Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Il Napoli pareggia al San Paolo con l’Inter e conquista la finale di Coppa Italia mercoledì contro la Juventus. La squadra di Conte sembrava poter raddrizzare la situazione, un gol di Eriksen da calcio d’angolo poteva riaprire il discorso qualificazione, ma poi è Mertens a portare il Napoli in finale. Deludenti fra i nerazzurri Lukaku e Lautaro, mentre Gattuso ha sempre di più la squadra dalla sua parte, la sua mentalità da umile combattente sta portando risultati. Contro la Juve la sorpresa è possibile, perché no?

    Un altro pareggio: la finale di Coppa Italia mercoledì prossimo a Roma tra Napoli e Juventus è il risultato di due partite a scacchi, due elisioni al massimo, nessuna conquista conquista di forza, di prepotenza, nessuna squadra che abbia realmente dominato la propria semifinale. E’ probabilmente il segno di questo calcio approssimativo che stiamo vivendo in questa faticosa ripartenza della stagione. Si gioca su pochi dettagli, si giocano partite con lunghe pause di stanchezza. Anche Napoli-Inter, dopo Juventus-Milan è stato questo.

    Al San Paolo è passato il Napoli, come era prevedibile dall’inizio, ma con il brivido di un gol interista di Eriksen addirittura direttamente dal calcio d’angolo, regalando una mezzora di equilibrio in più. Poi è stata praticamente l’ Inter stessa ad autoridimensionarsi prendendo il gol in contropiede in combinazione tra Ospina (lancio), Insigne (fuga e assist) e Martens (gol decisivo per arrivare a quota 122 e diventare il miglior marcatore del Napoli, più di Marek Hamsik) che l’ha sostanzialmente eliminata. L’ Inter ha avuto la chance di rimettersi in pista, ha avuto delle occasioni, ma alla fine ha sprecato il suo jolly.


    Mi è parso che si sia ricominciato lì dove ci eravamo lasciati. Il Napoli di Gattuso ha trovato una sua identità, e soprattutto una continuità di risultati che lo sta rilanciando dopo mezza stagione di grande sofferenza e incertezze. L’ Inter di Conte è in una lunga fase di involuzione, Lukaku e Lautaro si sono spenti, particolarmente deludente l’argentino che pure è straprotagonista del mercato con una stratosferica e teorica valutazione ben superiore ai 100. milioni. L’affare che piace al Barcellona al momento non giustifica certo cifre simili. Nell’ Inter i riflettori sono sempre accesi su Eriksen, un po’ è ancora un oggetto misterioso, ma globalmente il suo rendimento non è oggi inferiore a quello dei due attaccanti.


    Gattuso, particolarmente provato dal lutto familiare che lo ha colpito ma che ha trovato proprio per la sua genuità e semplicità tantissimo affetto da parte di tutto il mondo del calcio, ha detto di avere grande fiducia per la finale, di riconoscere che la Juventus è una squadra superiore e certamente abituata a vincere come nessun’altra in Italia, ma anche di potersela giocare. Se è vero che il Napoli oggi si identifica profondamente nella mentalità, nello spirito, nell’umiltà e direi nella rude dolcezza di Gattuso, bisogna riconoscere che è vero, che il Napoli non è affatto condannato in partenza. E che la sua ambizione di far il grande colpo è pienamente legittimata. Anche dall’anomalia di un torneo giocato nelle condizioni che tutti stiamo vedendo.


    COPPA ITALIA SEMIFINALI, GARE DI RITORNO JUVENTUS - MILAN 0-0 (and. 1-1) Juventus qualificata alla finale *** NAPOLI-INTER 1-1 (and. 1-0) Napoli qualificato per la finale *** FINALE JUVENTUS-NAPOLI Roma mercoledì 17 giugno 2020, ore 21 *** NAPOLI-INTER, IL COMMENTO Un altro pareggio: la finale di Coppa Italia mercoledì prossimo a Roma tra Napoli e Juventus è il risultato di due partite a scacchi, due elisioni al massimo, nessuna conquista conquista di forza, di prepotenza, nessuna squadra che abbia realmente dominato la propria semifinale. E' probabilmente il segno di questo calcio approssimativo che stiamo vivendo in questa faticosa ripartenza della stagione. Si gioca su pochi dettagli, si giocano partite con lunghe pause di stanchezza. Anche Napoli-Inter - prima partita con tutti e dieci i cambi e 32 giocatori in campo - dopo Juventus-Milan è stato questo. Al San Paolo è passato il Napoli, come era prevedibile dall'inizio, ma con il brivido di un gol interista di Eriksen
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    sopra una sola teca di cristallo
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    C. Campo - Moriremo Lontani


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      Cristiano Ronaldo, la voglia di riscatto e gli esperimenti di Sarri: i dubbi della Juve per il primo trofeo

      CR7 non sbagliava un rigore calciato a sinistra da due anni. L’allenatore gli ha chiesto di giocare centravanti con Dybala e Costa ai lati, ma non è la posizione preferita del portoghese

      L’ultimo rigore calciato a sinistra e sbagliato da Ronaldo risaliva a oltre due anni e mezzo fa: nel novembre 2017 contro il Malaga, il portoghese segnò sulla respinta del portiere, mentre mamma Dolores tirava un sospiro di sollievo dopo essersi coperta le mani sul volto. Il palo contro il Milan è stato un colpo secco nel silenzio e non intacca una percentuale di realizzazione che resta del 12% superiore a Messi.


      E grazie a un altro rigore, quello discusso dell’andata, Ronaldo punta adesso al trentesimo trofeo della carriera, tra club e Nazionale: se la sua (ri)partenza è stata falsa, la voglia di riscatto del portoghese è la miglior benzina che la Juve può mettere nel motore in vista del viaggio a Roma per la Coppa. Anche perché Ronaldo, con la sua quarantena a Madeira tra palestra e allenamenti sul campo del Nacional, doveva essere l’uomo immagine della ripresa sprint dei bianconeri. E difficilmente rinuncerà ad esserlo.


      Il Milan era già stato uno spartiacque della stagione di Ronaldo, quando a fine novembre Sarri lo tolse giustamente a inizio ripresa, per rimpiazzarlo con Dybala, poi decisivo. L’uscita anticipata di Ronaldo aveva fatto notizia per la reazione stizzita del giocatore, che a quell’epoca era sofferente a un ginocchio e sembrava in fase calante: niente di più sbagliato, dato che dopo le critiche sul suo rendimento e l’assegnazione del Pallone d’oro a Messi, il campione bianconero non ha più smesso di segnare (11 partite di fila in A, come Quagliarella e Batistuta) ed era arrivato a marzo dentro a un picco di forma così lungo da assomigliare a un altipiano, dove scorazzare libero.

      E possibilmente non da centravanti. Un’idea che Sarri aveva portato con sé sullo yacht di Ronaldo quando andò a fargli visita un anno fa e che non ha mai avuto un riscontro positivo. Contro il Milan, nei 30 minuti ben giocati all’inizio dalla Juve, Ronaldo è partito in mezzo all’attacco, con Dybala e Costa ai lati, salvo poi spaziare come al suo solito, ma senza mai trovare i tempi giusti per lasciare il segno.

      «Come mai Ronaldo centravanti? Abbiamo parlato con lui di questa possibile soluzione e si messo a completa disposizione — ha spiegato Sarri venerdì notte —. È un giocatore talmente straordinario che non penso possa cambiargli qualcosa giocare cinque metri più avanti o più indietro. Ha fatto i primi 20-30’ di alto livello. Lui è uno che sbaglia pochi rigori, ne ha tirato uno sfortunatissimo e probabilmente ne ha anche sofferto. Ma può giocare in qualsiasi posizione nei tre davanti».

      Se preferisce partire da sinistra, non sarà facile chiedergli ancora di occupare l’area: per quello c’è — o meglio ci dovrebbe essere, dato che il suo rientro non è scontato per mercoledì — Gonzalo Higuain. Ma allora in quel caso starà fuori Dybala? I dubbi della Juve di giugno sono gli stessi di marzo. Con qualche incognita in più.



      CorSera
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        L'eliminazione dell'Inter è frutto dello 0-1 dell'andata, ovvero della cronica incapacità di vincere uno scontro diretto. Il risultato è la seconda eliminazione da una coppa in stagione (champions ai gironi e coppa Italia), con un terzo posto in campionato dietro a due squadre, di cui una (la Lazio) con gli 80 milioni spesi per Lukaku di campagne acquisti ne fa un paio.

        Conte ha ad oggi gli stessi risultati di Spalletti, nonostante gli articoli della Gazzetta che su carta celebrano le magnifiche sorti e progressive...peccato che il campo poi racconti tutta un'altra storia.

        Adesso resta questa appendice post-Covid dove si vive di una minima speranza di recupero in campionato e dell'EL in agosto. Poi anche qui si tireranno le somme.
        Last edited by Sean; 14-06-2020, 09:33:17.
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          Roma, strappo Petrachi-Pallotta: De Sanctis in pole per la successione

          ESCLUSIVA LAROMA24.IT (Paolo Rocchetti) - Dopo mesi da separato in casa, potrebbe essere arrivato il momento dell'addio alla Roma di Gianluca Petrachi. Arrivano conferme alla notizia circolata in queste ore di una rottura tra il ds giallorosso e James Pallotta. Alla base della frattura forti divergenze relative alla gestione del mercato. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l'ultima intervista rilasciata dal presidente, che non ha menzionato Petrachi fra i vari ringraziamenti al management e allo staff giallorosso.


          Come apprende la redazione de LAROMA24.IT, per la successione all'attuale ds avanza la candidatura di Morgan De Sanctis. L'ex portiere giallorosso, che da quest'anno ha affiancato lo stesso Petrachi nella direzione sportiva occupandosi del settore giovanile, potrebbe prendere il suo posto già da subito.

          ESCLUSIVA LAROMA24.IT (Paolo Rocchetti) - Dopo mesi da separato in casa, potrebbe essere arrivato il momento dell'addio alla Roma di Gianluca Petrachi.  Arrivano conferme alla notizia circolata in queste ore di una rottura tra il ds giallorosso e   James Pallotta .  Alla base della frattura for...
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            Qualcuno può dirci che cosa può apportare, cosa migliorare un Morgan De Sanctis come DS, che non ha nemmeno la minima esperienza in club minori? Dovrebbe sbrogliare la situazione in una congiuntura societaria difficilissima?

            Una scelta che, con ogni evidenza, sancisce il disimpegno di Pallotta, il disinteresse fattuale per le sorti della squadra, condannandola a navigare a vista...in attesa di questo ormai fantomatico acquirente.
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              Napoli-Inter 1-1: squadre ancora stanche, per ora Marotta ha fatto più di Conte

              L’Inter come la Juve si è appesantita nel secondo tempo: i nerazzurri meritavano di vincere la partita, è meno sicuro meritassero di passare il turno. La squadra di Gattuso ordinata senza fascino

              di Mario Sconcerti

              L’Inter ha fatto come la Juve il giorno prima, si è appesantita nel secondo tempo. Mentre il Napoli ha fatto come il Milan, sempre la stessa pallida partita. Credo che questa sia la prima regola del nuovo calcio: lo sforzo non è lungo, quello che dai in più lo paghi in fretta. Ad aggravare questa specie di schema c’è la prudenza dei tecnici a usare le cinque sostituzioni, un territorio sconosciuto di cui si preferisce non abusare. Conte ci è arrivato a due minuti dalla fine, Gattuso a cinque.

              L’Inter ha tenuto sempre il pallone per superiorità e per convenienza del Napoli, ma è stata sempre prevedibile, è mancata giusto la velocità. Sono stati quasi assenti Lukaku e Lautaro, come schiacciati dalla spinta della squadra, sempre con molti uomini ai limiti dell’area del Napoli, quindi soffocanti e inutili. Il momento migliore dell’Inter è stato nel primo tempo quando il Napoli non capiva bene come marcare Eriksen, nel senso della posizione. Non era mezzala e non era una punta. Si appoggiava a Demme, ma senza grande costanza. Girava per il campo. L’Inter aveva cioè un attaccante libero mentre il Napoli rispondeva con un difensore in più, lo stesso Demme. Questo ha prodotto una pressione continua ma piena di sbagli tattici. Le vere profondità sono state trovate da Candreva per i fatti suoi.


              Non c’è quasi mai stato come fascino il Napoli. Ha pareggiato alla prima azione offensiva con un contropiede pieno di colpe interiste. È stato ordinato e generoso, ma non ha giocato la partita rischiando spesso di perderla. Si torna al sospetto delle conseguenze del virus: due squadre imperfette, senza cambi di passo, senza fantasia di marcature, quasi l’uomo contro uomo evitasse la fatica di ragionare. Che l’Inter meritasse di vincere la partita è certo. Che meritasse di eliminare il Napoli, molto meno. L’Inter è corretta sulla carta, ha giocatori giusti nei ruoli, non dentro la partita. Ho un’impressione scandalosa. Ha fatto per ora più Marotta di Conte. Non manca più qualità, manca tempo, fantasia, schemi alternativi, facilità di dribbling. L’Inter è come uno scolaro che sa una poesia a memoria ma non capisce cosa recita. Per il Napoli bene la difesa, decisivo Ospina, buoni Insigne e Mertens. Soldati discreti gli altri. Finale dunque Juve-Napoli, il derby di Sarri.



              CorSera
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                Pallotta-Petrachi, scontro e divorzio

                IL TEMPO (F. BIAFORA) - Che il rapporto tra Petrachi e il resto della dirigenza della Roma non fosse idilliaco era un qualcosa di noto da diversi mesi (vedi caso Spinazzola-Politano), ma nelle ultime ore la situazione è ulteriormente precipitata. Il direttore sportivo giallorosso ha infatti avuto un duro scontro con il presidente Pallotta (va registrata la smentita ufficiale della società), a causa di alcune recenti dichiarazioni del numero uno del club.

                Il tycoon di Boston in settimana era ritornato a parlare per commentare il primo anno di Fonseca alla guida della squadra e in un passaggio - “Paulo ha un ottimo rapporto con i giocatori e lavora davvero bene con Guido Fienga, con Manolo Zubiria e con tutto lo staff” - è stata subito evidente l’assenza di Petrachi nell’elenco dei citati. Il dirigente salentino non ha per nulla gradito le parole di Pallotta, che arrivano dopo mesi in cui è venuta a mancare sempre di più la fiducia della proprietà e degli altri dirigenti nei suoi confronti, con evidenti divergenze sulla gestione delle operazioni di mercato e della comunicazione pubblica.

                Nelle ultime settimane è stato l’amministratore delegato Fienga a portare avanti numerosi discorsi di mercato - possibile scambio di plusvalenze con la Juventus e la trattativa per il riscatto di Smalling - e i contatti per la firma di Pedro a parametro zero sono stati tenuti in particolare da Baldini, sempre presente come primo consigliere di Pallotta nelle vicende romaniste. Tutti segnali di un divorzio che appare sempre più vicino, anche per le frizioni con i giocatori, che non hanno assolutamente gradito le accuse sullo scarso impegno negli allenamenti più recenti.

                Al momento la rottura è netta e pressoché irrecuperabile ma Petrachi è legato alla Roma da un contratto di altri due anni, un ostacolo non tanto per la lunga durata (ci sono già rumors su discussioni per una rescissione con buonuscita) quanto per lo stipendio da 1,2 milioni di euro netti più bonus in base ai risultati che percepisce il dirigente annualmente. Si prospetta l’ennesimo cambio nei quadri dirigenziali di Trigoria, con Morgan De Sanctis in rampa di lancio come sostituto nel ruolo di ds.


                IL TEMPO (F. BIAFORA) - Che il rapporto tra Petrachi e il resto della dirigenza della Roma non fosse idilliaco era un qualcosa di noto da diversi mesi (vedi caso Spinazzola-Politano), ma nelle ultime ore la situazione è ulteriormente precipitata. Il direttore sportivo giallorosso ha infatti avut...
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                  Real Motherfuckin G
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                  • In da hood (East Coast)
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                  Per fortuna però ogni tanto una buona notizia: Zaniolo ha firmato un accordo biennale col rapper Fedez per quanto riguarda la gestione della sua immagine social.
                  Originariamente Scritto da Sean
                  faccini, kazzi, fike, kuli
                  cesko92 [at] live.it

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                    Non so perchè ma mi viene da pensare ad un brutto segno.
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                      Segni dei tempi che cambiano Sean...
                      Qualche settimana fa Bernardeschi aveva analogamente firmato per l’agenzia di Jay Z (rapper statunitense) se non sbaglio
                      Chissà quanti altri giovani a breve lo faranno
                      Originariamente Scritto da Sean
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                      cesko92 [at] live.it

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                        Mufasa
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                        • esperto a 360°
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                        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                        Qualcuno può dirci che cosa può apportare, cosa migliorare un Morgan De Sanctis come DS, che non ha nemmeno la minima esperienza in club minori? Dovrebbe sbrogliare la situazione in una congiuntura societaria difficilissima?

                        Una scelta che, con ogni evidenza, sancisce il disimpegno di Pallotta, il disinteresse fattuale per le sorti della squadra, condannandola a navigare a vista...in attesa di questo ormai fantomatico acquirente.
                        È grande esperto di lamentele e complotti, fa sempre comodo

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                        • GoodBoy!
                          'a carogna.
                          • Feb 2008
                          • 584
                          • 1,115
                          • 1,159
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                          bilancio di Conte in nerazzurro ad oggi?
                          [

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                            bilancio di Conte in nerazzurro ad oggi?

                            deposito bilancio rinviato causa Covid 19.
                            « Success is my only mothafuckin' option,failure's not.... »

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                            • Sean
                              Csar
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                              • In piedi tra le rovine
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                              bilancio di Conte in nerazzurro ad oggi?
                              Premesso che la stagione è da concludere (anche se per me è virtualmente conclusa 3 mesi fa, nel senso che le squadre nella loro pienezza calcistica l'abbiamo potute vedere a stagione normale) quanto visto e ottenuto fin qui è da sufficienza scarsa, un 5 e mezzo, un 6 meno meno.

                              In campionato terzo, come uno Spalletti qualunque, con la squadra che non ha mai fatto un acuto - e con davanti la Lazio, che certo non partiva per stare davanti all'Inter.

                              La champions un naufragio ai gironi.

                              La coppa Italia giubilato da Gattuso che è arrivato in corsa.

                              Lukaku (scelto da lui) 80 milioni dorme.

                              Gioco monocorde, senza guizzi. Ha fatto bene le prime partite perchè dovevano prendergli le misure. In un campionato devi avere più spartiti o altrimenti alla lunga si mostra la corda. Nelle coppe il gioco di Conte non ha mai invece funzionato (anche se con la Juve del'13 fece almeno i quarti di champions).
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                John Solano @Solano_56
                                Petrachi sta trattando la buonuscita, piu vicino l’addio: arrivano le conferme @ASRomaPress
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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