rabiot e Ramsey

                  Ma quella che preoccupa Sarri è la fase difensiva: la formazione bianconera prende troppi gol

                  Per entrare nella finale di Champions a otto squadre, la Juventus il 7 agosto deve battere il Lione, che all’andata vinse 1-0: un risultato che costringe i bianconeri a non prendere gol, per non complicare ulteriormente la faccenda (servono infatti due reti di scarto) e anche per non mettere in dubbio la permanenza di Sarri sulla panchina per la prossima stagione. È normale quindi che una squadra che subisce gol con questa facilità e questa frequenza sia in allarme. Anche perché gli errori individuali scaturiscono spesso da problemi di fase difensiva e da un centrocampo che fatica a mantenere ritmo e pressione per 90 minuti.

                  La Juventus ha perso 5 trasferte con Lazio, Verona, Napoli, Milan, Udinese e il filo conduttore di ogni sconfitta è stata la perdita progressiva del pallino del gioco che Sarri giustamente vorrebbe tutto per sé: aggredire le tenere mezzali bianconere e il regista di turno basta spesso a spezzare in due tronconi la squadra e a guadagnare terreno. Una cosa che anche il Lione di Rudi Garcia ha già saputo fare nel primo tempo della sfida di fine febbraio, resistendo poi agli attacchi sterili dei bianconeri.


                  Far scattare l’allarme Champions significa dare per scontato il discorso scudetto: per quanto pazzo sia questo finale di stagione — e per quanto pazza sia diventata una squadra che storicamente ha sempre avuto un’anima d’acciaio — alla Juve bastano tre punti in tre partite per festeggiare il nono scudetto, che non va né snobbato né dato per scontato. E lo sanno bene tutti quelli che in questi nove campionati sono arrivati dietro ai bianconeri. Una missione possibile già domenica contro la Samp, forse anche prima del fischio di inizio, se si verifica una combinazione di tre risultati.

                  Colpisce però come Sarri continui a sottolineare come «capiti a tutte le squadre» di avere alti e bassi in questo anomalo finale di stagione, perché chi è campione d’Italia dal 2012 e oggi ha un monte ingaggi che supera i 250 milioni lordi non può essere come tutte le altre squadre. Anche perché questo «mal comune mezzo gaudio» non vale per Sarri quando si parla di calci di rigore, l’alibi parziale utilizzato dall’allenatore per spiegare il dato dei troppi gol subiti: «Trentotto reti prese? Ci sono 12 rigori contro, un numero che di solito non subiscono le grandi squadre...». In realtà i rigori contro la Juve sono stati finora 11, quelli realizzati sono 8, quindi la contabilità è leggermente diversa.

                  Per quanto riguarda invece la contabilità degli infortuni di Douglas Costa — vittima di una lesione di secondo grado all’adduttore della coscia destra — il diretto interessato aveva già fatto la sintesi migliore qualche mese fa: «Faccio più ecografie che partite». La stagione del brasiliano è probabilmente terminata qui: averlo a pieno regime avrebbe aiutato Sarri, che invece è stato costretto a dare molto spazio a Bernardeschi. Senza intravvedere alcun miglioramento nell’azzurro: un vero mistero, oltre che una vera delusione.



                  CorSera
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                    Atalanta, il giallo di Ilicic: da protagonista prima del lockdown a non convocato: «Non è in forma»

                    Lo sloveno è apparso dimagrito e fuori condizione, l’obiettivo è recuperarlo per la Champions

                    «Non è in forma e deve recuperare la condizione». È il refrain con cui l’Atalanta, dall’allenatore Gian Piero Gasperini al direttore generale Umberto Marino, dedicano a Ilicic quando si chiede loro che fine ha fatto lo sloveno che da qualche partita non figura nemmeno nei convocati.

                    Impossibile scalfire il muro intorno a Zingonia per cercare di svelare il «mistero Ilicic». E probabilmente le cose stanno come le descrivono società e il tecnico. Ciò che è certo – e lo si è visto negli spezzoni di partita in cui è stato impiegato nel post lockdown – è che il trequartista è apparso dimagrito e non in forma da quando si è ripreso a giocare; un lontano parente del giocatore che prima dello stop causa coronavirus aveva incantato l’Europa portando, tra l’altro, in spalle l’Atalanta ai quarti di finale di Champions.


                    L’intento, ovviamente, è di recuperarlo. Magari per l’ultima gara di campionato contro l’Inter, sicuramente per l’impegno contro il Psg in Champions League del 12 agosto. Il caso dello sloveno non è il primo stagionale per i nerazzurri. Tra ottobre e gennaio si era consumato quello di Zapata. Il colombiano si era stirato in Nazionale. Tempi di recupero stimati: tre settimane. Effettivi: quasi tre mesi.

                    Il motivo? Nulla di misterioso, ma il giocatore non si sentiva pronto a rientrare e, addirittura, era volato in Spagna a recuperare con un preparatore di fiducia. Aveva un blocco mentale, Duvan. Che poi ha superato ampiamente come dimostrano i 17 gol in campionato. La speranza è che il ritorno di Ilicic, quando avverrà, sia analogamente di alto livello

                    CorSera
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                      Giornata 36

                      SABATO 25 LUGLIO
                      17:15 Brescia-Parma
                      19:30 Genoa-Inter
                      21:45 Napoli-Sassuolo

                      DOMENICA 26 LUGLIO
                      17.15 Bologna-Lecce
                      19:30 Cagliari-Udinese
                      19:30 Verona-Lazio
                      19:30 Roma-Fiorentina
                      19:30 Spal-Torino
                      21:45 Juventus-Sampdoria
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                        Lo United nega l'allungamento del prestito per Sanchez e Smalling

                        Il Manchester United alza il muro davanti a Inter e Roma, almeno per adesso. Il club inglese ha detto no al prolungamento del prestito di Alexis Sanchez e Chris Smalling, che quindi torneranno alla casa madre come previsto: l’attaccante cileno potrà giocare fino allo spareggio di Europa League contro il Getafe; mentre per il difensore inglese niente Siviglia.

                        Nonostante tutto la Roma continua a predicare ottimismo. Il club è pronto a mettere sul piatto 14 milioni per acquistare Smalling che ha un contratto fino al 2022. Ma il club inglese chiede uno sforzo superiore, anche perché in Premier il difensore ha mercato. La Roma, però, da tempo ha un asso nella manica, rappresentato dalla volontà del giocatore di rimanere, e per farlo sarebbe disposto anche ad uno sconto sull’ingaggio, di circa 3 milioni netti più bonus.


                        (Gasport)
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                          Smalling-Roma: tutto in 10 giorni

                          IL TEMPO (F. BIAFORA) - Poco meno di 10 giorni rimanenti per decidere il destino di Smalling. La Uefa ha fissato per il 3 agosto il termine ultimo entro cui andrà consegnata la lista dei giocatori da utilizzare per le coppe europee, una deadline che si avvicina sempre di più in maniera inesorabile. La Roma a metà giugno aveva assegnato il mandato per la trattativa ad un nuovo intermediario - molto vicino a quello che aveva portato il giocatore in Italia la scorsa estate in prestito secco per 3 milioni di euro - incaricato di cercare di convincere il Manchester United a prolungare la permanenza del difensore inglese almeno fino alla fine dell’Europa League.

                          Dai Red Devils c’è stata però una ferma presa di posizione (stessa cosa fatta con l’Inter per Sanchez) e da subito a Trigoria avevano capito che o avrebbero trovato subito un accordo per il futuro o Smalling sarebbe tornato ad indossare la maglia del club di Manchester. Fienga, che sta tenendo i contatti in prima persona, ha optato poi per un ulteriore cambio di strategia, passando da una proposta per un prestito con obbligo di riscatto ad un’offerta da 15 milioni complessivi per l’acquisto a titolo definitivo. Lo United non ha ancora dato il semaforo verde alla cessione, anche se negli ultimi giorni è da segnalare il pressing dello stesso giocatore, che si è mosso in prima persona per favorire una sua permanenza a Roma. Il classe 1989 ha detto a più riprese che vuole restare alla corte di Fonseca - su Instagram è stato uno dei testimonial della prima maglia, che esordirà ufficialmente contro la Fiorentina - ma serve uno sforzo finale da parte dei giallorossi, che probabilmente in settimana tenteranno l’ultimo assalto.

                          Non è totalmente da escludere l’ipotesi di una trattativa che verrà portata avanti in vista della prossima stagione anche dopo la consegna della lista Uefa: la Roma vuole Smalling a tutti i costi e c'è fiducia nell'arrivare a dama. Intanto ieri a Trigoria si sono rivisti i giocatori infortunati, che a differenza dei compagni di squadra hanno usufruito di un giorno in meno di riposo non avendo partecipato alla trasferta a Ferrara. Per la sfida di domani con la Viola è probabile il forfait di Ibanez, Santon e Mirante, mentre sono arrivati segnali incoraggianti da Under, fermato nell’allenamento di martedì da un affaticamento all’adduttore destro, e da Fazio, colpito duramente alla caviglia sinistra nella partita contro il Brescia e ancora leggermente dolorante per la contusione. Niente giorno di riposo per Zaniolo, che spera di ritrovare un posto da titolare contro la Fiorentina: il numero 22 giallorosso ha pubblicato una foto che lo ritrae in palestra scrivendo “Non esistono giorni liberi”.

                          IL TEMPO (F. BIAFORA) - Poco meno di 10 giorni rimanenti per decidere il destino di Smalling . La Uefa ha fissato per il 3 agosto il termine ultimo entro cui andrà consegnata la lista dei giocatori da utilizzare per le coppe europee, una deadline che si avvicina sempre di più in maniera inesora...
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            Douglas Costa, salterà il Lione assieme alle ultime tre partite di Serie A rimaste in calendario. Se la Juve passa il turno, può recuperare per le Final Eight di Lisbona

                            Altro giro, altro ko. La Juve perde ancora Douglas Costa per infortunio e la stagione del brasiliano potrebbe essere già terminata. «Lesione di secondo grado a carico del muscolo adduttore lungo della coscia destra», recita il comunica to del club, con l’ex Bayern che tra 15 giorni verrà nuovamente valutato. Proprio tra due settimane è in programma il match di ritorno degli ottavi di Champions contro il Lione, altro appuntamento che Douglas salterà assieme alle ultime tre partite di Serie A rimaste in calendario. Se la Juve passa il turno, il brasiliano può recuperare per le Final Eight di Lisbona, altrimenti l’ingresso dalla panchina ad Udine sarà l’ultimo atto di un’altra stagione tempestata dagli infortuni. Ben 17 le partite saltate contro le 29 presenze che messe assieme fanno a malapena 1000 minuti giocati in tutte le competizioni (1084 per la precisione). Maurizio Sarri ha sempre cercato di gestirlo col misurino, anche nel post-lockdown, ma alla fine è stato comunque costretto ad arrendersi di fronte alla fragilità del brasiliano che rimpolpa un’infermeria già affollata dai vari Khedira, De Sciglio, Chiellini e Higuain, ancora alle prese con una lombalgia per la quale non ha neanche raggiunto la squadra ad Udine, al contrario del capitano bianconero e dello squalificato Bonucci.


                            Corriere di Torino
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                            forse, tra mille inverni
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                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Psg, Mbappé s’infortuna nella finale di Coppa di Francia. A rischio la partita di Champions con l’Atalanta

                              Vittima di un bruttissimo fallo, il campione francese è tornato in campo in stampelle solo per festeggiare insieme ai compagni. Tuchel: «Siamo preoccupati»

                              Più che una partita è stata una battaglia per almeno 30’ quella tra Psg e Saint Etienne (vinta dai parigini 1-0 grazie al sigillo di Neymar), con otto gialli, un rosso, un gol e una maxi rissa.

                              A farne le spese Mbappé, che esce al minuto 33 a causa di un’entrata killer di Loic Perrin sulla caviglia destra, espulso (e non poteva essere altrimenti) dopo l’intervento del Var. Il fuoriclasse francese lascia il campo in lacrime, zoppicando. E adesso il Psg è in apprensione per le sue condizioni: è in dubbio, forte dubbio, per i quarti di finale di Champions contro l’Atalanta, in programma il 12 agosto.


                              «Kylian è un giocatore di livello assoluto, spero non sia nulla di grave», commenta Gian Piero Gasperini, al termine del match contro il Milan pareggiato 1-1, appena appresa la notizia del grave infortunio del campione francese, campione del Mondo a Russia 2018 con i Bleus di Didier Deschamps.

                              «Sono davvero preoccupato», le parole del tecnico, Thomas Tuchel. Dopo il bruttissimo fallo di Perrin, scatta la rissa, con l’arbitro Delerue che ne ammonisce quattro, compreso Verratti che è in panchina. Poi consulta il Var e Perrin viene espulso. Alla sua ultima gara in carriera con il Saint Etienne (oltre 550 gare in 17 anni). Le condizioni di Mbappé dovranno essere valutate. Nel secondo tempo appare in panchina con stampelle e tutore alla caviglia, festeggiando l’ennesimo trofeo conquistato dal Psg. Ma il tecnico, Tuchel, è in apprensione. E come non esserlo vista l’entrata terrificante di Perrin?


                              CorSera
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
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                              «nessun vincolo univa questi morti
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                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                              • marcu9
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                                Originariamente Scritto da Sean
                                Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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