Originariamente Scritto da Zbigniew
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Achievement vs. Accomplishment
C’è una telicità intrinseca ai risultati. Si differenziano però, questi, per la loro duratività (anche successiva al risultato).
Per capirsi, usiamo l’esempio di due termini inglesi che possono essere entrambi, in base al contesto, tradotti con “risultato”:
Achievement è uno scalino, o una tappa, mentre accomplishment è un traguardo.
Ultimamente le partite della Juve (vinte, perse o pareggiate) hanno più che altro un aspetto semelfattivito (ndr. La semelfattività caratterizza quelle azioni che si esauriscono nell’atto stesso, come bussare, starnutire o – e qui siamo più aderenti ai fatti per come li vedo io – scoreggiare).
Varrebbe la pena di considerare un ripensamento generale, ovvero ciò che viene chiamato “metanoia”.
Per ora siamo solo alla noia, e senza meta in vista.
L'enfer, c'est les autres
L'Inter, se stasera vince, e avendo avuto a disposizione partite tutto sommato agevoli, avrebbe recuperato alla Juve nelle ultime 7 giornate, ovvero quelle da quando il campionato è ripartito, n° 0 punti.
Ad una Juve che viene giudicata - e a ragione - imbarazzante.
Conte è stato senz'altro criticato aspramente nelle ultime settimane, forse anche aldilà dei propri demeriti specifici (è però vero che all'allenatore va data la responsabilità globale dei risultati).
Ma, su questo dubbi non ci sono, se Conte è ancora Conte, ora si starà mangiando le mani, gli avambracci e pure i gomiti.
Un (non-) paragrafo sulla Lazio – C/A Sig.rina P.
Non ci riesco mai, neppure questa volta. Ci penso per un po’, metto insieme le idee e poi succede sempre qualcosa che vanifica il lavoro.
Per esempio dopo Lecce, volevo scrivere due righe ma poi mi sono accorto che parlavo solo del Lecce.
Deve essere colpa mia.
Di sicuro non è solo colpa mia.
Un koan per lasciarvi con delle domande e nessuna risposta.
Vedeteci quello che vi pare:
Quando Hyakujō Oshō declamava una certa serie di sermoni, un vecchio seguiva sempre i monaci nella sala principale e li ascoltava.
Quando i monaci lasciavano la sala, anche il vecchio se ne andava. Tuttavia, un giorno lui rimase dentro, e Hyakujō gli chiese “Chi sei tu, che te ne stai qui davanti a me?” Il vecchio rispose: “Io non sono un essere umano. Nell’antichità, al tempo di Buddha Kashyapa, io ero un capo-monaco e vivevo qui su questa montagna. Un giorno uno studente mi chiese, ‘Può un uomo illuminato cadere sotto il giogo della causalità, o no?’
Io risposi, ‘No, lui non può’.
Da allora in poi io fui condannato a subire cinquecento rinascite come volpe (ndr. eheheheh). Ora io ti imploro di darmi la parola giusta per liberarmi da questa mia vita da volpe.
Così, dimmi, può un uomo illuminato cadere sotto il giogo della causalità, o no?”
Hyakujō rispose: “Egli non può ignorare la causalità”.
Non appena il vecchio uomo ebbe sentito queste parole, lui fu illuminato.
Ciauz.
C’è una telicità intrinseca ai risultati. Si differenziano però, questi, per la loro duratività (anche successiva al risultato).
Per capirsi, usiamo l’esempio di due termini inglesi che possono essere entrambi, in base al contesto, tradotti con “risultato”:
Achievement è uno scalino, o una tappa, mentre accomplishment è un traguardo.
Ultimamente le partite della Juve (vinte, perse o pareggiate) hanno più che altro un aspetto semelfattivito (ndr. La semelfattività caratterizza quelle azioni che si esauriscono nell’atto stesso, come bussare, starnutire o – e qui siamo più aderenti ai fatti per come li vedo io – scoreggiare).
Varrebbe la pena di considerare un ripensamento generale, ovvero ciò che viene chiamato “metanoia”.
Per ora siamo solo alla noia, e senza meta in vista.
L'enfer, c'est les autres
L'Inter, se stasera vince, e avendo avuto a disposizione partite tutto sommato agevoli, avrebbe recuperato alla Juve nelle ultime 7 giornate, ovvero quelle da quando il campionato è ripartito, n° 0 punti.
Ad una Juve che viene giudicata - e a ragione - imbarazzante.
Conte è stato senz'altro criticato aspramente nelle ultime settimane, forse anche aldilà dei propri demeriti specifici (è però vero che all'allenatore va data la responsabilità globale dei risultati).
Ma, su questo dubbi non ci sono, se Conte è ancora Conte, ora si starà mangiando le mani, gli avambracci e pure i gomiti.
Un (non-) paragrafo sulla Lazio – C/A Sig.rina P.
Non ci riesco mai, neppure questa volta. Ci penso per un po’, metto insieme le idee e poi succede sempre qualcosa che vanifica il lavoro.
Per esempio dopo Lecce, volevo scrivere due righe ma poi mi sono accorto che parlavo solo del Lecce.
Deve essere colpa mia.
Di sicuro non è solo colpa mia.
Un koan per lasciarvi con delle domande e nessuna risposta.
Vedeteci quello che vi pare:
Quando Hyakujō Oshō declamava una certa serie di sermoni, un vecchio seguiva sempre i monaci nella sala principale e li ascoltava.
Quando i monaci lasciavano la sala, anche il vecchio se ne andava. Tuttavia, un giorno lui rimase dentro, e Hyakujō gli chiese “Chi sei tu, che te ne stai qui davanti a me?” Il vecchio rispose: “Io non sono un essere umano. Nell’antichità, al tempo di Buddha Kashyapa, io ero un capo-monaco e vivevo qui su questa montagna. Un giorno uno studente mi chiese, ‘Può un uomo illuminato cadere sotto il giogo della causalità, o no?’
Io risposi, ‘No, lui non può’.
Da allora in poi io fui condannato a subire cinquecento rinascite come volpe (ndr. eheheheh). Ora io ti imploro di darmi la parola giusta per liberarmi da questa mia vita da volpe.
Così, dimmi, può un uomo illuminato cadere sotto il giogo della causalità, o no?”
Hyakujō rispose: “Egli non può ignorare la causalità”.
Non appena il vecchio uomo ebbe sentito queste parole, lui fu illuminato.
Ciauz.
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