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Non ricordo bene quale partita fosse, ma un altro aneddoto forte che raccontò Arrigo vedeva protagonista Baresi.
Prima di entrare in campo disse al Kaiser di mettersi davanti all'uscita del tunnel degli spogliatoi e di fissare ogni calciatore avversario negli occhi.
Dopo la foto di rito Baresi porta il gagliardetto in panchina e Sacchi gli chide "allora, in quanti ti hanno guardato in faccia, Franco?"..." Nessuno Mister"..." Allora vinciamo facile".
Ma mi sa tanto che fosse prima della Steaua.
Questa non la sapevo, grazie.
Tra l'altro lo Steaua aveva vinto la Coppa dei Campioni solo tre anni prima, non era la squadretta che potrebbe sembrare, vista con gli occhi di oggi.
Anni dopo, quando Sacchi arrivò al Real come direttore sportivo, Butragueño gli confessò che prima di quella partita gli spagnoli avevano mandato dei loro uomini a spiare un allenamento del Milan. Casualmente, fu una di quelle sedute in cui Sacchi, per provare i movimenti, faceva partitelle senza il pallone, chiamando ad alta voce il nome dei calciatori.
Le spie non ci capirono niente, gli sembrava una squadra sbarcata da Marte. Al ritorno alla base provarono a spiegare quello che avevano visto ma non gli credette nessuno.
hahahahahhahahah bellissima questa!
com'erano le partitelle senza pallone ? solo a provare i movimenti?
Originariamente Scritto da SPANATEMELA
parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
Originariamente Scritto da GoodBoy!
ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
Tra l'altro lo Steaua aveva vinto la Coppa dei Campioni solo tre anni prima, non era la squadretta che potrebbe sembrare, vista con gli occhi di oggi.
Un'altra gagliarda è questa.
Marakana di Belgrado. Prima partita, che poi fu sospesa e rigiocata causa nebbia.
100.000 tigri di Arkan indomabili che cantano e suonano i tamburi, petardi, fumogeni ecc...
Gullit se ne esce con " ma qui è sempre così?"
Sacchi:. " No Ruud, generalmente fanno 40.000 di media"
Gullit: " bene, allora gli altri 60.000 sono venuti per noi".
Un'altra gagliarda è questa.
Marakana di Belgrado. Prima partita, che poi fu sospesa e rigiocata causa nebbia.
100.000 tigri di Arkan indomabili che cantano e suonano i tamburi, petardi, fumogeni ecc...
Gullit se ne esce con " ma qui è sempre così?"
Sacchi:. " No Ruud, generalmente fanno 40.000 di media"
Gullit: " bene, allora gli altri 60.000 sono venuti per noi".
Pizzul ancora oggi dice che secondo lui se fossero stati eliminati la panchina di Sacchi sarebbe saltata, fu la partita della svolta. Tra l'altro, pare che che Belgrado sia molto ventilata per via di una specie di bora, la košava, che la spazza di continuo. Non si ricordavano altre giornate di nebbia a memoria d'uomo.
Questo frammento preso dall'autobiografia di Sacchi spiega bene in razza di nebbia si trovarono a giocare
“A Belgrado, quando sentimmo nella nebbia il fischio che indicava la fine del primo tempo, rientrammo negli spogliatoi preoccupati. La preoccupazione lasciò il posto allo stupore quando trovammo Virdis vestito. E tu cosa fai qui? Lui disse: Come sarebbe? Mi hanno espulso! Non avevamo visto. Non si vedeva davvero niente”.
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Tamponi, mascherine, ristorante self-service e ritiro permanente: il protocollo per tornare ad allenarsi
Punto per punto ecco come dovranno organizzarsi i club. Inizialmente le sedute saranno in piccoli gruppi e dovranno esserci due metri di distanza tra ogni giocatore
Il documento ha per titolo "Indicazioni per la ripresa degli allenamenti delle squadre di calcio professionistiche e degli arbitri": 32 pagine di norme di condotta generale, più altre 15 di "protocollo" da adottare nel periodo di allenamento. A firmare la relazione sono i dodici membri della Commissione medico scientifica della Figc, affiancati da quattro super esperti, fra cui Walter Ricciardi dell'Oms e Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani di Roma.
Il rischio zero non esiste
Scopo del documento è "fornire le massime garanzie oggi possibili per tutelare la salute dei calciatori, degli arbitri e tutti gli addetti ai lavori in caso di ripresa degli allenamenti", come si legge nell'intestazione, "per ridurre al minimo il rischio di contagio", pur nella consapevolezza che "in mancanza di una prevenzione realmente efficace (vaccino), il rischio zero di contagio non esiste". I medici precisano subito che non spetta a loro autorizzare la ripresa degli allenamenti, ma "alle competenti autorità di governo".
Sanificazione e mascherine
Per quanto riguarda il "giorno di ripresa degli allenamenti", dopo lo stop di marzo, i medici indicano la necessità che a decidere sia "un decreto governativo". Quanto invece ai campi, alle palestre, alle foresterie o agli alberghi dove alloggeranno le squadre i medici raccomandano "la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali" nonché "la ventilazione dei locali". Inoltre, i club dovranno fornire al personale sanitario "addetto alla valutazione preliminare e alla sorveglianza clinica del gruppo squadra" (in pratica: i medici e infermieri addetti ai test Covid19) mascherine di vario tipo, guanti e occhiali protettivi.
Questionari, temperatura e tamponi
Fra le 96 e le 72 ore prima del ritorno al campo d'allenamento, tutto il gruppo squadra (giocatori, allenatore e assistenti) dovrà rispondere a un articolato questionario sugli spostamenti recenti, su eventuali contatti con persone positive al coronavirus e sulla presenza o meno di sintomi riconducibili al contagio. Seguiranno una visita medica, il rilievo della temperatura corporea, un tampone "rapido" del tipo Rt-Pcr (da ripetere dopo 24 ore) e un'indagine sierologica, alla ricerca di anticorpi nel sangue.
Gli esami ai calciatori guariti dal virus
Al tampone non dovranno sottoporsi quei giocatori che già hanno contratto il coronavirus e sono poi guariti. Per la scienza è guarito chi, valutato al termine di 14 giorni di quarantena successivi al primo tampone positivo, "risolve i sintomi dell'infezione e risulta negativo in due test consecutivi, effettuati a distanza di 24 ore uno dall'altro". Per i guariti, particolare attenzione sarà data agli esami cardiaci: circa un quarto di chi ha contratto la malattia in forma grave ha anche riportato danni al cuore.
Tamponi e test sierologici: implicazioni etiche e pratiche
Il documento precisa come i calciatori e il personale a contatto con la squadra dovranno sottoporsi ai test sierologici, capaci di rilevare la presenza di anticorpi, "presso i laboratori di riferimento regionali e laboratori aggiuntivi individuati dalle regioni secondo le modalita? concordate con il laboratorio di riferimento dell'Istituto Superiore di Sanita?". Il dibattito sul fatto che il numero di test eseguibili oggi sia ridotto, in relazione alla popolazione generale, è aperto. Lo stesso vale per i tamponi. È giusto, o quantomeno accettabile, che in una situazione di penuria di esami disponibili gli sportivi possano avere un canale preferenziale? Dovrà rispondere la politica, non i medici.
Il ritiro permanente
Per tutto il periodo degli allenamenti pre-campionato, sarà necessario ricreare le condizioni del "gruppo chiuso". In pratica dopo avere testato la squadra e gli assistenti di ogni genere, e avere allontanato eventuali positivi, bisognerà fare in modo di azzerare i contatti con l'esterno. Anche in isolamento, quotidianamente sarà provata a tutti la temperatura (la febbre caratterizza l'85 percento dei malati covid 19) e bisognerà evitare assembramenti anche nei luoghi inevitabilmente frequentati da più persone (spogliatoi, sale massaggi, sale delle riunioni tecniche, sale da pranzo, camere e mezzi di trasporto per i trasferimenti)
Gruppo squadra e personale extra
Il protocollo distingue fra "gruppo squadra", composto da giocatori e staff tecnico da valutare 96/72 ore prima del ritorno agli allenamenti, e "personale extra", come i magazzinieri e gli addetti alla manutenzione dei campi, che non dovrà sottoporsi a visite mediche e test. Per il "gruppo squadra" è previsto che i test sierologici siano ripetuti dopo due settimane di attività in campo e in palestra. Ogni società dovrà in ogni caso garantire che "nessuna persona esterna al gruppo squadra acceda al luogo di allenamento". E chi dovesse per forza accedervi, dovrà farlo "tramite una zona filtro, con misurazione della temperatura corporea, indossando mascherine e guanti, mantenendo il distanziamento sociale e per un tempo limitato".
La prima settimana di allenamento: piccoli gruppi e due metri di distanza
Nella prima settimana di allenamento, ogni giorno il gruppo squadra sarà sottoposto a test sierologici e molecolari, in cerca di anticorpi al coronavirus. L'allenamento "limitato alle sedute di preparazione atletica e tecnica individuale" sarà svolto in piccoli gruppi, preferibilmente all'aperto, e sempre in modo che ciascun giocatore sia distante almeno due metri dal compagno più vicino. La stessa distanza minima andrà rispettata in palestra, dove è raccomandato l'uso di guanti, in spogliatoio e in sala massaggi, dove i massaggiatori dovranno indossare "mascherine, guanti, occhiali" e i calciatori "la mascherina chirurgica". Le riunioni tecniche saranno svolte se possibile in videoconferenza, "grazie a piattaforme telematiche".
Partitelle e gli allenatori con mascherina
Col procedere delle settimane, aumenteranno le dimensioni dei gruppi di allenamento in un'ottica di "graduale ritorno alla normalità". Saranno quindi introdotti "esercizi di gruppo fino alle simulazioni delle fasi di gioco (partitella e schemi) con rispetto, quando non indispensabile, delle distanze interpersonali". Lo staff tecnico dovrà indossare mascherine. Restano invece rigide, col passare delle settimane, le norme di igiene generale. In spogliatoio "va scaglionato l'ingresso per consentire distanze corrette". Il particolare, "l'ambiente delle docce, ricco di vapore acqueo potrebbe favorire la diffusione del virus". Pertanto, "è preferibile che le docce siano fatte nelle singole camere (foresteria/albergo)".
Pulizia e sanificazione degli ambienti
Il documento precisa che ciascuna società dovrà garantire "la pulizia e la sanificazione giornaliera degli spogliatoi, palestre e relativi macchinari, e la sanificazione periodica e pulizia giornaliera delle postazioni di lavoro e delle aree comuni, dei locali mensa, delle tastiere dei distributori di bevande/snack". La sanificazione è indicata anche per pullman e mini-van. E durante i trasferimenti, giocatori e staff tecnico dovranno indossare mascherine e guanti.
Ristoranti self-service e hotel "in esclusiva"
Per quanto riguarda i pasti, da consumarsi a distanza di due metri l'uno dall'altro e nel minor tempo possibile, "dovranno essere serviti self-service, evitando contatti con il personale del ristorante, che dovrà indossare mascherina e guanti. Il lavaggio delle mani è obbligatorio prima dell'arrivo in sala, nella quale dovranno essere disponibili soluzioni idroalcoliche disinfettanti". Le società che nei centri di allenamento non dispongono di una foresteria dovranno "provvedere ad identificare un albergo di riferimento utilizzato in esclusiva. Naturalmente, è necessario utilizzare stanze singole. Soprattutto nella prima settimana non dovrà essere consentita attività ricreativa in bar, sale giochi, etc."
Il personale "extra squadra"
La relazione dei medici precisa come "negli spogliatoi, gli addetti ai materiali sportivi dovranno sempre indossare guanti e mascherine e tenere accuratamente distinti, in locali separati, i materiali puliti da quelli sporchi". Per loro, come per chiunque lavori nei centri di allenamento e nelle foresterie, vale l'obbligo di "un'accurata igiene delle mani" e di "indossare mascherine e guanti" anche nei momenti di riposo. In caso abbiano sintomi influenzali, i lavoratori dovranno "rimanere al proprio domicilio e informare il proprio medico di famiglia" oltre al medico sociale del club. Spetta alle società informare i lavoratori sulle condotte da tenere. Speciali precauzioni si applicano anche ai fornitori esterni, per cui dovranno fra l'altro essere allestiti "servizi igienici dedicati, diversi da quelli del personale che opera nel luogo d'allenamento".
La gestione degli eventuali casi di positività al coronavirus
Nel caso un giocatore o qualcuno nello staff tecnico "manifestasse improvvisamente sintomi correlabili o sospetti per una infezione" da coronavirus, dovrà essere "isolato in una stanza ben aerata che dovrà rimanere chiusa, senza che nessuno possa accedervi ad eccezione delle squadre di emergenza e degli addetti al soccorso aziendale", fino all'intervento del pronto soccorso. In questo caso, "nei confronti dei suoi contatti stretti (verosimilmente, tutto il gruppo squadra) si procederà a isolamento fiduciario con sorveglianza attiva" e alla sospensione temporanea degli allenamenti in gruppo "fino alla ripetizione dei test molecolari rapidi (2 test a 24 di distanza) e sierologici e verificare la loro negatività. I test sierologici saranno ripetuti entro 5-7 giorni". I medici nella loro relazione indicano anche la possibilità di "utilizzar le app disponibili per tracciare e seguire clinicamente giocatori e membri dello staff tecnico nel rispetto della privacy".
Punto per punto ecco come dovranno organizzarsi i club. Inizialmente le sedute saranno in piccoli gruppi e dovranno esserci due metri di distanza tra ogni gioc…
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Gravina: "Stop sarebbe un disastro, ma non sarò io il becchino del calcio italiano"
Il numero uno della Figc non ha dubbi sulla ripresa dei campionati: "La Lega è divisa tra chi vorrebbe proseguire e chi vorrebbe fermarsi. Io ho la responsabilità di difendere il mondo del pallone e anche il movimento sportivo. Ma l'ultima parola spetta al Governo"
Il calcio deve ripartire. Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio, in collegamento con la trasmissione "Che tempo che fa" su Rai 2, mette in chiaro quella che è la sua posizione in merito al prosieguo della stagione calcistica, al momento ferma per il coronavirus. "Non posso prendere in considerazione l'ipotesi di chiudere la stagione. È una scelta che comporterebbe responsabilità in capo al sottoscritto di una gravità inaudita. Non posso essere il becchino del calcio italiano, ho la responsabilità di difendere il calcio e anche il movimento sportivo".
"Due fazioni in Lega"
Gravina a tal proposito fa un punto sulla situazione attuale del calcio italiano. "In questo momento ci sono due gruppi apparentemente contrapposti, due diverse correnti di pensiero - spiega -. C'è chi ritiene che si debba chiudere tutta l'attività collegata al mondo dello sport e c'è la mia corrente di pensiero che vuole portare avanti la stagione. E lo faccio per alcune ragioni di speranza e opportunità: intanto io parlo di giocare a giugno, quando spero che l'Italia possa vivere un momento di sollievo rispetto allo stato attuale; e poi sappiamo benissimo cosa potrebbe capitare in caso di sospensione definitiva della stagione, con tutti i contenziosi che genererebbero assoluta confusione".
"Calcio genera 5 miliardi di euro"
Il presidente della Figc si è poi soffermato sulla differenza tra il calcio e gli altri sport, che hanno fermato definitivamente la stagione: "Non mi permetto di entrare nel merito delle scelte di altri presidenti di federazione, ma mi permetto di rilevare che l'unico sport professionistico che ha sospeso i campionati è il basket - ha osservato Gravina -. Il calcio movimenta circa 5 miliardi: noi non siamo preoccupati nel fermarci oggi, che sarebbe comunque un disastro, ma siamo ancor più preoccupati perché se il calcio non riparte ci sarà un grande impatto negativo sul futuro".
"Il campionato lo vincerà chi avrà più punti"
Un'eventuale stop dei campionati di calcio "è una responsabilità che lascio al governo - ammette Gravina -. Potete immaginare il dramma che sto vivendo nel dover reggere quasi in modo isolato questa battaglia. Non capisco questa resistenza a provare ad andare avanti, bisogna abbandonare le false retoriche - ha aggiunto -. C'è una procedura protocollo inviata ai ministri che va validata. C'è un comitato tecnico scientifico, non mi sembra che questo sia il problema per fermare un movimento come il nostro. Sul mondo amatoriale, va aperto un altro capitolo. Chi vincerà il campionato? La squadra che farà più punti, perché sono convinto che continueremo a dare gioia e speranza agli italiani".
"Ora la palla passa al Governo"
"Chiediamo di essere considerati come un movimento d'impatto socio-economico alla pari di ogni altro settore - prosegue il numero uno della Figc -. Non capisco alcune resistenze nel non permetterci di avviare, con tutte le garanzie possibili, una valorizzazione di tutto il movimento sportivo. Abbiamo predisposto, anche grazie al contributo di vari esperti, un protocollun o che con una serie di procedure garantisce la negatività di un gruppo chiuso. Ora - conclude - aspettiamo la validazione del Governo".
Il numero uno della Figc non ha dubbi sulla ripresa dei campionati: "La Lega è divisa tra chi vorrebbe proseguire e chi vorrebbe fermarsi. Io ho la…
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Pizzul ancora oggi dice che secondo lui se fossero stati eliminati la panchina di Sacchi sarebbe saltata, fu la partita della svolta. Tra l'altro, pare che che Belgrado sia molto ventilata per via di una specie di bora, la košava, che la spazza di continuo. Non si ricordavano altre giornate di nebbia a memoria d'uomo.
Questo frammento preso dall'autobiografia di Sacchi spiega bene in razza di nebbia si trovarono a giocare
“A Belgrado, quando sentimmo nella nebbia il fischio che indicava la fine del primo tempo, rientrammo negli spogliatoi preoccupati. La preoccupazione lasciò il posto allo stupore quando trovammo Virdis vestito. E tu cosa fai qui? Lui disse: Come sarebbe? Mi hanno espulso! Non avevamo visto. Non si vedeva davvero niente”.
Sì è così. Me lo ricordo bene perchè anche io ero tra quelli che consideravano quell'appena arrivato Berlusconi un parvenu e Sacchi uno sconosciuto incapace follemente pescato da non si sa dove (ero trapattoniano)...e i giornali scrivevano da giorni che, avesse perso la partita, Sacchi sarebbe saltato.
Dobbiamo ricordarci che era un calcio fortemente tradizionalista. A posteriori tutti si riscoprirono super esperti sacchiani ma la verità è che nessuno o pochi ne avevano intuito le capacità, anche perchè lo scudetto vinto nella stagione precedente fu considerato più perso dal Napoli che conquistato dal Milan...e siccome la stagione successiva in campionato iniziò malissimo, ecco che si fecero previsioni fosche su Sacchi - tanto più che Trapattoni sulla panchina dell'Inter stava dominando il campionato.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
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Far ripartire il campionato di calcio? "Con più di 400 morti al giorno, con sincerità, e parlo anche da tifoso, questo è l'ultimo problema di cui possiamo occuparci. Le priorità del Paese sono altre". A dirlo è il ministro della Salute, Roberto Speranza, ospite di 'Circo Massimo' su Radio Capital.
Far ripartire il campionato di calcio? "Con più di 400 morti al giorno, con sincerità, e parlo anche da tifoso, questo è l'ultimo problema di cui possiamo occuparci. Le priorità del Paese sono altre" . A dirlo è il ministro della Salute, Roberto Speranza , ospite di 'Circo Massimo' su Radio Ca...
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