Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Arthur-Pjanic, scambio a un passo: il brasiliano si è convinto, Juventus e Barcellona limano gli accordi

    L’ultimo ostacolo era la volontà del brasiliano di rimanere in blaugrana, ma il rilancio bianconero ha convinto i suoi procuratori: 5,5 milioni netti a stagione più bonus

    Lo scambio tra Miralem Pjanic e Arthur è a un passo, gli accordi definitivi potrebbero arrivare già nelle prossime ore. Juventus e Barcellona stanno limando i dettagli dell’operazione, ma non sono questi piccoli intoppi ad avere frenato finora la trattativa quanto la volontà del brasiliano di rimanere in Catalogna. Ora, però, anche lui sta cedendo: i suoi agenti stanno facendo pressione affinché accetti, il rilancio del club bianconero durante la scorsa notte ha prodotto gli effetti desiderati. Come spesso accade, sono stati i soldi ad avvicinare Arthur alla Juve: non poteva rimanere insensibile all’ultima proposta di 5 milioni e mezzo netti a stagione più bonus (quasi il triplo di quanto guadagna oggi a Barcellona). Non è invece un problema l’accordo tra Pjanic e i catalani: guadagnerà 10 milioni netti più bonus, l’intesa è pronta da tempo, le recenti distrazioni dello juventino sono state addebitate alla volontà di cambiare aria.

    Per Juve e Barcellona lo scambio tra Pjanic e Arthur è un’operazione in parte tecnica e in parte finanziaria, perché produrrà una notevole plusvalenza per entrambi i club. La valutazione del bosniaco dovrebbe essere tra i 60 e i 65 milioni (l’ammortamento ancora in essere è di 12-13 milioni); la cessione di Arthur sarà messa a bilancio dal Barcellona per una cifra tra i 75 e gli 80 milioni. La differenza è dovuta anche all’età dei due calciatori, 30 anni contro 23. Inizialmente lo scambio doveva essere alla pari, ma al Barcellona sarebbe dovuto andare anche De Sciglio oltre a Pjanic. Ora che il terzino è uscito dall’operazione, deve essere fissato il conguaglio a favore degli spagnoli. Dettagli, comunque.


    Juve e Barcellona hanno fretta di chiudere l’operazione perché entrambe – ma soprattutto i catalani – hanno necessità di definire tutto entro il 30 giugno, poi i due centrocampisti termineranno la stagione nelle squadre di cui fanno parte adesso.



    CorSera
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • Sean
      Csar
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      Giornata favorevole alla Juve, che era la squadra che entrava nella prima partita del campionato post-Covid con più aggravi e dubbi rispetto alle concorrenti (le grosse critiche per le due gare di coppa Italia col Milan e col Napoli).

      Invece è quella che ne esce meglio. Se infatti prima di questo turno aveva 6 punti sull'Inter, adesso ne ha 8 (9). Se ne aveva uno sulla Lazio, ora sono 4.

      Infatti si sono rovesciati i piani, spostando i riflettori della critica sull'Inter e sulla Lazio con un completo cambio di scena. L'Inter solo per i media poteva giocare per lo scudetto: a parte che l'ultima partita di calcio "normale" (quella di Torino contro la Juve) aveva già detto tutto, e cioè della mancata portanza dell'Inter, squadra che non vince uno scontro diretto o uno snodo decisivo, e che dunque non ha le ali per stare in alto...ma ci troviamo di fronte alle solite pecche precontiane: scivoloni inaspettati, pasticci, mancanza di maturità complessiva.

      Inoltre, se giochi con Ranocchia perchè Godin è acquisto fallato, c'è da rifare la difesa (e pure qualcosa nel centrocampo). Insomma, a parole è facile ma di lavoro ce n'è invece ancora tanto e il 2012 è lontano anche per Conte e Marotta: i Sensi ed i Barella sono buoni e cari, ma per vincere serve altro. Più che avanti, forse è il caso di guardarsi dietro, visto che l'Atalanta è a soli 4 punti.

      Meno pesante e sentenziante la sconfitta a Bergamo per la Lazio. Intanto con l'Atalanta si può perdere, in specie se giochi contro una squadra atleticamente prontissima, come se 3 mesi di stop non fossero mai stati per loro.

      Poi anche per i riflessi sulla classifica: considerando che si deve ancora giocare lo scontro diretto, e che solo quello vale 3 punti netti, possiamo ben dire che la Lazio ha le stesse possibilità di prima della partita di ieri di vincere lo scudetto: quante? La risposta sta tutta nella capacità di non slegarsi nelle prossime partite, ovvero di restare sul pezzo.

      La Juve esce con un piccolo jolly in mano: ora ne può perdere una e restare in vetta. Però tutti i problemi non sono magicamente scomparsi: se infatti non li risolve, non attiva i goal, non sale di tono a centrocampo, non migliora la condizione atletica e non recupera qualche infortunato, quel jolly in mano ha ancora tutto il tempo di trasformarsi in un due di picche.
      Last edited by Sean; 25-06-2020, 08:11:08.
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      • CRI PV
        Mufasa
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        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio


        Ne perde o pareggia una la Juve e siamo da capo. Questa sconfitta alla Lazio cambia niente.

        L'unica sentenza che esce da questa serata è quella che già conoscevamo dall'ultima partita prima del Covid: l'Inter è praticamente fuori dalla lotta per il titolo. Juve e Lazio se lo giocano come prima di stasera.

        La Juve deve giocare con l'Atalanta, con la Lazio, con la Roma, ha il derby...hai voglia.
        E basta con sta Inter fuori dai giochi
        Il primo Anno conte alla Juve, ebbe il massimo distacco dal Milan proprio a 11 giornate dal termine e sappiamo tutti come è finita

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        • Sean
          Csar
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          Conte al primo anno aveva 9 anni di meno, non recitava se stesso e in campo faceva il chiulo quadro a tutti, battendo ad esempio il Milan (campione in carica) a Torino e non perdendo una partita in tutto il campionato.

          Questa Inter non ne struscia mezza di partita-svolta nemmeno a spingerla. Poi quel Conte aveva Pirlo e Vidal, questo Sensi e Barella (o Gagliardini). Quello Barzagli-Bonucci-Chiellini, questo Skriniar, Ranocchia e l'ectoplasma di Godin.

          Quel Conte doveva fare corsa su di una sola squadra, questo su due. Quello stava alla Juve, questo all'Inter...e potremmo continuare.
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          • ottantino
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            Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
            Sei fiducioso?
            Nel calcio può succedere qualunque cosa, non cho mai creduto ma ci continuo a sperare.
            Di sicuro l'atalanta deve ringraziare di aver potuto giocare Quest partita ora, la Lazio aveva 40 minuti nelle gambe e in 40 minuti li ha messi sotto in tutto, fisicamente e nel gioco, poi 7 infortuni e 3 mesi di stop hanno fatto il loro. La Lazio almeno a livello di gioco c'è, ora serve recuperare sul piano fisico.
            Winners are simply willing to do what losers won't.




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            • Fabi Stone
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              Originariamente Scritto da ottantino Visualizza Messaggio
              Ne mancano 11
              Ottantì, al di là del campo che quelli so cazz1 vostra...
              Io me immagino er discorso de Lotito ai giocatori in ritiro.
              A tavola, mentre se scaccola e scureggia...je condisce tutto co quarche bomba in latino.
              Ogni volta che ce penso me sento male dae risate.

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              • Sean
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                Il discorso è questo: mentre per Juve e Lazio si tratta di avere nelle loro mani il proprio destino, cioè esserne artefici, per l'Inter si tratta di vederselo cambiare sulla spinta di cause esogene, dissolventi le squadre che la precedono...perchè l'Inter in se stessa non ha la forza di arrampicarsi fino al primo posto e di restarci - può solo se le altre due precipitano.

                Non è un cavallo che insegue a velocità doppia, schiumante ferina potenza e portento, rispetto a chi sta davanti, ma un quadrupede che va al suo trotto vagamente attendendo gli eventi, cioè subendoli. Questo si intende quando si dice che non ha la portanza, cioè non ha il motore e la struttura capaci di sospingere la squadra in vetta...per cui o la vetta va verso l'Inter o l'Inter non sale in vetta.

                Questo dice il campionato.
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                • ottantino
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                  Originariamente Scritto da Fabi Stone Visualizza Messaggio
                  Ottantì, al di là del campo che quelli so cazz1 vostra...
                  Io me immagino er discorso de Lotito ai giocatori in ritiro.
                  A tavola, mentre se scaccola e scureggia...je condisce tutto co quarche bomba in latino.
                  Ogni volta che ce penso me sento male dae risate.



                  questi sò pe te, questi in nero ie li dó a nzaghi se vince er campionato, co quessi ce pago er conto mio te pagate er tuo
                  Winners are simply willing to do what losers won't.




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                  • Fabi Stone
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                    Originariamente Scritto da ottantino Visualizza Messaggio



                    questi sò pe te, questi in nero ie li dó a nzaghi se vince er campionato, co quessi ce pago er conto mio te pagate er tuo
                    Ahahahah ahahahah ahahahah ahahahah ahahahah ahahahah ahahahah ahahahah
                    A me me fa morì Claudio.

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                    • Sean
                      Csar
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                      La Lazio scompare e la ferita fa male; Inter macché rimonta: la Juve gode

                      Conte resta di nuovo solo con la sua rosa milionaria eternamente insufficiente, ma in una settimana si allontanano gli obiettivi della stagione

                      di Mario Sconcerti

                      La Lazio perde una partita che vale forse una stagione. Un risultato incredibile e al tempo stesso logico, quasi piccolo per l’Atalanta. Credo sia calcio da virus, nel secondo tempo la Lazio è più che scomparsa, non è mai arrivata. Il suo contropiede profondo ha smesso di segnare la partita dopo quaranta minuti di spettacolo. Poi c’è stata solo l’Atalanta, il suo cucire un po’ lento ma armonioso, non gestibile da un avversario che non teneva più la palla. Il risultato netto della gara è che la Juve adesso ha 4 punti di vantaggio, una distanza che ieri sembrava lunare e ora pesa come un abisso.

                      L’Inter scende a otto punti. La pazzia della rimonta torna lontana, Conte resta di nuovo solo con la sua rosa milionaria eternamente insufficiente. Ma Conte è un auto-referente, si fa le domande e si risponde. Sono anni che non accetta una libera intervista. Una spiegazione completa ed extra moenia sul suo lavoro, che molto spesso è ottimo, ma non sempre, e appartiene comunque a tutti, non soltanto a lui. Per quel che posso, ho chiesto mesi fa di poterlo ascoltare liberamente, mi fu detto quasi sì, poi non ho saputo più niente. L’Inter è un argomento che va accettato, non è discutibile. Nemmeno quando si allontanano in fretta in una settimana gli obiettivi di una stagione. Riscuotere e non rendere conto è un mestiere bellissimo. Peccato non sia il mio.


                      Quando è in partita il Sassuolo ha comunque un tasso tecnico altissimo. In due gare ha segnato 6 reti all’Inter, non è successo a nessuno in tanti anni. Il gioco di Conte è semplice e concreto, ma manca leggerezza, dribbling, fantasia, velocità negli ultimi venti metri. Fra tanti bravi, manca chi abbia l’ultimo spunto. E senza quello sbatti nel corpo degli avversari. Né si può chiedere tutto a Eriksen. È comunque un calcio anomalo.


                      Ci sono errori improvvisi su tutti i campi, inattesi a questi livelli, come quelli della difesa della Roma, ma anche errori di misura generali che deludono spesso l’occhio. È debito di ossigeno, la fatica arriva prima, sei come cieco in un gioco che dovrebbe essere esatto. Un calcio che dà libero corso agli errori è un fenomeno imprevedibile. Le sciocchezze non hanno un’estetica. Però spesso decidono.



                      CorSera
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                      • Sean
                        Csar
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                        Che Conte fosse refrattario alle critiche lo abbiamo detto noi tempo fa. In questa stagione in diverse partite andate male non ha accettato le interviste, non accetta le analisi, come acconciamente dice Sconcerti si fa le domande e si risponde da solo.

                        Dobbiamo invece mettere in chiaro che il calcio è una espressione popolare e accessibile a tutti: non si tratta di un'opera per la quale serve un apparato critico, una chiave per entrarvi, un alfabeto per parlarne: non c'è Fellini qui, piuttosto Rossellini: si tratta di realismo, con gli attori che vengono presi dalla strada e dove si racconta ciò che si vede, senza sottotesti.

                        Ne discende che dunque sono tutti in discussione, tutti chiamati ad un dibattito. Allegri è stato vivisezionato. Sarri lo è di continuo. Ma questo serve anche per farsi una idea di quello che va e di quello che non va e di se e come apportare dei cambiamenti. Lo scudiscio della critica può essere salutare, se il dito tocca la piaga vera.

                        Conte negli anni s'è creato un piedistallo refrattario al mondo e sordo alle osservazioni. E' questo il Conte che recita se stesso. Il guaio dei piedistalli è che però ti isolano. Il guaio dell'isolamento è che perdi il contatto con la realtà.

                        La conosco la risposta di Conte: chiamerà in causa Marotta compilando un'altra lista degli acquisti, convinto come sempre che il baco sia tutto attorno e non in lui...come se non fosse parte del tutto. Conte deve capire che invece è dentro alla squadra, non fuori. Se non si parte da qui, non c'è lista degli acquisti che tenga.
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                              • In piedi tra le rovine
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                              Gazzetta
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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