Attenzione: Calcio Inside! Parte III

Collapse
X
 
  • Filter
  • Ora
  • Show
Clear All
new posts

  • fede79
    replied
    Originariamente Scritto da germanomosconi Visualizza Messaggio
    Non capisco perchè il milan non ha preso Allegri
    La mia speranza è che abbia già firmato per la Roma.

    Leave a comment:


  • germanomosconi
    replied
    Non capisco perchè il milan non ha preso Allegri

    Leave a comment:


  • Sean
    replied
    Originariamente Scritto da Irrlicht Visualizza Messaggio
    Non a caso, sono sicuro che se facessero un sondaggio una scarsa "fetta" di tifosi provi "rancore" verso Fonseca
    Fonseca è stato mandato al massacro già questa estate. Tranne chi l'ha scelto, non c'era un appassionato od osservatore di calcio che non avesse previsto a luglio quanto poi puntualmente accaduto a dicembre, questo perchè basta conoscere un poco il calcio e quanto si diffonde nell'aria, certe impalpabili ma veritiere "sensazioni", che già ti dicono come andrà a finire, per leggere oltre le cortine di fumo.

    Tra l'altro sulle spalle di Fonseca, pronti via, sono stati messi pesi insostenibili per il profilo: lo scudetto, il bel giuoco, il gioco offensivo, il "progetto" e tutta quella cesta di macigni che Ibrahimovic, alla conferenza di presentazione, a lingua troppo sciolta, ha buttato addosso a Fonseca...e questo non mi pare il miglior modo per far lavorare tranquillo un allenatore sbarcato nello scetticismo e pessimismo generale, dunque con una infinità di pressioni addosso e non c'era bisogno di metterne delle altre.

    Intanto la Rovelli scrive che Conceicao è stato preferito ad Allegri perchè "si vuol tentare di aprire un ciclo", come se Allegri fosse uno da una botta e via, una specie di pezza da buco...Ma Conceicao pure, come Fonseca, ha 50 anni eh, cioè non è l'astro nascente degli allenatori, non è una "giovane promessa" con la quale fondare un orizzonte, è un allenatore che si conosce benissimo e con una età matura, ma che in Italia però non ha mai allenato...e il calcio italiano non è quello portoghese...però Conceicao caratterialmente pare un attimo più solido di Fonseca, e il carattere in Italia serve o vieni stritolato...per cui vedremo.

    Leave a comment:


  • fede79
    replied
    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio

    Allegri è (ipotizzo) senz'altro al primo posto nelle opzioni di una immagino ristretta lista di nomi. Quello di cui si può essere ragionevolmente certi è che il prossimo allenatore sarà italiano, per cui non dovrebbe essere poi molto difficile, col passare delle settimane, capire chi sarà e Allegri risponde in toto, almeno sulla carta, a quanto servirebbe alla Roma: grande esperienza, capacità di lavorare anche sui giovani, capacità di sopportare pressioni a volte straordinarie e per molti insostenibili (tipo l'anno delle ultime vicende giudiziarie della Juve, con classifica continuamente stravolta in corso d'opera ma dove comunque lui il posto in champions lo portò a casa, cioè in condizioni tremende il suo lo fece).

    Più in generale però è capire cosa c'è nella testa degli americani, perchè il problema è quello.

    Questo passaggio dell'articolo del CorSera relativo al Milan:



    può essere infatti pari pari adagiato sulla situazione della Roma, in quanto entrambi i club di proprietà americana: vuoti societarie, confusioni sulla parte sportiva, dirigenti tutti essenzialmente focalizzati sul "business" e sugli aspetti finanziari, il lato calcistico che finisce in ombra, senza chiara visione progettuale, e fatalmente preda di difficoltà che poi si rovesciano nei problemi che vediamo.

    Quindi per fondare un progetto serio serve prima una rivoluzione "culturale" in chi guida il club, cioè gli americani, che hanno un concetto economicistico, affaristico, meccanicistico e materialistico dello sport (e non solo dello sport), devono capire che il calcio è un ambito particolare, vivo, che non risponde a leggi deterministiche ma è materia da plasmare usando anche strumenti quali il "cuore" e la "passione", che sono poi le ali che danno slancio e volo alla "ambizione"...che non può essere quella del business ma, vertice e finalità, ragion d'essere del calcio, quella di "vincere", ovverosia mettere al centro di tutto la parte calcistica, dove quella finanziaria deve rappresentare semmai una sua stampella, un affluente.

    Quindi o scatta questa presa di coscienza dentro la testa (e l'animo) degli americani del Milan e della Roma o non sarà il nome dell'allenatore a poter rappresentare la carta risolutiva, perchè l'allenatore è un pur importante ingranaggio ma di un sistema complessivo che però senza "anima" rimane cosa morta, come appunto la materia inanimata che però pare essere unica e sola fonte di preoccupazione di questi americani che ancora devono capire di che forma è fatto un pallone e cosa c'è dentro.
    Non conosco l’assetto dirigenziale del Milan, ma conosco quello della Roma: nessuno.

    Ora sembra che i Friedkin abbiano dato pieni poteri a Ranieri, uomo di calcio, esperienza pluriennale, poliglotta e carismatico: spetterà a lui la scelta.

    Manca un CEO, una figura portante nel continuo societario, soprattutto degli aspetti economici. Mancherebbe poi un DG, uno posizionabile in Lega, dove la Roma non conta un fico secco e gli altri fanno il bello e cattivo tempo.

    Leave a comment:


  • Sean
    replied
    Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio
    La notizia che non abbiano sondato Allegri mi fa sperare un po’ di più riguardo il prossimo allenatore della Roma.
    Allegri è (ipotizzo) senz'altro al primo posto nelle opzioni di una immagino ristretta lista di nomi. Quello di cui si può essere ragionevolmente certi è che il prossimo allenatore sarà italiano, per cui non dovrebbe essere poi molto difficile, col passare delle settimane, capire chi sarà e Allegri risponde in toto, almeno sulla carta, a quanto servirebbe alla Roma: grande esperienza, capacità di lavorare anche sui giovani, capacità di sopportare pressioni a volte straordinarie e per molti insostenibili (tipo l'anno delle ultime vicende giudiziarie della Juve, con classifica continuamente stravolta in corso d'opera ma dove comunque lui il posto in champions lo portò a casa, cioè in condizioni tremende il suo lo fece).

    Più in generale però è capire cosa c'è nella testa degli americani, perchè il problema è quello.

    Questo passaggio dell'articolo del CorSera relativo al Milan:

    Manca al Milan qualcuno, sotto l’ad che si occupa di finanze, che conosca i meccanismi del calcio, che sappia di campo, che sia in grado di presentarsi in conferenza stampa quando la situazione si fa critica, di parlare ai giocatori (e forse anche sullo sceglierli si può migliorare: gli acquisti della scorsa estate, da Emerson Royal in poi, non sembrano azzeccati, la rosa appare mal costruita), che consenta a Ibrahimovic (a proposito, dov’era domenica sera?) di occupare il ruolo che doveva ricoprire all’inizio, quello di consulente/uomo immagine/trait d’union tra club e proprietà, prima che i posti vuoti in società lo obbligassero ad allargarsi, a ricoprire cariche che (ancora) non sa o non vuole gestire.
    può essere infatti pari pari adagiato sulla situazione della Roma, in quanto entrambi i club di proprietà americana: vuoti societari, confusioni sulla parte sportiva, dirigenti tutti essenzialmente focalizzati sul "business" e sugli aspetti finanziari, il lato calcistico che finisce in ombra, senza chiara visione progettuale, e fatalmente preda di difficoltà che poi si rovesciano nei problemi che vediamo.

    Quindi per fondare un progetto serio serve prima una rivoluzione "culturale" in chi guida il club, cioè gli americani, che hanno un concetto economicistico, affaristico, meccanicistico e materialistico dello sport (e non solo dello sport), devono capire che il calcio è un ambito particolare, vivo, che non risponde a leggi deterministiche ma è materia da plasmare usando anche strumenti quali il "cuore" e la "passione", che sono poi le ali che danno slancio e volo alla "ambizione"...che non può essere quella del business ma, vertice e finalità, ragion d'essere del calcio, quella di "vincere", ovverosia mettere al centro di tutto la parte calcistica, dove quella finanziaria deve rappresentare semmai una sua stampella, un affluente.

    Quindi o scatta questa presa di coscienza dentro la testa (e l'animo) degli americani del Milan e della Roma o non sarà il nome dell'allenatore a poter rappresentare la carta risolutiva, perchè l'allenatore è un pur importante ingranaggio ma di un sistema complessivo che però senza "anima" rimane cosa morta, come appunto la materia inanimata che però pare essere unica e sola fonte di preoccupazione di questi americani che ancora devono capire di che forma è fatto un pallone e cosa c'è dentro.

    Leave a comment:


  • Irrlicht
    replied
    Non a caso, sono sicuro che se facessero un sondaggio una scarsa "fetta" di tifosi provi "rancore" verso Fonseca

    Leave a comment:


  • fede79
    replied
    La notizia che non abbiano sondato Allegri mi fa sperare un po’ di più riguardo il prossimo allenatore della Roma.

    Leave a comment:


  • Sean
    replied
    Milan e l'addio a Fonseca, tutti gli errori: i tempi dettati dal nuovo allenatore e la debolezza del club

    L'allenatore mandato in conferenza stampa dopo Milan-Roma perché mancava la firma del successore. La società ha bisogno di un tecnico di alto standing: Conceiçao rischia di avere le stesse difficoltà

    L’ allenatore già esonerato nei fatti che viene mandato in conferenza stampa per assenza delle firme del nuovo che lo deve sostituire è forse un inedito, di sicuro la manifestazione più vistosa della confusione che regna al Milan.

    Non era l’uscita di scena che Paulo Fonseca si meritava, se non altro per la serietà e la correttezza della persona, perché invece i risultati e le prestazioni avevano reso la sua posizione difficilmente difendibile. Ma la catena di errori era iniziata prima: andando a ritroso, non è ammissibile che una società come il Milan si faccia dettare i tempi della comunicazione del nuovo allenatore dal procuratore del medesimo, che poco prima della partita con la Roma pensa bene di far uscire la notizia, forzando la mano al club per evitare che una vittoria facesse propendere per posticipare ancora l’esonero di Fonseca (di cui si discuteva da tempo, da prima della sfida con il Verona, e che era dato per certo in caso di sconfitta). Dettagli? Forse, ma danno l’idea della debolezza del club.

    Anche Conceiçao vivrà le stesse difficoltà

    Continuando ad avvolgere il nastro, l’errore più clamoroso è stato scegliere Fonseca in estate contro il parere della piazza senza avere la forza necessaria per difenderlo fino in fondo, perché il Milan ha bisogno di un allenatore di alto standing, dall’esperienza così indiscutibile che possa fare da schermo da solo alla società. Ed ecco che si arriva al punto centrale, perché se non si parte da qui appare probabile che anche l’avventura di Sergio Conceiçao (preferito ad altri profili, come quello di Massimiliano Allegri, con la motivazione che si vuole tentare di aprire un ciclo, ma qui c’è intanto da provare a raggiungere un posto in Champions) sia destinata a vivere le stesse difficoltà.

    Serve una rivoluzione profonda

    Manca al Milan qualcuno, sotto l’ad che si occupa di finanze, che conosca i meccanismi del calcio, che sappia di campo, che sia in grado di presentarsi in conferenza stampa quando la situazione si fa critica, di parlare ai giocatori (e forse anche sullo sceglierli si può migliorare: gli acquisti della scorsa estate, da Emerson Royal in poi, non sembrano azzeccati, la rosa appare mal costruita), che consenta a Ibrahimovic (a proposito, dov’era domenica sera?) di occupare il ruolo che doveva ricoprire all’inizio, quello di consulente/uomo immagine/trait d’union tra club e proprietà, prima che i posti vuoti in società lo obbligassero ad allargarsi, a ricoprire cariche che (ancora) non sa o non vuole gestire. Questa stagione è ormai in parte compromessa, ma per la prossima questo Milan deve passare attraverso una rivoluzione profonda. Altrimenti non farà che passare da un allenatore a un altro (agenti permettendo).


    CorSera

    Leave a comment:


  • Sean
    replied
    Il Milan e l’inadeguatezza di Ibrahimovic nell’esonero di Fonseca

    di Massimo Mauro

    La storia del Milan è incomprensibile. L’unica cosa che si può capire è il comportamento degli americani, che dello sport hanno un’altra idea: non a caso sono arrivati al vertice di tutte le discipline tranne che nel calcio, cosa che fa pensare. La premessa è che il lavoro fatto dai giocatori e da Fonseca è bruttissimo. Succede sempre che in questi casi paghi il tecnico. Ma il problema è un altro, e sta nel fatto che professionisti di grande valore come Ibrahimovic e Fonseca si siano adeguati a regole che annunciano fallimenti. La clausola ‘’se ti esonero entro sei mesi di pago solo un anno’’ è un capestro inaccettabile, per chi la propone e chi la accetta. Ibrahimovic in campo è stato un grandissimo, ma dietro la scrivania cambia tutto. Quando si accetta un lavoro bisogna che ci siano le condizione necessarie per far bene, che tutto sia chiaro. La storia di Maldini al Milan è emblematica: chi più di lui poteva sacrificarsi per la società della sua vita? Ma se uno così non trova l’accordo per lavorare allora è tutto molto strano.

    E allora prendi Ibra, uno che non aveva mai fatto questo lavoro. Forse non ha capito bene con chi ha a che fare, ma neanche ciò che serve a una società. Scegliere i giocatori o parlare in tv sono le ultime cose. L’importante è la gestione della quotidianità, lì si creano le condizioni per fare il salto di qualità. Ibra non lo ha capito come invece aveva fatto Maldini. In Milan-Roma ho visto due squadre disperate: hanno tentato in tutti i modi di vincere, però entrambe potevano prendere 4 gol. Un arrembaggio continuo fatto di cose belle e brutte e che alla fine ha deluso tutti".


    Leave a comment:


  • Sean
    replied
    Fonseca, l’autoesonero e il giallo della clausola. Conceicao arriva ma trova un Milan nel caos

    Il nuovo allenatore subito all'esame Supercoppa con la Juventus del figlio Francisco. I tifosi contestano la dirigenza, sotto accusa Cardinale e la triade Furlani-Ibra-Moncada

    Secondo sconcertante prassi della sede del Portello, si è capito che il comunicato sull’esonero di Paulo Fonseca sarebbe arrivato, con molto comodo, parecchie ore dopo l’autoannuncio del diretto interessato.

    L’ormai ex allenatore del Milan aveva già svelato da sé, lasciando San Siro (“mi dispiace, ma ho la coscienza a posto”), il segreto di Pulcinella: la sua destituzione per fare posto all’altro portoghese Sergio Conceiçao, fin dalla scorsa estate obiettivo concreto della dirigenza e in particolare di Zlatan Ibrahimovic, che pure, essendo “senior advisor” dell’azionista di controllo americano Gerry Cardinale, nemmeno figura nell’organigramma, mentre risulta socio e investitore di RedBird Capital, il fondo di Cardinale. Non manca il giallo della clausola, che permetterebbe alla società di risparmiare, grazie all’esonero entro il 31 dicembre, 5 milioni netti delle due stagioni residue di contratto dell’allenatore licenziato.

    Fonseca abbandonato, Cardinale contestato

    La mancanza di rispetto verso Fonseca, mandato in pasto alle televisioni e alla conferenza stampa postpartita per domande inevitabilmente monotematiche e solo dopo avvisato da Ibrahimovic, dall’ad Giorgio Furlani e dal dt Geoffrey Moncada dell’avvenuto licenziamento, è anche una mancanza di rispetto nei confronti di media e tifosi, che peraltro, attraverso l’incessante nenia della Curva Sud durante la partita con la Roma (“Cardinale vattene, devi vendere”), il loro pollice verso al vertice del club l’hanno chiaramente ostentato. Fonseca, in tutti i numerosi momenti delicati della stagione, è stato sempre lasciato solo nel dopopartita, senza mai un intervento della debole dirigenza, che si è rifugiata dietro la molto teorica collegialità per nascondere l’assenza di leadership, anzi di liderança, per dirla con l’allenatore appena cacciato.

    Per Conceiçao subito il nodo Juve

    Al di là dell’inchiesta della magistratura milanese sulla proprietà del club, tuttora in corso, chi comandi davvero al Milan nella quotidianità non è per niente chiaro. Il rischio da scongiurare è che lo scopra presto a sue spese Conceiçao, atteso subito dal nodo della semifinale di Supercoppa in Arabia, contro la Juventus del figlio Francisco. L’azionista di controllo Cardinale, descritto come irritato per la contestazione a San Siro, luogo da lui frequentato pochissimo, vorrebbe che i tifosi fossero entusiasti, dopo l’annuncio del parziale rifinanziamento fino al 2028 del debito col fondo Elliott della famiglia Singer (170 milioni di euro su quasi 700, a un tasso di interesse del 13%) e si affida a frequenti forum economici, rigorosamente dagli Usa o da Londra, per spiegare ai cocciuti milanisti la sua filosofia: bilancio a posto, business come priorità e risultato sportivo secondario, con la qualificazione alla Champions come obiettivo imprescindibile, ma solo per i guadagni che genera. Gordon Singer, presenza per nulla nascosta alla recente festa per i 125 anni del club in assenza di Cardinale, resta molto più di un normale consigliere d’amministrazione.

    Furlani-Moncada-Ibra al bivio

    Dopo lo scudetto nel 2022, la semifinale di Champions e il licenziamento del duo tecnico Maldini-Massara nel 2023 e il divorzio dall’allenatore Pioli nel 2024 alla fine di un ciclo quinquennale, l’attuale triade Furlani-Ibrahimovic-Moncada ha consumato gran parte del credito da parte della maggioranza dei tifosi. L’apparente unità di intenti non era tale nella scelta di Fonseca, preferito l’estate scorsa al costoso Conte e allo stesso Conceiçao, dopo il no della piazza a Lopetegui: l’ultima parola, nel pescare Fonseca dal Lille (club che è stato nell’orbita di Elliott) sarebbe arrivata da Singer. Ma l’evidente abbandono a Milanello di Fonseca, che ha preso decisioni forti come le panchine per Leao e Theo Hernandez, chiama in causa sia l’uomo forte Furlani, non certo un amministratore delegato addetto alla sola finanza, sia Ibrahimovic e il suo incarico ambiguo sia soprattutto Moncada, promosso da capo degli osservatori a capo del settore tecnico. Non è un mistero che il Milan sia alla ricerca di un direttore sportivo (D’Ottavio è stato da poco licenziato), anche se le voci sull’ex Juventus Paratici non hanno trovato conferma.

    Conceiçao e l’orgoglio di Theo e Leao

    Al nebuloso quadro societario, con Milan Futuro a rischio di retrocessione dalla serie C e i risultati della Primavera come unico appiglio, si aggiunge la poco brillante situazione sportiva. Conceiçao può ottenere la qualificazione diretta agli ottavi della Champions, prenotata da Fonseca, se batte Girona e Dinamo Zagabria, ma in campionato deve risalire dall’ottavo posto e il distacco dal quarto della Lazio è di 8 punti (con la partita contro il Bologna da recuperare). L’imminente sfida araba con la Juventus, a sua volta zoppicante nella corsa alla zona Champions, è molto più di una digressione esotica per la Supercoppa. Il neoallenatore del Milan la deve affrontare con l’emergenza infortuni (e alla lista si è sommato Chukwueze). Poi comincerà la scalata alla classifica della serie A, col mercato di gennaio come variabile e con l’orgoglio di Leao e Theo Hernandez come discriminante.

    Il nuovo allenatore subito all'esame Supercoppa con la Juventus del figlio Francisco. I tifosi contestano la dirigenza, sotto accusa Cardinale e la triade Furl…

    Leave a comment:


  • robybaggio10
    replied
    Quando i TUTTI i tifosi, e chiunque segua il Milan, sanno sin dall'inizio che andrò a finire male (sia con Fonseca che con Emerson Royal per esempio)...ma i tuoi dirigenti la pensano diversamente...signfica che di calcio non ne capiscono proprio una mazza!

    Leave a comment:


  • Irrlicht
    replied
    Il perché l'esonero sia giusto è palese
    Risultati, squadra slegata, zero carisma come profilo, spogliatoio che non lo seguiva e via dicendo

    Ma la colpa è alla radice
    Qui tutti da agosto dicevamo già che al 95 per cento avrebbe appena sentito il gusto panettone
    Non è che siamo indovini, basterebbe avere avuto un po' di licche locche
    La colpa è di chi ce l'ha messo, figura già ampiamente prevedibile non fosse all'altezza Società ridicola

    Naturalmente parlo dal punto di vista professionale per una squadra come il Milan, sotto il lato umano, anche nella giornata caotica di ieri, è stato ed è un signore

    Leave a comment:


  • Sean
    replied
    E' fuori discussione che la società ha sbagliato tutto lo sbagliabile attorno all'esonero: non perchè non fosse da esonerare, ma tempistiche, modi, accenti, tutto sbagliato. E' da questa estate che il Milan di Cardinale e Ibrahimovic è alquanto appannato.

    Leave a comment:


  • Venkman85
    replied
    Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
    Dilettanti allo sbaraglio fino alla fine! ma che senso ha esonerare Fonseca proprio ora? Non lo si poteva esonerare sabato scorso (il Milan aveva giocato il venerdì)? Invece NO...lo si esonera oggi...a 3 giorni dalla supercoppa...che quindi già è andata in partenza!
    Concordo, al di là che a uno freghi della supercoppa o meno è una cavolata. Oltretutto che senso ha far andare a parlare davanti alle telecamere Fonseca dicendogli solo dopo che era esonerato? Era pure stato espulso, sarebbe stata un'ottima scusa per non mandarlo dai giornalisti

    Leave a comment:


  • Irrlicht
    replied
    Originariamente Scritto da robybaggio10 Visualizza Messaggio
    Dilettanti allo sbaraglio fino alla fine! ma che senso ha esonerare Fonseca proprio ora? Non lo si poteva esonerare sabato scorso (il Milan aveva giocato il venerdì)? Invece NO...lo si esonera oggi...a 3 giorni dalla supercoppa...che quindi già è andata in partenza!
    Cambia niente
    A parte non fare pessime figure, della Supercoppa al Milan non gli frega nulla
    Last edited by Irrlicht; 30-12-2024, 13:46:54.

    Leave a comment:

Working...
X