Inter, da Lukaku a Gagliardini: in tanti nel mirino di Conte
Il tecnico arrabbiato con il belga che ha lasciato calciare il rigore a Lautaro, ma anche con Gagliardini e Barella. Ma il vero obiettivo è ancora una volta Marotta per il mercato che verrà
Dopo la sconfitta interna contro il Bologna, Antonio Conte era una furia. E l’ha detto sia davanti alle telecamere (“Da qui a fine stagione dobbiamo dimostrare tutti di essere da Inter”) che all’interno dello spogliatoio. Inaccettabile, per il tecnico nerazzurro, perdere in casa dopo essere passati in vantaggio e aver giocato quasi metà della ripresa in superiorità numerica. Inammissibile subire di nuovo due gol nell’ultimo quarto d’ora a San Siro, dopo il 3-3 con il Sassuolo. Questa non è la squadra che l’ex ct della Nazionale sognava, e come già accaduto diverse volte in passato, Conte non fa nulla per nasconderlo.
Non gli sono bastati gli arrivi non poco onerosi di Lukaku, Sensi e Barella della scorsa estate. Più quelli in prestito di Biraghi e Sanchez e di Godin a parametro zero. Né lo sforzo compiuto nella sessione invernale da Marotta, che ha portato a Milano Moses, Young ed Eriksen per togliere il broncio al suo allenatore. Conte si è detto “enormemente deluso” dopo il ko contro il Bologna di Mihajlovic e ai suoi calciatori ha fatto capire che chi non si merita la maglia nerazzurra può già iniziare a fare le valigie.
Ma con chi ce l’aveva il tecnico leccese nel postpartita? Il dito non è stato puntato contro nessuno in particolare, anche se Conte, ad esempio, era abbastanza seccato che Lukaku avesse lasciato a Lautaro Martinez il rigore del 2-0 che avrebbe chiuso la gara. E non ha certo gradito che sulla ribattuta di Skorupski Gagliardini abbia sbagliato un altro gol facile facile davanti alla porta. Anche il doppio giallo che si è beccato Bastoni è stata un’ingenuità che ha pesato molto, dando al Bologna la fiducia per andare a prendersi il bottino pieno.
Le lamentele di Conte, però, avevano come sempre un unico destinatario: quel Beppe Marotta che lo conosce bene e l’ha voluto fortemente a Milano dopo i successi, ma anche un addio polemico, in bianconero. Il tecnico è convinto di non avere un organico all’altezza dei suoi ambiziosi obiettivi: si sa, lui ha in testa sempre e solo la vittoria (ha chiamato anche la figlia così) e non riuscire a competere per il massimo della posta in palio non gli sta bene.
Alla sua prima stagione in nerazzurro, Conte può sperare al massimo di arrivare secondo sopra la Lazio ma deve guardarsi dalla lanciatissima Atalanta, adesso a -1. In Coppa Italia la corsa dell’Inter si è fermata in semifinale, mentre nella fase finale agostana di questa Europa League i nerazzurri possono ancora togliersi qualche soddisfazione.
Ma Conte pensa già al prossimo mercato e chiede altri rinforzi. “Altrimenti è giusto prendere altre decisioni”, ha sottolineato dopo la sconfitta col Bologna. Una tattica che abbiamo già visto sia quando guidava la Juventus (“Quando ti siedi in un ristorante dove si paga 100 euro non puoi pensare di mangiare con 10 euro”, disse pochi mesi prima di lasciare i bianconeri) che in questa stagione (“Non avrei dovuto fidarmi della programmazione della società sul mercato”, l’accusa dopo la sconfitta in Champions con il Dortmund). Soprattutto, pretende che alcuni elementi, da lui ritenuti non all’altezza, non facciano parte della rosa del prossimo anno: già a gennaio aveva messo alla porta Lazaro, pagato 22 milioni di euro appena sei mesi prima. Marotta sa che lo attende un’estate di superlavoro: solo così si può sperare di placare Conte. Almeno fino alla prossima sfuriata.
Il tecnico arrabbiato con il belga che ha lasciato calciare il rigore a Lautaro, ma anche con Gagliardini e Barella. Ma il vero obiettivo è ancora una volta Marotta per il mercato che verrà
Dopo la sconfitta interna contro il Bologna, Antonio Conte era una furia. E l’ha detto sia davanti alle telecamere (“Da qui a fine stagione dobbiamo dimostrare tutti di essere da Inter”) che all’interno dello spogliatoio. Inaccettabile, per il tecnico nerazzurro, perdere in casa dopo essere passati in vantaggio e aver giocato quasi metà della ripresa in superiorità numerica. Inammissibile subire di nuovo due gol nell’ultimo quarto d’ora a San Siro, dopo il 3-3 con il Sassuolo. Questa non è la squadra che l’ex ct della Nazionale sognava, e come già accaduto diverse volte in passato, Conte non fa nulla per nasconderlo.
Non gli sono bastati gli arrivi non poco onerosi di Lukaku, Sensi e Barella della scorsa estate. Più quelli in prestito di Biraghi e Sanchez e di Godin a parametro zero. Né lo sforzo compiuto nella sessione invernale da Marotta, che ha portato a Milano Moses, Young ed Eriksen per togliere il broncio al suo allenatore. Conte si è detto “enormemente deluso” dopo il ko contro il Bologna di Mihajlovic e ai suoi calciatori ha fatto capire che chi non si merita la maglia nerazzurra può già iniziare a fare le valigie.
Ma con chi ce l’aveva il tecnico leccese nel postpartita? Il dito non è stato puntato contro nessuno in particolare, anche se Conte, ad esempio, era abbastanza seccato che Lukaku avesse lasciato a Lautaro Martinez il rigore del 2-0 che avrebbe chiuso la gara. E non ha certo gradito che sulla ribattuta di Skorupski Gagliardini abbia sbagliato un altro gol facile facile davanti alla porta. Anche il doppio giallo che si è beccato Bastoni è stata un’ingenuità che ha pesato molto, dando al Bologna la fiducia per andare a prendersi il bottino pieno.
Le lamentele di Conte, però, avevano come sempre un unico destinatario: quel Beppe Marotta che lo conosce bene e l’ha voluto fortemente a Milano dopo i successi, ma anche un addio polemico, in bianconero. Il tecnico è convinto di non avere un organico all’altezza dei suoi ambiziosi obiettivi: si sa, lui ha in testa sempre e solo la vittoria (ha chiamato anche la figlia così) e non riuscire a competere per il massimo della posta in palio non gli sta bene.
Alla sua prima stagione in nerazzurro, Conte può sperare al massimo di arrivare secondo sopra la Lazio ma deve guardarsi dalla lanciatissima Atalanta, adesso a -1. In Coppa Italia la corsa dell’Inter si è fermata in semifinale, mentre nella fase finale agostana di questa Europa League i nerazzurri possono ancora togliersi qualche soddisfazione.
Ma Conte pensa già al prossimo mercato e chiede altri rinforzi. “Altrimenti è giusto prendere altre decisioni”, ha sottolineato dopo la sconfitta col Bologna. Una tattica che abbiamo già visto sia quando guidava la Juventus (“Quando ti siedi in un ristorante dove si paga 100 euro non puoi pensare di mangiare con 10 euro”, disse pochi mesi prima di lasciare i bianconeri) che in questa stagione (“Non avrei dovuto fidarmi della programmazione della società sul mercato”, l’accusa dopo la sconfitta in Champions con il Dortmund). Soprattutto, pretende che alcuni elementi, da lui ritenuti non all’altezza, non facciano parte della rosa del prossimo anno: già a gennaio aveva messo alla porta Lazaro, pagato 22 milioni di euro appena sei mesi prima. Marotta sa che lo attende un’estate di superlavoro: solo così si può sperare di placare Conte. Almeno fino alla prossima sfuriata.
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