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E' quello che mi chiedo anche io. Mi sembra assurdo. Questi correvano con l'altra corsia aperta ad auto e mezzi vari? E' incredibile.
dice che la gara si svolgeva su strade aperte al traffico e è stato lui a invadere la corsia opposta
e questo sistema probabilmente era collaudato, senza che mai nessuno si fosse fatto male. Che tragica beffa che l'incidente sia occorso proprio a lui
Non arrivo a capire, mi sembra tutto (a cominciare dal far svolgere una gara di qualsivoglia genere con la corsia opposta aperta al traffico, persino ai camion) tutto strano. Ma chi si può prendere una simile responsabilità?
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«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Mi spiace tantissimo per Lui e spero col cuore che si riprenda.
Però vedendo il video postato sopra mi permetto di dire che forse sarebbe il caso di evitare di fare delle prove-corsa ad alta velocità in strade trafficate.
Non oso immaginare quanto possa essere pericoloso, specialmente con mezzi del genere.
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Ma infatti mi pare che durante le gare di ciclismo le strade siano chiuse.
Perché in questo caso, no??
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Ma infatti mi pare che durante le gare di ciclismo le strade siano chiuse.
Perché in questo caso, no??
Non vorrei si stessero semplicemente allenando simulando la corsa.
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Riecco il campionato, si riparte dopo 103 giorni: le gerarchie rischiano di essere stravolte
La serie A torna sabato con Torino-Parma e Verona-Cagliari. In programma, Covid permettendo, ben 12 turni in appena 41 giorni. Caldo, infortuni, difficoltà a ritrovare forma e gioco potrebbero rimescolare le carte
Ciccio Caputo che esulta mostrando un foglio di carta con scritto "Andrà tutto bene, #restate a casa". E' l'ultima immagine, rimasta impressa nella mente di tutti, del campionato di serie A. Era il 9 marzo: Sassuolo e Brescia erano scese in campo in un'atmosfera surreale malgrado poche ore prima il Coni avesse decretato la sospensione di tutte le attività sportive fino al 3 aprile. Si è arrivati al 20 giugno. Finalmente, con Torino-Parma, primo dei 4 recuperi della 25/a giornata, si riparte. Sono trascorsi 103 giorni ma sembra un anno. Tra una polemica e l'altra si è andati dall'annullamento del torneo, all'ipotesi playoff fino a giungere all'agognata ripartenza con abbinata perfino l'idea degli algoritmi in caso di definitivo stop.
Lazio, riparte l'inseguimento alla Juve
C'eravamo lasciati con la Juve appena tornata in vetta dopo aver tirato giù dal treno scudetto l'Inter, la Lazio lanciatissima al suo inseguimento, un'Atalanta sempre più convinta di riguadagnarsi un posto in Champions, una Roma decisa a non mollare il sogno 4° posto, un Napoli in crescita, voglioso di Europa League, un Milan in difficoltà, braccato da Verona, Parma, Bologna e Sassuolo nella caccia al 7° posto, un Torino in caduta libera, un Lecce in difficoltà, ripreso da Samp e Genoa nella corsa salvezza, una Spal che era tornata a sperare dopo la vittoria a Parma, un Brescia ormai rassegnato.
Tante interrogativi cercano una risposta
Ora queste gerarchie potrebbero venire completamente stravolte. Chi risentirà meno della fatica di giocare ogni 3-4 giorni? Chi patirà meno il caldo? Chi beneficerà maggiormente delle porte chiuse? Chi si avvantaggerà della possibilità di effettuare 5 sostituzioni? Interrogativi a cui solo il campo potrà dare una risposta. L'ipotesi più probabile, anche in base a quanto visto in Bundesliga, è che la forbice tra le squadre con una rosa più ampia e di qualità e quelle con valori tecnici inferiori sia destinata ad ampliarsi. Ma le motivazioni potrebbero colmare il gap.
Domenica si gioca in Lombardia: un piccolo segnale di ritorno alla normalità
L'antipasto della Coppa Italia ha fatto già capire che sarà un calcio più lento. Inevitabile viste le circostanze. La Juve non è ancora in forma, il Napoli ha ritrovato le giuste motivazioni, Inter e Milan paiono determinate a dare battaglia. Ora tocca alle altre dimostrare di non aver dimenticato schemi e ritmi di gioco. Oltre a Torino-Parma (ore 19.30), sabato si gioca Verona-Cagliari (ore 21.45). Domenica, poi, si rivedranno in campo Atalanta e Sassuolo (ore 19.30) e Inter-Sampdoria (ore 21.45): due gare simbolo di una Lombardia che tenta di ritrovare una parvenza di normalità dopo essere stata travolta più di tutti dalla pandemia.
Corsa contro il tempo: 12 giornate in 41 giorni
E' il via a una battaglia serrata che già da lunedì 22 vedrà tutti correre freneticamente per cercare di completare, con il maggior score possibile, 12 turni nell'arco di appena 41 giorni. Si scenderà in campo di sera in due finestre orarie (19.30 e 21.45) più 8 anticipi alle 17.15. L'obiettivo, Covid permettendo, è quello di finire il 2 agosto per dare spazio alle coppe europee. Poco più di un mese di stop (molto meno per Juve, Napoli, Atalanta, Inter e Roma impegnate nella kermesse di Champions ed Europa League...) poi di nuovo in campo, a mercato ancora aperto e con il timore di un'epidemia di ritorno, per il via della stagione 2020-21 che ha fretta di partire per dare spazio all'Europeo rimandato. Ma questa è tutta un'altra storia ed è ancora troppo presto per iniziare a scriverla.
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Juventus, Sarri cerca risposte alla crisi: il tempo c'è ma non va sprecato
La finale di coppa Italia persa contro il Napoli ha fatto finire il tecnico sul banco degli accusati. Lunedì contro il Bologna, nella sfida che segnerà la ripartenza bianconera in campionato, servono segnali importanti. Ma i ko di Alex Sandro e Khedira non aiutano
La storia del calcio consiglia prudenza e calma nell'emettere sentenze, soprattutto a stagione in corso. Nonostante ciò la seconda finale persa dalla Juventus di Sarri ha fatto franare il terreno sotto i piedi dell'allenatore, arrivato per ristrutturare l'idea di calcio in bianconero ma che, fino a oggi, è solo riuscito a far rivalutare la filosofia di Allegri agli occhi dei tifosi. Il mondo bianconero è disorientato di fronte al secondo trofeo sfuggito di mano in stagione, figlio di due prestazioni piatte contro Lazio e Napoli: due avversari indigesti per la Juventus, che in cinque partite ha collezionato una sola vittoria alla seconda giornata di campionato, quando Koulibaly in pieno recupero trafisse Meret vanificando la rimonta dei partenopei.
La posizione di Sarri
Il principale accusato è, come sempre, l'allenatore, dogma indeclinabile nel calcio contemporaneo. Inutile cercare di contestualizzare il momento: anche se gli obiettivi principali, scudetto e Champions, restano a portata di mano, con la Juventus in corsa su entrambi i fronti, il processo al tecnico è in corso. A tre giorni dalla ripresa del campionato, con l'insidiosa trasferta di Bologna, i problemi non mancano: la condizione non uniforme e i problemi fisici di Alex Sandro e Khedira emersi a cavallo della finale con il Napoli preoccupano non poco. Il brasiliano lascerà un buco sulla corsia sinistra per circa 20 giorni, necessari per recuperare dalla lesione di primo grado del legamento collaterale mediale: una brutta tegola che mette in luce difetti strutturali, come la mancanza di un'alternativa a sinistra. Mentre i tempi di recupero di Khedira sono ancora incerti e si dovranno attendere ulteriori esami per pianificare il rientro del tedesco, anche se la lesione parziale del tendine del muscolo lungo adduttore della coscia destra rischia di tenerlo lontano dai campi a lungo.
Zero gol
Nelle ultime due partite, le prime dopo il lockdown, è emersa la difficoltà sotto porta della Juventus: sia contro il Milan, nonostante la superiorità numerica e il rigore tirato da Ronaldo, sia contro il Napoli la squadra di Sarri non è riuscita a superare l'accorta difesa avversaria. Muri eretti contro cui l'attacco bianconero, privo di Higuain per infortunio, si è dimostrato improduttivo e sterile: Ronaldo è ancora alla ricerca della miglior condizione atletica mentre Dybala e Douglas Costa non hanno ancora la brillantezza necessaria per saltare l'uomo e rendersi pericolosi. Un problema acuito anche dalle difficoltà della mediana bianconera: Pjanic è ancora l'ombra di sé, Bentancur è uomo di quantità più che di qualità, Ramsey è lontano dal calciatore in ripresa visto prima dello stop. L'assenza di Khedira, il miglior centrocampista per inserimenti offensivi, complicherà ulteriormente i piani: fra tre giorni la Juventus di Sarri dovrà dimostrare di aver metabolizzato la sconfitta e di aver trovato, almeno in parte, le risposte alla crisi. Per salvare la stagione e la panchina dell'allenatore: il tempo non manca ma non va sprecato.
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Napoli, Gattuso: "In campo sono il peggior nemico dei miei calciatori"
Il tecnico degli azzurri racconta il suo rapporto con la squadra: "Do tutto per i miei giocatori, ma pretendo tanto. La vittoria della coppa Italia è stata meritata, ora però dobbiamo pensare al campionato. Con mia sorella ci ritroveremo lassù per stare ancora insieme"
"Io sono amico dei miei calciatori ma in campo sono il loro peggior nemico". Rino Gattuso torna sul suo rapporto con la squadra due giorni dopo la vittoria della coppa Italia, suo primo trofeo da allenatore. Ai microfoni di Kiss Kiss Napoli il tecnico ha parlato del successo di Roma sulla Juve, della sfida di Champions con il Barcellona, degli obiettivi che proverà a raggiungere da qui a fine stagione e della scomparsa della sorella Francesca.
l rapporto con la squadra
"Quando finisce l'allenamento con i ragazzi posso fare qualsiasi cosa e loro lo sanno. Non porto rancore, quando un giocatore sbaglia, il giorno dopo è un altro giorno, senza problemi. Sono fatto così: do tutto per i miei giocatori, ma pretendo tanto. Sono contento del riconoscimento dei ragazzi. E' stato davvero un bel gesto da parte loro consegnarmi e dedicarmi la coppa. Che cosa ho di speciale? Sicuramente tante volte non ho peli sulla lingua, quello che penso dico, credo che piaccia alla gente la mia spontaneità. Gioco solo su un tavolo, pane al pane e vino al vino, anche se qualcuno ci può rimanere male. Umiltà? Ci ho costruito la carriera da calciatore. Da allenatore ho girato, volevo imparare il mestiere, ho fatto scelte difficili. C'è sempre da imparare, è un lavoro in cui ci sono tante cose nuove ogni giorno, serve l'umiltà di stare lì a guardare quando si vere qualcosa di nuovo''.
La vittoria con la Juve
"Abbiamo affrontato un percorso competitivo. Tre partite molto dure sin dai quarti. Con la Lazio abbiamo sofferto molto. Poi con l'Inter abbiamo lottato contro una squadra in ottima forma che ci ha messo in difficoltà. E la finale l'avete vista. Credo sia stato un successo meritato".
Il campionato
"Adesso dobbiamo essere pronti ad affrontare al meglio le prossime 12 sfide di campionato. Dobbiamo dimenticare ciò che è stato fatto e avere la mente libera per cercare di scalare posizioni in campionato. Per questo va benissimo essersi goduti questa bellissima vittoria in questi giorni, ma da ora già bisogna concentrarsi per il campionato, perché a Verona martedì ci aspetta una gara difficile. Stiamo facendo bene, ma c'è da crescere su vari aspetti. Sappiamo quali sono le nostre virtù e sappiamo anche su cosa bisogna migliorare, ad esempio sul pressing più alto e il palleggio".
Il Barcellona
"Da parte nostra c'è la consapevolezza di affrontare una squadra più forte di noi, ma dobbiamo arrivarci nel miglior modo possibile fisicamente e mentalmente. Andiamo a giocarcela, in vacanza speriamo di andare più tardi possibile".
La scomparsa della sorella
"Ero legatissimo a mia sorella. Avevamo un rapporto incredibile, indissolubile. Ha sofferto tanto negli ultimi mesi e credo che la cosa più dura da vedere sia stato l'abbraccio e le lacrime di mio padre e mia madre. La vita va avanti e sono certo che un giorno con mia sorella ci ritroveremo lassù per stare ancora insieme".
Il tecnico degli azzurri racconta il suo rapporto con la squadra: "Do tutto per i miei giocatori, ma pretendo tanto. La vittoria della coppa Italia &egrav…
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