Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • robybaggio10
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    • Dec 2011
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    • Franciacorta
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    A quanto e' quotato Giampaolo che non mangia il panettone?
    I SUOI goals:
    -Serie A: 189
    -Serie B: 6
    -Super League: 5
    -Coppa Italia: 13
    -Chinese FA Cup: 1
    -Coppa UEFA: 5
    -Champions League: 13
    -Nazionale Under 21: 19
    -Nazionale: 19
    TOTALE: 270

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    • marcu9
      Bodyweb Advanced
      • May 2009
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      1.10

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      Originariamente Scritto da Sean
      Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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      • robybaggio10
        Bodyweb Senior
        • Dec 2011
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        • Franciacorta
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        Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
        1.10

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        Boban l'ha gia' mollato...aspettiamo Paolo...
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        • KURTANGLE
          Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
          • Jun 2005
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          • Borgo D'io
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          grandissima vittoria.
          bravi tutti i nuovi
          ma questo liverpool non è ancora quello che tra 2 mesi andrà a 200 all'ora
          Originariamente Scritto da SPANATEMELA
          parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
          Originariamente Scritto da GoodBoy!
          ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


          grazie.




          PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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          • GoodBoy!
            'a carogna.
            • Feb 2008
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            lozano fumoso

            koulibali e mario Rui sontuosi

            ruiz tocca la palla 5 volte prima di darla

            mertens e calle bene

            nando che ve lo dico affa
            [

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            • robybaggio10
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              • Dec 2011
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              • Franciacorta
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              Entro 2 anni potremmo arrivare in finale di Champions (cit.)
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              • Sean
                Csar
                • Sep 2007
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                • In piedi tra le rovine
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                Conte che dice che non sono abituati ad essere "aggrediti" mentre lo Slavia lo ha fatto...beh, se fino ad ora hai affrontato solo Lecce, Cagliari e Udinese (due di quelle a casa tua) mi pare scontato che non sei mai stato pressato od aggredito, ma in un campionato mica avrai solo i Lecce e le Udinese...ci sarà anche altro, con tutto che le prestazioni non hanno affatto convinto (Lecce escluso).

                Per lo scudetto ad oggi è il Napoli la vera concorrente. L'Inter ha qualcosa che non mi convince fino in fondo. La vedo come una squadra che sta sempre in bilico tra la vittoria e l'esaurimento nervoso, tra svolta e nevrosi, per questo invito di continuo ad aspettare almeno qualche mese per valutarla in pieno: le partenze sparate per poi infilarsi nelle paludi degli psicodrammi sono un classico ritornello interista. Solo il tempo puo' invece dirci se qualcosa è davvero cambiato (ma mi chiedo se il nervosismo di Conte, che dopo 3 giornate già polemizza e crea "nemici", in un ambiente già sclerotico di suo, mi chiedo se puo' aiutare o è benzina sul fuoco).
                Last edited by Sean; 18-09-2019, 06:21:01.
                ...ma di noi
                sopra una sola teca di cristallo
                popoli studiosi scriveranno
                forse, tra mille inverni
                «nessun vincolo univa questi morti
                nella necropoli deserta»

                C. Campo - Moriremo Lontani


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                • Sean
                  Csar
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                  • In piedi tra le rovine
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                  L’Inter pareggia a San Siro con lo Slavia Praga e sbaglia completamente l’ingresso in Champions League, anzi ha perfino rischiato di perdere e di compromettere subito la qualificazione. Lukaku & C. sbagliano tutto, per fortuna ci pensano Sensi e Barella a strappare l’1-1 e salvare almeno la faccia. Conte in Champions si gioca un pezzo del suo prestigio e sa benissimo che in Europa non si può giocare così. E infatti fa autocritica: “Sono il più asino di tutti”

                  CHAMPIONS LEAGUE, INTER – SLAVIA PRAGA 1-1

                  Se c’era una maniera sbagliata di entrare nella Champions League era proprio quella che ha scelto l’ Inter. Rischiando addirittura di perdere la prima partita in casa, a San Siro, contro lo Slavia Praga – e cioè l’avversario più debole in un girone che prevede anche Barcellona e Borussia Dortmund – e di complicare così, fino all’ estremo, le possibilità di qualificazione in un girone che prevede Barcellona e Borussia Dortmund. Anche con il pareggio recuperato in extremis le cose non stanno benissimo, ma una sconfitta sarebbe stata veramente lacerante e avrebbe mandato l’ Inter di Conte in depressione fin da subito. La Champions League quest’anno pesa soprattutto sulle spalle di Antonio Conte, che in Europa si gioca un pezzo del proprio prestigio. E’ atteso al varco e ha già dato segni di nervosismo contro “i sapientoni” che gli fanno pericolosamente scoprire il suo tallone d’Achille.

                  L’Inter ha giocato una partita fiacca, senz’animo, lenta, assolutamente non all’altezza di un grande evento europeo, fino a quando nel tran tran di una partita giocata col freno a mano e con la paura – quasi con una mentalità da campionato voglio dire e non da Champions League dove certi calcoli si pagano cari – lo Slavia Praga è andato in vantaggio, infilando la squadra di Conte nello psicodramma.

                  L’Inter non ha quasi mai innescato le punte Lukaku e Lautaro Martinez, e solo quest’ultimo ha avuto un paio di palloni buoni da scaraventare verso la porta avversaria. Quasi tutti male, la sveglia solo nel finale quando l’Inter ha raddrizzato il match alla disperata: Sensi, Politano e Barella rappresentano oggi la faccia migliore dell’Inter. Più ancora di Lukaku, Lautaro & C. Da loro è venuto il gol (traversa di Sensi su punizione, e ribattuta in rete abbastanza fortunosa di Barella) che dà tregua all’Inter e le permette di non affrontare subito un primo significativo processo a inizio stagione.

                  Le tre vittorie in serie A, il punteggio pieno e il primo posto, possono dare un’immagine distorta dell’Inter che non è affatto una squadra perfetta e irresistibile. Ma questo Antonio Conte – che per altro ha fatto una giusta e profonda autocritica – lo sa benissimo. Sa soprattutto, l’allenatore dell’Inter, che in Champions ci vuole ben altro.

                  CONTE E L'ASINO Se lo è detto da solo, noi non ci saremmo mai permessi. "Io sono il più asino di tutti" è una frase che rischia di fare storia e che può bollare Antonio Conte per molti anni. Qualora non dovesse vincere, o almeno non dovesse soddisfare l'attesa di chi pensa che un allenatore - pur sempre un uomo e non un mago (anche se Herrera nella gloriosa Inter anni 60 lo era…) - sia un taumaturgo che guarisce da tutte le malattie e anche un alchimista alla Cagliostro che sa trasformare il piombo in oro... CONTINUA *** CHAMPIONS LEAGUE, INTER - SLAVIA PRAGA 1-1 Se c'era una maniera sbagliata di entrare nella Champions League era proprio quella che ha scelto l' Inter. Rischiando addirittura di perdere la prima partita in casa, a San Siro, contro lo Slavia Praga - e cioè l'avversario più debole in un girone che prevede anche Barcellona e Borussia Dortmund – e di complicare così, fino all' estremo, le possibilità di qualificazione in un girone che prevede Barcellona e Borussia Dortmund
                  ...ma di noi
                  sopra una sola teca di cristallo
                  popoli studiosi scriveranno
                  forse, tra mille inverni
                  «nessun vincolo univa questi morti
                  nella necropoli deserta»

                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                  • Sean
                    Csar
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                    • In piedi tra le rovine
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                    Grande Napoli in Champions League, battuto il Liverpool campione d’Europa: Mertens e Llorente segnano i due gol che fanno esplodere il San Paolo. Ancelotti dà alla squadra il coraggio e la mentalità giusta. I tifosi cantano ed esultano in amore con la squadra e forse ora torneranno anche a riempire lo stadio. E adesso la fatidica domanda: dove può arrivare, che ambizione può avere il Napoli in Champions?


                    CHAMPIONS LEAGUE, NAPOLI – LIVERPOOL 2-0

                    Un Napoli da sogno. E’ una vittoria – il 2-0 al Liverpool – che porta molto oltre la festa finale del San Paolo, molto oltre il trionfo contro i campioni d’Europa con i gol di Ciro Mertens che rappresenta il vecchio Napoli, la recente storia, la passione, il cuore e Fernando Llorente, che invece ne rappresenta il nuovo, l’ultimo rinforzo arrivato per portare il Napoli lontano, non solo in campionato, ma anche in Europa. Arrivato un po’ come ripiego dopo le tante illusioni su Icardi e James Rodriguez, Llorente ha segnato un gol importantissimo, che potrebbe pesare molto anche per la qualificazione al primo posto.

                    Ha fatto una bellissima partita il Napoli di Ancelotti: la cosa più importante che l’allenatore ha dato alla squadra è stata la mentalità, il coraggio, la voglia di osare e di provarci. Senza alcuna paura, senza chiudersi e senza difendersi a oltranza e basta. E’ un allenatore vincente, che di Champions League ne ha già vinte addirittura tre, e credo non si sia affatto arreso all’ idea che a 60 anni non sia lecito provarci ancora.

                    Non è stata una vittoria casuale o fortunata, ma meritata. Il Napoli ha tenuto testa ai campioni d’Europa, li ha affrontati da pari a pari, ha accettato il rischio. Ancelotti ha schierato una squadra molto offensiva con due punte, Mertens e Lozano, più Insigne e Callejon sugli esterni. I cambi – Zielinski per Insigne e Llorente per Lozano – hanno tenuto fresca e ancor più aggressiva la squadra: la partita è stata veloce, profonda, con un gioco molto verticale, accettando lo scontro uomo contro uomo con i campioni del Liverpool. Ancelotti è riuscito a chiudere, anche con un po’ di fortuna (Meret è stato eccezionale), quella difesa che lo aveva fatto tanto penare in campionato, e Koulibaly è tornato a essere il campione che tutti conoscevamo dopo gli errori e gli autogol di inizio stagione.

                    Il San Paolo si è acceso come nelle grandi serate di Sarri e Higuain, il pubblico ha cantato, salutando la squadra: è un punto di partenza, non di arrivo, sicuramente presto i tifosi torneranno a riempire lo stadio fino all’ultimo posto. La stagione del Napoli si colma di pensieri dolcissimi e molti sogni, forse un po’ azzardati, ma non si può certo pretendere freddezza e autocontrollo. Altrimenti non saremmo a Napoli e il calcio non sarebbe una festa così straordinaria.

                    Fino a dove può arrivare il Napoli che ha battuto il Liverpool? Un sondaggio clamorosamente sfacciato, non una cosa seria, ma un gioco. Con una situazione di fondo, però di cui bisogna sempre tenere conto... CONTINUA *** CHAMPIONS LEAGUE, NAPOLI - LIVERPOOL 2-0 Un Napoli da sogno. E' una vittoria – il 2-0 al Liverpool – che porta molto oltre la festa finale del San Paolo, molto oltre il trionfo contro i campioni d'Europa con i gol di Ciro Mertens che rappresenta il vecchio Napoli, la recente storia, la passione, il cuore e Fernando Llorente, che invece ne rappresenta il nuovo, l'ultimo rinforzo arrivato per portare il Napoli lontano, non solo in campionato, ma anche in Europa. Arrivato un po' come ripiego dopo le tante illusioni su Icardi e James Rodriguez, Llorente ha segnato un gol importantissimo, che potrebbe pesare molto anche per la qualificazione al primo posto. Ha fatto una bellissima partita il Napoli di Ancelotti: la cosa più importante che l'allenatore ha dato alla squadra è
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
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                    nella necropoli deserta»

                    C. Campo - Moriremo Lontani


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                    • Sean
                      Csar
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                      In Champions un Napoli bello e internazionale, un’Inter scolastica

                      Ancelotti dà una bella dimostrazione di calcio pensato e giocato in quella che era una vera partita a scacchi. Conte invece si perde in una ragnatela morbida e scolastica

                      di Mario Sconcerti

                      Gran bella partita tra Napoli e Liverpool, due squadre alla pari che cercavano di sorprendersi e stavano finendo per annullarsi fino al momento del rigore. Il risultato regala qualcosa al Napoli, era una partita da esibizione forte, uno zero a zero pensato quasi a tavolino, dove anche i giocatori migliori giravano con eleganza intorno all’area e non trovavano mai il tiro. Però una bella dimostrazione di calcio pensato e giocato, una vera partita a scacchi in cui sembravano mancare solo gli spazi per le Regine. Poi il rigore, largo ma meritato per insistenza, ha rotto l’equilibrio e il Napoli ha fatto cose impensabili. Il Liverpool ha smesso di galleggiare nella qualità antica ed è cominciato lentamente ad affondare. La confusione della difesa sul gol di Llorente è stata la dimostrazione finale e ha dato al successo una dimensione internazionale che era quasi imprevedibile all’inizio. E stata una partita diversa rispetto a un anno fa quando il Napoli dominò e il Liverpool non fece nemmeno un tiro in porta. Ma è stata più partita, densa di calcio moderno, equilibrato e spezzato solo da spunti di qualità forte. Il Napoli è una gran bella squadra, completa, non estrema ma senza punti vuoti.

                      Diversa l’Inter. Ne abbiamo parlato altre volte, se qualcuno ci segue, ma personalmente non riesco a vedere tracce evidenti del passaggio di Conte. Né prima né ora. Anche stavolta l’Inter si è persa nella ragnatela morbida, scolastica, quasi calligrafica dello Slavia senza mai cambiare metodo, senza un tentativo di forzare le linee, come se il calcio fosse una pura operazione geometrica. Non sono in discussioni le scelte di Conte, hanno contato poco. È mancato l’istinto, la qualità finale, come se tutti cercassero di applicare regole che ancora non capiscono. È bastato l’ordine elementare e chiaro degli avversari per perdere il controllo del campo e della partita. È già andata bene con il pareggio, ma lo Slavia a livello europeo è un avversario illuminato e fermo. Mi sembra infatti nervoso Conte che indomito cerca polemiche dovunque, ma come Sarri non riesce a dare un’impronta seria e personale al gioco. Infatti commettono gli stessi errori.

                      Sta crescendo molto più in fretta la società della squadra, così come capita alla Juventus. Che stasera gioca la sua tranquillità in una zona molto calda di Madrid, dove giocano calcio duro e hanno anche loro difficoltà da dimenticare. Siamo entrati in Europa con problemi molto italiani. E ora che si cerchi con qualunque metodo di andare avanti.



                      CorSera
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
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                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
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                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                      • Sean
                        Csar
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                        Scintille Milan in vista del derby, faccia a faccia Paquetá-Giampaolo

                        Dopo un video del brasiliano postato su Instagram in risposta alle critiche del dopo Verona. Caso chiuso, niente multa. Il tecnico: «Deve ancora diventare completo»

                        Scintille rossonere. «Non è stato un confronto ma un chiarimento», puntualizzano da Casa Milan. Precisazione accolta. Fatto sta che il faccia a faccia c’è stato. Sereno, pacato, con tanto di stretta di mano finale. Ma c’è stato. Giampaolo da una parte, Paquetá dall’altra. Luogo: Milanello, martedì mattina, alla ripresa degli allenamenti. Il chiarimento lo ha preteso il tecnico, dopo che nella notte fra domenica e lunedì il brasiliano aveva postato una Instagram story con la scritta «Brasiliano con tanto orgoglio». Difficile non leggerci una risposta polemica diretta proprio a Giampaolo, che nella conferenza stampa dopo la striminzita vittoria sul Veronaaveva chiesto che Paquetá fosse «meno brasiliano», concetto ribadito fra l’altro più volte da luglio in qua. Sostituito all’intervallo dopo un primo tempo orribile, l’ex Flamengo aveva lasciato il Bentegodi scuro in volto. Fra la panchina col Brescia e l’enigma tattico nel quale è finito (mezzala come dice il suo allenatore o trequartista come vorrebbe lui?) il 22enne di Rio, arrivato a Milano a gennaio per 35 milioni, non sta passando un bel periodo. Dopo l’avvio incoraggiante, da qualche tempo è in ombra. «Lucas deve ancora diventare un giocatore completo, lo diventerà, ma per ora non lo è» ha aggiunto Giampaolo a Verona.


                        Il video incriminato gli è stato segnalato da un collaboratore. L’allenatore, rimasto inizialmente spiazzato, ha voluto risolvere la vicenda subito, a pochi giorni dal derby crocevia di sabato, spiegando al ragazzo che si riferiva alla disciplina tattica e che non c’era nessun riferimento discriminatorio o simile. Il giocatore da parte sua ha provato a spiegargli che non intendeva mancare di rispetto a nessuno, anche se il video era piuttosto chiaro. Sotto, compariva la solidarietà del compagno Leao: «Forza». Con inequivocabile replica di Paquetá: «E a te, quando ti fanno telefonare?». Un riferimento al portoghese e al suo modo di esultare quando segna. Leao, come Paquetá, è stato più volte bacchettato da Giampaolo, che chiede a entrambi di migliorare sotto l’aspetto della concretezza, evitando barocchismi inutili. «Se verrà multato, pagherà» ha commentato l’agente di Lucas, Eduardo Uram. Non succederà: il club ha deciso di non dare peso alla questione, bollando la vicenda come un malinteso già risolto. La strategia del buonsenso: col derby alle viste, meglio così. Anche perché con i social c’è poco da fare: il telefono, ai calciatori, come alle persone normali, non lo puoi levare.

                        Ad ogni modo, fra il dito alla bocca di Piatek, la strigliata di Boban e ora questo pasticcio di Paquetá, è innegabile che qualche tensione, in casa del Diavolo, ci sia. Il gioco che non decolla, la paura dell’ennesimo anno zero. Il duello con l’Inter dirà moltissimo. E se arrivarci da sfavoriti fosse davvero un piccolo vantaggio?


                        CorSera
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

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                          Roma, inizia il tour de force: Fonseca cambia per il Basaksehir

                          Il tecnico portoghese, viste le 6 partite in 18 giorni, farà probabilmente un turnover ragionato per la sfida ai turchi

                          Archiviata la sbornia della prima vittoria in campionato contro il Sassuolo, la Roma ha iniziato la marcia verso l'Europa League, con la nuova edizione che verrà inaugurata giovedì sera nel match d'esordio contro l'Istanbul Basaksehir. La squadra allenata da Okan Buruk (ex centrocampista dell'Inter) non rappresenta un ostacolo troppo preoccupante per la truppa di Fonseca, dal momento che nella Super Liga turca naviga intorno al quint'ultimo posto e i suoi giocatori più rappresentativi sono stelle ormai decadute del calibro di Robinho e Arda Turan. Non è un caso che, in un gruppo composto anche da Borussia Moenchengladbach e Wolfsberger, la Roma sia la favorita dei bookmakers per la vittoria del girone. Per la sfida con i turchi Fonseca, che mercoledì parlerà in conferenza stampa alle 13.30 insieme a Florenzi, potrebbe optare per un turnover ragionato in vista del tour de force che l'attende da qui alla prossima pausa per le nazionali.

                          Roma, tour de force in vista: 6 sfide in 18 giorni

                          Nel giro di diciotto giorni, infatti, i giallorossi scenderanno in campo sei volte, in pratica una volta ogni 72 ore. Dopo l'esordio di giovedì in Europa League contro l'Istanbul Basaksehir, domenica la Roma volerà al Dall'Ara di Bologna per sfidare la squadra di Mihajlovic (attualmente seconda in classifica) mentre il mercoledì successivo arriverà il turno infrasettimanale all'Olimpico contro l'Atalanta. Alla trasferta di Lecce di domenica 29 farà poi seguito quattro giorni dopo quella in Austria contro il Wolfsberger per la seconda giornata di Europa League, finché la maratona terminerà domenica 6 ottobre con la sfida casalinga di campionato contro il Cagliari. Fondamentale per Fonseca sarà quindi recuperare il prima possibile gli infortunati che in questi giorni stanno affollando l'infermeria di Trigoria. Mentre Dzeko e compagni stamane si allenavano agli ordini del tecnico portoghese e del suo staff (con la prima parte dedicata alla consueta analisi video), Zappacosta e Smalling svolgevano lavoro individuale in campo mentre Cetin è rimasto a casa per una sindrome influenzale. Terapie e palestra, infine, per i lungodegenti Perotti e Under.

                          Il tecnico portoghese, viste le 6 partite in 18 giorni, farà probabilmente un turnover ragionato per la sfida ai turchi
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
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                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

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                            Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
                            A quanto e' quotato Giampaolo che non mangia il panettone?
                            Boban pero', nella settimana che porta al derby, poteva anche evitarsi quelle uscite insensate. A che pro lamentarsi pubblicamente del gioco e della scelta degli uomini? Mi pare puro autolesionismo.
                            Last edited by Sean; 18-09-2019, 06:27:16.
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                              Prima colonna Facebook, seconda Twitter, terza Instagram, quarta YouTube, quinta il totale dei follower:

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                                Pero' Marotta Ronaldo non lo avrebbe preso.
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