Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • KURTANGLE
    Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
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    • Borgo D'io
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    Originariamente Scritto da Sly83 Visualizza Messaggio
    mai sentito, comunque il Lille scorsa stagione ha fatto cessioni per un astronomico 160 milioni.
    80 solo da Pépé all’Arsenal

    si vendono da dio
    Originariamente Scritto da SPANATEMELA
    parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
    Originariamente Scritto da GoodBoy!
    ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


    grazie.




    PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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    • Sly83
      CAVETTERIA INCLUSIVA
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      Originariamente Scritto da INFILATEMELO Visualizza Messaggio
      si vendono da dio
      certi campionati hanno piu’ a che fare con le borse che con l’agonismo sportivo.
      Operazioni finanziarie.

      L’estate della cessione di Baggio al Milan c’era chi starnazzava scandalizzato per i 18 miliardi del cartellino (pre-Bosman non ci si svincolava agevolmente).

      Baggio...18 miliardi...preistoria.



      Originariamente Scritto da Giampo93
      Finché c'è emivita c'è Speran*a

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        Napoli, è fatta per Osimhen: affare da 81 milioni

        Conferme anche in Francia dopo il blitz del ds Giuntoli: l'attaccante nigeriano firmerà fino al 2025, al Lille 81 milioni compreso Ounas. In arrivo anche il difensore brasiliano Gabriel, candidato a sostituire Koulibaly

        Missione (quasi) conclusa. Victor Osimhen diventerà nella prossime ore un nuovo giocatore del Napoli. Decisivo il blitz di lunedì sera a Montecarlo del direttore sportivo Cristiano Giuntoli, incaricato da Aurelio De Laurentiis di chiudere l'affare senza ulteriori tentennamenti. La missione del dirigente azzurro (anticipata da Repubblica Napoli) ha avuto successo e adesso arriva l'autorevole conferma dalla Francia dell'Equipe, che parla di operazione conclusa.


        Trovata l'intesa tra Napoli e Lille

        Manca ancora in realtà il passaggio formale delle visite mediche, mentre dal punto di vista economico l'intesa tra le parti è totale. L'attaccante nigeriano, 22 anni, firmerà un contratto fino al 2025 con una base di 2.5 milioni netti più bonus, alcuni dei quali facilmente raggiungibili. Al Lille andranno invece per la cessione del suo cartellino 81 milioni, comprensivi però del passaggio al club transalpino di Adam Ounas, valutato circa 30 milioni. Sempre da Lille passerà presto al Napoli anche il difensore brasiliano Gabriel, candidato a diventare l'erede di Koulibaly (conteso tra City e Liverpool). Il mercato azzurro è in piena evoluzione e Osimhen era il primo nome della lista di Gattuso, soddisfatto ovviamente per il colpo messo praticamente a segno dalla sua società.

        Conferme anche in Francia dopo il blitz del ds Giuntoli: l'attaccante nigeriano firmerà fino al 2025, al Lille 81 milioni compreso Ounas. In arrivo …
        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
        forse, tra mille inverni
        «nessun vincolo univa questi morti
        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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          Sassuolo-Juventus, probabili formazioni e dove vederla. Sarri si è scoperto indifeso, in Emilia la via scudetto

          Ben 32 gol subiti in 32 partite. Chiellini potrebbe tornare titolare. Il tecnico: «Questa è una stagione particolare per tutti, dovremo saper soffrire. Giorgio ci è mancato molto»

          C’è una Juve in difesa. E una Juve indifesa, per quanto strano possa sembrare, che in 32 giornate ha incassato 32 reti. Le ultime 6 in un paio d’ore tra Milan e Atalanta, un dato pessimo se oggi ti tocca il Sassuolo, la squadra che dalla ripartenza segna più di tutti: 18 reti in 7 partite (ma anche 15 al passivo).


          Analizzando campioni e campionati, dal 1963 solo il Milan di Zaccheroni, nel 1998-99, aveva preso più reti (33) dopo 32 giornate, ma qui a difendersi, alto e con il possesso palla, pensa Sarri: «Questa è una stagione particolare per tutti. Credo che raramente si siano registrati così tanti gol in serie A, vuol dire che tutti hanno dei problemi nel trovare una certa solidità. Giocando dopo uno stop così lungo, con poca preparazione e in pieno luglio, la difficoltà di restare corte e compatte per tutte le squadre è raddoppiata. E questo lo si paga subendo di più». Tutto vero: 960 gol in 320 partite fa 3 gol a partita in questo campionato. Il top da quando la A è tornata a venti squadre. Gli scommettitori amanti dell’over (più di tre gol a partita) sono avvantaggiati, e con il Sassuolo vanno sul sicuro: 4,7 gol in media nelle loro ultime sette partite.

          Se «contro l’Atalanta devi mettere in preventivo di prendere gol», Sarri avrà fatto lo stesso per oggi. E non ha avuto tempo per aggiustare il reparto: Bonucci rischia di non recuperare, Chiellini («Si è parlato poco di quanto ci stia mancando») non ha i 90’ ma potrebbe partire titolare (poi spazio a Rugani) mentre Demiral è appena rientrato. La Juve, tutta, si prepara alla difesa. La frase di Sarri è un omaggio implicito al rivale, De Zerbi, l’allenatore più giovane della A: «Il Sassuolo ha una propensione al palleggio fuori del normale, lavora per toglierti il possesso palla, per rubarti il ritmo e se ci riesce ti mette in difficoltà». Un gioco che somiglia un po’ a quello di Sarri? «Magari ha preso qualcosa, ma il 99% l’ha tirato fuori dalle sue esperienze».

          La sirena dell’allarme suona forte: «Il Sassuolo ha una pericolosità offensiva fuori dal comune, a tratti dovremo anche soffrire e dovremo essere pronti a farlo. Dobbiamo pareggiare il loro entusiasmo, ma anche motivazione e determinazione: restare ordinati in certi momenti è una delle qualità che possono premiare. Ci giochiamo roba importante. Ci servono 11 punti».

          La «roba» è lo scudetto, il nono consecutivo dei bianconeri («e vincere non è mai scontato» sottolinea Sarri), un titolo che andrà messo in ghiaccio rapidamente, la Champions incombe: il 7 agosto a Torino c’è il Lione da rimontare: si parte pur sempre da 1-0 per i francesi. E vincere non è mai scontato, cit.

          Sassuolo (4-2-3-1): Consigli; Muldur, Chiriches, Ferrari, Rogerio; Locatelli, Magnanelli; Berardi, Djuricic, Boga; Caputo. All. De Zerbi
          Juventus (4-3-3): Szczesny; Cuadrado, De Ligt, Chiellini, Danilo; Bentancur, Pjanic, Rabiot; Bernardeschi, Dybala, Ronaldo. All. Sarri
          Arbitro: Valeri.
          Tv: ore 21.45 Sky 202 e 252.


          CorSera
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            Inter, Conte minimizza: «Pronto a restare». Ma molto dipende dal nuovo mercato

            I milanesi ritrovano la vittoria, ma il futuro resta incerto

            Il futuro non è stato ancora scritto, dipenderà solo da come all’Inter sapranno crearlo. Beppe Marotta continua a girare con la tuta da pompiere e l’idrante sotto braccio per spegnere i focolai di polemiche. «Credo non ci saranno cambiamenti. Da parte della società c’è grande soddisfazione. Certo, è un allenatore ambizioso, che vuole vincere, come la società». L’ad nerazzurro ha parole distensive, l’allenatore segue la linea, facendo dei distinguo. «Se la società sarà contenta del mio lavoro, e questo mi dicono, non vedo perché non si possa continuare, ho un contratto triennale. Se non saranno contenti del mio lavoro, non resterò a dispetto dei santi», il pensiero di Conte.

            Come una ventata d’aria fresca, il secondo posto ha spazzato un bel po’ di nubi e riaperto il cielo. Sprazzi di sole in casa Inter, per far tornare il sereno però occorre ancora tempo. Le posizioni si sono riavvicinate, non sono del tutto allineate. Il tecnico chiede un mercato di alto livello per colmare il divario con la Juventus, la società non può accontentarlo in tutto, soprattutto se prima non vende.


            La cessione da 58 milioni di Mauro Icardi ha dato ossigeno alle casse nerazzurre, ne serviranno però altre. Lautaro, Skriniar e Brozovic sono i tre uomini con cui è possibile fare mercato, rimpolpare le casse e dare l’assalto ai profili richiesti dall’allenatore. C’è però da capire anche il futuro di Christian Eriksen. Il danese, lasciato fuori con Verona e Torino, fatica a inserirsi e non sarebbe così clamoroso vederlo inserito in uno scambio. Vero che ha un ingaggio pesante, 7,5 milioni netti l’anno che con i bonus possono arrivare a 9 (come Lukaku), ma i 20 milioni pagati per il cartellino sono stati un affare e rendono il giocatore facilmente rivendibile a prezzi superiori.

            Dalla Spagna continuano a sostenere che Lautaro andrà al Barcellona. I catalani avrebbero raggiunto un accordo con l’Inter: 70 milioni più il cartellino dell’esterno sinistro Junior Firpo. La trattativa non è così semplice, Conte per la fascia ha in mente altro rispetto al 23enne dominicano naturalizzato spagnolo, uno tra Emerson Palmieri e Marcos Alonso.

            Il cuore del problema però rimane il centrocampo. Sandro Tonali, 20enne del Brescia, è un giocatore in prospettiva, ma il bersaglio grosso resta il romanista Nicolò Zaniolo. Peraltro il club interista, che lo cedette due estati fa ai giallorossi, vanta un 20% in caso di rivendita del calciatore: in sostanza riportandolo a casa lo prenderebbe con un sostanzioso sconto. C’è poi da completare l’attacco e lì l’allenatore si aspetta due grossi calibri e un altro uomo per completare il reparto.

            Il mercato dell’Inter sarà lo spartiacque per Conte. Il matrimonio con l’Inter può andare avanti a certe condizioni. Marotta lavora per un ritorno al futuro. Se il viaggio sarà tranquillo o con qualche scossone dipende da come in casa Inter si costruiranno il futuro.


            CorSera
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              Milan-Parma, probabili formazioni e dove vederla. Pioli a testa alta: «Solo sei partite per dire chi siamo»

              «Dobbiamo continuare a far punti se vogliamo tornare in Europa»

              Dopo aver superato con invidiabile naturalezza il terribile trittico, Lazio-Juve-Napoli, raccogliendo 7 punti e sorprendendo anche il più ottimista dei tifosi, Pioli non smarrisce il consueto senso dell’equilibrio. «Dobbiamo continuare a far punti se vogliamo tornare in Europa» dichiara pragmatico l’allenatore rossonero, poco incline a togliersi sassolini dalle scarpe o a rivendicare meriti per la rinascita della squadra, nonostante l’imminente arrivo di Rangnick.


              Nell’era del post Covid il Milan non ha mai perso, inanellando 4 successi e due pareggi con Spal e i Gattuso boys. Ecco perché paradossalmente può nascondere più insidie la sfida di stasera con il Parma: un calo di motivazioni e la stanchezza i possibili ostacoli dopo una striscia ravvicinata di sei partite.

              Nonostante la proprietà smentisca di aver già siglato un accordo con Ralf Rangnick, il futuro di Pioli è segnato. «Abbiamo la nostra filosofia di gioco e una mentalità che ci ha portato a ottenere risultati importanti» tira dritto il tecnico del Diavolo. «Le prossime sei partite ci diranno che squadra siamo». Il momento dei bilanci è prematuro, anche se le decisioni per il futuro di qualche uomo chiave fra campo e scrivania sembrano già delineate. Difficilmente Paolo Maldini accetterà la proposta che nei giorni scorsi Gazidis gli ha prospettato: l’arrivo del tecnico tedesco che non si limiterà al lavoro in panchina, allargando anzi le proprie responsabilità nelle scelte dell’area tecnica, stride con le legittime ambizioni dell’attuale manager. Il suo addio non sarà però traumatico, come è avvenuto con Boban. La società gli ha già garantito il pagamento dello stipendio anche per il prossimo anno, strategia seguita anche per scongiurare una potenziale causa per demansionamento.

              Il tempo è scaduto anche per Ibra e non solo per la richiesta di ingaggio da 6 milioni annui. L’ultima uscita «sono al Milan solo per passione, sto giocando gratis» ha mandato su tutte le furie la dirigenza a Londra, restìa a confermarlo non solo perché non rientrerebbe nel progetto giovani del nuovo corso ma anche per la sua ingestibilità. Pur in debito di ossigeno, anche stasera dovrebbe partire titolare: Pioli scioglierà le riserve nella rifinitura di questa mattina. In compenso Elliott effettuerà un’eccezione nella politica di rafforzamento della squadra, preclusa agli ultratrentenni, riscattando Simon Kjaer. Oggi infatti scade il termine per accaparrarsi a 3,5 milioni di euro il difensore danese, in prestito dal Siviglia: le buone prestazioni e il contributo fornito dal centrale con un passato all’Atalanta hanno convinto il club a trattenere il giocatore (che guadagna 2,5 milioni di euro).

              L’accordo verrà raggiunto nell’ambito della più ampia operazione che vede coinvolto Suso, il cui riscatto da parte degli andalusi per 24 milioni è automatico dopo la qualificazione alla Champions.

              Milan (4-2-3-1): G. Donnarumma; Calabria, Kjaer, Romagnoli, Hernandez; Kessie, Bennacer; Bonaventura, Calhanoglu, Leao; Ibrahimovic. All. Pioli
              Parma (4-3-3): Sepe; Darmian, Iacoponi, Bruno Alves, Gagliolo; Grassi, Brugman, Kurtic; Kulusevski, Cornelius, Gervinho. All. D’Aversa.
              Arbitro: Irrati.
              Tv: ore 19.30 Sky 202 e 252.

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                Udinese-Lazio, probabili formazioni e dove vederla. Inzaghi dal sogno scudetto al caos tra sconfitte e litigi

                A Udine per ripartire, altrimenti Lotito furibondo manda tutti in ritiro a Formello. Marchegiani: «Non ci sono spiegazioni, impossibile immaginare un crollo così netto»

                Non si è trattato di un calo di rendimento e nemmeno di un’involuzione: è stato un tracollo. La Lazio, che ha entusiasmato sino al 29 febbraio, quando ha vinto la diciassettesima partita su 21 (senza sconfitte), è irriconoscibile. Un voltafaccia inimmaginabile, che si specchia nei risultati post lockdown: ha perso 4 gare su 6, tre delle quali di fila; ha incassato 12 gol ed era la miglior difesa del campionato, segnandone solo 8 (si è fermato pure il capocannoniere Immobile ora tallonato da Ronaldo); non ha solo ceduto all’incontenibile Atalanta di Gasperini e al bel Milan di Pioli, ma anche a Lecce e con il Sassuolo. Il sogno dello scudetto, che tutto il mondo biancoceleste ha coltivato durante i mesi di pausa forzata, è svanito nel nulla. Anzi la squadra di Inzaghi ha visto arrivarle addosso Atalanta e Inter. Mercoledì sera a Udine proverà a ripartire per difendere almeno il secondo posto, però è svanita la fiducia.


                Ma cosa è successo all’inarrestabile Lazio pre Covid? La squadra è a pezzi. Fisicamente, prima di tutto. Le sconfitte, poi, hanno minato la fiducia e il morale. Però l’origine dei guai è il calo atletico. I biancocelesti non stanno in piedi. Alcuni hanno mollato da tempo (Lulic, operato due volte), altri hanno subito infortuni che li hanno esclusi da molte di queste partite ravvicinate (Marusic, Correa, Cataldi e Luiz Felipe che stasera potrebbe giocare per la prima volta dall’inizio), altri ancora vengono mandati in campo da Inzaghi ma sono oggettivamente impresentabili. Lucas Leiva, per esempio, è stato sottoposto a un intervento di pulizia al ginocchio all’inizio di aprile e non si è ancora ripreso. Senza contare che i pilastri, da Acerbi in difesa, a Milinkovic-Savic e Luis Alberto a centrocampo, sino a Immobile in attacco, sono spariti.

                Luca Marchegiani, opinionista di Sky e per dieci anni portiere della Lazio, è rimasto sorpreso del crollo fisico e psicologico della banda di Inzaghi: «Una spiegazione reale di quanto sta accadendo non ce l’ho. Mi aspettavo che, con cosi tante partite ravvicinate, la Lazio potesse essere svantaggiata rispetto a Juventus e Inter. Ma non credevo che il crollo fosse così netto». Secondo Marchegiani i lunghi mesi di stop forzato hanno danneggiato la meravigliosa macchina biancoceleste: «La squadra non ha mai staccato la spina, sovraccaricandosi pensando allo scudetto. E in campo, quando siamo ripartiti, ha ceduto. Credo che nessuno volesse ricominciare tanto quanto la Lazio, adesso immagino che i giocatori non vedano l’ora di chiudere la stagione. Non so cosa succederà in queste ultime sei partite, ma è difficile ritrovare la condizione di prima...».

                Ripert, il preparatore atletico, celebrato sino a febbraio, ora è sotto processo. L’ambiente è in fermento e i contrasti interni si acuiscono. Dopo l’ultima sconfitta con il Sassuolo alcuni calciatori hanno discusso animatamente tra di loro negli spogliatoi. Acerbi, uno dei leader, ha litigato in modo duro — poi c’è stato un chiarimento — con il dottor Pulcini, responsabile dello staff medico. Fa discutere la figura del nutrizionista, Iader Fabbri, che in passato ha seguito piloti di MotoGp e ciclisti, ingaggiato proprio prima della sfida con l’Atalanta. I suoi consigli alimentari hanno scombussolato abitudini consolidate. Proprio Pulcini si è sfogato indirettamente contro di lui via social. «Talvolta nutrizionisti o sedicenti tali esagerano a danno del risultato», l’attacco.

                Il caos. Lotito è furibondo. Si è dannato affinché il campionato ripartisse, convinto che la sua Lazio potesse vincere lo scudetto, ora pretende spiegazioni dettagliate. Se dovesse andare male a Udine, potrebbe chiudere tutti in ritiro punitivo a Formello in vista della sfida con la Juventus di lunedì. Doveva essere l’incrocio per lo scudetto, rischia di essere la partita che riconduce definitivamente la squadra dei sogni alla cruda realtà.


                Udinese (3-5-2): Musso; Becao, De Maio, Nuytinck; Larsen, De Paul, Jajalo, Fofana, Sema; Lasagna, Okaka. All. Gotti.
                Lazio (3-5-2): Strakosha; Luiz Felipe, Acerbi, Radu; Lazzari, Milinkovic-Savic, Parolo, Luis Alberto, Jony; Caicedo, Immobile. All. S. Inzaghi.
                Arbitro: Abisso
                Tv: ore 21.45 Dazn e Sky 202 e 251.

                CorSera
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                  Caso City, Mourinho: «Tas, sentenza vergognosa». Guardiola: «Dovrebbero chiederci scusa»

                  Per il tecnico del Tottenham «se non sei colpevole non prendi una multa di 10 milioni. Se sono colpevoli allora la sentenza è una vergogna». Klopp: «Non un bel giorno per il calcio, difendo il fair play finanziario»

                  Il giorno dopo l’assoluzione del Manchester City fa ancora discutere. E sempre più ci interroga sulla necessità di dover riformare il fair play finanziario alla luce delle sentenze della giustizia sportiva.


                  Mourinho e Klopp

                  Se lunedì era stato il presidente della Liga Javier Tebas ad aver tuonato: «Dobbiamo riconsiderare se il Tas è l’organo appropriato a cui fare appello per le decisioni istituzionali nel calcio» ora è il calcio inglese ad interrogarsi sul senso della sentenza. Il primo a scendere in campo è Josè Mourinho per il quale quella del Tas «È una sentenza vergognosa perché se il City non fosse colpevole, non verrebbe punito con 10 milioni di euro di multa». Mourinho ha le idee chiare: la sentenza del Tas che ha riammesso City nelle coppe europee è ingiusta. L’allenatore del Tottenham ripete: «Se non sei colpevole non prendi una multa. Se sono colpevoli allora la sentenza è una vergogna e dovrebbero essere espulsi dalla competizione. Non so se il Manchester City sia colpevole o no, ma in entrambi i casi è una decisione vergognosa». Sulla sentenza del Tas dice la sua anche il tecnico del Liverpool Jurgen Klopp: «Dal punto di vista personale, sono felice che il Manchester City possa giocare nella Champions League della prossima stagione, perché se avessero dovuto giocare tante partite in meno non avrei visto alcuna possibilità per qualsiasi altra squadra in Premier League, ma, ad essere onesti, non penso che quello di ieri sia stato un bel giorno per il calcio». Klopp difende l’istituto del fair play finanziario: «Penso che sia una buona idea. Esiste per proteggere i club e le competizioni. Questa era l’idea originaria, quella che nessun club potesse spendere troppo, e cose così. I club devono fare in modo che possano spendere in base alle reali possibilità».



                  Guardiola

                  In difesa del proprio club interviene invece il tecnico dei citizens Pep Guardiola. «I club che ci hanno accusato dovrebbero chiedere scusa. Non siamo mai stati protetti dalla presunzione di innocenza. I tre giudici indipendenti hanno concordato con noi. Capisco che non è comodo per Liverpool, Arsenal, Chelsea, Tottenham o United, ma devono sapere che abbiamo proceduto correttamente. Se vogliono batterci, lasciamo che sia sul campo di gioco» sottolinea il tecnico spagnolo. «A volte ci siamo congratulati con i nostri rivali nonostante abbiano subito sconfitte ingiuste, ora è il loro turno. Abbiamo investito molti soldi, come molti altri club», conclude Guardiola.



                  CorSera
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                  nella necropoli deserta»

                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                    Giornata 33

                    MERCOLEDÌ 15 LUGLIO

                    19:30 Bologna-Napoli
                    19:30 Milan-Parma
                    19:30 Sampdoria-Cagliari
                    21:45 Lecce-Fiorentina
                    21:45 Roma-Verona
                    21:45 Sassuolo-Juventus
                    21:45 Udinese-Lazio

                    GIOVEDÌ 16 LUGLIO
                    19:30 Torino-Genoa
                    21:45 Spal-Inter
                    ...ma di noi
                    sopra una sola teca di cristallo
                    popoli studiosi scriveranno
                    forse, tra mille inverni
                    «nessun vincolo univa questi morti
                    nella necropoli deserta»

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                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

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                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

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                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
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                            «nessun vincolo univa questi morti
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                              Beh, che dire? Stratosferico campionato dell'Atalanta.
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                              sopra una sola teca di cristallo
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                                Beh, che dire? Stratosferico campionato dell'Atalanta.
                                Ieri notavo che contro il Brescia il centrocampo dell'Atalanta era Castagne, De Roon, Tameze, Gosens.

                                Va bene che giocavano appunto contro il Brescia, però gente così da noi forse non troverebbe posto neanche nella Juve B.

                                Tanto di cappello a Gasperini e all'Atalanta come società.
                                B & B with a little weed










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