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Perdonami molto, ma ad aprire un link del Sun non ce la faccio. E' piu' forte di me, mi sale il veleno.
Pero' se hai una fonte alternativa la leggo volentieri.
non ti do torto
ma dentro, alla fine, è linkato il post su instagram dell’account turco che a quanto pare ha svelato l’arcano. da solo sarebbe stato più difficile da capire.
Sono a Glasgow, mi sembra di capire. È già buono che non abbia rotto il naso del bambino di fianco con una testata.
EDIT. Leggo ora che erano in Turchia. In effetti mi sembravano stranamente educati e composti per essere di Glasgow.
Ho visto gli highlights della partita, poteva farne anche di più. Che poi dei 4 gol il primo è un rigore, il secondo a me sembra un autogol (la palla calciata da CR7 si impenna e poi sbatte sulla spalla del portiere prima di entrare in porta), sul terzo e quarto niente da dire. Speriamo si ripeta a Firenze e soprattutto con l'Atletico.
Sarri e Juve, rieccoci: il tecnico a Firenze, dove perse lo scudetto
Torna dopo la polmonite e prende in mano una squadra extralarge che si porta dietro i problemi del mercato ma anche un Cr7, galvanizzato dal poker in Nazionale
Il ritorno a casa è vicino: dal 28 maggio Maurizio Sarri non siede su una panchina per una sfida ufficiale e come quel giorno — finale di Europa League contro l’Arsenal — anche a Firenze dovrà pensare a una sola cosa: vincere. Il tecnico della Juve, reduce dalla polmonite che gli ha fatto saltare le prime due partite, migliora di giorno in giorno e martedì alla ripresa degli allenamenti era al suo posto, come del resto nel finale della scorsa settimana. Ed è pronto al debutto contro la Fiorentina al Franchi (proprio dove, con il Napoli, il 29 aprile 2018, perse lo scudetto) un doppio ritorno alle origini visto che l’epicentro del Sarrismo è situato nel Valdarno. Il campionato, per lui e forse anche per gli avversari, comincia adesso. E la Champions segue a ruota: mercoledì il debutto con l’Atletico.
Anche perché, aspettando il rientro dell’allenatore, alla Juve sono successe diverse cose, altre invece non sono accadute, come lo sfoltimento della rosa. E la nuova gestione è pronta a muoversi su un terreno minato, con l’Inter della coppia Marotta-Conte dall’altra parte della trincea a fare da cassa di risonanza a ogni passo falso dell’avversario. Se la Juve vincerà, lo farà grazie alla rosa di giocatori di gran lunga più forte del campionato; se avrà qualche difficoltà nel metabolizzare un nuovo stile di gioco — una possibilità che Sarri aveva già messo in preventivo («All’inizio faccio sempre fatica») — allora potrebbero emergere i problemi che per adesso fanno da sottofondo a questi primi mesi della rivoluzione.
Sei giorni fa è scoppiato il caso Emre Can, esubero della lista Champions, che si è lamentato sia delle modalità dell’esclusione («Una telefonata di nemmeno un minuto senza spiegazioni da parte dell’allenatore») sia ovviamente della scelta tecnica in sé. Il primo aspetto fa capire meglio una cosa che si sapeva già: Sarri non è e non vuole essere un gestore — parola che spesso veniva associata ad Allegri più che altro in modo spregiativo — ma è un allenatore che ha bisogno di un laboratorio, né troppo affollato né troppo «rumoroso», per assemblare la propria creatura.
Le ultime dichiarazioni del tecnico, un mese fa a Stoccolma, parlavano di una situazione «imbarazzante» e di una rosa da sfoltire. L’imbarazzo consisteva proprio nel dover rinunciare a giocatori pesanti come Can, Mandzukic o qualsiasi altro fosse stato escluso. Ed è un dato di fatto che negli ultimi giorni di mercato questa fonte di imbarazzo non sia stata bonificata da Fabio Paratici, che ha fallito tutti gli obiettivi in uscita. La qualità dei giocatori arrivati non si discute, ma De Ligt si è detto stupito di non aver debuttato a Parma e poi all’esordio col Napoli, arrivato solo per l’infortunio di Chiellini out per sei mesi, ha vissuto un impatto complicato. Mentre Rabiot, un caratterino che ha rifiutato di fare la riserva a casa della Francia poi campione del mondo, finora si è visto superato nelle gerarchie da Matuidi, considerato inizialmente il primo degli esuberi assieme a Khedira, altro uomo per tutte le stagioni.
Non avere incastrato nel modo migliore Dybala e Ronaldo è stato fatale ad Allegri e non a caso la Juve ha cercato di scaricare l’argentino: quale saranno spazio e ruolo di Dybala in questa squadra? Sarri ripartirà dal Pipita, altro esubero diventato certezza, e da Douglas Costa e Ronaldo, che il tecnico troverà di ottimo umore dopo i quattro gol segnati alla Lituania. Gli esterni difensivi, Danilo e Sandro (che non ha sostituti in rosa), saranno un’altra arma in più per seminare sarrismo, assieme al ruolo chiave di Pjanic. La Juve resta uno squadrone extralarge e il nuovo corso può renderla ancora più forte, anche in Europa. Certe valutazioni o certi ritardi della società in fondo possono essere usate anche come alibi dal nuovo allenatore di fronte alle eventuali difficoltà. Ma ovviamente senza esagerare. Né con le difficoltà né con gli alibi.
CorSera
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
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forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Eca, Agnelli rieletto: ''Un onore essere ancora presidente''
Il presidente della Juventus commenta la rielezione alla guida dell'European Club Association: ''E' un privilegio per me guidare un board di questo calibro, vogliamo un calcio europeo più forte e più unito''
"Ringrazio per esser stato confermato per il nuovo quadriennio: sarà un onore lavorare per questa Associazione fino al 2023. E' un privilegio per me guidare un board di questo calibro". Così Andrea Agnelli commenta la rielezione alla guida della presidenza dell'Eca, l'European Club Association.
"Calcio europeo più unito"
Questi gli obiettivi futuri del presidente bianconero: "Lavoreremo in simbiosi con i vari campionati nazionali. Vogliamo un calcio europeo più forte e più unito. Come Eca dobbiamo tutelare e promuovere il calcio in tutti i Paesi europei, e non solo in alcuni". Agnelli assicura poi il clima sereno all'interno delle Federazioni: "E' stata un'Assemblea generale molto positiva, arrivata dopo due mesi molto intensi di dialogo fra i club. Quando siamo giunti a Malta c'era un ambiente molto teso. Si temeva che non ci fosse apertura e chiarezza. Quando noi comunichiamo all'esterno rischiamo di non esser compresi bene". Al termina della conferenza stampa, ecco la promessa per il futuro: "Tutti daremo il nostro meglio e saremo sempre dalla stessa parte, ovvero dalla parte del calio. Perseguiremo l'unità di tutto il calcio europeo".
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Inter, Steven Zhang eletto nel board dell’European Club Association
Il presidente nerazzurro si affiancherà nella guida dell’Eca al presidente della Juventus Andrea Agnelli
Il presidente dell’Inter, Steven Zhang, 28 anni, è stato eletto oggi nel board dell’Eca, l’European club association, che racchiude le più importanti società calcistiche del Vecchio Continente.
La nomina
Zhang affiancherà così nel consiglio dell’associazione il presidente dell’Eca e della Juventus Andrea Agnelli, che è stato confermato nell’incarico. «Spero di poter dare nuova energia e idee, soprattutto per le nuove generazioni che non guardano la partita solo per 90 minuti ma seguono anche attraverso i social media e altri strumenti» ha detto Zhang. dopo la notizia del suo ingresso nel board dell’Eca. L’obiettivo del manager cinese è quello di favorire «una visione più globale e tecnologica delle competizioni europee - ha aggiunto - Il nome dell’Inter dice tutto, abbiamo una cultura internazionale, vogliamo competere a livello globale. Siamo in Champions da due anni e vogliamo arrivare il più in alto possibile, dovremo esserci sempre e far sentire la nostra voce su quale visione abbiamo del futuro del calcio europeo».
De Laurentiis
Nei giorni scorsi si era parlato di una possibile contrapposizione tra Zhang e il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. Quest’ultimo però oggi ha voluto chiarire il qui pro quo: «Secondo me c’è stata una mala informazione, contrapponendo me e Zhang in un ruolo completamente diverso. Zhang ed io ci stimiamo e non avremmo mai avuto competizione per un ruolo. Io ho sempre puntato alla CCC, il Club Competition Committee, un comitato per stabilire quali sono le competizioni dei club per il futuro: c’è molto da lavorare, si sta lavorando del 2024-2027, ci sono state varie previsioni ed ipotesi».
De Laurentiis è stato poi eletto nel CCC.
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