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Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Originariamente Scritto da Steel77 Visualizza Messaggioio ricordo che subito dopo il rigore decisivo esclamai con forza Zamparini pezzo di merda. Non so perchè, ai tempi non c'era alcun motivo per pensarlo eppure mi venne naturale. Me ne pentii subito dopo, ma ormai l'avevo detto. Mah, sesto senso. Forse dovrei scriverlo nel 3d sul paranormale.Originariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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La serie A riparte il 20 giugno. Cairo: «Ora con l’elmetto». Il Milan protesta: «Avvio discutibile»
Scaroni: «Si assegna un trofeo con due partite in tre giorni». Il presidente del Torino: «Restano i dubbi su playoff e playout»
Si riparte. Quasi cento giorni dopo, la serie A riannoderà il filo spezzatosi il 9 marzo scorso, dopo quel Sassuolo-Brescia giocato in un’atmosfera surreale. Tre mesi dopo, la palla tornerà a rotolare. Lasciandosi dietro cento giorni complicati per tutti. «Avevo dei dubbi. Dopodiché, nel momento in cui si decide di giocare sono lì pronto a mettere l’elmetto in testa e a spingere la squadra per fare il meglio» è stato il commento del presidente del Torino, Urbano Cairo. «Noi siamo in pista per giocare, oggi ho incontrato la squadra e ho dato la carica, ho detto loro di fare la vita più sana possibile perché si giocherà ogni tre giorni sotto il sole cocente — ha aggiunto —. Ho senso di responsabilità. Non penso soltanto a quello che è mio interesse ma a un discorso più generale e alla salute dei calciatori e delle persone. Questo il motivo per cui ero dubbioso. Convinto che si possa partire e finire? Questo non lo sa nessuno, neppure il presidente degli Stati Uniti. Nessuno sa i tempi per uscire dal problema. È giusto ripartire, sono ripartiti altrove. Ora ci siamo e siamo pronti». Su playoff e playout, Cairo però non nasconde il suo scetticismo: «Se si interrompe il campionato è perché c’è un problema e non si può giocare. Quindi non si possono fare neppure playoff e playout».
Sorride ovviamente Claudio Lotito, presidente della Lazio, fin dall’inizio alla testa del gruppo di chi voleva giocare e basta, anche quando la situazione era oggettivamente diversa, con centinaia di morti al giorno. «Non è la vittoria di Lotito ma quella di tutto il calcio italiano. Sono sicuro — aggiunge — che con questa ripartenza il nostro calcio saprà mantenere quell’elevato standard di qualità che gli è riconosciuto in tutto il mondo» ha concluso il numero uno biancoceleste. Che su una cosa qui ha ragione: è la vittoria del calcio italiano, non di una parte, non di un individuo, né di un club o di una tifoseria. Se si torna a giocare, è perché la situazione ora lo permette. Perché ora finalmente una luce in fondo al tunnel di vede.
Riparte la vita, riparte il calcio. Con tutte le sue sfide nelle sfide: la corsa allo scudetto, la corsa all’Europa, la corsa alla salvezza. «È un segnale ulteriore che l’Italia sta ripartendo, non vediamo l’ora di scendere in campo» le parole dello juventino Giorgio Chiellini.
«Finalmente torneremo a parlare di gioco e non di disgrazie», ha sorriso Marcello Nicchi, capo degli arbitri. E ci sarà anche chi, come Walter Zenga, tecnico dal Cagliari, avrà finalmente l’occasione per debuttare, dopo mesi assurdi vissuti in lockdown: «Sarà diverso, ma sarà bello lo stesso, ne sono certo. Tutte le cose sono belle quando hanno un inizio nuovo e hai lo spirito per interpretarle nella giusta maniera».
La palla torna a rotolare. Ma parecchie questioni sul tavolo restano. Ad esempio, la decisione del ministro Spadafora di partire con la Coppa Italia ha generato la perplessità e il malcontento di Inter, Milan e Juventus, convinte che sarebbe stato più sensato iniziare non con gare già decisive.
Una semifinale di ritorno di Coppa non è il massimo come debutto di fuoco, dopo tre mesi di isolamento. «Comprendiamo il valore di poter offrire a tutti gli appassionati partite di qualità dopo mesi di lockdown, ma sotto il profilo sportivo troviamo discutibile assegnare un trofeo importante come la Coppa Italia con due partite in tre giorni e con le squadre in campo dopo oltre tre mesi di fermo» ha commentato il presidente del Milan, Paolo Scaroni
CorSera...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Inizio campionato serie A, la guida: date, orari e partite della ripartenza
Si parte il 13 giugno con la Coppa Italia, il 20 con il campionato: venerdì si decide se con i recuperi o con la 27esima giornata. Il nodo delle tv, della quarantena e dei contratti
Prima la Coppa Italia
Il calcio italiano ripartirà con la Coppa Italia. Le due semifinali di ritorno sono il 13 giugno (Juve-Milan, ore 20.45) e il 14 (Napoli-Inter, ore 20.45). Finale il 17 giugno a Roma.
Il 20 il campionato
Nel weekend del 20 parte la serie A, ancora incerte le partite. Venerdì in Lega si deciderà se partire dalle 4 gare della 25esima giornata non disputate e poi mai recuperate a causa dell’emergenza Covid, vale a dire: Inter-Sampdoria, Verona-Cagliari, Atalanta-Sassuolo e Torino-Parma. Se invece si ricomincerà dalla 27esima giornata, in programma ci sono le seguenti partite: Verona-Napoli, Bologna-Juventus, Spal-Cagliari, Genoa-Parma, Torino-Udinese, Lecce-Milan, Atalanta-Lazio, Inter-Sassuolo, Fiorentina-Brescia, Roma-Sampdoria.
La quarantena
È il nodo cruciale: al momento il Cts non è orientato a cambiare la norma, che prevede isolamento del soggetto positivo e la quarantena di 14 giorni per la squadra. Significherebbe fermare di nuovo tutto. Ecco perché i playoff non sono scartati.
Gli orari
Ma a che ora si giocherà? All’inizio si prevedevano 3 turni alle 16.30, 18 e 21. Ma per l’Aic giocare a giugno e a luglio prima delle 17 «è impensabile». Alla fine le finestre saranno queste: 17.15, 19.30 e 21.45.
Come va a finire?
Cosa succede quindi in caso di stop? In un primo tempo aveva preso piede l’idea dei playoff e playout per concludere ed assegnare titolo, retrocessioni e qualificazioni. Ma è un piano B. Ma è anche possibile che venga cristallizzata la classifica al punto in cui si è arrivati con eventuali aggiustamenti dovuti al minor o maggior numero di partite giocate.
CorSera...ma di noi
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Coppa Italia, Agnelli e Scaroni furiosi, Conte schiera la Primavera"
Semifinali e finale in soli 5 giorni: i club si ribellano. Oggi la A vota sulla ripartenza: è scontro tra recuperi e giornata intera
Agnelli e Scaroni furiosi, Conte schiera la Primavera. La precedenza alla coppa nasce ieri mattina. Il ministro Spadafora chiede partite in chiaro, Lega e Federcalcio dicono no. A quel punto De Siervo cala il jolly della coppa Italia, che andrebbe in chiaro sulla Rai. Tutti contenti, tranne i club che dovranno giocarsi la Coppa in 5 giorni. In serata esplode la rabbia dell’Inter, pronta a mandare la Primavera, e di Juve e Milan che pensano di chiedere un decreto per anticipare le semifinali.
Gazzetta...ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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A me è sembrata una buona idea ripartire dalla coppa Italia per riprendere contatto col calcio giocato...però in effetti si potrebbero disputare le sole semifinali e rimandare la finale a fine campionato o comunque più in là....ma di noi
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C. Campo - Moriremo Lontani
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Ai margini e solo, Petrachi salvato dall'emergenza
"Isolato". È l'aggettivo più utilizzato dai procuratori e dagli addetti ai lavori per fotografare la situazione attuale di Gianluca Petrachi. Il direttore sportivo della Roma deve la sua conferma allo stop del campionato la sua precaria conferma.
A penalizzarlo è stata in primis la gestione muscolare operata all'interno di Trigoria, manifestata in vari ambiti sino ad arrivare alla squadra (sottoposta ieri a nuovo ciclo di tamponi). Il nervosismo ha toccato anche i collaboratori più vicini (Longo), che hanno iniziato a prendere le distanze.
Il paradosso è che la causa che lo mantiene a Roma è la stessa a frenarlo sul mercato. Lo stallo infatti nel quale versa il club (che tra l'altro non vuole pagarlo inutilmente sino al 2022, esonerandolo) lo costringe ad una posizione d'attesa. Le riunioni di mercato previste negli ultimi dieci giorni sono state annullate sino a ieri. De Sanctis intanto continua la sua crescita. Da vice ds e responsabile del settore giovanile, ora è sempre più figura di fiducia del Ceo Fienga.
(Il Messaggero)
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