L’Italia di un Mancini molto arrabbiato continua a vincere ma non convincere, per battere l’Armenia (doppietta di Belotti e Lorenzo Pellegrini) ha dovuto aspettare che fosse ridotta ingiustamente in dieci dall’arbitro. Gli Europei sono ormai in pugno, ma gioco e giocatori convincono ancora poco. Insomma bisogna aspettare… Già, ma cosa?
ARMENIA-ITALIA 1-3
Per rimontare e andare in vantaggio sull’ Armenia c’è voluto un avversario costretto a giocare ingiustamente in dieci per tutto il secondo tempo, e un’ora e un quarto di partita prima di tirare un sospiro di sollievo col gol di Lorenzo Pellegrini. La doppietta di Belotti (primo e terzo gol) ha poi dato una sistemata al tutto. Mancini è stato addirittura paradossale: il fatto che gli armeni abbiano giocato in dieci ha reso la partita più difficile perché si sono chiusi ancora di più. Va bene, ognuno può raccontarla come vuole, ma non prendiamoci in giro.
Nel più classico dei copioni soffriamo l’energia e il trasporto degli altri: gli armeni giocano per la patria e hanno uno spirito di sacrificio enorme – la Roma spera di aver ingaggiato un Mkhitaryan che ora nel campionato italiano ci dia dentro con lo stesso cuore e lo stesso coraggio – l’Italia gioca per dovere, e forse ne farebbe anche volentieri a meno. Poi forse c’entra anche la storia che in Italia la stagione ufficiale è cominciata da poco, ma ho l’impressione che anche questo faccia parte di quel bagaglio di luoghi comuni che bisogna sempre esibire in questo periodo.
In difesa si sente l’ assenza di Chiellini, a centrocampo Jorginho, Verratti e Barella non sono il massimo (Conte per adesso a Barella preferisce Sensi…), in attacco va bene Belotti ma Chiesa e Bernardeschi sono troppo intermittenti e spesso un po’ inconsistenti. E non farei troppo caso all’assenza di Insigne ed altri. Essendo questi i giocatori, ed avendo guardato ormai anche nel fondo dei cassetti, l’unica cosa da fare è portare al massimo questo gruppo al momento giusto. Non è impossibile, ma bisogna essere bravi e anche un po’ fortunati. Mancini può riuscirci, perché no.
Intanto, di fondo, resta la constatazione che abbiamo sofferto e sudato contro una nazionale al 98° posto del ranking Fifa. La conquista degli Europei è ormai quasi una certezza, ma il nervosissimo Mancini sta prendendo molto a cuore la nazionale, per il resto aspettiamo da tempo non si sa chi e non si sa cosa.
ARMENIA-ITALIA 1-3
NAZIONALE, QUALIFICAZIONI EUROPEI
Cosa stiamo aspettando e cosa chiediamo a questa nazionale? Non credo cercassimo molto da una nazionale che interrompe il campionato alla seconda giornata, alla prima pausa azzurra di settembre dove tradizionalmente l’Italia fa una fatica immane se non incappa addirittura in figuracce (Bearzot e Vicini se ne lamentavano sempre), che per di più giocava a Yerevan in Armenia. Contro una nazionale divertente e tosta, in una partita anche movimentata, per carità, ma insomma è difficile rendere appetibile e attraente una serata del genere, sia pure di qualificazione europea.
Però, nonostante tutto, ci piacerebbe avere di nuovo una bella nazionale. Anzi, chi se ne importa bella o meno: ci piacerebbe tornare presto a vincere qualcosa. Magari, con un bello sforzo di fantasia, un giorno potremmo anche vincere con Mancini e con questa nazionale qui. Io la speranza non la perdo, anche se ci sono molte nazionali supercorazzate in giro: a cominciare dalla Francia campione del mondo.
Dal punto di vista dei risultati nulla da dire: l’ Italia di Mancini è addirittura a punteggio pieno, quella contro l’ Armenia è la quinta vittoria consecutiva nelle qualificazioni europee (appuntamento a giugno 2020), il ct da qualche tempo dà persino la sensazione di aver trovato un abbozzo di squadra. Anche se non particolarmente forte e che comunque soffre ancora tanto. Troppo.Per rimontare e andare in vantaggio sull’ Armenia c’è voluto un avversario costretto a giocare ingiustamente in dieci per tutto il secondo tempo, e un’ora e un quarto di partita prima di tirare un sospiro di sollievo col gol di Lorenzo Pellegrini. La doppietta di Belotti (primo e terzo gol) ha poi dato una sistemata al tutto. Mancini è stato addirittura paradossale: il fatto che gli armeni abbiano giocato in dieci ha reso la partita più difficile perché si sono chiusi ancora di più. Va bene, ognuno può raccontarla come vuole, ma non prendiamoci in giro.
Nel più classico dei copioni soffriamo l’energia e il trasporto degli altri: gli armeni giocano per la patria e hanno uno spirito di sacrificio enorme – la Roma spera di aver ingaggiato un Mkhitaryan che ora nel campionato italiano ci dia dentro con lo stesso cuore e lo stesso coraggio – l’Italia gioca per dovere, e forse ne farebbe anche volentieri a meno. Poi forse c’entra anche la storia che in Italia la stagione ufficiale è cominciata da poco, ma ho l’impressione che anche questo faccia parte di quel bagaglio di luoghi comuni che bisogna sempre esibire in questo periodo.
In difesa si sente l’ assenza di Chiellini, a centrocampo Jorginho, Verratti e Barella non sono il massimo (Conte per adesso a Barella preferisce Sensi…), in attacco va bene Belotti ma Chiesa e Bernardeschi sono troppo intermittenti e spesso un po’ inconsistenti. E non farei troppo caso all’assenza di Insigne ed altri. Essendo questi i giocatori, ed avendo guardato ormai anche nel fondo dei cassetti, l’unica cosa da fare è portare al massimo questo gruppo al momento giusto. Non è impossibile, ma bisogna essere bravi e anche un po’ fortunati. Mancini può riuscirci, perché no.
Intanto, di fondo, resta la constatazione che abbiamo sofferto e sudato contro una nazionale al 98° posto del ranking Fifa. La conquista degli Europei è ormai quasi una certezza, ma il nervosissimo Mancini sta prendendo molto a cuore la nazionale, per il resto aspettiamo da tempo non si sa chi e non si sa cosa.
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