Napoli-Venezia
(ore 15 su Dazn)
Il Napoli non vuole mollare la presa sulle posizioni di vertice. «A me non piace mai firmare per traguardi minimi, chi mi conosce lo sa benissimo. Ognuno conosce i propri obiettivi e da dove siamo partiti, io non firmerei mai per un traguardo minimo. Dobbiamo continuare a fare quello che stiamo facendo, abbiamo fatto 38 punti, sono tanti punti, considerato il punto di partenza», ha spiegato Antonio Conte. Così, invece, Eusebio Di Francesco: «Hanno un allenatore determinato, vincente, lo conosco personalmente e non lascerà nulla al caso. Potrebbe essere un compito proibitivo, ma in questo momento ben venga».
Juventus-Fiorentina
(ore 18 su Dazn, Sky Sport, Sky Sport Calcio, Sky Sport 4k e in streaming su Sky Go e Now)
La Juventus vuole dare continuità alla vittoria in casa del Monza (2-1, 22 dicembre) nella sfida casalinga con la Fiorentina: «La gara è importante e pensiamo solo a quella, sappiamo che è sentita anche dai nostri tifosi. Stiamo bene, abbiamo recuperato diversi uomini e adesso siamo concentrati sul migliorare e disputare una gara giusta contro una squadra forte», le parole di Thiago Motta. Da parte sua, la Fiorentina arriva da due sconfitte di campionato di fila contro Bologna (1-0, 15 dicembre) e Udinese (2-1, 23 dicembre): «Ho visto i ragazzi molto concentrati, per noi è una partita molto importante», ha spiegato Raffaele Palladino.
Milan-Roma
(ore 20.45 su Dazn)
Paulo Fonseca sfida la Roma, il suo passato: «Sì, la Roma è la Roma. È un gran club, una grande città. Hanno una grande squadra con buoni giocatori e con un grande allenatore che ha vinto tanto. Tornare qui in Italia e giocare contro la Roma è speciale per me. Ho amici lì, ma quando entrerò in campo per giocare sarà come tutte le altre squadre e la voglia di vincere, di fare una buona partita. Per 90 minuti ho solo un pensiero, vincere», ha detto il portoghese. Gara importante anche per Claudio Ranieri: «Se voglio Dybala, Paredes e Hummels nella Roma del futuro? Assolutamente sì. Il giocatore gode di tutta la mia fiducia. Se poi arriveranno delle offerte le valuteremo come tutte le altre, ma mi auguro che possa restare qui con noi. Però, deve essere contento anche lui».
CorSera
Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Un pari 1-1 per l'Atalanta contro la Lazio: considerando che ha rischiato grosso, un punto ottimo per Gasperini ed i suoi che perciò restano in testa (ma l'Inter ha una partita da recuperare).
Pure la Lazio col pari si tiene in quota champions.
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioGenoa: Balotelli, il vero mal di pancia non lo fa andare in Toscana, ma presto potrebbe rescindere
Ha saltato gli ultimi due allenamenti, non è stato convocato per Empoli. Entro fine anno c’è da capire se finirà il rapporto
https://genova.repubblica.it/sport/2...LF-BG-P1-S3-T1
Come ampiamente prevedibile
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L'Atalanta va forte, ma pure l'Inter...che non molla un punto...e per l'Atalanta l'unica chance di poter vincere lo scudetto è staccare di un qualcosa l'Inter, perchè se sarà corsa gomito a gomito l'Inter alla fine prevarrà.
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Genoa: Balotelli, il vero mal di pancia non lo fa andare in Toscana, ma presto potrebbe rescindere
Ha saltato gli ultimi due allenamenti, non è stato convocato per Empoli. Entro fine anno c’è da capire se finirà il rapporto
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Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio
Me la ricordo benissimo la settima giornata, fu anche quella del mancato rigore alla Roma a Monza: fallo enorme di Kyriakopoulos su Baldanzi all'87'.
L'arbitro era l'ineccepibile Aureliano (si sempre lui, con la Roma non si smentisce) e al VAR c'era La Penna.
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Se diamo anche Tomori alla Juve, sta società capisce veramente come un comodino
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioRocchi: “Abbiamo dato troppi rigorini”. No al Var a chiamata: “Deresponsabilizza chi è in campo”
Il designatore arbitrale ammette gli errori di questa prima parte della stagione e si schiera contro la possibilità che, sul modello americano, le panchine mandino i direttori di gara a rivedere gli episodi dubbi al monitor
Il designatore arbitrale, Gianluca Rocchi, intervistato dal GR Sport per Zona Cesarini su Radio 1, ammette gli errori di questa prima parte di stagione: “I 'rigorini'? Stiamo cercando di combatterli: abbiamo avuto una giornata in effetti brutta, la settima, in cui ne abbiamo concessi nove e qualcuno veramente inappropriato. Però, specialmente negli ultimi turni, siamo tornati a dare quelli giusti. L'importante è fischiare un rigore quando c'è qualcosa di importante, perché può decidere il risultato”.
La settima di campionato terminò con Fiorentina-Milan di domenica 6 ottobre, con tre rigori concessi dall’arbitro Pairetto (e tutti e tre sbagliati).
Gli errori in due partite dell’Atalanta
Rocchi ha poi ammesso un paio di errori molto evidenti, come il rigore non concesso al Cagliari, nella partita in casa con l’Atalanta, per un tocco di braccio di Kossounou: “Dico sempre ai miei arbitri: quando la pancia vi dice rigore, nel 98% di casi è rigore. In quell’occasione l'arbitro si è fatto portare non dalla pancia, ma da un ragionamento sul rimpallo: se avesse seguito la pancia, avrebbe concesso il rigore”. Altro episodio con la capolista in campo, il rigore non concesso all’Udinese per un altro tocco di braccio, quella volta di Hien: “Un errore di superficialità, mi è dispiaciuto perché è era evitabilissimo: queste cose dobbiamo eliminarle, perché così ci facciamo del male da soli".
No al Var a chiamata
Sull’uso del Var a chiamata, il “challenge” tipico degli sport americani, il designatore arbitrale ha fatto capire chiaramente il suo pensiero: dopo l’inevitabile premessa (“Non possiamo rispondere noi, che siamo sempre ben aperti per eventuali modifiche e novità”), Rocchi ha espresso tutte le sue perplessità: “È chiaro che il Var a chiamata deresponsabilizza molto, mettendo la responsabilità della chiamata in capo al club o all'allenatore di turno. Credo che invece noi dobbiamo lavorare cercando di costruire ragazzi che siano capaci di decidere di fronte al monitor, di scegliere quando intervenire o meno da Lissone (la sala Var centralizzata, ndr), cioè quando un episodio è chiaramente errato o no. Perché il Var deve essere usato solo per episodi evidenti e seri. Non dobbiamo fare moviola in campo”.
https://www.repubblica.it/sport/calc...ata-423909144/
L'arbitro era l'ineccepibile Aureliano (si sempre lui, con la Roma non si smentisce) e al VAR c'era La Penna.
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Secondo l'affidabilissimo Fabrizio Romano, la Juve ha messo in vendita Danilo, che comunque a giugno si sarebbe svincolato a zero: Napoli in pole.
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Cagliari-Inter
(ore 18 su Dazn)
Il Cagliari in campionato non vince da tre gare di fila. Sono arrivate le sconfitte contro Fiorentina (1-0, 8 dicembre), Atalanta (1-0, 14 dicembre) e Venezia (2-1, 22 dicembre), ma contro l’Inter non sarà comunque facile: «Sono una squadra di grandissima qualità, ma noi abbiamo bisogno di fare una partita gagliarda con tanta aggressività, cercando di non smettere di giocare», ha detto Davide Nicola. Da parte sua, l’Inter non vuole perdere terreno dalle prime della classe: con una gara in meno i nerazzurri si trovano a -3 dall’Atalanta e a -1 dal Napoli.
Lazio-Atalanta
(ore 20.45 su Dazn, Sky Sport, Sky Sport Uno, Sky Sport Calcio, Sky Sport 4k e in streaming su Sky Go e Now)
Sarà una gran bella partita quella dell’Olimpico tra Lazio e Atalanta. Marco Baroni, tecnico dei biancocelesti, non avrà a disposizione Pedro e Noslin. Il centravanti sarà Castellanos con Dia che sarà sulla trequarti con Isaksen e Zaccagni. Invece, l’Atalanta va alla caccia della 12° vittoria di fila in campionato. Una marcia incredibile quella della Dea: «De Ketelaere? Charles è intelligente e sensibile. Lookman? Un giocatore straordinario, tra i migliori in Europa. Ha migliorato la sua continuità e ha iniziato a incarnare lo spirito atalantino», ha detto Gian Piero Gasperini
CorSera
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Ranieri: “Hummels, Paredes e Dybala nella Roma del futuro
Il tecnico giallorosso parla anche di Pellegrini: “Ha la mia fiducia, ma deve essere contento di restare”.
Si parte da Hummels, Paredes e Dybala, tre titolarissimi in scadenza di contratto a giugno 2025: "Se li voglio nella Roma della prossima stagione? Sicuramente sì. Secco, senza giri di parole". Diverso il discorso che riguarda Lorenzo Pellegrini, che non ha il contratto in scadenza ma con Ranieri sta trovando poco spazio: "Il giocatore gode di tutta la mia fiducia, se arriveranno offerte le valuteremo come tutte le altre. Mi auguro che Lorenzo possa restare qui con noi, ma deve essere contento anche lui perché è la cosa più importante".
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Rocchi: “Abbiamo dato troppi rigorini”. No al Var a chiamata: “Deresponsabilizza chi è in campo”
Il designatore arbitrale ammette gli errori di questa prima parte della stagione e si schiera contro la possibilità che, sul modello americano, le panchine mandino i direttori di gara a rivedere gli episodi dubbi al monitor
Il designatore arbitrale, Gianluca Rocchi, intervistato dal GR Sport per Zona Cesarini su Radio 1, ammette gli errori di questa prima parte di stagione: “I 'rigorini'? Stiamo cercando di combatterli: abbiamo avuto una giornata in effetti brutta, la settima, in cui ne abbiamo concessi nove e qualcuno veramente inappropriato. Però, specialmente negli ultimi turni, siamo tornati a dare quelli giusti. L'importante è fischiare un rigore quando c'è qualcosa di importante, perché può decidere il risultato”.
La settima di campionato terminò con Fiorentina-Milan di domenica 6 ottobre, con tre rigori concessi dall’arbitro Pairetto (e tutti e tre sbagliati).
Gli errori in due partite dell’Atalanta
Rocchi ha poi ammesso un paio di errori molto evidenti, come il rigore non concesso al Cagliari, nella partita in casa con l’Atalanta, per un tocco di braccio di Kossounou: “Dico sempre ai miei arbitri: quando la pancia vi dice rigore, nel 98% di casi è rigore. In quell’occasione l'arbitro si è fatto portare non dalla pancia, ma da un ragionamento sul rimpallo: se avesse seguito la pancia, avrebbe concesso il rigore”. Altro episodio con la capolista in campo, il rigore non concesso all’Udinese per un altro tocco di braccio, quella volta di Hien: “Un errore di superficialità, mi è dispiaciuto perché è era evitabilissimo: queste cose dobbiamo eliminarle, perché così ci facciamo del male da soli".
No al Var a chiamata
Sull’uso del Var a chiamata, il “challenge” tipico degli sport americani, il designatore arbitrale ha fatto capire chiaramente il suo pensiero: dopo l’inevitabile premessa (“Non possiamo rispondere noi, che siamo sempre ben aperti per eventuali modifiche e novità”), Rocchi ha espresso tutte le sue perplessità: “È chiaro che il Var a chiamata deresponsabilizza molto, mettendo la responsabilità della chiamata in capo al club o all'allenatore di turno. Credo che invece noi dobbiamo lavorare cercando di costruire ragazzi che siano capaci di decidere di fronte al monitor, di scegliere quando intervenire o meno da Lissone (la sala Var centralizzata, ndr), cioè quando un episodio è chiaramente errato o no. Perché il Var deve essere usato solo per episodi evidenti e seri. Non dobbiamo fare moviola in campo”.
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Poi con calma, dico moltissima calma, Chinè e la procura federale forse chiederanno le carte agli inquirenti...ma con calma eh.
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Le inchieste sugli ultrà a Milano, il verbale dell'ex capo della Curva: «Marotta bloccò la denuncia». La replica: «Non è vero»
Andrea Beretta, ex capo ultrà dell’Inter. Accusato dell’omicidio di Antonio Bellocco, è anche indagato per associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso. Ha deciso di pentirsi
L’ex capo della curva parla dei delitti di Boiocchi e Bellocco e degli affari sui ticket. Il pressing sulla dirigenza dell'Inter per i biglietti in trasferta
«Intendo collaborare e raccontare tutti i fatti da quando ho preso il comando di Curva Nord, il merchandising, i vari ticketing Milan e Inter, i parcheggi, i baracchini del food, queste cose qua...».
È il 22 novembre 2024 e in carcere Andrea Beretta, il 49enne capo ultrà dell’Inter arrestato il 4 settembre per l’assassinio del rampollo di ’ndrangheta Antonio Bellocco, inizia la sua nuova vita di collaboratore di giustizia davanti al procuratore aggiunto milanese Alessandra Dolci e ai pm Sara Ombra e Paolo Storari. Le trascrizioni dei primi tre interrogatori registrati, centinaia di pagine spesso omissate sui rapporti con i clan e il delitto nel 2022 dell’altro capo ultrà Vittorio Boiocchi, alla vigilia di Natale sono stati depositati (in vista del giudizio immediato il 20 febbraio 2025) alle difese dei 18 arrestati il 30 settembre per la lucrosa gestione della curva.
E fuori dagli omissis affiorano passaggi sulla dirigenza Inter.
«Marotta mi ha salvato una volta», asserisce ad esempio sull’a.d. e presidente. Per un Juve-Inter Beretta fatica a trovare biglietti, apprende che ai rossoneri a Torino era andata meglio perché nei due club i dirigenti addetti ai rapporti con la tifoseria (Slo-Supporter liaison officer) si erano accordati per convogliare su una ricevitoria 2.000 biglietti poi acquistati dagli ultrà, e allora Beretta spinge per lo stesso schema con l’Inter. Ma lo Slo dell’Inter, Massimiliano Silva, si infuria: «Ricevo una chiamata — racconta Beretta — e questo qui comincia a insultarmi (“non me ne fotte un c… di voi, io non passo guai per voi”), nasce una discussione al telefono, io resisto 10 secondi e poi vado giù, “mi hai rotto i co..., vieni qua che ti ammazzo di botte”, solite cose. È degenerata, lui mi chiude il telefono in faccia e va subito alla Digos a dirgli che io lo avevo minacciato al telefono, e la Digos gli dice “ok, noi prendiamo la tua denuncia, però deve essere fatta in carta intestata dalla società”. Allora lui va in società, si mette a scrivere, passa Claudio Sala (dirigente Inter responsabile della sicurezza della prima squadra, ndr) e gli dice “ma cosa stai facendo? Ma lo sa il direttore (Marotta, ndr)? Avvisiamo prima che metti di mezzo la società”. E dopo è passato Marotta e fa (a Silva, ndr): “Guardi, se lei vuole fare la denuncia la fa a nome suo, non con la società”». Pm: «Questo lei come lo sa?». Beretta: «Me l’ha detto Claudio Sala. E quella volta lì (Marotta, ndr) mi ha salvato dal discorso della denuncia».
Marotta, replica però l’Inter al Corriere, non solo non ricorda ma anzi esclude un episodio del genere, a suo avviso in contraddizione con la politica di proteggere i propri collaboratori e invitarli a denunciare alla Digos i tentativi di condizionamento.
Beretta affronta anche il tema di 160 abbonamenti che la sua associazione «We Are Milano» comprava dall’Inter con regolari documenti di altrettanti tifosi intestatari, ma che poi gli ultrà si facevano consegnare e a ogni partita vendevano («con un ricarico che dipende dalla partita, magari 5 euro se c’è il Lecce o 50 la Juve») a persone tutte diverse, che alla vigilia si facevano mettere in una lista di richiedenti compilata dagli ultrà. Il che apre un problema di sicurezza dello stadio, se non si sa chi davvero entra: «In sostanza potrebbe essere chiunque — domanda il pm —, l’Inter non controlla?». «Siamo sempre là, dottore, quando sei sul campo di battaglia... C’è un cancello adibito dove entrano quelli della curva». Pm: «E vai!». Beretta: «Li fanno passare, basta che hai pagato il biglietto. Ogni tanto facevano passare due in un cancello...». Pm: «La società sa che Paolo non va allo stadio ma (con la tessera di Paolo, ndr) ci va Andrea?». «Sì, se lo immagina, sa che lo facciamo per movimentare tutto il vario folklore, le coreografie...». Pm: «Che significa che “se lo immagina”? Perché lei dice di sì?». «Perché uno poi passa al cancello». Pm: «Ma può essere lo stewart che è uno sciocco... Come fa a dire che la società lo sa, e che sa dei ricarichi?». Beretta: «Lo sa il dirigente addetto ai tifosi, lo sa Claudio Sala che faceva parte della curva, sa come funzionano tutti i vari meccanismi
Corriere.it
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