La finale di Coppa Italia è una sfida sbilanciata: molto favorevole per il Napoli di Gattuso, che potrà giocare con la testa libera e senza pressioni. Per la Juve invece il peso è tutto su Ronaldo e soprattutto su Sarri cui si è chiesto gioco e spettacolo che ancora non sono arrivati. Il tecnico appare abbastanza nervoso, ma non tanto perché deve incontrare la sua ex squadra che adesso lo tratta da traditore, ma proprio perché è in palio il primo trofeo da allenatore della Juventus. Insomma la Coppa Italia è il primo di tre referendum estivi su Sarri e sui bianconeri: Coppa Italia, scudetto, Champions League. Il primo non sarà certo decisivo, ma pur sempre un referendum…
Proviamo a liberare ulteriormente la finale di Coppa Italia tra Napoli e Juventus dal contorno, che ahimè è già stato cancellato per causa di forza maggiore. Niente pubblico, partita asettica, solo TV, squadre nell’acquario, niente tempi supplementari, un campo tradizionale e neutro – l’Olimpico di Roma – giusto perché così ormai si fa. Ma è una partita che si potrebbe giocare ovunque senza la minima differenza: anche a Napoli o Torino, per assurdo. E non ci sarebbe differenza o vantaggio per nessuna delle due squadre. Purtroppo il tempo oggi è questo.
A me resta l’impressione di una finale certo, ma di una partita fortemente sbilanciata sulla Juventus, nel bene e nel male. Il Napoli sta lì per merito suo, perché ha salvato una stagione maledetta, perché ha un allenatore, per storia umana e professionale, soprattutto il generoso e caloroso calciatore che è stato, che sta praticamente simpatico a quasi tutti – perfino agli juventini direi – perché ha almeno un paio di giocatori molto forti che vedrei bene persino nella Juventus stessa: il roccioso e imponente Koulibaly, il trottolino Mertens che ha lo stesso effetto di una spina nel fianco. Se la spina sta ferma il dolore è sopportabile, ma se la spina si muove vedi le stelle per le fitte di dolore. Invece di Milik, fossi nella Juve, avrei provato a prendere Mertens prima che si riaccordasse per il nuovo contratto e avrei cominciato a lavorare su un attacco Mertens-Ronaldo-Dybala. Non mettetemi in mezzo alle questioni Napoli, Juve, Sarri, Higuain, perché veramente non mi sfiorano e non le prendo in considerazione.
Nessuno comunque chiederà nulla al Napoli, se non di poter cullare un bel sogno. La situazione della squadra di Gattuso è talmente favorevole e leggera da poterlo far giocare veramente nelle migliori condizioni possibili. La partita ha tutta l’aria di trasformarsi invece per ora in una specie di referendum su Ronaldo prima di tutto e su Sarri in secondo luogo. Ronaldo perché ha sempre a che fare con quella demagogia che dice: ti ho pagato tanto, ti chiami Ronaldo, devi fare gol e devi farmi vincere. Altrimenti a che mi servi? I campioni possono soffrire tale cinismo- non credo CR7 comunque, che da questo punto di vista è un blocco di ghiaccio – ma sono loro stessi in fin dei conti a infilarsi in questo perverso meccanismo che illude il mondo che esistano giocatori che tutto possono fare e vincere per la loro sola presenza. Ma non è così, Ronaldo può vincere da solo una partita e se quella partita è una finale, allora anche il trofeo relativo, ma insomma non è nemmeno lui una garanzia assoluta.
C’è poi molta voglia in giro di buttare via anche tutto il sarrismo e tutti i suoi orpelli. Inventore compreso. Sarri con questa Juve per ora è rimasto a metà, effettivamente non è che abbia convinto molto, ha avuto anche molto tempo per convincerci ma finora non ci è riuscito. Sono più i giocatori che non è riuscito a lanciare o rilanciare che quelli che abbia effettivamente trasformato come poteva essere capitato a Napoli con Mertens e Higuain. Il gioco fino ad ora semplicemente non si è visto. Non c’è stata una differenza clamorosa col predecessore, solo che quando arriva Allegri nessuno parla di possesso palla, spettacolo, gioco offensivo e così via. Quando arriva Sarri invece sì, e dunque uno si mette lì ad aspettare e vedere. E finora siamo rimasti tutti un po’ così: mah, sarà…, non vedo, non capisco… Il nervosismo di Sarri è molto percepibile, sente che stiamo arrivando al momento decisivo. Certa acidità di troppo nei suoi confronti è effettivamente eccessiva, anche perché oggettivamente finora di disastri non ne ha combinati.
Più che una sfida tra Sarri e il Napoli, suo vecchio amore – De Laurentiis gli ha dato addirittura del venale traditore – io vedo una sfida tra Sarri e la Juventus stessa. La finale di Coppa Italia sarà per Sarri il primo di tre referendum estivi. Non decisivo, ma pur sempre un referendum.
Proviamo a liberare ulteriormente la finale di Coppa Italia tra Napoli e Juventus dal contorno, che ahimè è già stato cancellato per causa di forza maggiore. Niente pubblico, partita asettica, solo TV, squadre nell’acquario, niente tempi supplementari, un campo tradizionale e neutro – l’Olimpico di Roma – giusto perché così ormai si fa. Ma è una partita che si potrebbe giocare ovunque senza la minima differenza: anche a Napoli o Torino, per assurdo. E non ci sarebbe differenza o vantaggio per nessuna delle due squadre. Purtroppo il tempo oggi è questo.
A me resta l’impressione di una finale certo, ma di una partita fortemente sbilanciata sulla Juventus, nel bene e nel male. Il Napoli sta lì per merito suo, perché ha salvato una stagione maledetta, perché ha un allenatore, per storia umana e professionale, soprattutto il generoso e caloroso calciatore che è stato, che sta praticamente simpatico a quasi tutti – perfino agli juventini direi – perché ha almeno un paio di giocatori molto forti che vedrei bene persino nella Juventus stessa: il roccioso e imponente Koulibaly, il trottolino Mertens che ha lo stesso effetto di una spina nel fianco. Se la spina sta ferma il dolore è sopportabile, ma se la spina si muove vedi le stelle per le fitte di dolore. Invece di Milik, fossi nella Juve, avrei provato a prendere Mertens prima che si riaccordasse per il nuovo contratto e avrei cominciato a lavorare su un attacco Mertens-Ronaldo-Dybala. Non mettetemi in mezzo alle questioni Napoli, Juve, Sarri, Higuain, perché veramente non mi sfiorano e non le prendo in considerazione.
Nessuno comunque chiederà nulla al Napoli, se non di poter cullare un bel sogno. La situazione della squadra di Gattuso è talmente favorevole e leggera da poterlo far giocare veramente nelle migliori condizioni possibili. La partita ha tutta l’aria di trasformarsi invece per ora in una specie di referendum su Ronaldo prima di tutto e su Sarri in secondo luogo. Ronaldo perché ha sempre a che fare con quella demagogia che dice: ti ho pagato tanto, ti chiami Ronaldo, devi fare gol e devi farmi vincere. Altrimenti a che mi servi? I campioni possono soffrire tale cinismo- non credo CR7 comunque, che da questo punto di vista è un blocco di ghiaccio – ma sono loro stessi in fin dei conti a infilarsi in questo perverso meccanismo che illude il mondo che esistano giocatori che tutto possono fare e vincere per la loro sola presenza. Ma non è così, Ronaldo può vincere da solo una partita e se quella partita è una finale, allora anche il trofeo relativo, ma insomma non è nemmeno lui una garanzia assoluta.
C’è poi molta voglia in giro di buttare via anche tutto il sarrismo e tutti i suoi orpelli. Inventore compreso. Sarri con questa Juve per ora è rimasto a metà, effettivamente non è che abbia convinto molto, ha avuto anche molto tempo per convincerci ma finora non ci è riuscito. Sono più i giocatori che non è riuscito a lanciare o rilanciare che quelli che abbia effettivamente trasformato come poteva essere capitato a Napoli con Mertens e Higuain. Il gioco fino ad ora semplicemente non si è visto. Non c’è stata una differenza clamorosa col predecessore, solo che quando arriva Allegri nessuno parla di possesso palla, spettacolo, gioco offensivo e così via. Quando arriva Sarri invece sì, e dunque uno si mette lì ad aspettare e vedere. E finora siamo rimasti tutti un po’ così: mah, sarà…, non vedo, non capisco… Il nervosismo di Sarri è molto percepibile, sente che stiamo arrivando al momento decisivo. Certa acidità di troppo nei suoi confronti è effettivamente eccessiva, anche perché oggettivamente finora di disastri non ne ha combinati.
Più che una sfida tra Sarri e il Napoli, suo vecchio amore – De Laurentiis gli ha dato addirittura del venale traditore – io vedo una sfida tra Sarri e la Juventus stessa. La finale di Coppa Italia sarà per Sarri il primo di tre referendum estivi. Non decisivo, ma pur sempre un referendum.
Commenta