Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • marcu9
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    Chissà se pure la Champions s'interromperà...

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    Originariamente Scritto da Sean
    Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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    • laplace
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      Originariamente Scritto da AK_47 Visualizza Messaggio
      Atalanta spero vinca la champions

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      Quale champions??
      Tra poco salta tutto

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      • Virulogo.88
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        Originariamente Scritto da laplace Visualizza Messaggio
        Quale champions??
        Tra poco salta tutto
        la fanno chiudere con la scusa del virus
        Originariamente Scritto da Pesca
        lei ti parla però, ti saluta, è gentile, sei tu la merda hunt

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        • Sean
          Csar
          • Sep 2007
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          • In piedi tra le rovine
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          Il Gefafe non vuol andare a Milano. Chiede alla Uefa di trovare una sede alternativa per la partita o non si presenteranno: https://www.gazzetta.it/Calcio/Europ...16392573.shtml
          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
          popoli studiosi scriveranno
          forse, tra mille inverni
          «nessun vincolo univa questi morti
          nella necropoli deserta»

          C. Campo - Moriremo Lontani


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            • Sep 2007
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            Ilicic alla Messi. In Champions League, impresa storica, straordinaria, dell’Atalanta, che vince a Valencia per 4-3 e va ai quarti di finale. Una squadra esordiente e con una partenza tutta sbagliata fra le prime 8 d’Europa. Poi il decollo e la scatenatissima macchina da gol prende il volo, sia in campionato che in Europa. Mai arrivato a questi livelli Ilicic: oggi – plasmato da Gasperini – è un giocatore fortissimo, un fantasista sopraffino di grande qualità, che non teme il confronto anche con i più grandi. La commovente vittoria è tutta per Bergamo città allo stremo perché in pieno fronte Coronavirus. Gasperini: “Sconfiggeremo questo pericolo”. Impresa dedicata anche ad Agnelli che in Champions l’Atalanta non ce la voleva: questa squadra merita di vincerla la Champions League


            Valencia-Atalanta 3-4
            Quattro gol di un Ilicic alla Messi e via, non c’è stata storia. L’ Atalanta ai quarti di finale di Champions League è, al momento, l’impresa dell’anno. Pur con una grande tradizione e una lunga storia l’ Atalanta resta sempre una realtà piccola, l’espressione più vera e genuina del calcio di provincia. Con una sua forza intrinseca e tante radici nel passato. Che possono andare dalla Samp al Parma, senza affondare nella notte dei tempi.

            Pensavamo che certi exploit nel calcio italiano non fossero più possibili, che l’egemonia del calcio iper industriale delle superstar e dei grandissimi club fosse destinato a non essere mai scalfito. E invece l’ Atalanta di Gasperini e Ilicic – il grande protagonista dell’impresa di Valencia con addirittura l’ en plein dei gol (4) – è lì tra i migliori 8 club d’Europa. C’è, perché l’ Atalanta è una bellissima squadra, ha grandi giocatori, un ottimo allenatore e uno spirito che le permette di giocare in maniera coraggiosa, libera, senza paura. Le grandi squadre – quasi per legge del contrappasso – devono giocare col grande peso psicologico del risultato e della vittoria a tutti i costi. Questo peso i giocatori dell’ Atalanta non lo sentono proprio, Ilicic è un giocatore che è cresciuto in maniera esponenziale da quando è a Bergamo, altrettanto Gomez, e così via. Gasperini li ha sostanzialmente deresponsabilizzati e linnberati e ne ha tirato fuori una squadra capace di fare un gran numero di gol. Sempre, in ogni occasione.

            Nel più classico degli schemi psicologici l’esordiente Atalanta ha sentito molto l’impatto con la Champions League, è andata a un pelo dall’esclusione e poi ha preso il volo con quattro vittorie consecutive e una straordinaria macchina da gol (86 gol, 70 in campionato più 16 in Champions). Eliminare e addirittura dare una lezione di gioco al Valencia è un’impresa nell’impresa.

            L’ Atalanta è l’altra faccia della medaglia di una situazione da incubo. A Bergamo si vive sulla propria pelle l’ emergenza Coronavirus, i giocatori sono investiti in pieno dalla paura e dalla preoccupazione. Eppure si fanno forza e tirano avanti. Il loro stesso futuro in Champions League è appeso a un filo, visto quando sta accadendo. Ma questo non dipende loro. Se hanno vinto e portato l’ Atalanta alle stelle, lo hanno fatto anche per Bergamo e i bergamaschi. “Bergamo è per te, non mollare”, i giocatori a fine match si sono stretti simbolicamentealla loro città con una maglia apposita esibita davanti alla tv. Seguito da un paradossale appello: niente tifosi in piazza e niente tifosi all’aeroporto. Fare di più, dopo aver giocato a porte chiuse, per l’emergenza virus non era possibile.

            Un pizzico di dedica era sicuramente anche per Andrea Agnelli che improvvidamente giorni fa ha detto che l’ Atalanta è una squadra senza storia e ha meno meriti della Roma per stare in Champions League. Uscita improvvida, ma che ha caricato ulteriormente squadra e allenatore.

            Questa Atalanta meriterebbe di vincerla la Champions League.

            RITORNO OTTAVI DI FINALE CHAMPIONS LEAGUE Valencia-Atalanta 3-4 Quattro gol di un Ilicic alla Messi e via, non c'è stata storia. L' Atalanta ai quarti di finale di Champions League è, al momento, l'impresa dell'anno. Pur con una grande tradizione e una lunga storia l' Atalanta resta sempre una realtà piccola, l'espressione più vera e genuina del calcio di provincia. Con una sua forza intrinseca e tante radici nel passato. Che possono andare dalla Samp al Parma, senza affondare nella notte dei tempi. Pensavamo che certi exploit nel calcio italiano non fossero più possibili, che l'egemonia del calcio iper industriale delle superstar e dei grandissimi club fosse destinato a non essere mai scalfito. E invece l' Atalanta di Gasperini e Ilicic - il grande protagonista dell'impresa di Valencia con addirittura l' en plein dei gol (4) - è lì tra i migliori 8 club d'Europa. C'è, perché l' Atalanta è una bellissima squadra, ha grandi giocatori, un ottimo allenatore e uno spirito che le
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            sopra una sola teca di cristallo
            popoli studiosi scriveranno
            forse, tra mille inverni
            «nessun vincolo univa questi morti
            nella necropoli deserta»

            C. Campo - Moriremo Lontani


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            • Sean
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              La Champions League va avanti tranquillamente nonostante l’epidemia Coronavirus. Si gioca nonostante l’allarme ormai generale e nonostante il calcio italiano abbia ormai chiuso: l’Uefa ipocrita fa finta di niente e chiude gli occhi, in Spagna si gioca a porte chiuse, in Germania ci sono addirittura dei sold out di pubblico nonostante l’aumento del contagio. E’ un controsenso, un assurdo: in Italia si chiude e in Europa no. O Ministero della Salute, Coni, Federcalcio, Sindacato Calciatori e Lega di Serie A convincono anche l’Uefa a prendere coscienza del problema e sospendere quanto meno le Coppe, oppure il Governo dovrà intervenire anche qui. Stop totale, senza guardare in faccia nessuno.

              Pur con tutti gli errori che abbiamo fatto, pur con tutto il tempo che abbiamo perso mettendo sempre più a rischio la vita delle persone, il calcio e lo sport italiano sono ormai fermi. In attesa nei ritiri. Entrando così – anche giocatori, allenatori dirigenti, tifosi – in uno stand by che adesso riflette perfettamente ciò che sta accadendo nelle nostre città, nelle nostre strade, nelle nostre famiglie. Ci si ferma, ci si immobilizza, si resta a casa, per non offrire – visto che parliamo di calcio… – punti di riferimento all’avversario. In questo caso un’epidemia che non ci dà tregua, e che ci marca in qualunque parte del campo, in qualunque momento della partita. Che abbiamo buone probabilità di vincere se giochiamo da squadra. Non avendo in questo momento grandi attaccanti, avendo pochissime speranze di fare gol, facciamo un testardo e convinto catenaccio all’italiana.

              E ora anche le Coppe Europee sono ad altissimo rischio

              La domanda che faccio adesso è molto banale: se abbiamo fermato il calcio e lo sport in Italia, com’è possibile che non si fermino anche le Coppe EuropeeChampions League ed Europa League – e che si prospetti addirittura di continuare perfino a livello di Nazionali. Nessuno fino a oggi ha ufficialmente aperto la questione Europei di calcio itineranti, che restano così in sospeso, nel limbo. Quando l’ipotesi che si possano realmente giocare si riducono sempre di più e comunque siamo già al livello di chi buttare giù dalla torre: riprendiamo e continuiamo la Serie A oppure facciamo l’Europeo di calcio?

              Ho visto assembramenti di gente, curiosi e tifosi (tanti) davanti allo Stadio Mestalla dove Valencia-Atalanta si gioca a porte chiuse, i giocatori assaliti da una massa incosciente di giornalisti e cameraman che ovviamente non hanno ancora coscienza di quello che sta accadendo. In Germania, dove l’epidemia è in forte ascesa, Lipsia-Tottenham si gioca addirittura con lo stadio pieno. I vari paesi europei vanno con iniziative random, la Roma giocherà a Siviglia ma la Spagna ha chiuso ai voli di linea diretti dall’Italia. Forse riuscirà ad aggirare il blocco con un charter. Paulo Fonseca, che come è una persona di buon senso, ha detto ancora una volta cosa giusta:

              Non si può fermare la Serie A, ma giocare le gare internazionali. C’è una cosa che è più importante del calcio ed è la salute delle persone. Ritengo che in questi giorni si prenderanno decisioni molto importanti e che non debbano essere prese solo dalle rispettive leghe, ma debbano essere prese insieme all’Uefa”
              (PAULO FONSECA, ROMA)

              Nell’ Europa del grande calcio internazionale oggi siamo più o meno al punto in cui eravamo nel calcio italiano una settimana o dieci giorni fa. Quando appunto si discuteva di porte aperte o chiuse, di allarmi eccessivi. Chiudendo gli occhi di fronte a ciò che stava avvenendo, e sta tuttora accadendo, tutto intorno. Ma una partita di Champions League non è tecnicamente diversa da una di Serie A.

              I giocatori sono gli stessi, per i giocatori i rischi sono identici. Identici spogliatoi, palestre, strutture, bagni, docce, toilette, ristoranti, alberghi, ritiri, riunioni, vita in strettissima comunità, viaggi in aereo e pullman. E ancora, rifacendosi sempre al valore simbolico del messaggio: che messaggio dà il calcio internazionale se continua ad andare avanti imperterrito mentre tutti intorno dobbiamo autorecluderci e assumere un consapevole assetto di guerra di difesa?

              Pur con tutti gli errori che abbiamo fatto, pur con tutto il tempo che abbiamo perso mettendo sempre più a rischio la vita delle persone, il calcio e lo sport italiano sono ormai fermi. In attesa nei ritiri. Entrando così - anche giocatori, allenatori dirigenti, tifosi - in uno stand by che adesso riflette perfettamente ciò che sta accadendo nelle nostre città, nelle nostre strade, nelle nostre famiglie. Ci si ferma, ci si immobilizza, si resta a casa, per non offrire - visto che parliamo di calcio... - punti di riferimento all'avversario. In questo caso un'epidemia che non ci dà tregua, e che ci marca in qualunque parte del campo, in qualunque momento della partita. Che abbiamo buone probabilità di vincere se giochiamo da squadra. Non avendo in questo momento grandi attaccanti, avendo pochissime speranze di fare gol, facciamo un testardo e convinto catenaccio all'italiana. *** LEGGI ANCHE E ora anche le Coppe Europee sono ad altissimo rischio *** La domanda che faccio adesso è molto

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                Giocatori italiani e spagnoli all’Uefa: «Non giochiamo le Coppe, sospendiamo tutto»

                Nota congiunta delle associazioni dei calciatori dei due Paesi che si devono affrontare in Europa League e in Champions. C’è anche il problema dei voli per Inter-Getafe e Siviglia-Roma

                I calciatori italiani e spagnoli chiedono uniti il rinvio delle prossime gare delle competizioni europee a causa dell’epidemia del coronavirus. Aic e Afe congiuntamente si sono rivolti all’Uefa affinché «le partite che coinvolgono squadre italiane e spagnole siano sospese per poterle svolgere in condizioni di maggior sicurezza e con una minor emergenza nei due Paesi». «Il Coronavirus sta diventando un tema europeo e non più solo italiano — scrivono nella nota congiunta i sindacati dei giocatori —. Confidiamo che una profonda riflessione su tutta la calendarizzazione delle competizioni europee venga fatta anche alla luce delle notizie che peggiorano di ora in ora».

                Il governo spagnolo da mezzanotte vieterà tutti i voli diretti tra la Spagna e l’Italia fino al 25 marzo per l’emergenza Coronavirus. Eccezioni sono previste per aerei di Stato, scali non a scopi commerciali, voli cargo, voli di spostamento e posizionamento, voli umanitari, medici e d’emergenza, si legge nella notifica ufficiale. Giovedì 12, il giorno dopo il divieto, il Getafe dovrebbe arrivare a Milano in giornata per la sfida degli ottavi di Europa League contro l’Inter, mentre la Roma nella stessa data è attesa a Siviglia (le gare di ritorno sono al momento in programma il 19 marzo). Il numero uno del Getafe, Angel Torres, ha spiegato che se dovessero essere annullati anche i voli dall’Italia alla Spagna, la partita dovrebbe essere «annullata o rinviata» perché non saremo «in grado di viaggiare». Al momento non ci sono pronunce: «Manca ancora la decisione definitiva, l’Uefa non ha detto nulla, siamo in contatto ma entro oggi deve decidere - ha proseguito Torres -. Paura del viaggio? Non c’è paura, ci sono responsabilità e cautela. Il virus c’è anche a Madrid, non è necessario andare in Italia».


                CorSera
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                  Serie A, campionato sospeso: idea playoff e playout e altri tre scenari (in uno vince la Juve)

                  Per decidere finali a quattro per il titolo e salvezza. La Figc lavora per evitare a tutti i costi lo stop definitivo, il rebus Europa League

                  Il calcio al tempo del coronavirus è anche un’idea, disperata forse, ma suggestiva, per dare anima e colore alla serie A che rischia di non finire: giocare i playoff per lo scudetto e i playout per la salvezza.

                  Il Consiglio federale, riunito in conference call, si è allineato al decreto governativo e ha ufficializzato la sospensione delle partite sino al 3 aprile. Ma nelle due ore di discussione con i consiglieri, l’argomento principale è stato cercare la strada per uscire dal tunnel e rivedere la luce. Individuare le linee guida per un futuro adesso quanto mai nebuloso. Su un punto sono tutti d’accordo: provare a finire il campionato. Se il 4 aprile l’emergenza dovesse allentarsi e il calcio potesse ripartire, allora il piano è già fatto: «scivolare con il calendario», dice il presidente Gravina. Cioè sfruttando tutte le date a disposizione sino al 31 maggio e sacrificando sia la Coppa Italia sia il ritiro in Sardegna della Nazionale.


                  Ma in tempi così cupi, bisogna prevedere scenari foschi. Gravina non vuole farsi cogliere senza alternative e si prepara al peggio. Il prossimo Consiglio federale, in programma il 23 marzo, dovrà decidere come muoversi nell’ipotesi che la serie A sia costretta a arrendersi al Covid-19 per un periodo più lungo di quello previsto. Il discorso è complesso perché coinvolge l’Europeo 2020, sempre più appeso a un filo visto che ogni giorno in tutto il Continente si moltiplicano i provvedimenti di chiusura degli stadi (ieri Spagna e Portogallo, mentre la Germania ha annunciato che si giocherà senza tifosi anche la sfida con gli azzurri in programma il 31 marzo a Norimberga).

                  Gravina ha suggerito tre ipotesi sulle quali le Leghe devono riflettere. La prima è la non assegnazione dello scudetto e conseguente comunicazione all’Uefa delle società qualificate alle Coppe Europee «e sarebbe mortificante», ha detto il presidente federale; la seconda è la cristallizzazione della classifica al momento dell’interruzione (scudetto alla Juve); la terza, appunto, è la più clamorosa: playoff e playout. Quattro squadre per il titolo e quattro per evitare la retrocessione, tenendo conto della classifica. Facile che su questo argomento la Lega di A litigherà e si spaccherà, come succede regolarmente su quasi tutto. Per B e Lega Pro arrivare in fondo, cioè al 30 giugno, senza le Coppe europee e con tutti i mercoledì liberi, è più facile. In ogni caso anche Balata e Ghirelli stanno studiando la situazione.

                  B e C hanno anche firmato un accordo con l’Aic per lasciare a casa i giocatori nei prossimi dieci giorni. Più difficile far digerire la situazione ai club di serie A che tanto per cambiare sono divisi e non potrebbe essere altrimenti considerando che cinque di loro sono impegnati nelle coppe Europee. Molte squadre, a cominciare dal Milan e dalla Fiorentina, passando per Lazio, Verona e Cagliari, hanno interrotto gli allenamenti. Tommasi ha ribadito la posizione dell’Associazione durante il Consiglio federale: stop agli allenamenti, inutile rischiare qualcosa con il campionato fermo.

                  Ma il virus non si arrende e prolifera in tutta Europa, mettendo in difficoltà l’Uefa. Ieri è montata la polemica sulla doppia sfida Italia Spagna per gli ottavi di Europa League. Non ci sono più voli in entrambe le direzioni, ma da Nyon fanno sapere che stanno lavorando con il governo spagnolo per sbloccare la situazione. Sono ore decisive. Alla fine sia Inter-Getafe che Siviglia-Roma si dovrebbero giocare. Barcellona-Napoli, in programma la prossima settimana, è stata chiusa ai tifosi. Il Camp Nou vuoto sarà uno spettacolo malinconico. Ma la Uefa non vuole fermarsi. Gravina invece studia soluzioni fantasiose come i playoff: se il campionato non finirà, lo scudetto potrebbe passare attraverso due ghiotte semifinali: Juventus-Atalanta e Inter-Lazio.



                  CorSera
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                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                  • Sean
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                    Champions, per Liverpool e Psg è la notte della verità: con Atletico e Dortmund serve la rimonta

                    I campioni d'Europa e la corazzata parigina chiamati a ribaltare le sconfitte (rispettivamente 1-0 e 2-1) accusate in Spagna e Germania

                    "E a me chiedete del coronavirus?". Come Sarri dopo l'Inter, Klopp preferisce il basso profilo, senza dare opinioni sull'emergenza sanitaria. Si limita ad augurare il meglio per tutti e a dire: "Ovviamente ci sono cose più importanti del calcio". Il Liverpool è a un bivio. Non gli capitava da un po', questo dover risalire la china. Sembra poco l'1-0 dell'andata contro l'Atletico. Ma in questo momento non lo è. Il Liverpool ha perso smalto, soffrendo al primo vero calo complessivo di una stagione folgorante, dove più volte è apparso invincibile e dalle risorse infinite. Non è più "quel" Liverpool da almeno un mese e mezzo. Già a Madrid aveva dato segni di imbarazzo, se non proprio di cedimento, soprattutto mentale.

                    Klopp stesso non aveva dato il meglio di sé cercando, nel post partita, di aggrapparsi al comportamento degli avversari: "Hanno simulato falli come non avevo mai visto fare a certi livelli". La macchina che andava al doppio della velocità ha perso per strada cilindri e pistoni: lo si è visto anche in Premier, dove la prima sconfitta del gruppo è stata tanto inattesa quanto sonora (3-0 dal Watford). Dei tre là davanti, fino a dicembre impressionanti, soltanto Firmino sembra aver conservato una qualche lucidità, fisica e mentale. Ma a sprazzi. Mentre gli esterni difensivi, vero doppio fiore all'occhiello di Klopp, Alexander-Arnold e Robertson, hanno di molto rallentato la spinta. Dovranno raddoppiare gli sforzi, questi Reds tornati con i piedi per terra, per non vedere i quarti di Champions davanti al televisore perché il pur non esaltante Atletico l'unica cosa che continua a saper fare è difendersi, anche se adesso al centro del reparto non ci sono più Godin e Gimenez, come lo scorso anno, ma Savic e Felipe. E a Klopp mancherà Alisson infortunato, mentre l'unica preoccupazione di Simeone è Morata non al meglio (con Costa che sarebbe pure disponibile ma ormai non gioca una partita completa dal paleolitico).


                    A Parigi, con le porte chiuse, i Psg si trova in una situazione simile a quella dei Reds: deve rimontare. Con un piccolo vantaggio: una rete fuori casa tutto sommato l'ha segnata e gli basterebbe l'1-0. Esattamente all'opposto dell'Atletico, il Dortmund ha nella difesa il suo cruccio: non è squadra che sappia impostare una partita di contenimento, non ha la mentalità, i giocatori, l'assetto. Nemmeno un capitano di lungo corso come Hummels può garantire saldezza. Così viene da pensare che qualora riuscisse con i suoi fenomeni a trovare stabili superiorità numeriche al Psg potrebbero spalancarsi diverse soluzioni (anche se Mbappé è in dubbio). Dall'altra parte c'è comunque Haaland, che a campo aperto rischia di diventare un essere devastante: non si è mai visto un centravanti così alto, potente e insieme così veloce. E in contropiede il Borussia non ha rivali in Europa. Due partite sul filo, ma se non torna in sé il Liverpool campione in carica potrebbe uscire e sarebbe un botto.

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                    • Sean
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                      La Uefa fa lo struzzo e non si rende conto di quello che sta per accadere in tanti Paesi europei, che avranno presto scenari all'italiana (o alla cinese).

                      Deve prepararsi a stoppare le coppe. Deve sacrificare gli europei. Solo rinviandoli la stagione avrà una possibilità di riprendere e concludersi naturalmente, coppe comprese.
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                      • Sean
                        Csar
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                        Coronavirus Effect: Arsenal Players Put in Quarantine, Premier League Game vs Manchester City Postponed

                        Manchester City vs Arsenal Premier League game was postponed as Arsenal players were put in quarantine after having come in contact with Olympiakos owner, who tested positive for coronavirus.

                        Manchester City vs Arsenal Premier League game was postponed as Arsenal players were put in quarantine after having come in contact with Olympiakos owner, who tested positive for coronavirus.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • Sean
                          Csar
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                          Devono stoppare tutti i campionati, come accaduto in Italia. Fermare anche le coppe.

                          Scommetto che quei poveri ritardati della Uefa saranno gli ultimi a svegliarsi. Vediamo quanto ci mettono prima di creare un cortocircuito clamoroso e ingestibile.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • germanomosconi
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                            • Jan 2007
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                            • pordenone
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                            Originariamente Scritto da Marco pl
                            i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
                            Originariamente Scritto da master wallace
                            IO? Mai masturbato.
                            Originariamente Scritto da master wallace
                            Io sono drogato..

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                            • Sean
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                              In Italia i media si sdilinquiscono prima di vedere come andranno le cose sul campo e in determinati contesti. Lukaku è un attaccante come ce ne sono a iosa in giro. Icardi, ad esempio, è molto meglio, molto più letale in tutti i tipi di partite. Qua è stato fatto passare come una specie di macchina da guerra irresistibile, quando invece l'Inter rischia di trovarsi accollata una punta che non segna in champions e non è determinante nelle grandi partite.

                              Eriksen è stato dipinto come addirittura un giocatore capace di "spostare equilibri": ohibò, è arrivato Maradona. Poi scopri che a Conte non piace, che lui non si attiva, che insomma segna e incide di più il tanto critico Ramsey.

                              Questi i media italiani: dei poveri tromboni, dei lustrascarpe che si prostituiscono per pochi centesimi e poche copie. Dei mendicanti col piattino in mano.
                              Last edited by Sean; 11-03-2020, 08:58:41.
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                                Gazzetta
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                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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