Milan-Roma, le formazioni e dove vederla: i rossoneri cercano l’Europa per la rivoluzione
A San Siro non ci sarà Ibrahimovic che non andrà neanche in panchina, ancora Rebic dal 1’. La prossima stagione si ripartirà con molti cambiamenti, a partire dall’allenatore Rangnick
Il futuro è adesso. Il Milan che verrà sarà diverso. Inevitabile: anche quest’anno è andato quasi tutto storto, prepariamoci quindi all’ennesima rivoluzione, chissà che non sia quella buona. Ci sarà, con ogni probabilità, un nuovo allenatore: Ralf Rangnick non ha ancora firmato nulla, va anzi ancora convinto, c’è da trovare un’intesa su staff e budget, ma il manager tedesco è il piano A dell’a.d. Gazidis. È il candidato numero uno.
C’è prima però una stagione da concludere. O meglio da salvare. Almeno in parte. E l’unico modo per farlo è tornare in Europa. Elliott ha messo in chiaro che si tratta di un obiettivo fondamentale. Per il prestigio, perché l’Europa League avrà indiscutibilmente un fascino inferiore rispetto alla Champions, ma è comunque una vetrina. E una seconda stagione senza ribalta europea, dopo la rinuncia di un anno fa, sarebbe un ulteriore danno d’immagine. Contano però anche i soldi. Il bilancio verrà chiuso in autunno, si prevede un passivo attorno ai 100 milioni. Meglio del -146 di un anno fa. Ma si tratta comunque di conti in rosso. Ecco perché l’EL, con i suoi 20 milioni di introiti, rappresenterebbe una preziosa boccata d’ossigeno per le finanze rossonere.
La missione non è impossibile. Ma non è nemmeno scontata. Parma, Verona e Bologna sono la provincia che sogna in grande. E non molleranno. La vittoria di Lecce di lunedì è stato un segnale forte. Mai in campionato quest’anno il Milan aveva segnato quattro gol tutti insieme. Ma è anche una partita che va analizzata con freddezza, con lucidità. Il Lecce è in crisi. Ecco perché la Roma a San Siro sarà una specie di controprova, un crash test: il derby delle proprietà americane come snodo decisivo lungo lo sprint verso l’Europa. Sarà un pomeriggio ad alta tensione: anche la Roma ha i suoi guai, come dimostrato ampiamente dalla vicenda Petrachi. I giallorossi si affidano al totem Dzeko, l’uomo in più. Fonseca è carico: «Crediamo al quarto posto».
«È uno scontro diretto, un’opportunità da sfruttare» arringa Pioli. Le sue chance di restare sono poche. Ma, giustamente, intende giocarsi tutte le sue carte. Come lui, il Diavolo è al crocevia: nelle prossime 5 giornate incontrerà Roma, Lazio, Juventus e Napoli, con la Spal incastrata fra le due romane. L’ora della verità per il Milan, che in questa stagione non ha mai battuto una squadra che lo precede in classifica: un punto su 21 disponibili, un 1-1 contro il Napoli crepuscolare di Ancelotti. La caccia all’Europa passa inevitabilmente da questo step, da questo necessario salto di qualità. Battere la Roma significherebbe andare poi a Ferrara mercoledì con un vantaggio prezioso, visto che quella sera Verona e Parma si affronteranno nello scontro diretto.
Non ci sarà Ibra, spazio ancora a Rebic centravanti. Zlatan ha bruciato i tempi, sorprendendo tutti, ancora una volta. «Ma non è ancora pronto per giocare, non andrà neanche in panchina, spero di recuperarlo per la prossima» ammette Pioli. Solo 32 giorni fa l’infortunio muscolare al polpaccio che aveva spinto qualcuno a sentenziare la fine della carriera. Negli ultimi due giorni si è allenato col gruppo. Da Milanello lo descrivono carico a mille. Ha voglia, rabbia. L’altra sera, su Instagram, ha postato una foto di sé in allenamento con i compagni che lo seguono. Didascalia: «Dio e i suoi studenti». Ibra is back, Ibra è tornato. E, forse, anche il Diavolo.
Milan (4-2-3-1): G. Donnarumma; Conti, Kjaer, Romagnoli, Hernandez; Kessie, Bennacer; Castillejo, Bonaventura, Calhanoglu; Rebic.
Roma (4-2-3-1): Mirante; Bruno Peres, Smalling, G. Mancini, Kolarov; Diawara, Veretout; Perez, Pastore, Mkhitaryan; Dzeko
CorSera
A San Siro non ci sarà Ibrahimovic che non andrà neanche in panchina, ancora Rebic dal 1’. La prossima stagione si ripartirà con molti cambiamenti, a partire dall’allenatore Rangnick
Il futuro è adesso. Il Milan che verrà sarà diverso. Inevitabile: anche quest’anno è andato quasi tutto storto, prepariamoci quindi all’ennesima rivoluzione, chissà che non sia quella buona. Ci sarà, con ogni probabilità, un nuovo allenatore: Ralf Rangnick non ha ancora firmato nulla, va anzi ancora convinto, c’è da trovare un’intesa su staff e budget, ma il manager tedesco è il piano A dell’a.d. Gazidis. È il candidato numero uno.
C’è prima però una stagione da concludere. O meglio da salvare. Almeno in parte. E l’unico modo per farlo è tornare in Europa. Elliott ha messo in chiaro che si tratta di un obiettivo fondamentale. Per il prestigio, perché l’Europa League avrà indiscutibilmente un fascino inferiore rispetto alla Champions, ma è comunque una vetrina. E una seconda stagione senza ribalta europea, dopo la rinuncia di un anno fa, sarebbe un ulteriore danno d’immagine. Contano però anche i soldi. Il bilancio verrà chiuso in autunno, si prevede un passivo attorno ai 100 milioni. Meglio del -146 di un anno fa. Ma si tratta comunque di conti in rosso. Ecco perché l’EL, con i suoi 20 milioni di introiti, rappresenterebbe una preziosa boccata d’ossigeno per le finanze rossonere.
La missione non è impossibile. Ma non è nemmeno scontata. Parma, Verona e Bologna sono la provincia che sogna in grande. E non molleranno. La vittoria di Lecce di lunedì è stato un segnale forte. Mai in campionato quest’anno il Milan aveva segnato quattro gol tutti insieme. Ma è anche una partita che va analizzata con freddezza, con lucidità. Il Lecce è in crisi. Ecco perché la Roma a San Siro sarà una specie di controprova, un crash test: il derby delle proprietà americane come snodo decisivo lungo lo sprint verso l’Europa. Sarà un pomeriggio ad alta tensione: anche la Roma ha i suoi guai, come dimostrato ampiamente dalla vicenda Petrachi. I giallorossi si affidano al totem Dzeko, l’uomo in più. Fonseca è carico: «Crediamo al quarto posto».
«È uno scontro diretto, un’opportunità da sfruttare» arringa Pioli. Le sue chance di restare sono poche. Ma, giustamente, intende giocarsi tutte le sue carte. Come lui, il Diavolo è al crocevia: nelle prossime 5 giornate incontrerà Roma, Lazio, Juventus e Napoli, con la Spal incastrata fra le due romane. L’ora della verità per il Milan, che in questa stagione non ha mai battuto una squadra che lo precede in classifica: un punto su 21 disponibili, un 1-1 contro il Napoli crepuscolare di Ancelotti. La caccia all’Europa passa inevitabilmente da questo step, da questo necessario salto di qualità. Battere la Roma significherebbe andare poi a Ferrara mercoledì con un vantaggio prezioso, visto che quella sera Verona e Parma si affronteranno nello scontro diretto.
Non ci sarà Ibra, spazio ancora a Rebic centravanti. Zlatan ha bruciato i tempi, sorprendendo tutti, ancora una volta. «Ma non è ancora pronto per giocare, non andrà neanche in panchina, spero di recuperarlo per la prossima» ammette Pioli. Solo 32 giorni fa l’infortunio muscolare al polpaccio che aveva spinto qualcuno a sentenziare la fine della carriera. Negli ultimi due giorni si è allenato col gruppo. Da Milanello lo descrivono carico a mille. Ha voglia, rabbia. L’altra sera, su Instagram, ha postato una foto di sé in allenamento con i compagni che lo seguono. Didascalia: «Dio e i suoi studenti». Ibra is back, Ibra è tornato. E, forse, anche il Diavolo.
Milan (4-2-3-1): G. Donnarumma; Conti, Kjaer, Romagnoli, Hernandez; Kessie, Bennacer; Castillejo, Bonaventura, Calhanoglu; Rebic.
Roma (4-2-3-1): Mirante; Bruno Peres, Smalling, G. Mancini, Kolarov; Diawara, Veretout; Perez, Pastore, Mkhitaryan; Dzeko
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