Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • robybaggio10
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    • Franciacorta
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    Originariamente Scritto da marcu9 Visualizza Messaggio
    Eh e come le gestisci ?
    O finisci, altrimenti riparti con una serie a a 22 squadre con 4 retrocessioni (è una serie b con 2 promozioni).
    Per le qualificate alle coppe...Bho...Non saprei...
    I SUOI goals:
    -Serie A: 189
    -Serie B: 6
    -Super League: 5
    -Coppa Italia: 13
    -Chinese FA Cup: 1
    -Coppa UEFA: 5
    -Champions League: 13
    -Nazionale Under 21: 19
    -Nazionale: 19
    TOTALE: 270

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    • marcu9
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      Che casino...
      Originariamente Scritto da Sean
      Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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      • marcu9
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        FIGC-Governo, ora è scontro aperto: per fermare il calcio, serve fare come in Francia ► https://bit.ly/35eCyX9

        Originariamente Scritto da Sean
        Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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        • Sean
          Csar
          • Sep 2007
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          Gravina: "Non firmerò mai per il blocco dei campionati. Ce lo imponga il Governo. Se si chiude perdita di 800 milioni"

          "Il piano B in caso di stop definitivo del calcio? Il mio senso di responsabilità mi porta ad avere un piano B, C, D. Ma se esso deve far rima con 'è finita' dico che, finché sarò Presidente della Figc, non firmerò mai per il blocco dei campionati, perché sarebbe la morte del calcio italiano". Lo ha dichiarato il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina nel corso del primo meeting online, virtuale, dell'Ascoli Calcio, alla presenza dei massimi dirigenti del club bianconero.


          RISCHIO RICORSI — "Io sto tutelando gli interessi di tutti - ha continuato Gravina - quindi, ripeto, mi rifiuto di mettere la firma ad un blocco totale, salvo condizioni oggettive, relative alla salute dei tesserati, allenatori, staff tecnici e addetti ai lavori, ma qualcuno me lo deve dire in modo chiaro e mi deve impedire di andare avanti". "Vi immaginate quanti contenziosi dovremmo affrontare in caso di stop? - ha continuato -. Chi viene promosso? Chi retrocede? Quali diritti andremo a calpestare? Tutti invocano il blocco, lo faccia il Governo, ce lo imponga, io rispetterò sempre le regole. Ogni giorno devo rintuzzare attacchi e la gente non capisce o fa finta di non capire. Ribadisco ancora una volta il concetto: io la firma su un blocco del campionato non la metterò mai".

          DANNO ECONOMICO — "Il tempo lavora a nostro favore - ha detto ancora il presidente federale - il danno economico è diviso per categorie: con la chiusura totale il sistema perderebbe 700-800 milioni di euro, se si dovesse giocare a porte chiuse la perdita sarebbe di 300 milioni, se si ripartisse a porte aperte la perdita ammonterebbe a 100-150 milioni, anche se quest'ultima ipotesi non è percorribile. Dobbiamo fare una riflessione: non è il caso di fare una riforma, intesa come modalità di sviluppo sostenibile e non solo per quanto riguarda il format playoff/playout? È questo il tema su cui dobbiamo concentrarci: siamo gli unici in Europa ad avere cento squadre professionistiche e non si possono più sostenere".

          Gazzetta
          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
          popoli studiosi scriveranno
          forse, tra mille inverni
          «nessun vincolo univa questi morti
          nella necropoli deserta»

          C. Campo - Moriremo Lontani


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          • Sean
            Csar
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            • In piedi tra le rovine
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            Addio al campionato, la stagione 2019-2020 si chiude qui, per ora. Si riprenderà a settembre, come e se con l’ultimo moncone di campionato (124 partite) o direttamente il prossimo si vedrà. La questione allenamenti è importante ma solo marginale e non è il cuore del problema. ll ministro Spadafora spegne le ultime speranze del calcio, ormai manca solo l’ufficialità. E probabilmente saranno gli stessi presidenti dei club, a questo punto, a chiedere che il governo chiuda una volta per tutte il calcio. Così come è successo in Francia, Belgio, Olanda e chissà ora quanti altri campionati. Un provvedimento del Consiglio dei Ministri impedirebbe cause e ricorsi e assorbirebbe almeno parte della prevedibile bufera. Giocare in sicurezza è impossibile – Dybala ad esempio è ancora positivo – avere una data precisa della ripresa del campionato pure. Insomma intanto non si giocherà più, poi si vedrà quando e in che modo ricominciare…

            Se non si vuole accettare l’incertezza della ripartenza del campionato l’alternativa è chiudere qui. Io sinceramente vedo un sentiero sempre più stretto alla ripresa del campionato”.


            Se non è uno stop questo, cos’è? E se non lo è, all’ultimo alt ufficiale al campionato di Serie A sembra ormai mancare davvero poco. In ogni caso, il campionato è da oggi, di fatto, chiuso qui. Scordiamocelo e ci rivediamo a settembre, forse. Poi vedremo se con l’ultimo grande moncone delle 124 partite che mancano di questa stagione – ma mi sembra oggettivamente difficile pure questo – o direttamente con la prossima stagione 2020-2021 e amen. Con tutta l’aleatorietà ormai di questi anni appiccicati uno appresso all’altro senza che dicano più molto. E dare il via alla prossima stagione sarà un’improba condanna di Sisifo pure quella, cominciamo a farcene una ragione.

            Le ultime parole del ministro delle sport Spadafora a La7 sono state fin troppo chiare. “Io ho sempre parlato della ripresa degli allenamenti, ma mai di quella del campionato. Penserei molto di più al nuovo campionato. La Francia è stata l’ultima a chiudere, ma non è stata la sola e forse non sarà stata davvero solo l’ultima, servirebbe una linea comune in Europa. I protocolli sulla sicurezza presentati non sono sufficienti. Non si sa nemmeno se saranno reperibili tutti i tamponi necessari, e poi non c’è solo il problema dei ritiri e delle partite, ci sono i viaggi, gli alberghi migliaia di persone che comunque si spostano. E cosa facciamo se riapriamo e c’è un calciatore positivo il giorno dopo? Il mio dovere è pensare a salvare le società, ma anche dire di fermarsi se non si può riprendere in sicurezza. E anzi dico una cosa, potremmo trovarci nei prossimi giorni davanti a una sorpresa: potrebbero essere gli stessi club a dire di chiudere e pensare al prossimo campionato

            Va bene, insomma inutile continuare. Il ministro Spadafora fotografa una situazione reale, abbastanza oggettiva, e non credo proprio parli a titolo personale ma che abbia anche l’appoggio del governo e del presidente del consiglio. Altrimenti sarebbe davvero un incosciente. E non credo proprio lo sia. Figuriamoci quanta voglia possa avere un ministro di passare alla storia come quello che ha chiuso un campionato di calcio. Sia pure a causa di una pandemia che il mondo finora non aveva mai conosciuto.


            Nel grande caos della ripresa economica del paese, non si può pensare che il calcio riesca a risolvere tutto e allontanare il rischio virus soltanto perché è il calcio. E dunque sia immune per grazia ricevuta. Se ci pensate, siamo tornati a una decina di giorni fa quando il presidente Gravina, tirato un po’ per il collo da Fabio Fazio a “Che tempo Che Fa” ammise che una decisione netta e precisa di chiusura del governo lo avrebbe sollevato. Ossia avrebbe sgravato tutti i vertici del calcio dal peso e dalla responsabilità di una decisione importante e troppo controversa per non dover affrontare un’enorme bufera di polemiche e aggressioni verbali e giudiziarie. Una decisione ufficiale del governo azzererebbe, se non del tutto quasi, il rischio di veleni, cause, ricorsi davanti a qualunque commissione e qualunque tribunale regionale e nazionale, ingiunzioni, beghe giudiziarie. Insomma il caos più totale.


            Pare proprio che il governo – ha praticamente detto Spadafora – aspetti solo ora che addirittura siano gli stessi club, un congruo numero di presidenti, a dire basta e arrendersi per manifesta impossibilità di andare avanti. E’ quello che qui abbiamo detto fin dall’inizio della crisi: aspettare, aspettare e aspettare. Che molto banalmente è quello che tutto il mondo sta facendo. E dunque non imporsi una ripresa accelerata a tutti i costi, assorbire piuttosto il contraccolpo della stagione annullata in tempi molto lunghi, anche due o tre anni. Penso che presto anche l’ Uefa dovrà arrendersi all’evidenza e non imporre alle leghe nazionali di chiudere i campionati a tutti i costi in tempo perché si possano far giocare gli ultimi monconi di Champions ed Europa League. Non si può giocare al gioco di chi butta fuori chi e il più forte si prende l’ultimo spazietto rimasto.


            Purtroppo previsioni e algoritmi non ci consentono altro. E’ la realtà, il calcio non può distorcerla a suo comodo. La realtà è che Paulo Dybala, ad esempio, non è ancora uscito definitivamente dall’incubo della positività al Coronavirus e il suo percorso di recupero sarà ancora lungo. I calciatori stessi, e non solo loro – anzi a maggior ragione tutto il grande e addirittura preponderante contorno di addetti ai lavori, spessissimo in età a rischio – rischierebbero di pagare un prezzo ancor più caro. Che non si può pagare solo perché bisogna giocare a tutti i costi.


            "Se non si vuole accettare l'incertezza della ripartenza del campionato l'alternativa è chiudere qui. Io sinceramente vedo un sentiero sempre più stretto alla ripresa del campionato". Se non è uno stop questo, cos'è? E se non lo è, all'ultimo alt ufficiale al campionato di Serie A sembra ormai mancare davvero poco. In ogni caso, il campionato è da oggi, di fatto, chiuso qui. Scordiamocelo e ci rivediamo a settembre, forse. Poi vedremo se con l'ultimo grande moncone delle 124 partite che mancano di questa stagione - ma mi sembra oggettivamente difficile pure questo - o direttamente con la prossima stagione 2020-2021 e amen. Con tutta l'aleatorietà ormai di questi anni appiccicati uno appresso all'altro senza che dicano più molto. E dare il via alla prossima stagione sarà un'improba condanna di Sisifo pure quella, cominciamo a farcene una ragione. Le ultime parole del ministro delle sport Spadafora a La7 sono state fin troppo chiare. "Io ho sempre parlato della ripresa degli
            ...ma di noi
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            • Sean
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              Che cosa succede alla serie A se il campionato non riparte? La guida

              Il ministro dello Sport Spadafora si è detto scettico sulla ripartenza: «Io vedo il sentiero della ripresa del campionato sempre più stretto. Io penserei a organizzarmi per riprendere in sicurezza il nuovo campionato che dovrà partire a fine agosto»

              Il campionato di serie A ripartirà? O verrà definitivamente bloccato? E in quest’ultimo caso cosa succederà per quanto riguarda la classifica finale di quest’anno? Chi vincerà lo scudetto? Chi andrà in Champions League e in Europa League? Chi retrocede in B e chi viene promosso? Queste sono solo alcune delle domande che si pone il tifoso, sconvolto dall’impatto sul mondo dello sport dell’emergenza coronavirus. Vediamo quali sono, al momento, le risposte, in una situazione, che, occorre dirlo, è in continua evoluzione.




              1) Il campionato di serie A ripartirà?

              Non è ancora stato deciso. Da un lato infatti la Lega di serie A vorrebbe ripartire a tutti i costi, per una questione di soldi innanzitutto. Le perdite infatti, se le tv decidessero di non erogare l’ultima rata relativa all’acquisto dei diritti, oltre a quelle già certe (incassi da stadio, marketing ecc..) potrebbero arrivare fino a 700 milioni di euro. In realtà però, anche all’interno della Lega di A le posizioni sono più articolate. Molte società ritengono che non si possa ripartire in queste condizioni, mentre altre vorrebbero farlo a qualunque costo. Tutte però sono d’accordo sul fatto che deve essere il governo a sancire l’eventuale stop definitivo al campionato. In modo da imputare il tutto a cause di forza maggiore, nel probabile contenzioso legale che seguirà con le tv. La pensa così anche la Figc, preoccupata delle cause in arrivo da parte di tanti club interessati, dopo che verrà data una certificazione della classifica finale. Vorrebbe far concludere i campionati anche l’Uefa (ma Olanda, Francia e Belgio li hanno già fermati definitivamente) che prima però aveva dato un termine massimo al prossimo 2 agosto mentre poi si è detta disponibile a far concludere i campionati anche a partire da settembre, cosa che tuttavia comporterebbe la riscrizione del calendario di tutta la prossima stagione, coppe e Nazionali comprese.



              2) Qual è la posizione del governo?

              Di massima prudenza. Per ora fino al 18 maggio le squadre di calcio non possono ancora allenarsi e non è ancora certo che possano farlo dopo. Un primo protocollo per la ripartenza realizzato dalla Figc è stato bocciato, ora si cerca di capire se è possibile realizzarne un altro. Molti i punti critici, che trovate qui. Oggi il ministro dello sport Spadafora ha spiegato in un’intervista a La7: «Io vedo il sentiero della ripresa del campionato sempre più stretto. Io penserei a organizzarmi per riprendere in sicurezza il nuovo campionato che dovrà partire a fine agosto». Sembra una sorta di campana a morto per la A. In realtà nessuna decisione ufficiale è stata ancora presa.


              3) In caso di stop definitivo, chi vince lo scudetto?

              Anche in questo caso nessuna decisione ufficiale, ma è probabile che il titolo non venga assegnato.


              4) E chi andrà in Champions League?

              In questo caso verranno seguite le indicazioni dell’Uefa che dice di tenere conto dei risultati ottenuti finora sul campo. Quindi Juventus, Lazio, Inter e Atalanta.


              5) Chi andrà in Europa League?

              Stesso discorso che per la Champions. Al momento andrebbero direttamente ai gironi Roma e Napoli. Ai preliminari andrebbe il Verona qualora si decidesse di attribuire tre punti a ogni squadra per tutte le partite restanti. Se invece si prendesse spunto dalla classifica attuale toccherebbe al Milan (anche se il Verona ha una partita in meno). Tuttavia se venisse giocata la Coppa Italia (mancano le due semifinali di ritorno e la finale) e in caso di vittoria del Milan, sarebbero i rossoneri ad andare ai gironi, mentre il Napoli andrebbe ai preliminari. C’è infine un’ultima possibilità: che la Figc ritenga d’ufficio più meritevole il Milan di andare in Europa League visto che è sia semifinalista di Coppa Italia che settimo nella classifica di campionato (anche se con una partita in più del Verona). Anche in questo caso rossoneri ai preliminari.


              6) Chi andrà in serie B e chi salirà in A?

              E’ la questione più controversa. Ci sono tre ipotesi possibili. La prima prevede l’ampliamento del campionato a 22 squadre. Nessuna retrocessione quindi , ma in A salirebbero solo Benevento e Crotone dato che non si disputerebbero i playoff. La seconda possibilità prevede che tutto resti com’è con le stesse 20 squadre di quest’anno che giochino in serie A anche nella prossima stagione. Infine c’è anche una terza possibilità, con le attuali ultime due che andrebbero in B (Spal e Brescia) mentre salirebbero in A Benevento e Crotone. In tutti i casi ricorsi sicuri.


              7) Cosa succede negli altri 4 grandi campionati europei?

              La Francia si è fermata. La Germania spera di ripartire il prossimo 9 maggio. La Spagna farà cominciare gli allenamenti delle squadre della Liga a partire dal 4 maggio. L’Inghilterra sta studiando un piano che prevederebbe l’isolamento e poi la disputa di tutte le gare in un unico stadio, Wembley o Twickhenam. Ma non ci sono ancora date certe.



              CorSera
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              sopra una sola teca di cristallo
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                Serie A, ipotesi stop campionato
                Inutili le battaglie di retroguardia
                È la prossima stagione da salvare


                Che senso ha cercare un protocollo per quaranta giorni e non uno per l’anno che seguirà? Se saltasse il prossimo torneo allora sì che salterebbe tutta l’industria del calcio

                di Mario Sconcerti

                Il calcio sta sprecando energia in una straordinaria battaglia di retroguardia. Quando parliamo di riprendere a giocare pensiamo a giugno e luglio, cioè a dodici giornate del vecchio campionato. Senza chiederci mai come potremo mettere in sicurezza le 380 partite della prossima stagione. Che senso ha cercare
                un protocollo per quaranta giorni e non uno per l’anno che seguirà di lì a un mese?
                Tutti i medici ci dicono che dovremo convivere con il virus. Ancora ieri i nuovi contagi erano 2 mila, esattamente quanti erano l’11 marzo, giorno in cui è stato messo in isolamento tutto il paese. Allora chiudemmo per salvaguardare gli ospedali, oggi ripartiamo per salvaguardare le produzioni, ma il problema è rimasto.
                Il virus è meno forte, più stanco, più annoiato, ma esiste ancora. Il calcio è più esposto di qualunque altra azienda. Non ha distanza di sicurezza, è fatto di uomini sudati che per definizione si cercano a vicenda. Vivono per forza in comunità, viaggiano, vengono massaggiati, curati, toccati continuamente. Hanno bisogno di sputare spesso per compensare il respiro. Come si possono proteggere una volta tornati nel mondo?

                Le soluzioni trovate (e non ancora accettate) per questi ultimi due mesi di campionato, cioè la reclusione costante di giocatori e addetti in alberghi appositi, non può essere moltiplicata per tutta una stagione. Sarebbe un carcere che nessuno accetterebbe. È qui che comincia il paradosso: si è costruito con fatica e polemiche un protocollo per quaranta giorni senza farsi nessuna domanda sull’intera stagione. Come si fa a non capire che la differenza d’importanza è enorme? Se la coda del vecchio campionato vale 400 milioni, una stagione intera non ha prezzo. Eppure è chiaro che in questo momento un prossimo campionato non esiste. Quale governo, quale ente sportivo, si prenderà la responsabilità di farlo ripartire? E con quali regole di sicurezza?Per far riprendere la vecchia stagione si è costretti a chiudere tutti dentro scatole di lusso, soluzione indefinibile e chiaramente a tempo. Come si può pensare a un’intera stagione di conseguenze simili?


                Si può forse alla fine accettare di vivere il calcio con un moderato rischio di contagio, in fondo è quello che succederà dovunque, dalle fabbriche alle strade. Si può decidere di andare avanti con piccolo sprezzo del pericolo anche in uno stadio. Ma ci sono le regole comuni, c’è il buon senso. Ci sono necessità. La positività di un giocatore costringerebbe almeno due squadre, un centinaio di persone, a fermarsi per due settimane. E non saremmo in piena estate ma nei mesi veri delle malattie e dello stesso virus. Capisco di lanciare allarmi, ma è molto preoccupante vedere che tutta la nostra possibilità di pensiero è concentrata su un obiettivo sbagliato. È tempo di cominciare a lavorare per mettere in sicurezza il prossimo campionato. Ripeto: oggi non comincerebbe. Già non esiste. Per farlo esistere di nuovo deve arrivare qualcosa di universale come un vaccino o grandi idee che ne curino il pericolo.

                Nessuno con le leggi di oggi si prenderebbe la responsabilità di farlo partire. Stiamo solo eliminando il problema eliminando la domanda. Ma se salta la stagione, allora sì, salta davvero l’intera industria del calcio, dai palloni alle partite, dai soldi alla distrazione sociale, alle televisioni, a chi costruisce scarpette e maglie, dai contratti dei calciatori ai tanti media che lo raccontano. Sarebbe un fallimento vero, totale. Vedo che tutti ormai parlano di mercato. È una soluzione corretta, la ricerca di un argomento alternativo. Ma per avere un mercato, serve un campionato. E quello adesso non c’è. Capite la grandezza dell’equivoco? Qualcuno se ne vuole occupare?



                CorSera
                ...ma di noi
                sopra una sola teca di cristallo
                popoli studiosi scriveranno
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                C. Campo - Moriremo Lontani


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                • KURTANGLE
                  Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
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                  Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                  Gravina: "Non firmerò mai per il blocco dei campionati. Ce lo imponga il Governo. Se si chiude perdita di 800 milioni"

                  "Il piano B in caso di stop definitivo del calcio? Il mio senso di responsabilità mi porta ad avere un piano B, C, D. Ma se esso deve far rima con 'è finita' dico che, finché sarò Presidente della Figc, non firmerò mai per il blocco dei campionati, perché sarebbe la morte del calcio italiano". Lo ha dichiarato il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina nel corso del primo meeting online, virtuale, dell'Ascoli Calcio, alla presenza dei massimi dirigenti del club bianconero.


                  RISCHIO RICORSI — "Io sto tutelando gli interessi di tutti - ha continuato Gravina - quindi, ripeto, mi rifiuto di mettere la firma ad un blocco totale, salvo condizioni oggettive, relative alla salute dei tesserati, allenatori, staff tecnici e addetti ai lavori, ma qualcuno me lo deve dire in modo chiaro e mi deve impedire di andare avanti". "Vi immaginate quanti contenziosi dovremmo affrontare in caso di stop? - ha continuato -. Chi viene promosso? Chi retrocede? Quali diritti andremo a calpestare? Tutti invocano il blocco, lo faccia il Governo, ce lo imponga, io rispetterò sempre le regole. Ogni giorno devo rintuzzare attacchi e la gente non capisce o fa finta di non capire. Ribadisco ancora una volta il concetto: io la firma su un blocco del campionato non la metterò mai".

                  DANNO ECONOMICO — "Il tempo lavora a nostro favore - ha detto ancora il presidente federale - il danno economico è diviso per categorie: con la chiusura totale il sistema perderebbe 700-800 milioni di euro, se si dovesse giocare a porte chiuse la perdita sarebbe di 300 milioni, se si ripartisse a porte aperte la perdita ammonterebbe a 100-150 milioni, anche se quest'ultima ipotesi non è percorribile. Dobbiamo fare una riflessione: non è il caso di fare una riforma, intesa come modalità di sviluppo sostenibile e non solo per quanto riguarda il format playoff/playout? È questo il tema su cui dobbiamo concentrarci: siamo gli unici in Europa ad avere cento squadre professionistiche e non si possono più sostenere".

                  Gazzetta


                  su questo sono d'accordo.
                  Il Governo deve assumersi le sue responsabilità e decidere sul punto.
                  NOn mi pare saggio passare la palla
                  Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                  parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                  Originariamente Scritto da GoodBoy!
                  ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                  grazie.




                  PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                  • robybaggio10
                    Bodyweb Senior
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                    Originariamente Scritto da INFILATEMELO Visualizza Messaggio
                    su questo sono d'accordo.
                    Il Governo deve assumersi le sue responsabilità e decidere sul punto.
                    NOn mi pare saggio passare la palla
                    Scusa, ma cosa centra il governo con lo svolgimento del campionato? Il governo può decidere se e quando si può o non si può giocare (a qualsiasi sport), ma non è mica compito del governo decidere se, per esempio, a settembre, si debbano giocare le gare mancanti del campionato attuale o iniziare un nuovo campionato.
                    I SUOI goals:
                    -Serie A: 189
                    -Serie B: 6
                    -Super League: 5
                    -Coppa Italia: 13
                    -Chinese FA Cup: 1
                    -Coppa UEFA: 5
                    -Champions League: 13
                    -Nazionale Under 21: 19
                    -Nazionale: 19
                    TOTALE: 270

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                    • Sean
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                      Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
                      Scusa, ma cosa centra il governo con lo svolgimento del campionato? Il governo può decidere se e quando si può o non si può giocare (a qualsiasi sport), ma non è mica compito del governo decidere se, per esempio, a settembre, si debbano giocare le gare mancanti del campionato attuale o iniziare un nuovo campionato.
                      Però quello che vuole il calcio è scaricarsi della responsabilità di chiudere, nella illusione che uno stop per decreto possa salvaguardarlo dai ricorsi e dai mancati pagamenti dalle tv.

                      E' una illusione perchè i ricorsi ci saranno comunque (come in Olanda) e le tv non verseranno un euro lamentando i danni. Sarà un caos.
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                      • Sean
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                        Campionato appeso a un filo

                        IL TEMPO (S. PIERETTI) - Se non è un requiem, poco ci manca. Il campionato di calcio è appeso a un filo, sospeso tra l'insofferenza di chi vorrebbe conoscere la data di ripresa del campionato e chi deve fare i conti con una situazione sanitaria ancor drammatica che continua a produrre numeri angosciosi. «Io vedo il sentiero della ripresa del campionato sempre più stretto - afferma il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora di prima mattina, intervenendo a Omnibus - Io penserei a organizzarmi per riprendere in sicurezza il nuovo campionato che dovrà partire a fine agosto». Se il buon giorno si vede dal mattino, quando l'orologio segna le nove e mezza, per il calcio è già notte fonda.


                        LA FIGC NON DEMORDE - La Federcalcio difende strenuamente il campionato attraverso le parole del proprio presidente. «Non firmerò mai per il blocco dei campionati, perché sarebbe la morte del calcio italiano - ha affermato il massimo dirigente Gabriele Gravina - con la chiusura totale il sistema perderebbe 700-800 milioni di euro. Sto tutelando gli interessi di tutti. Mi rifiuterò sempre di mettere una firma sulla chiusura dei campionati, salvo che ci siano condizioni oggettive, reali, in relazione alla tutela della salute dei tesserati e degli addetti ai lavori. Ma qualcuno me lo deve dire in modo chiaro e mi deve impedire di andare avanti. Il tempo lavora a nostro favore».

                        LA STRADA ALTERNATIVA - Il piano B in Lega Calcio non c'è, perché nessuno vuol prendere in considerazione i play off, idea lanciata dal presidente della Figc Gabriele Gravina e soffocata sul nascere dall'Assemblea di Serie A. Cambiare il format del campionato presterebbe il fianco ai legali delle emittenti titolari dei diritti televisivi. Per questo, nessun presidente ha fin qui preso in considerazione l'idea dei play off pur svincolata dall'Uefa nell'ultimo esecutivo. Oggi il governo inglese e quello tedesco valuteranno la possibilità della ripresa dei campionati nazionali.


                        LE MOSSE DELLA LEGA - A Milano è stata un'altra giornata intensa. I presidenti della Serie A continuano a essere convinti nel riprendere il campionato, rispetto all'ultima riunione plenaria soltanto un paio di dirigenti avrebbero manifestato intenzioni contrarie. Domani - pur essendo un giorno festivo - andrà in scena un'Assemblea straordinaria, per affrontare diversi temi. E' probabile che al termine dei lavori, venga reiterata la richiesta al Governo di fornire in maniera orientativa le date per la ripresa degli allenamenti di squadra e l'eventuale data per la ripartenza del campionato. Resta bloccato il confronto con Sky e DAZN che avevano chiesto lo slittamento del pagamento dell'ultima rata in scadenza il prossimo 2 maggio: questione spinosa, che potrebbe finire nelle aule dei tribunali.


                        LE RICHIESTE DELL'AIC - Il presidente dell'Associazione Calciatori insiste per la certificazione del protocollo della Commissione medica Figc. «Non è ancora stato validato il protocollo per gli allenamenti del calcio, ma bisogna studiarne subito un altro per consentire gli allenamenti individuali nei centri sportivi della società. I calciatori sono disponibili a ripartire ma sempre con il via libera della comunità scientifica». Che non arriverà prima del 18 maggio quando potrebbero essere «svincolati» gli allenamenti individuali nei centri sportivi delle squadre professionistiche che andrebbero avanti un paio di settimane, poi altre due di allenamenti di squadra: a quel punto, il Governo potrebbe prendere in considerazione la ripresa del campionato, ma il sentiero è molto stretto. La Federmedici e la Commissione Scientifica della Figc stanno lavorando per apportare le modifiche richieste dalla Commissione Tecnica Sanitaria del Governo che dovrà poi licenziare il protocollo di sicurezza sanitaria relativo ai calciatori. Ma gli ultimi accadimenti non aiutano: dopo la nuova positività di Sportiello, anche Dybala - come conferma l'entourage del calciatore argentino - è in attesa del responso del tampone.

                        IL TEMPO (S. PIERETTI) - Se non è un requiem, poco ci manca. Il campionato di calcio è appeso a un filo, sospeso tra l'insofferenza di chi vorrebbe conoscere la data di ripresa del campionato e chi deve fare i conti con una situazione sanitaria ancor drammatica che continua a produrre numeri angos...
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • robybaggio10
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                          Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                          Però quello che vuole il calcio è scaricarsi della responsabilità di chiudere, nella illusione che uno stop per decreto possa salvaguardarlo dai ricorsi e dai mancati pagamenti dalle tv.

                          E' una illusione perchè i ricorsi ci saranno comunque (come in Olanda) e le tv non verseranno un euro lamentando i danni. Sarà un caos.
                          Esatto. E' il "calcio" che non vuole prendersi le proprie responsabilita', non il governo.
                          I SUOI goals:
                          -Serie A: 189
                          -Serie B: 6
                          -Super League: 5
                          -Coppa Italia: 13
                          -Chinese FA Cup: 1
                          -Coppa UEFA: 5
                          -Champions League: 13
                          -Nazionale Under 21: 19
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                            Giocare le coppe senza i campionati. La svolta dell'Uefa è già una Superlega

                            Il calcio italiano è sull'orlo della resa con la fine anticipata della Serie A che diventa una realtà sempre più concreta. L'Uefa, invece, non ha alcuna intenzione di interrompere la Champions ed Europa League e valuta tutte le ipotesi possibili per portare a termine la Champions. Mantenere la formula attuale o snellirla, concentrando le partite dei quarti di finale in poi nelle Final Eight sul modello dei Mondiali di calcio, in un'unica sede. Dal 3 al 29 agosto le date scelte, ma sarebbe disposta a concentrare la coppa anche nelle ultime due settimane del mese e persino scavallare a settembre.

                            Per le squadre di Serie A impegnate in Europa si manifesterebbero due problemi: dove allenarsi e dove giocare, vista la difficoltà di trovare un Paese che accoglierebbe squadre provenienti da Piemonte o Lombardia senza un periodo di quarantena. L'Atalanta ha assunto una posizione critica sulla ripresa del campionato così da potersi concentrare sulla Champions, così come l'Inter che punta all'Europa League. Lo scenario più inquietante è quello di campionati nazionali indeboliti che lasciano spazio ad una Super Champions, un "campionato" tra tutte le big.


                            La Serie A resta spaccata: ieri 9 club si sono riuniti in teleconferenza per discutere dell'eventuale stop. Sarà decisiva l'assemblea Lega in programma domani. Oggi, invece, il presidente federale Gravina potrebbe parlare con i vertici del Comitato tecnico-scientifico del governo per capire se un altro protocollo sulla salute sia possibile.


                            (La Repubblica)

                            Il calcio italiano è sull'orlo della resa con la fine anticipata della Serie A che diventa una realtà sempre più concreta. L' Uefa, invece, non ha alcuna intenzione di interrompere la Champions ed Europa League  e valuta tutte le ipotesi possibili per portare a termine la Champions . M...
                            ...ma di noi
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                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • marcu9
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                              Chissà le conseguenze di perdite così alte.
                              Originariamente Scritto da Sean
                              Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                              • Sean
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                                Nell'ordine delle centinaia di milioni. Gravina per l'intero calcio parla di 800 milioni di perdite. Per la A saremo sui 200 o 300 milioni o forse di più.
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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