Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Solite cagate
    Originariamente Scritto da Sean
    Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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    • Sean
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      Juventus, Sarri: "Un obiettivo alla volta, il calendario ci aiuta"

      Il tecnico a due giorni dalla gara con il Milan per la semifinale di Coppa Italia, primo bivio stagionale: "Possiamo focalizzare le motivazioni, può essere qualcosa di importante e di vantaggioso"

      Tutto concentrato ma ordinato. Il finale di stagione della Juventus riparte venerdì sera all'Allianz Stadium, quando ospiterà il Milan nella semifinale di ritorno di Coppa Italia. I verdetti di un anno si concentreranno in poco più di tre mesi ma l'aspetto positivo non manca secondo Maurizio Sarri: "Abbiamo la fortuna di giocare per tre obiettivi e di giocarli separatamente uno dall'altro e questo ci può consentire di focalizzare le motivazioni solo su un obiettivo per volta e può essere qualcosa di importante e di vantaggioso".


      Si inizia con il Milan

      Spazio dunque alla semifinale di ritorno contro i rossoneri: "Quest'anno le partite con il Milan sono state tutte difficili sia in campionato che in Coppa Italia. Il risultato dell'andata non ci garantisce niente e le loro squalifiche mi lasciano pensare che giocheranno con un undici competitivo. È una partita con un risultato ancora apertissimo". Oltre al valore dell'avversario, le incognite non mancano dopo lo stop per il Covid 19 e la ripresa farraginosa: "Credo che nessuno sappia a che punto ci troviamo. Siamo reduci da un'interruzione anomala, non attiva rispetto a quella estiva in cui c'è chi nuota, chi gioca a tennis. I giocatori sono stati per 60 giorni su un divano con piccole attività svolte in casa. Quindi è una situazione talmente anomala che non ci dà delle certezze su quella che può essere l'efficienza anche vista la mancanza delle amichevoli. Il campo è diverso dall'allenamento".

      La rosa a disposizione

      La rosa bianconera potrebbe essere uno degli assi nella manica di Sarri, anche se l'esperienza non è propriamente positiva nel primo blocco di stagione: "Quest'anno l'abbiamo avuta più sulla carta che non effettivamente, visti i tre o quattro infortuni di gravissima entità che ci hanno tenuto fuori giocatori per tanti mesi: Demiral, Chiellini, Khedira e qualche programma con Rabiot e con Ramsey". Se in Coppa Italia ci si giocherà la possibilità di vincere in due partite, le dodici che attendono la Juventus in campionato lasciano aperto qualunque verdetto, anche un rientro dell'Inter: "Loro ne devono giocare 13, bisogna lasciare aperte tutte le possibilità. Anche questo è un nuovo inizio che ha delle incognite per tutti. Quindi perdere punti in questa fase della stagione così particolare può essere facilissimo".

      Dybala e Ronaldo

      Le parole della Joya, che ha lanciato un segnale alla dirigenza bianconera per il rinnovo del contratto, lasceranno spazio al campo, al ritorno al calcio giocato e alla convivenza con Ronaldo. "Dybala è un giocatore fenomenale, le difficoltà dal punto di vista tattico sono far coesistere due giocatori atipici nella steso momento in campo. Possono fare la differenza in qualsiasi azione, ma dal punto di vista tattico non è semplice farli giocare insieme. Con queste qualità tecniche e anche fisiche possono fare la differenza in qualsiasi momento e il resto della squadra si deve saper adeguare".

      Il ritorno di Pjanic

      Contro il Milan sarà Bentancur a giocare da regista, ennesima conferma del suo grande momento e delle difficoltà vissute da Pjanic: "Ho trovato molto meglio Miralem di quando abbiamo interrotto la stagione. Ho parlato molto con lui perché è un giocatore straordinario, ma che non si può permettere quattro o cinque partite sotto standard come aveva fatto ultimamente. Lui è d'accordo con me, ha pagato un disagio mentale, perché mentalmente è andato in difficoltà. Non risuciva a trovare la forza di reagire, ma lui si deve convincere che è un grande giocatore. Un grande giocatore poi rialza la testa e non perde convinzione e fiducia nei propri mezzi".

      Un messaggio ad Aulas

      Il presidente del Lione, avversario negli ottavi di Champions League, ha evidenziato le difficoltà che troveranno i francesi rispetto alla Juventus, visti i 5 mesi di stop tra l'ultima partita disputata e la partita di ritorno degli ottavi di finale contro i bianconeri. Sibillina la risposta di Sarri: "É meglio giocare una partita dopo cinque mesi o meglio giocare una partita dopo 14 partite in 40 giorni? Non lo so. So che una lunga inattività si paga. Ma solitamente non si paga nella prima partita. Chiaramente sarebbe un vantaggio se dovessimo giocare tre partite nel giro di una settimana contro il Lione ma nella partita secca penso che non ci siano grandi ripercussioni".

      Il tecnico a due giorni dalla gara con il Milan per la semifinale di Coppa Italia, primo bivio stagionale: "Possiamo focalizzare le motivazioni, può…
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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        Coppa Italia : le probabili formazioni Juventus-Milan. Sarri con il dubbio Cuadrado - Danilo, Pioli punta su Rebic come unica punta.

        Juventus (4-3-3): Buffon; Cuadrado (Danilo), De Ligt, Bonucci, Alex Sandro; Khedira, Bentancur, Matuidi; Douglas Costa, Dybala, Cristiano Ronaldo.

        Milan (4-3-2-1): Donnarumma; Conti, Kjaer, Romagnoli, Calabria; Kessie, Bennacer, Bonaventura; Paquetà, Calhanoglu, Rebic.

        TMW
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        • KURTANGLE
          Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
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          Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
          Perchè se per sbaglio Napoli e Inter (che già giocano un giorno dopo Juve-Milan) si facessero pure i supplementari...i complottisti (che già hanno rotto le balle per avere un giorno in meno di riposo prima della finale) ne avrebbero da ridire per mesi!

          i complottisti devono crepare
          e la lega calcio non dovrebbe ascoltarli
          Originariamente Scritto da SPANATEMELA
          parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
          Originariamente Scritto da GoodBoy!
          ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


          grazie.




          PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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            Ripartenza in chiaro, verso il sì. Positivo incontro Spadafora-Sky. L’ipotesi: due-tre partite nelle prime giornate, anche la Lega è favorevole


            Sky potrebbe trasmettere due-tre partite per le prime due giornate in chiaro su Tv8. C’è anche un’ipotesi diretta gol, ma con il calendario molto spalmato (tre o due orari per sei giorni su sette alla settimana!) l’appeal della proposta sarebbe molto limitata a differenza di quanto accaduto in Germania con un calendario più compatto. Meglio allora puntare su alcune gare. Su questo c’è la disponibilità di Sky, mentre è stato effettuato un primo sondaggio anche con Dazn. Si fa anche attenzione a evitare effetti collaterali dirompenti sugli audience della concorrenza. Rai e Mediaset sarebbero orientati a non ostacolare la svolta in cambio di una riduzione dell’embargo sui gol, in particolare per le partite delle 17.15 e delle 19.30. La Lega di A per ora non è entrata direttamente nelle interlocuzioni. La vicenda è piuttosto delicata anche perché fra i club di A e i broadcaster titolari dei diritti è ancora in corso la battaglia dell’ultima rata, fra ingiunzioni di pagamento e richieste di sconti. Ma Spadafora è attentissimo a precisare il contesto emergenziale e straordinario dell’iniziativa: un atto di sensibilità verso il pubblico che non danneggi nessuno. E che non eserciti nessun tipo di effetto collaterale sullo scontro di oggi e sul bando (per i diritti 2021-2024) di domani. Proprio per questo, il ministro vorrebbe evitare un decreto che possa rappresentare l’«ombrello» normativo per superare i vincoli della legge Melandri sui diritti tv. Era stato l’ostacolo praticamente insuperabile all’epoca dell’inizio della tempesta coronavirus. E questo aveva generato polemiche a non finire. Oggi, però, i rapporti fra Spadafora e la Lega non sono quelli tempestosi di allora

            La Gazzetta dello Sport
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              Gazidis, Milan: confronto con i big dello spogliatoio, trovato l’accordo sulla riduzione degli stipendi

              Accolta la proposta dei giocatori, con i componenti della rosa rossonera che rinunceranno soltanto al 50% della mensilità di aprile

              Un faccia a faccia di quarantacinque minuti. Onesto, sincero, diretto. Tosto. Senza sconti. Da una parte il Milan inteso come squadra, dall’altra il Milan inteso come club, dirigenza, proprietà, vale a dire l’a.d. Ivan Gazidis. In mezzo, i mille quesiti rimasti in sospeso in questi mesi: gli scenari, il futuro, i progetti, il ruolo di Maldini, di Pioli, di molti dei giocatori in rosa. Il Milan che è e che verrà, insomma. I toni sono rimasti sempre corretti, mai sopra le righe, ma il confronto è stato diretto, senza perifrasi. Appassionato, l’ha definito chi c’era. Tant’è che l’incontro è andato per le lunghe: doveva durare 10-15 minuti, si è arrivati a 45. L’occasione era la questione dell’accordo sugli stipendi per la vicenda Covid. La squadra rinuncerà al 50% della mensilità di aprile. Una soluzione oggettivamente vantaggiosa rispetto ad alti club, dove il taglio è stato più robusto. In sostanza Elliott ha accettato in pieno la proposta formulata sette giorni fa dai giocatori.

              Archiviato il dossier ingaggi, la discussione è passata su altro. E si è accesa, com’era normale che fosse. A parlare in nome e per conto della squadra erano in cinque: Ibrahimovic, Romagnoli, Begovich, Biglia e Bonaventura. I vecchi, almeno anagraficamente parlando. Che non hanno nascosto i malumori del gruppo e hanno chiesto a Gazidis chiarimenti sulle tante, troppe incertezze che da mesi assediano il Milan. Le voci su Rangnick come nuovo allenatore, il destino del d.t. Maldini, i contratti dei molti giocatori in scadenza. Il più acceso, anche se forse specificarlo non serve nemmeno, era Ibra. Il quale, con la schiettezza che gli appartiene, ha detto la sua: 1) non c’è un progetto; 2) se resta, è solo per passione; 3) il suo vecchio Milan era un’altra cosa.


              La replica di Gazidis, assicurano i presenti, è stata però lucida e a tono. Prima di tutto ha assicurato che, come chiedono i giocatori, sarà più presente. Poi ha precisato che sull’allenatore nulla è stato deciso: Pioli si giocherà le sue chance in queste ultime 12 partite. Solo poi si valuterà. Il club vuole prima avere il quadro completo. Gazidis ha ribadito che tutti in questo mese e mezzo finale di stagione sono sotto esame. Incluso se stesso. Poi ha rimarcato con forza quali sono gli obiettivi della proprietà, vale a dire la valorizzazione del club anche attraverso il progetto stadio. E ha quindi sottolineato l’importanza dell’immediato ritorno in Europa.

              Insomma: è stato un faccia a faccia vero. Inevitabile, quanto necessario. Troppi gli enigmi sospesi, troppi quei tre mesi di voci e di indiscrezioni mai confermate. Chiaro, 45 minuti di confronto, per quanto onesto, non basteranno a risolvere i mille problemi che da anni condannano il Milan. A lasciare dubbi sono più che altro le tempistiche: perché proprio ieri a 48 ore dalla semifinale di Coppa Italia con la Juve che per il Diavolo sa di ultima spiaggia?



              CorSera
              ...ma di noi
              sopra una sola teca di cristallo
              popoli studiosi scriveranno
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                Bild - Possibile che anche Juve-Lione e gli altri ottavi di ritorno si giochino a Lisbona

                La Champions League tornerà ad agosto e la prossima settimana la UEFA si riunirà per poi comunicare il format delle fase finali della Coppa dalle grandi orecchie. Secondo le ultime indiscrezioni della Bild Lisbona è favorita per ospitare le fasi finali della manifestazione, dalle semifinali o dai quarti ma potrebbe essere anche la città scelta per ospitare le restanti partite di ritorno degli ottavi di finale, ben quattro, tra le quali ci sono anche Juventus-Lione e Barcellona-Napoli.

                Tuttojuve
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                  Gazidis, Milan: confronto con i big dello spogliatoio, trovato l’accordo sulla riduzione degli stipendi

                  Accolta la proposta dei giocatori, con i componenti della rosa rossonera che rinunceranno soltanto al 50% della mensilità di aprile

                  Un faccia a faccia di quarantacinque minuti. Onesto, sincero, diretto. Tosto. Senza sconti. Da una parte il Milan inteso come squadra, dall’altra il Milan inteso come club, dirigenza, proprietà, vale a dire l’a.d. Ivan Gazidis. In mezzo, i mille quesiti rimasti in sospeso in questi mesi: gli scenari, il futuro, i progetti, il ruolo di Maldini, di Pioli, di molti dei giocatori in rosa. Il Milan che è e che verrà, insomma. I toni sono rimasti sempre corretti, mai sopra le righe, ma il confronto è stato diretto, senza perifrasi. Appassionato, l’ha definito chi c’era. Tant’è che l’incontro è andato per le lunghe: doveva durare 10-15 minuti, si è arrivati a 45. L’occasione era la questione dell’accordo sugli stipendi per la vicenda Covid. La squadra rinuncerà al 50% della mensilità di aprile. Una soluzione oggettivamente vantaggiosa rispetto ad alti club, dove il taglio è stato più robusto. In sostanza Elliott ha accettato in pieno la proposta formulata sette giorni fa dai giocatori.

                  Archiviato il dossier ingaggi, la discussione è passata su altro. E si è accesa, com’era normale che fosse. A parlare in nome e per conto della squadra erano in cinque: Ibrahimovic, Romagnoli, Begovich, Biglia e Bonaventura. I vecchi, almeno anagraficamente parlando. Che non hanno nascosto i malumori del gruppo e hanno chiesto a Gazidis chiarimenti sulle tante, troppe incertezze che da mesi assediano il Milan. Le voci su Rangnick come nuovo allenatore, il destino del d.t. Maldini, i contratti dei molti giocatori in scadenza. Il più acceso, anche se forse specificarlo non serve nemmeno, era Ibra. Il quale, con la schiettezza che gli appartiene, ha detto la sua: 1) non c’è un progetto; 2) se resta, è solo per passione; 3) il suo vecchio Milan era un’altra cosa.


                  La replica di Gazidis, assicurano i presenti, è stata però lucida e a tono. Prima di tutto ha assicurato che, come chiedono i giocatori, sarà più presente. Poi ha precisato che sull’allenatore nulla è stato deciso: Pioli si giocherà le sue chance in queste ultime 12 partite. Solo poi si valuterà. Il club vuole prima avere il quadro completo. Gazidis ha ribadito che tutti in questo mese e mezzo finale di stagione sono sotto esame. Incluso se stesso. Poi ha rimarcato con forza quali sono gli obiettivi della proprietà, vale a dire la valorizzazione del club anche attraverso il progetto stadio. E ha quindi sottolineato l’importanza dell’immediato ritorno in Europa.

                  Insomma: è stato un faccia a faccia vero. Inevitabile, quanto necessario. Troppi gli enigmi sospesi, troppi quei tre mesi di voci e di indiscrezioni mai confermate. Chiaro, 45 minuti di confronto, per quanto onesto, non basteranno a risolvere i mille problemi che da anni condannano il Milan. A lasciare dubbi sono più che altro le tempistiche: perché proprio ieri a 48 ore dalla semifinale di Coppa Italia con la Juve che per il Diavolo sa di ultima spiaggia?



                  CorSera
                  Mamma mia...rinunciano a ben il 50% del loro stipendio (del mese di aprile). Giusto cosi'...d'altronde in questi mesi hanno lavorato benissimo, facendosi un cu.lo quadro tutti i giorni. Questi giocatori...anzi no...questi veri uomini arriveranno molto in alto. Nulla e' loro precluso. Sempre avanti senza alcuna vergogna. Bene cosi'.
                  I SUOI goals:
                  -Serie A: 189
                  -Serie B: 6
                  -Super League: 5
                  -Coppa Italia: 13
                  -Chinese FA Cup: 1
                  -Coppa UEFA: 5
                  -Champions League: 13
                  -Nazionale Under 21: 19
                  -Nazionale: 19
                  TOTALE: 270

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                  • Virulogo.88
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                    Non si meritano il nostro tempo ed i nostri abbonamenti

                    Inviato dal mio SM-G970F utilizzando Tapatalk
                    Originariamente Scritto da Pesca
                    lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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                    • topscorer
                      Lo sborone.
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                      • Paradiso Scampia
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                      Si, in effetti gente come quella meriterebbe molta meno attenzione.
                      Originariamente Scritto da BLOOD black
                      per 1.80 mi mancano 4/5 cm ....

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                      • robybaggio10
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                        L'AIC del buon Tommasi ha fatto un ottimo lavoro: in pratica i tagli degli stipendi vanno in base al reddito. Piu' il reddito e' alto e piu' i tagli in percentuale sono piccoli.
                        I SUOI goals:
                        -Serie A: 189
                        -Serie B: 6
                        -Super League: 5
                        -Coppa Italia: 13
                        -Chinese FA Cup: 1
                        -Coppa UEFA: 5
                        -Champions League: 13
                        -Nazionale Under 21: 19
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                        • Sean
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                          Sarri riparte da Dybala e dal suo gol (stupendo) in campionato contro l’Inter, prima della pausa. La Joya torna nel deserto dello Stadium dopo le meraviglie con l’Inter. I tormenti e i dolori di Higuain lo hanno reso ancora più titolare. Oggi è l’anima della Juve non meno di CR7. I due mediani rossoneri, se mal assistiti, posso offrigli spazi ghiotti. La Juve correrà molto in fascia, il Milan, persi gli esterni, cercherà di sorprendere al centro, con un tridente di numeri 10. In questa strategia Calhanoglu diventa ancora più importante.

                          Gazzetta

                          _______________

                          Chiellini è ancora alle prese con un lavoro di riatletizzazione ed è difficile che venga convocato per la gara di questa sera: al centro della difesa ci saranno Bonucci e De Ligt con Alex Sandro e Cuadrado (o Danilo) ai loro lati. A centrocampo Sarri ha sciolto quasi tutti i dubbi. Nella partitella in famiglia di una settimana fa aveva provato Bentancur, Matuidi e Khedira ma il tedesco partirà dalla panchina con Pjanic in cabina di regia, che sarà in campo dal primo minuto contro i rossoneri mentre Ramsey spera almeno nella convocazione dopo aver lavorato a parte nelle ultime settimane.

                          Corriere Torino

                          JUVE (4-3-3):

                          Buffon
                          Danilo De Ligt Bonucci Alex Sandro
                          Bentancur Pjanic Matuidi
                          Douglas Costa Dybala Ronaldo



                          MILAN (4-4-1-1)
                          Donnarumma
                          Conti Kjaer Romagnoli Calabria
                          Paquetà Kessiè Bennacer Calhanoglu
                          Bonaventura
                          Rebic
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            Juve-Milan Coppa Italia, i pronostici: Sarri ha impegni diluiti, Pioli (senza Ibra) può puntare su Calhanoglu

                            Sarà la prima partita di un calcio ignoto, l’assenza di pubblico avrà un peso e sono favorite Milan e Inter. È probabile vedremo tanti errori sul piano tecnico

                            di Mario Sconcerti

                            Questa formula rapida di Coppa Italia può essere un suggerimento per il futuro. Le eliminazioni dirette sono le più spettacolari per i tornei brevi. Non in campionato, dove è obbligo che tutti giochino contro tutti e che il risultato finale sia la somma di quelli parziali, altrimenti per tutta la stagione si giocherebbero partite di mezza importanza aspettando i playoff. In questo strano finale Milan e Inter devono rimontare ma hanno un vantaggio, non capiranno di giocare in trasferta. In Germania il fattore campo con gli stadi vuoti è crollato passando dal quasi 50 al 22%. In Italia i valori saranno più alti perché il nostro è un gioco più tattico, rispettiamo la trasferta in quanto tale, viaggiare per noi vuol dire giocare in modo più prudente. Ma lo stadio vuoto è una novità che peserà.

                            D’altra parte la Juventus, nel mucchio di conseguenze dovute al virus, si ritrova i suoi tre tornei uno separato dall’altro, senza sovrapposizioni. Un fatto mai visto. Non avrà una fatica in più, avrà anzi una squadra più lunga e vasta degli altri fin da stasera. Il Milan è una buona squadra in confusione. Senza Ibrahimovic perde molto, ma con Ibrahimovic va oltre i confini legittimi che esistono tra squadra e dirigenza. Se Ibrahimovic vuole conoscere il progetto del Milan, ammesso che non lo sappia, può parlarne direttamente con Gazidis, testa a testa, nell’ufficio dell’amministratore delegato. Non nello spogliatoio, davanti a tutta la squadra, nel giorno in cui Gazidis comunicava la soluzione del problema stipendi, e per di più parlando di un problema (il progetto) che è soprattutto suo. Non è corretto. Ricevere uno stipendio implica rispetto delle forme, qualunque siano le rimostranze da fare. Boban per la forma se n’è andato. L’uscita di Ibra entra invece a far parte dei problemi del Milan senza risolverne uno.


                            Detto questo, la partita sarà interessante, a Milano Pioli mise in imbarazzo la Juve proprio sulla qualità. Il Milan ne ha molta, anche se oggi non avrà un solo attaccante di ruolo. Ha però Calhanoglu, l’unico che possa risolvere da solo la qualificazione. E anche il solo del Milan che potrebbe fare il titolare nella Juve a parte Donnarumma. Stiamo comunque andando tutti verso un territorio sconosciuto, seguiremo però virtute e conoscenza oltre le colonne d’Ercole di un virus che sembra essersi stancato. Abbiamo pensato tutti ai danni sui muscoli del lockdown. Temo ce ne saranno molti anche sul piano tecnico. Il calcio è un gioco di prestigio, il contatto con l’attrezzo deve essere quotidiano. Dai campi di allenamento mi raccontano di errori elementari per confidenza perduta col pallone. Il Napoli dominò l’Inter a San Siro. Gattuso ha trovato la squadra e recuperato Koulibaly. Non ha qualità inferiori all’Inter, non nell’organizzazione di gioco. Ma un gol pesa poco e Conte ha comunque molti giocatori che possono inventarsi quello che può riaprire la partita. Punto su Sensi, Barella e Candreva, più uno spicchio di Eriksen che resta, badate, un grande giocatore.



                            CorSera
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • Sean
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                              Juve-Milan Coppa Italia, con Dybala-Ronaldo (e Pjanic): gli uomini d’oro per tentare il terzo scatto

                              Sfida da dentro o fuori con i rossoneri (partendo dall’1-1): attenzione anche a Douglas Costa, 12° uomo prezioso

                              Nessuno ha potuto vedere la faccia di Maurizio Sarri quando il 21 aprile scorso Douglas Costa ha diffuso il video del proprio scatto da centometrista — con le infradito al piede — per superare con le sue doti da sprinter il go kart guidato dalla fidanzata. Nelle stesse settimane il giocatore dai muscoli di seta affidava al sito americano «The Player’s Tribune» i suoi turbamenti interiori («Faccio più risonanze che presenze, ho pensato anche di lasciare») ma adesso sembra tra quelli più pronti a uscire sparato dai blocchi, da titolare o da dodicesimo uomo.

                              E magari a trascinare la Juventus, alla terza ripartenza della prima stagione di Sarri, anomala a dir poco: l’allenatore ha saltato il debutto in campionato a causa della polmonite, cominciando una ventina di giorni dopo a Firenze. E ora entra come tutti in una nuova dimensione, subito con una sfida da dentro o fuori. Del resto lo era anche quella con l’Inter dell’8 marzo, vinta nel silenzio dello Stadium, rotto spesso e volentieri dal tifo della panchina bianconera.


                              Il ritorno della semifinale di Coppa con il Milan si sarebbe dovuto giocare prima di quella vittoria scacciacrisi, con la Juve ancora disorientata dalle troppe sconfitte in trasferta (Napoli, Verona, Lione) e anche dalla deludente prestazione di San Siro all’andata, raddrizzata solo da un rigore, procurato e segnato da Ronaldo tra le polemiche, per il braccio volante di Calabria, sul quale andò a picchiare il tiro ravvicinato in rovesciata del portoghese.

                              Per entrare subito nel vecchio clima di sospetto, anche la designazione dell’arbitro Orsato per la sfida di stasera ha rimesso in circolo l’adrenalina di chi tra le altre cose ignora il conteggio dei rigori (per la Juve 8 a favore e 8 contro in campionato), un tasto sul quale Sarri torna spesso. Ma è anche vero che la sua squadra deve fare un deciso scatto in avanti nelle continuità delle prestazioni, oltre che nei risultati, considerata l’ampiezza e la profondità della rosa a disposizione.

                              Salvo sorprese (come Cuadrado spostato in avanti, con Danilo terzino) Douglas Costa dovrebbe partire nel tridente con Dybala e Ronaldo e diventa fondamentale per rompere gli equilibri con le sue incursioni mancine, considerata anche l’assenza di Hernandez su quella fascia. Il brasiliano ha giocato con la Juve 49 partite da titolare (90 le presenze complessive) e ben 43 le ha saltate tra infortuni e squalifiche: un’enormità. I gol sono 9, gli assist 18, gli anni 29: la posizione sul mercato è aperta a un buon offerente, ma «Flash» ha bisogno di lucidare la vetrina, se vuole prendere in mano il suo futuro.

                              Con Higuain ai box, Dybala reduce dal coronavirus, Douglas può diventare con Ronaldo l’uomo chiave. Assieme anche a un certo Pjanic, che dovrebbe ripartire titolare dopo l’esclusione con l’Inter a vantaggio di Bentancur. L’uruguaiano tornerà utile anche in quella posizione, ma riparte da mezzala. Del resto, giocando in continuazione, adesso non avrebbe senso deprimere Pjanic, che ha superato un «disagio mentale» come ha sottolineato Sarri. Ed è molto meglio puntare sulla sua voglia di rivincita. Anche per evitare pericolosi scatti in ciabatte.

                              CorSera
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Juve-Milan Coppa Italia, per i rossoneri la stagione in una notte: in ballo Europa e milioni. Pioli

                                A Torino i rossoneri partono dall’1-1 dell’andata: passare il turno e vincere il trofeo (mercoledì la finale) varrebbe 20 milioni e darebbe un senso a un anno disgraziato

                                Mai stata tanto luccicante per il Milan la Coppa Italia. Se ai tempi gloriosi del dominio europeo era poco più che una coppetta, da mettere in coda a tutto il resto, oggi vale una stagione. Di più: è un’ultima spiaggia. Portarla a casa significherebbe incassare una ventina di milioni ma soprattutto darebbe un senso a una stagione disgraziata. Sarà però durissima, il gol del pari su rigore di Cristiano negli ultimi minuti della gara d’andata ha guastato parecchio i piani, complicati poi ulteriormente dalle squalifiche di Ibrahimovic, Hernandez e Castillejo. Ma provarci non costa nulla.

                                «Ce la giochiamo alla pari» butta lì Stefano Pioli, sapendo che in realtà non è proprio così. La Juve parte nettamente favorita. E non solo per il risultato dell’andata. Non ha aiutato il polverone mediatico generato dal duro faccia a faccia avvenuto mercoledì a Milanello fra la squadra e l’a.d. Gazidis. Una tempistica discutibile che a 48 ore dal duello crocevia si poteva evitare. «Parlarsi è sempre la cosa migliore da fare, anche se si hanno opinioni diverse» ha provato a stemperare il tecnico rossonero. Da mesi convive con l’ombra di Rangnick, ma nell’incontro dell’altro giorno (al quale il d.t. Maldini era assente giustificato per un’operazione ai calcoli) Gazidis è stato chiarissimo: sul prossimo allenatore nulla è stato deciso, Pioli si giocherà le sue carte come tutti gli altri in queste ultime dodici gare.


                                «In passato, difficilmente a 14 partite dalla fine della stagione sapevo già il mio futuro professionale — ha aggiunto Pioli a Rai e MilanTv —. Io ho un solo obiettivo in testa: riportare il Milan in Europa. Abbiamo due strade, il campionato e la Coppa. La prima occasione ci viene dalla Coppa: noi ce la giochiamo».

                                Con Ibra in campo le possibilità sarebbero stati maggiori, ma tant’è. Guai anche in difesa, dove all’assenza di Duarte s’è aggiunta quella di Musacchio. Il piano di Pioli è un 4-2-3-1 con Rebic punta unica e un centrocampo folto per togliere alla Juve fluidità di manovra. All’andata, a San Siro, ormai quasi quattro mesi fa, funzionò. Almeno fino a quando nel recupero Calabria respinse maldestramente col braccio una rovesciata di Cristiano Ronaldo, spingendo Valeri a fischiare un rigore molto discusso. Alle spalle di Rebic — 7 gol da gennaio in poi, prima dello stop era in gran forma — ci sarà una batteria di trequartisti: Paquetà, Bonaventura, Calhanoglu.

                                Allo Stadium il Milan tenterà l’impresa dell’anno affidandosi quindi a Lucas e Jack, i grandi scontenti: il primo ha profondamente deluso ed è in cerca della serata della svolta, il secondo a fine stagione dirà addio ma vuole lasciare il segno per un’ultima volta. Bocciatura pesante invece per il giovane Leao: doveva essere il sostituto naturale di Ibrahimovic fino al suo rientro dall’infortunio, previsto più o meno per l’inizio di luglio, invece il solito atteggiamento indolente e distratto ha convinto Pioli a lasciarlo in panchina. Per ora, una scommessa persa. Pagato la bellezza di 40 milioni di euro, il portoghesino ha fin qui dimostrato poco e niente. Chissà però che la sua chance non arrivi nel finale. In fondo, in una gara da dentro o fuori, l’unica certezza è che non ci sono certezze.

                                CorSera
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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