Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    GIORNATA 33 - RISULTATI
    Atalanta-Brescia 6-2 (Pasalic, Torregrossa, De Roon, Malinovskyi, Zapata, Pasalic, Pasalic, Spalek)
    Bologna-Napoli 1-1 (Manolas, Barrow)
    Milan-Parma 3-1 (Kurtic, Kessie, Romagnoli, Calhanoglu)
    Sampdoria-Cagliari 3-0 (Gabbiadini, Bonazzoli, Bonazzoli)
    Lecce-Fiorentina 1-3 (Chiesa, Ghezzal, Cutrone, Shakhov)
    Roma-Verona 2-1 (Veretout, Dzeko, Pessina)
    Sassuolo-Juventus 3-3 (Danilo, Higuain, Djuricic, Berardi, Caputo, Alex Sandro)
    Udinese-Lazio 0-0
    Torino-Genoa 3-0 (Bremer, Lukic, Belotti)
    Spal-Inter 0-4 (Candreva, Biraghi, Sanchez, Gagliardini)

    CLASSIFICA
    Juventus 77
    Inter 71
    Atalanta 70
    Lazio 69
    Roma 57
    Napoli 53
    Milan 53
    Sassuolo 47
    Verona 44
    Bologna 43
    Cagliari 41
    Parma 40
    Fiorentina 39
    Sampdoria 38
    Torino 37
    Udinese 36
    Genoa 30
    Lecce 29
    Brescia 21
    Spal 19
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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          Originariamente Scritto da Zbigniew Visualizza Messaggio
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          Maledetto


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          piquet - gabbiani

          acquilani - manchini

          maybe - Vendola

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          lialicic - Kongobia

          il Mangio - Cointreau

          izco - Mihajlovich

          Bonacci - Falcata

          Cancrena - Val di fiori

          mouse - Sczesjky

          Jo Amo Mario - Ronado - Juliano

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                    Real campione: Zidane è diventato il nuovo Ronaldo di Madrid

                    Il 34° titolo dei Blancos è soprattutto merito del tecnico: un’impresa doppia nella storia di un club sempre identificato coi grandi campioni e ritenuto incapace di ripartire dopo l’addio di Cristiano nel 2018

                    Quello del Real Madrid, diventato campione di Spagna giovedì 16 luglio per la 34ª volta, è il primo titolo dopo che Cristiano Ronaldo ha lasciato i Bianchi nel 2018. Già questa è una notizia, visto che per molti l’addio del mito sarebbe stato anche la fine del Real. Sbagliato, ovviamente, perché i club davvero grandi sopravvivono a ogni addio, alimentandosi principalmente del proprio destino superiore. Ma la vera notizia clamorosa è un’altra: questo è il titolo di Zinedine Zidane, cioè un allenatore. Una rarità nella storia di un club la cui identità è quasi sempre stata legata ai grandi calciatori e in cui spesso l’uomo della panchina viene ritenuto un fastidioso orpello. Ma anche questo racconta la grandezza dello Zidane tecnico: uno capace, tanto per dire, di vincere 11 trofei in due tranche passate al Real (la prima da gennaio 2016 a maggio 2018, l’attuale ricominciata a marzo 2019), alla media sconvolgente di uno ogni 19 partite.


                    Una squadra «senza»

                    L’ennesimo capolavoro di Zidane («che mi dà più gioia di una Champions») è evidente nei numeri: entrato nel lockdown a meno 2 dal Barcellona, ne è uscito a più 7 vincendo 10 partite su 10. La sua natura più esatta, tuttavia, la dà la misura usata da alcuni acuti commentatori spagnoli, realizzata con il metro del «senza». Spieghiamo: Zidane ha vinto il titolo senza Ronaldo, appunto, e sappiamo che cosa significhi; lo ha vinto senza Eden Hazard, la presupposta star appena acquistata e bloccata da molti infortuni; senza il contributo di Luka Jovic, spesso più preoccupato di ciò che accade fuori dal campo che di quel che accade dentro; senza Asensio, quasi mai disponibile.



                    La forza della sintesi

                    Di contro, però, Zidane — che comunque, non dimentichiamolo mai, ha una grande squadra e sta in una grandissima società — ha vinto con alcuni patrimoni indiscutibili che aveva a disposizione e che «bastava valorizzare», come fosse facile. La cosiddetta vecchia guardia pareva frolla, lui l’ha rigenerata: Benzema, 32 anni, ha segnato 21 gol; il totem Sergio Ramos, 34 anni, (che oggi dice di volere finire la carriera al Real, e dove sennò?) ne ha fatti 10; Modric, 34 anni, (quello che doveva venire all’Inter) ha retto ancora con dignità, e con lui Casemiro, e il portiere Courtois, eccetera eccetera.Il risultato è che 8 campioni di oggi erano anche nella finale di Champions vinta nel 2016 a Milano sull’Atletico (la prima coppa di un tris leggendario). Quattro anni nel tempo del calcio moderno sono un’era geologica: l’unico collante che poteva saldare momenti così lontani era proprio Zidane, la perfetta sintesi fra un principe e un pirata, un uomo capace di navigare ogni mare con una disinvolta, francese nonchalance: «Perché abbiamo vinto? — ha detto giovedì sera dopo il trionfo — Perché abbiamo fatto più punti di tutti». Chiaro no?


                    La vittoria come destino

                    ZZ ha convinto tutti che bisognava concentrarsi un po’ di più sulla seriosità che sul divertimento, sulla difesa che sull’attacco (appena 4 gol subiti nelle 10 partite post lockdown, più in generale solo 23 gol subiti contro la media over 40 del recente passato, a fronte di un attacco sceso da 106 a 94 gol fatti), sulla politica dei fatti e non delle chiacchiere, come ha fatto, fallendo, il Barcellona. Ottenere, insomma, il massimo con il minimal. In fondo, anche un messaggio etico-politico non da poco. E questo conduce al solito tema, che è anche quello che spesso oscura le capacità tecniche di Zizou: il suo sapere anzitutto motivare, convincere, armonizzare le parti, forte di un carisma e di una Dna sportivo che appartiene a pochi: sapere vincere, da sempre, comunque, in ogni condizione. Ecco perché oggi Zidane è il più sottovalutato dei grandi allenatori, come se lavorasse solo di carisma e non di conoscenze tecnico-tattiche. E sorprende dire sottovalutato di uno che ha cominciato neanche cinque anni fa ed è già arrivato a 2 campionati, 2 Supercoppe spagnole, 3 Champions League (di fila), 2 Supercoppe europee e 2 Mondiali per club.


                    L’anti-guru

                    Ma così è Zidane. L’opposto, per questo suo stare in una misteriosa penombra saggia, dei guru di oggi come Klopp, Guardiola o Mourinho, sempre così chiari ed esposti nelle loro identità tecniche, psicologiche, politiche. Zidane era come loro da giocatore, strabordante di tecnica e magie, giocate e testate. In panchina appare invece rigoroso, asciutto, portato soprattutto a sottrarre. Ben conscio, forse, che è transeunte la gloria nel calcio, soprattutto per chi dirige una squadra: «Il merito è tutto dei giocatori. Io faccio il mio, ma sono loro che ci hanno creduto». Come se non contasse colui che li ha convinti...



                    CorSera
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                      Barcellona, Messi lancia l’allarme: «Se giochiamo così perdiamo anche con il Napoli»

                      La Pulce dopo la sconfitta con l’Osasuna continua a essere molto critico: «Il gioco ha rispecchiato quello dell’intera stagione, così non si va da nessuna parte». Setien costretto all’autocritica

                      Nonostante al Barcellona regni l’ottimismo per il rinnovo di Lionel Messi, nel cuore della Pulce vivono ancora i tormenti che lo assediano ormai da mesi su quanto competitiva sia davvero la squadra, soprattutto in vista del ritorno degli ottavi di Champions contro il Napoli, in programma al Camp Nou l’8 agosto (all’andata 1-1 al San Paolo, il 25 febbraio). La goccia che ha fatto (definitivamente?) traboccare il vaso è stato il titolo vinto giovedì 16 luglio, dal Real Madrid. Con tanto di sconfitta casalinga, in contemporanea, dei catalani contro l’Osasuna.

                      Allora Messi, ancora una volta, ha alzato la voce: «Il gioco ha rispecchiato quello dell’intera stagione. Siamo una squadra debole, troppo discontinua. Il Real è stato bravo, dopo il lockdown ha vinto sempre. Ma noi abbiamo lasciato per strada troppi punti. Il Barcellona ha il dovere di vincere ogni partita e così non si va da nessuna parte». Tra poco inizia la Champions: «È una competizione che riparte da zero. Vogliamo portare a casa la Coppa e per farlo dobbiamo vincere quattro partite. Ma dobbiamo anche guardarci negli occhi, parlare e capire cosa non sta funzionando. Perché se continuiamo a giocare in questo modo, perderemo anche con il Napoli». Concetto già spiegato a febbraio, quando la Pulce aveva sentenziato che questo Barça non avrebbe potuto vincere la massima competizione continentale.

                      È evidente che la delusione sia forte e queste saranno settimane importanti per il rinnovo del contratto con l’argentino. Già nelle scorse settimane si era parlato di un Messi furente che con il suo entourage aveva abbandonato il tavolo delle trattative. Notizia poi smentita dal club blaugrana. Sono in tanti in Spagna, però, a pensare che il Barcellona non vada oltre alla Pulce, non pianifichi il futuro per farsi trovare pronto appena ci sarà davvero l’addio con l’attaccante argentino. Intanto, su Quique Setien («Sono d’accordo con alcuni passaggi dell’autocritica di Lionel», ha detto il tecnico ammettendo di essere «il principale responsabile» della debacle in Liga) aleggia l’ombra dell’ex capitano Xavi. Segnale che a Barcellona si sta studiando una rivoluzione

                      CorSera
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                      • Zbigniew
                        Valens in bibacitate
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                        Giamps, ma secondo te il Milan non potrebbe fare un pensierino su DZ come tecnico?
                        Originariamente Scritto da Sean
                        mò sono cazzi questo è sicuro.
                        Originariamente Scritto da bertinho7
                        ahahhahah cmq è splendido il tuo modo di mettere le mani avanti prima, impazzire durante, e simil polemizzare dopo

                        Originariamente Scritto da Giampo93
                        A me fai venire in mente il compianto bertigno
                        Originariamente Scritto da huntermaster
                        Bignèw

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                        • marcu9
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                          • May 2009
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                          Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio


                          Il Giornale
                          Ahahahahahaahahahah
                          Originariamente Scritto da Sean
                          Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                          • Sean
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                            Addirittura "piena" la lotta scudetto non saprei, visto che è sempre un -7 (6+1 per gli scontri diretti) a 5 dalla fine...per cui dovrebbe vincerle tutte, 5 su 5 e potrebbe non bastare - dipendendo da cosa farà la Juve.

                            Ci sono 3 squadre in 2 punti, quindi se la lotta è "piena" per l'Inter lo è per l'Atalanta e anche la Lazio visto che stanno tutte lì...ma i giornali (Il Giornale, CoSera, Gazzetta) sono di Milano e quindi in piena corsa ce n'è solo una.

                            La corsa sarà piena o vuota a seconda di quello che decideranno di fare Sarri e i giocatori. Se fai 9 punti su 15 disponibili chiudi il discorso...altrimenti si dovrà prendere atto di mutate prospettive.
                            ...ma di noi
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                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • fede79
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                              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                              Addirittura "piena" la lotta scudetto non saprei, visto che è sempre un -7 (6+1 per gli scontri diretti) a 5 dalla fine...per cui dovrebbe vincerle tutte, 5 su 5 e potrebbe non bastare - dipendendo da cosa farà la Juve.

                              Ci sono 3 squadre in 2 punti, quindi se la lotta è "piena" per l'Inter lo è per l'Atalanta e anche la Lazio visto che stanno tutte lì...ma i giornali (Il Giornale, CoSera, Gazzetta) sono di Milano e quindi in piena corsa ce n'è solo una.

                              La corsa sarà piena o vuota a seconda di quello che decideranno di fare Sarri e i giocatori. Se fai 9 punti su 15 disponibili chiudi il discorso...altrimenti si dovrà prendere atto di mutate prospettive.
                              Un pò come il bicchiere di Conte.
                              sigpic
                              Free at last, they took your life
                              They could not take your PRIDE

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                              • Virulogo.88
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                                ma quale corsa ora l'inter ha pure gare difficili, lazio e inter si sono suicidate da sole, peccato
                                Originariamente Scritto da Pesca
                                lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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