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Come riportato da La Repubblica, non è da escludere che la stagione 2019/2020 venga annullata. In tal caso, lo scudetto non sarà assegnato e i piazzamenti europei saranno però decisi dalla graduatoria dell'annata precedente, ovvero quella 2018/2019. Uno scenario che vedrebbe così Juventus, Napoli, Inter e Atalanta in Champions League, con Milan, Roma e Lazio in Europa League.“
Peggio mi sento. Rendiamoci conto che si finirebbe tutti (cioè il calcio) in tribunale. La Lazio in EL? Il Napoli in champions? Su quali basi poi si potrebbe sostenere il recupero dei piazzamenti di un anno prima? E le retrocessioni?
Escludo che finirà così.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Si giocherà anche a luglio. Giugno e luglio. Si cercherà in tutti i modi di terminare la stagione. Restano 12 partite: due mesi bastano.
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Coronavirus. Albertini, Inzaghi e quella lite sulla ripresa: «Restiamo amici, ma Pippo ha sbagliato»
Pippo aveva parlato della necessità di chiudere la stagione, Demetrio su Instagram ha colpito duro: «L’ignoranza sceglie sempre le parole sbagliate». Poi la precisazione: «Nessun problema. Ma mi dà fastidio che si pensi che se non ripartiamo c’è sotto qualcosa»
Brothers in arms. Ha fatto uno strano effetto lo sfogo via social di Demetrio Albertini dopo le parole pronunciate dall’ex rossonero, ora tecnico del Benevento capolista della serie B, Pippo Inzaghi. «L’ignoranza sceglie sempre le parole sbagliate», ha scritto in una storia su Instagram, ora non più visibile, l’ex metronomo rossonero, riprendendo le dichiarazioni dell’ultimo leggendario numero 9 del Milan (dopo di lui il diluvio).
Inzaghi a Sky aveva sottolineato l’importanza di portare a termine il campionato per non vanificare gli sforzi effettuati fin qui. «Noi siamo pronti a giocare a giugno, a luglio, ad agosto. Questa stagione va conclusa», premettendo altresì che «in questo momento l’interesse maggiore è la salute della gente. Per cui siamo vicini a chi soffre e a chi perso i propri cari». Peraltro Inzaghi è di Piacenza, una città che è stata colpita in maniera violenta dal coronavirus ed è promotore, con gli altri nazionali campioni del mondo 2006, di una raccolta fondi per la Croce Rossa Italiana, oltre ad aver aiutato con una donazione l’ospedale di Piacenza, Monza e San Donato ed essere stato testimonial della raccolta fondi per l’ospedale di Benevento.
Proprio perché Demetrio è persona equilibrata e mai sopra le righe tiene a spiegare i motivi dello sfogo. «Premetto che non ho nulla contro Pippo che è e resta un amico. Mi limito a dire che ha sbagliato i tempi dell’uscita e a chiunque avrei risposto così — dice l’ex centrocampista, ora presidente del settore tecnico della Figc —. Mi ero risentito quando Inzaghi nell’intervista ha detto che se non si fosse ripreso a giocare ci sarebbe stato sotto qualcosa. In quel momento avevo appena finito una riunione in conference call in cui avevo appreso che fra i morti di questa terribile tragedia c’erano collaboratori anche di qualche club. Ricevo quotidianamente telefonate da Barcellona dove un mio amico ha trasformato il suo hotel in ospedale. Ho usato la parola ignoranza per sottolineare che ignora il contesto in cui viviamo. Sono stati rinviati gli Europei e le Olimpiadi, questa pandemia — ho spiegato ai miei figli — equivale una guerra mondiale. Io sono il primo a volere che si riprenda a giocare, ma il ritorno in campo deve essere una conseguenza di ciò che stiamo vivendo. A ora non mi pare che ci siano certezze di quando si potrà ricominciare. Vorrei che si potesse tornare a giocare perché ciò significherebbe che questo dramma è alle spalle. Non mi piace l’idea che, se non si finisce il campionato, c’è sotto qualcosa. Va rispettata la sensibilità di ciascuno e la mia è questa».
La giustificazione di Demetrio non ha convinto però Inzaghi che in una diretta Instagram sul profilo della Gazzetta dello Sportha controreplicato duramente all’ex compagno mettendo in dubbio addirittura l’amicizia. «Non vorrei parlare perché ogni parola può essere strumentalizzata» ha esordito l’allenatore del Benevento. «Mi sembra di dire una cosa ovvia, che tutti noi speriamo, che un giorno quando finirà tutto, se ci sarà la possibilità, di ritornare a giocare. È una cosa che speriamo tutti. Mi ha dato un po’ fastidio quello che ho letto. È stato letto il titolo senza leggere il contenuto. Dopo la partita col Pescara, con 22 punti in più sulla terza, sono stato il primo a dire: “Basta calcio non ha più senso giocare così”. Se avesse letto bene l’articolo non avrebbe fatto questa esternazione senza stile, di basso livello. Siamo personaggi che ci portiamo dietro diversi tifosi, dobbiamo essere d’esempio, lui è anche rappresentante della FIGC. È stato scadente quello che ha detto. Lui ha detto che mi considera un amico ma io l’amicizia la considero in maniera diversa. Ad un mio amico io non avrei dato dell’ignorante via social, l’avrei chiamato e avrei chiarito se ci fosse qualcosa da chiarire, da uomo».
Pippo aveva parlato della necessità di chiudere la stagione, Demetrio su Instagram ha colpito duro: «L’ignoranza sceglie sempre le parole sbagliate». Poi la precisazione: «Nessun problema. Ma mi dà fastidio che si pensi che se non ripartiamo c’è sotto qualcosa»
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Ma non si può semplicemente annullare il campionato ed assegnare le qualificazioni alle coppe in base all'ultima giornata giocata?
"Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". (L. Pirandello)
Intanto non tutte hanno giocato lo stesso numero di partite. Poi non tutte hanno un vantaggio tale da poter far universalmente (e secondo buon senso) presumere che proprio quelle sarebbero finite nelle coppe. Poi ci sarebbe anche da decidere le retrocesse, dato che, come ha detto Gravina, un campionato a 22 squadre sarebbe improponibile.
In quel quadro, ci si esporrebbe a ricorsi tribunalizi che renderebbero la prossima stagione un caos, con classifiche forse ridisegnate dai giudici.
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