Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • Sean
    Csar
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    Giocatori con contratto in scadenza il 30 giugno e sogni di fuga: da Pjanic a Lautaro, da Kulusevski a Tonali

    Chi sa che cambierà squadra, chi sogna di farlo, chi è già stato venduto ma deve onorare contratti già scaduti. Come gestire le incertezze anche sul mercato di questo finale di stagione

    La valigia sul letto è quella di un lungo viaggio, come cantava l’ex portiere del Real Madrid, Julio Iglesias. E se mi lasci (dopo il 30 giugno) non vale: stavolta più che mai, perché la stagione è stata rivoluzionata dalla pandemia ed è stata prorogata fino al 31 agosto. Ma la forma non è necessariamente sostanza per tutti i 122 giocatori di serie A che sono a fine contratto o a fine prestito: Callejon pronto a salutare il Napoli e Smalling prestato dallo United alla Roma, sono due esempi dell’incertezza della situazione, che coinvolge anche altri grossi calibri, come Ibrahimovic o Nainggolan.

    Per non parlare di quelli che sono stati già venduti al miglior offerente, come Kulusevski che andrà dal Parma alla Juve, via Atalanta. O i veronesi Amrabat (acquisto della Fiorentina) e Rrhamani (già del Napoli): in teoria e anche in pratica nulla vieta loro di andare nella nuova squadra, senza poter giocare ma a prendere già il nuovo stipendio. E con quelli con la testa già da un’altra parte, tra sogno e realtà, cosa vogliamo fare? Per loro l’incertezza è doppia. E i nomi sono illustri anche in questo caso, da Pjanic a Lautaro, da Tonali a Kumbulla, passando per Higuain o Koulibaly: nessuno lascerà la casa base in anticipo, ma qualcuno inconsciamente potrebbe anche tirare indietro la gamba, pensando a nuove avventure.


    La considerazione non è provocatoria, ma è legittima perché la situazione è anomala per tutti. Se ne parlerà lunedì in Consiglio federale, con Lega e Assocalciatori. Il 7 aprile la Fifa ha diffuso dei principi guida, che però non sono vincolanti perché ogni Paese ha il proprio diritto in materia.

    L’orientamento del governo del calcio mondiale è semplice, magari anche semplicistico: prorogare i prestiti fino a quando la stagione non termina effettivamente e ritardare l’entrata in vigore dei nuovi contratti fino all’effettivo inizio della stagione 2020-21. Per chiudere i nuovi accordi però serve l’assenso di tutte le parti in causa. Sul prolungamento e anche sulla parte economica. In caso di fumata nera, il giocatore tornerebbe al club di provenienza senza però poter prender parte al finale di stagione: la Roma è ottimista sul fatto che lo United lasci Smalling altri due mesi in Italia, ma non essendoci per ora un accordo sul futuro del giocatore, il Manchester potrebbe anche decidere altrimenti. Per Zappacosta, altro prestito secco, c’è già invece l’accordo col Chelsea per il rinnovo annuale.

    Chi invece si svincolerà il 30 giugno dovrà decidere se continuare a giocare con lo stesso club per altri due mesi prima di liberarsi a parametro zero o restare fermo fino al 1 settembre, quando la sessione di mercato darà il via ai nuovi tesseramenti. Mentre chi ha trovato squadra già nel mercato di gennaio può lasciare quella vecchia, allenarsi e venire pagato da quella nuova. Il Napoli racchiude tutte le tipologie in questione, con Callejon in scadenza, Petagna e Rrahmani già acquistati e altri come Milik che aspettano di andarsene. Nainggolan le tipologie le racchiude in sé, perché ha un contratto fino al 2022 con l’Inter, un prolungamento del prestito di due mesi col Cagliari e un futuro che rischia di essere lontano sia dalla Sardegna che da Milano.

    In tutto questo, bisognerebbe anche giocare, onorare il contratto, compiacere società e tifosi. Si chiama professionismo, ma in valigia stavolta ci sono anche un mucchio di pensieri difficili da scacciare.



    CorSera
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
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    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • Sean
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      Balotelli lascia il Brescia, contratto rescisso

      Si attende solo l'annuncio ufficiale. L'attaccante chiude il rapporto con la squadra della sua città dopo neppure una stagione. Insanabile la rottura con il presidente Cellino

      L'avventura di Balotelli al Brescia finisce qui. Dopo la rottura insanabile con il presidente Cellino, le parti hanno raggiunto l'accordo per la rescissione del contratto. Si attende solo l'annuncio ufficiale. Si conclude così nel modo più amaro una storia che era iniziata quest'estate carica di aspettative. Dopo tre stagioni in Francia, infatti, Super Mario aveva deciso di tornare in Italia ripartendo dalla squadra della sua città. Una scelta di cuore per provare a trascinare con i suoi gol e la sua classe le rondinelle, neo promosse nella massima serie.


      La parentesi bresciana, invece, si è rivelata l'ennesima occasione persa della carriera dell'attaccante ex Inter, che a quasi 30 anni non riesce ancora a trovare pace. Il ritorno a casa non è bastato a propiziare la metamorfosi di un talento tanto cristallino quanto irrequieto e alla fine sempre incompiuto. Cellino si è presto pentito della chance concessa a Balotelli e il rientro dal lockdown, con Mario fuori forma e ripetutamente assente agli allenamenti, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il bilancio stagionale in campionato è di 19 presenze e 5 gol: troppo poco per trascinare un Brescia che, non a caso, occupa l'ultimo posto in classifica e al quale servirebbe un drastico cambio di passo per centrare la salvezza. Un'impresa che adesso gli uomini di Lopez dovranno provare a compiere senza Balotelli.

      Si attende solo l'annuncio ufficiale. L'attaccante chiude il rapporto con la squadra della sua città dopo neppure una stagione. Insanabile la ro…
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        Finalmente una proposta sensata da parte della Lega. Difatti anche qua, tempo fa, si rifletteva che se si assegnano le retrocessioni allora si deve dare anche lo scudetto...altrimenti no...e infatti le squadre hanno fatto lo stesso ragionamento.

        Il problema sono però i ricorsi, perchè, dovessero bloccarsi le retrocessioni non salirebbero le squadre dalla B...con un giudice che poi potrebbe metterci il becco (magari allargando la A a 22 partecipanti).
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        • robybaggio10
          Bodyweb Senior
          • Dec 2011
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          • Franciacorta
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          Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
          Finalmente una proposta sensata da parte della Lega. Difatti anche qua, tempo fa, si rifletteva che se si assegnano le retrocessioni allora si deve dare anche lo scudetto...altrimenti no...e infatti le squadre hanno fatto lo stesso ragionamento.

          Il problema sono però i ricorsi, perchè, dovessero bloccarsi le retrocessioni non salirebbero le squadre dalla B...con un giudice che poi potrebbe metterci il becco (magari allargando la A a 22 partecipanti).
          Pero', il Benevento, per esempio, non ha ancora acquisito il diritto di salire in serie A (perche' la B non e' finita gli manca l'aritmetica certezza di essere promossa). A livello legale questa cosa potrebbe contare qualcosa (la mia e' solo una supposizione). Cmq al 99%, sempre secondo me, il campionato finira', quindi non mi preoccuperei troppo di ste robe.
          Last edited by robybaggio10; 07-06-2020, 09:58:58.
          I SUOI goals:
          -Serie A: 189
          -Serie B: 6
          -Super League: 5
          -Coppa Italia: 13
          -Chinese FA Cup: 1
          -Coppa UEFA: 5
          -Champions League: 13
          -Nazionale Under 21: 19
          -Nazionale: 19
          TOTALE: 270

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          • cesko92
            Real Motherfuckin G
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            • In da hood (East Coast)
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            Intervengo solo per dire:
            Pallotta pezzo di m3rd4!!!!
            Originariamente Scritto da Sean
            faccini, kazzi, fike, kuli
            cesko92 [at] live.it

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            • Steel77
              Super Moderator
              • Feb 2002
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              Originariamente Scritto da cesko92 Visualizza Messaggio
              Intervengo solo per dire:
              Pallotta pezzo di m3rd4!!!!
              mai quanto zamparini, grandissimo pezzo di merda

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              • DR. CACARELLA
                Bodyweb Advanced
                • May 2011
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                Menez alla reggina
                Cura il tuo corpo come un tempio
                Originariamente Scritto da M K K
                Desade grazie di esistere
                Originariamente Scritto da AK_47
                si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.

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                • Sean
                  Csar
                  • Sep 2007
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                  Il calcio si scontra con l'algoritmo: quattro ipotesi per uscire dallo stallo

                  Figc-Lega, lunedì in Consiglio lo scontro su scudetto, promozioni e retrocessioni. Da una parte il presidente federale Gravina che difende il sistema matematico,dall'altra la Lega che si oppone

                  Quello di lunedì si annuncia un consiglio federale Figc incandescente. Da una parte la Lega di Serie A, contraria al fatto che in caso di stop del campionato possa essere un algoritmo a determinare la vincitrice dello scudetto e le squadre retrocesse. Dall’altra il presidente della Figc Gabriele Gravina, che la soluzione dell’algoritmo (quantomeno per determinare retrocesse e promosse dai campionati inferiori) l’ha proposta e sostenuta con forza. E che deve tenere conto anche degli interessi delle serie minori, dalla B in giù, che in consiglio siedono e votano.

                  Prima ipotesi: niente retrocessioni

                  La proposta della Lega di A, se accettata, potrebbe portare a due scenari, entrambi ritenuti inaccettabili dalla Figc, dalla Lega di Serie B e dalla Lega Pro. Ma teoricamente è possibile che da qui a lunedì qualcuno cambi idea e che la linea del massimo campionato sarà alla fine premiata. La prima ipotesi: in caso di stop improvviso al campionato dopo la ripresa, nell’impossibilità di determinare le retrocessioni, sono comunque fatte salve le promozioni. La prossima stagione si avrebbero quindi una Serie A a 23 squadre, una Serie B a 24 e una Serie C a 67. Un’ipotesi difficilmente percorribile, visto che il prossimo campionato inevitabilmente comincerà nel mese di settembre e il calendario già di per sé sarà fitto di gare. In questo caso, a risentirne dovrebbe essere la Coppa Italia, eliminata del tutto o ridotta alle sole fasi finali.


                  Seconda ipotesi: né retrocesse né promosse

                  Una seconda impostazione, compatibile con il criterio posto dalla Lega di Serie A, è che in caso di nuovo stop, nell’impossibilità di arrivare in fondo alla stagione, il campionato 2020/2021 cominci con le stesse squadre iscritte alla stagione 2019/2020: 20 club in Serie A, 20 in Serie B, 60 in Serie C. Questa è l’ipotesi maggiormente temuta dalla Serie B, che si prepara alla battaglia legale. Se dovesse passare questa linea (è molto improbabile) i club del secondo campionato potrebbero addirittura decidere di non giocare. E oltre alle azioni dei singoli club, come il Benevento capolista in solitaria, la Lega di Serie B valuta la possibilità di un’azione legale collettiva contro la Serie A: la “missione” dei club di Serie B è l’accesso alla A.


                  Terza ipotesi: algoritmo per le retrocessioni ma niente scudetto

                  L’ipotesi più probabile è che il consiglio federale Figc decida, con i voti contrari della Serie A, di far salvo l’algoritmo per decidere, in caso di stop, quali squadre dovranno essere promosse e quali dovranno invece retrocedere. Questo, ovviamente, solo se al momento dell’arresto delle gare le posizioni non siano aritmeticamente definite. Al tempo stesso, il consiglio potrebbe decidere espressamente la non assegnazione del campionato di Serie A, dal momento che vincere lo scudetto non comporta di per sé promozioni o accesso alle coppe. In pratica alla prima classificata sarebbe garantito l’accesso alla Champions (come alla seconda, alla terza e alla quarta) e il conseguente premio in denaro, ma le sarebbe vietato cucirsi sul petto lo scudetto. È la soluzione auspicata dalla Juventus, con il presidente Andrea Agnelli convinto che gli scudetti “siano quelli vinti sul campo”. Un’impostazione accettata dal presidente della Figc Gravina.


                  Quarta ipotesi: algoritmo per le retrocessioni e via libera della Figc sullo scudetto

                  Questa soluzione sarebbe gradita dal presidente laziale Lotito, che insieme a Napoli e Roma si è astenuto nel voto sulla delibera della Lega di Serie A, a cui il solo il Milan ha votato contro. In pratica, la Figc potrebbe affermare il criterio dell’algoritmo per determinare le squadre retrocesse e promosse, ma non pronunciarsi sulla questione scudetto, lasciando libertà alla Serie A di decidere il da farsi. I presidenti del fondo classifica hanno infatti fatto notare che se l’algoritmo non è degno di determinare un vincitore, a logica non dovrebbe neanche potere decidere le retrocesse. Ribaltando il ragionamento, se il consiglio federale Figc dovesse imporre il criterio della classifica corretta per mandare tre squadre in B, potrebbe al contempo lasciare la libertà alla Serie A di decidere sullo scudetto. Starà poi alla Lega decidere se annullare l’assegnazione dello scudetto con una nuova delibera, emettere un nuovo provvedimento ad-hoc, o lasciare all’eventuale vincitore designato dall’argoritmo la possibilità di decidere se rifiutarlo (come ha annunciato che farebbe la Juve) o invece cucirselo al petto (come è realistico che farebbe la Lazio).

                  Il rischio di stop

                  Se si scegliesse una delle prime due ipotesi dell’elenco (niente retrocessioni in caso di nuovo stop) aumenterebbe il rischio che il campionato di Serie A non svolga parte del proprio compito: definire una classifica in grado di indicare quali squadre devono scalare al campionato inferiore, per far posto alle promosse. E basterebbe davvero poco: se una squadra dovesse avere anche un solo positivo al coronavirus, con le attuali norme sulla quarantena, l’intero gruppo verrebbe isolato per due settimane senza potere giocare. E stilare un nuovo calendario sarebbe a quel punto impossibile per ragioni di tempo. Il presidente Gravina ha chiarito che le squadre che dovessero nascondere casi di positività al virus saranno escluse dai vari campionati. Probabilmente sarà necessario prevedere punizioni anche per chi, temendo la retrocessione, dovesse comunicare falsi positivi pur di fermare il campionato. Il tutto, in attesa di capire se entro la ripresa dei campionati il governo accetterà una gestione della quarantena “alla tedesca”: con un giocatore positivo, lui solo viene isolato mentre la squadra continua a giocare.

                  Figc-Lega, lunedì in Consiglio lo scontro su scudetto, promozioni e retrocessioni. Da una parte il presidente federale Gravina che difende il sistema ma…
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                    Blocco retrocessioni, partita decisiva: la Lega di A va a caccia di voti

                    Il Consiglio Federale decide lunedì, la A ha tre voti e ne deve trovare altri otto. La Fifa intanto annuncia un piano Marshall per aiutare i club in difficoltà

                    Il discorso è sempre il solito: la Lega di serie A è il motore del calcio italiano ma nel governo federale pesa tre voti appena. La Confindustria del pallone ha tempo sino a lunedì a mezzogiorno, l’ora in cui inizierà il Consiglio federale, per trovarne altri otto e cercare di far passare la proposta di bloccare le retrocessioni, che in assemblea è stata votata da 16 club su 20 con Lazio, Roma e Napoli astenute e solo il Milan contrario. Una missione quasi impossibile.

                    In ballo il famoso piano C che nel frattempo è diventato il B. Bisogna decidere cosa fare nella malaugurata ipotesi che non si riuscisse a portare in fondo il campionato. La Lega sembra isolata nello scacchiere federale. Peraltro alcuni club non si fidano della fedeltà di Lotito, consigliere Figc insieme al presidente Dal Pino e a Marotta, temendo che voglia in qualche modo tutelare gli interessi della Salernitana. Lotito però ha garantito che rispetterà il mandato. Ci sono 21 voti in gioco, compreso quello di Gravina, e per far passare la delibera assembleare ne servono 11. Si vota per alzata di mano.


                    L’obiettivo è pescare nelle altre Leghe. La Pro, che come la A aveva chiesto il blocco delle retrocessioni, tentenna e di sicuro la pandemia ha compromesso il rapporto tra Gabriele Gravina e Francesco Ghirelli. Anche quello tra il presidente federale e Cosimo Sibilia non è stato idilliaco negli ultimi mesi, però i Dilettanti hanno fatto sapere che non faranno mancare il sostegno alla governance «per una questione di coerenza». I più arrabbiati sono quelli della Lega B di Mauro Balata, che si sentono minacciati dal blocco delle retrocessione e meditano azioni clamorose.

                    Sulla carta non c’è storia. Ma occhio alle sorprese. La partita è politica e certi equilibri, nelle prossime ventiquattrore, potrebbero cambiare. Il mercato dei voti è sempre ballerino. Sempre che a votare si arrivi per davvero. La Federcalcio è d’accordo con la Lega sulla non assegnazione dello scudetto in caso di interruzione della stagione e se il vantaggio della prima non fosse sostenuto dall’aritmetica. Diverso il discorso per quanto riguarda le retrocessioni. Una mediazione sembra impossibile anche se è difficile immaginare come Gravina possa ignorare l’azione dei presidenti di A a cui si è opposto solo il Milan. Vedremo. La Figc potrebbe persino decidere di tirare nuovamente in ballo playoff e playout che adesso sono un’ipotesi solo se la serie A non dovesse ricominciare. E in caso di stop vuole assegnare i posti nelle Coppe e stabilire chi scende di categoria in base alla media punti casalinga e a quella in trasferta da moltiplicare per le gare interne e esterne rimaste.


                    CorSera
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                      Inter su Tonali: il Brescia vuole 50 milioni, Marotta ha il sì del giocatore

                      Sul giovane centrocampista c’è la concorrenza della Juve. I bianconeri però guardando anche a Zaniolo. Il Milan aspetta il ritorno di Bakayoko

                      Nell’estate più incerta di sempre, con il campionato che riparte ma non si sa se finisce, con date di mercato disomogenee fra i vari Paesi e con l’annosa questione relativa ai contratti in scadenza e ai prestiti ancora lontana dalla soluzione, le big impostano le linee guida della campagna acquisti. Per tutte la necessità primaria è reperire il punto fermo del centrocampo, poi, che quest’ultimo sia un regista, un mediano o un incursore di fascia poco cambia.

                      Per dire, l’Inter che ha già ceduto Icardi al Psg ed è consapevole che davanti all’ostinazione di Lautaro di trasferirsi al Barcellona dovrà trovare un’intesa con i catalani (che a ora non c’è vista l’inadeguatezza delle contropartite proposte) ha intenzione di investire parte del suo tesoretto sull’enfant prodige dell’ultima stagione. Ovvero Sandro Tonali, sulla cui valutazione Massimo Cellino sembra determinato a non spostarsi da una richiesta di 50 milioni. Marotta ha il sì del giocatore e forte dell’intesa con il talento 20enne per il momento non affonda il colpo. Aspetta la fine della stagione, quando magari il prezzo si sarà abbassato o il presidente del Brescia accetterà una formula che ora non gradisce (cioè il prestito biennale oneroso con obbligo di riscatto). La più seria concorrente per Tonali, salvo inserimenti dall’estero più avanti, è la Juventus, che nelle ultime ore ha tentato lo sgambetto ai nerazzurri su Kumbulla del Verona. L’ad nerazzurro, che ha offerto 25 milioni ai veneti per il centrale di origini albanesi, non pare però preoccupato.


                      Fabio Paratici perciò torna a osservare il gioiello della Roma, Nicolò Zaniolo, il 21enne che corteggia da più di un anno. La mancata cessione societaria a Friedkin ha creato ai giallorossi enormi problemi di liquidità: se si unisce a questo elemento la previsione del dirigente bianconero che prefigura una sessione all’insegna di scambi in stile Nba, ecco che lo scenario è servito. I campioni d’Italia sono pronti a inserire nell’affare, oltre a conguaglio economico, un esubero di lusso della rosa, Federico Bernardeschi. Le numerose operazioni realizzate sull’asse Torino-Trigoria (tipo Spinazzola-Pellegrini) lasciano spiragli di ottimismo.

                      Il Milan è un cantiere aperto, dove gli interrogativi sono superiori alle certezze. Con la figura di Paolo Maldini in bilico, e il rebus allenatore non ancora sciolto, Almstadt e Moncada stanno perlustrando profili idonei per rinforzare la mediana. Biglia e Bonaventura, con l’accordo in scadenza, saluteranno Milanello. Bennacer, nonostante la corte del Psg e del City, sarà il regista del Diavolo se nessuna big coprirà la clausola da 50 milioni. Accanto all’algerino si cerca una figura muscolare, con caratteristiche più da incontrista che da metronomo. Ecco perché il nome di Tiemoué Bakayoko è ancora presente sui taccuini degli uomini mercato rossoneri. Il francese, di proprietà del Chelsea, ha già lanciato segnali al suo ex club. L’alternativa è Florentino Luis del Benfica. Problema: ha una clausola da 120 milioni e il Milan potrebbe prelevarlo solo in prestito



                      CorSera
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                        La Juve in caso di assegnazione dello scudetto non ha ufficialmente annunciato niente, occorre sgombrare il campo da questo equivoco sul quale insistono i media. Esiste solo un like messo da Agnelli ad un tifoso che su twitter scriveva che in caso di interruzione sarebbe bello vincere il campionato ma ancora più bello rifiutare lo scudetto.

                        Però non c'è un comunicato ufficiale, una presa di posizione pubblica del club.

                        Inoltre, dovesse venire assegnato, perchè rifiutarlo? Mica è uno scudetto a tavolino. E' stato giocato sul campo finchè s'è giocato, e si prenderebbe la classifica del campo, non una stravolta a tavolino. E' uno scudetto come quello assegnato in Olanda, Belgio, Francia.

                        Diverso il discorso di festeggiarlo, di celebrarlo, di farne pubblica mostra. Lo si accetta, lo si mette nell'albo e amen.
                        ...ma di noi
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                        «nessun vincolo univa questi morti
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                          Tanto più se dovessero esserci le retrocessioni. Voglio dire, se i punti fin lì conquistati sono bastevoli per decidere chi deve lasciare (o restare) la A, magari per una lunghezza, perchè non lo sono per decidere chi la vince la A? Che ragionamenti sono? Se ci saranno le retrocessioni deve esserci anche l'assegnazione del titolo.

                          Agnelli non faccia l'originale e ragioni cercando di evitare 1) di togliere le castagne dal fuoco a quegli incompetenti della Figc e 2) di pensare non a se stesso ma, in quanto presidente del club, ai milioni di tifosi juventini e 3) alla equità e alla logica interna al fatto: se con l'interruzione si può esprimere un verdetto di retrocessione (e permanenza) dal torneo, allora si può anche esprimere il vincitore del torneo.
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                            Bivio Pallotta entro fine anno

                            IL TEMPO (F. BIAFORA) - I dati illustrati dalla dirigenza della Roma in una relazione per gli azionisti hanno fatto riaccendere le luci sui conti in rosso del club. I primi 9 mesi dell’esercizio 2019/20 evidenziano una perdita di gruppo da 139,6 milioni dovuta al forte squilibrio tra costi (171,2mln più altri 74,1mln di ammortamenti) e ricavi, scesi a 112,9mln di ricavi operativi e a 17,5 mln netti dovuti al calciomercato. La situazione dei conti ha determinato la riduzione del patrimonio netto (negativo per 26,8mln) di AS Roma Spa per perdite tale da integrare la fattispecie di legge di cui all’articolo 2447 del Codice Civile.


                            Il deficit economico ed il conseguente deterioramento patrimoniale sono dovuti, in particolare, “alla mancata partecipazione alla Champions, nonché alla diffusione del virus COVID 19 nel mondo che ha avuto un impatto negativo sin dal mese di Gennaio 2020, avendo impedito operazioni di mercato verso i paesi già in quel momento colpiti dal virus”. Il riferimento è a Pastore in Cina.

                            Viene messo nero su bianco che le previsioni per il 30 giugno saranno ancora peggiori e estendendo l’orizzonte temporale oltre tale data sono state ipotizzate una serie di azioni necessarie a garantire un’adeguata gestione patrimoniale, finanziaria e dei fabbisogni di cassa: i flussi finanziari generati dall’attività ordinaria compresa l’Europa League da giocare e un’eventuale qualificazione alla Champions; l’eventuale cessione di calciatori (si vuole fare di tutto per non toccare Zaniolo e Pellegrini, mentre Pedro è in pugno); i proventi derivanti dall’aumento di capitale, assumendo che sia ampiamente sottoscritto anche dai soci di minoranza; l’apporto di ulteriori risorse finanziarie e patrimoniali da parte di AS Roma SPV LLC (il 30 aprile ha versato ulteriori 3mln a titolo di finanziamento soci ex art. 8 Decreto Liquidità); l’apporto di risorse da nuovi investitori (Friedkin o altri possibili interessati).


                            Come sempre viene anche considerato il peggior scenario ipotizzabile: “Non è possibile assicurare che entro il 31 dicembre la società avrà risanato il deficit patrimoniale registrato al 31 marzo né escludere che sarà necessario convocare un'assemblea degli azionisti per adottare i provvedimenti previsti dall'art.2447 del codice civile, in caso di cessazione del regime di sospensione previsto dal Decreto Liquidità”. La dirigenza ritiene però che vi sia la ragionevole aspettativa di finalizzare le sopracitate azioni. Saranno 7 mesi bollenti.

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                              Altrove si riporta una perdita di 126 milioni in 9 mesi, con previsione di -140 a giugno.

                              126 milioni di rosso a bilancio in soli 9 mesi sono una perdita enorme e che è, più che una spia, un autentico rintocco del campanone a far destare l'attenzione sulla gestione del club, assolutamente deficitaria e in caduta libera, con un Pallotta che non s'è capito che vuol fare.
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                                Stamo a dopo a frutta...
                                Stamo ar cognac.

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