Federazione, Lega e il ministro dello sport Spadafora erano tutti d'accordo per il rinvio di Juve-Inter. Il motivo principale: il non dare all'estero l'immagine (giocando a porte chiuse) di un Paese appestato e paralizzato dal virus. Lo riporta il CorSera.
Attenzione: Calcio Inside! Parte III
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Oh bene, allora posso andare allo stadio per Juve Milan che sono ligure
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioClaudio Ranieri, ai canali ufficiali della società blucerchiata. «Penso che giocare a porte chiuse sia la morte del calcio, ci ho giocato ed è irreale. Sembra di stare in allenamento e invece ti giochi i tre punti. Chi gioca in casa non ha il supporto del suo pubblico per cui non mi piace. Preferisco rinviarla, ma che tutto sia svolto con i tifosi che sono quelli che pagano»
«Lo svolgimento del campionato, con tutte queste partite a porte aperte o chiuse e i vari rinvii, viene un po' condizionato», così tecnico della Sampdoria , Claudio Ranieri , ai canali ufficiali della società blucerchiata. «Penso che giocare a porte chiuse sia la morte del calcio, ci ho gio...
E si scopre che i tecnici cui non piacciono le porte chiuse sono già due (Pioli e Ranieri)...anzi 3: Conte giovedì scorso: https://www.corrieredellosport.it/ne...o_dei_tifosi_/
Insomma, a giocatori e allenatori piace giocare a porte aperte, col pubblico. Quindi dovrebbero essere tutti contenti se Juve-Inter e altre 3 partite sono state rinviate.
non penso che i 20-24 gradi di maggio spazzeranno via tutto.
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Dobbiamo iniziare ad orientarci verso l'idea che il campionato potrebbe essere sospeso prima. Di certo non c'è spazio per altri rinvii...quindi o tutti a porte aperte o tutti con le porte chiuse o comunque a porte chiuse al Nord.
Il tutto sempre che non accada qualcosa, perchè basta un positivo in una qualunque squadra di A e ciao core. Il campionato finisce....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
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forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioDobbiamo iniziare ad orientarci verso l'idea che il campionato potrebbe essere sospeso prima. Di certo non c'è spazio per altri rinvii...quindi o tutti a porte aperte o tutti con le porte chiuse o comunque a porte chiuse al Nord.
Il tutto sempre che non accada qualcosa, perchè basta un positivo in una qualunque squadra di A e ciao core. Il campionato finisce.(ride)
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioFederazione, Lega e il ministro dello sport Spadafora erano tutti d'accordo per il rinvio di Juve-Inter. Il motivo principale: il non dare all'estero l'immagine (giocando a porte chiuse) di un Paese appestato e paralizzato dal virus. Lo riporta il CorSera.
Ma che buffonata è questa????
Cosa cambia allora rispetto ad averla rinviata???
Che imbarazzo
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioLa tv francese ha pizzicato Ronaldo dire a Dybala, a Lione: "il centrocampo non accompagna, davanti siamo soli":
Video qua:
https://www.vecchiasignora.com/topic...siamo-da-soli/
Originariamente Scritto da Death Magnetic Visualizza MessaggioChe amarezza aver sprecato Ronaldo.
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Originariamente Scritto da Steel77 Visualizza Messaggioc'è un altro video in cui si sente CR7 dire che rabiot è un pezzo di merda
già(ride)
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Protesta dei tifosi dell'Inter sotto la sede della Serie A
"Gli spettri del passato paiono proprio riaffacciarsi con prepotenza"
bit.ly/2I3HwLA
Inviato dal mio VOG-L29 utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da SeanTu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
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La Lazio fa due gol al Bologna con Luis Alberto e Correa ed è prima in classifica. Ma tutto è provvisorio, il rinvio di Juve-Inter al 13 maggio spacca il pallone, l’emergenza e la confusione rendono tutto poco chiaro. Ma il calcio è lo specchio del paese per cui non c’è nulla di sicuro, nessuno accetta le decisioni superiori, tutto è viziato di partigianeria. Di fronte all’emergenza Coronavirus, ai problemi e alle paure delle persone, i pasticci del calcio sono veramente l’ultima cosa che preoccupa: ci vuole dignità nei comportamenti e nelle reazioni. Avremo comunque dei verdetti accettabili
Lazio-Bologna 2-0. E il rinvio di Juve-Inter…
La Lazio fa due gol al Bologna con Luis Alberto e Correa – a ulteriore dimostrazione che la Lazio non è solo Immobile – e si ritrova prima in classifica, con la possibilità di rimanerci a lungo, fino a fine campionato o quasi. Magari oltre, nessuno al momento lo sa… La decisione della Lega di Serie A di rinviare Juve-Inter (e tutte le altre partite precedentemente stabilito di giocare a porte chiuse) rende tutto provvisorio, e anche più che provvisorio. Con tutte le conseguenze evidenti che ne derivano, questo avanti e indietro che lascia tutti molto interdetti, perplessi, spaesati.
Nell’emergenza Coronavirus mi sono riproposto di lasciare le beghe del calcio in sottofondo, di utilizzarlo e raccontarlo solo come il compagno di vita di tutti di noi, un amico che può aiutarti e distrarti soprattutto in un momento difficile. Mi rifiuto di guardare il problema secondo una partigianeria inaccettabile che vede il mondo dalla parte della Juve oppure in maniera del tutto opposta dalla parte dell’ Inter. Un minuto dopo la decisione di rinviare al 13 maggio, su Sky Sport c’era già Marotta che andava all’attacco dell’ultimo provvedimento. Non c’è molto da sorprendersi, il calcio del resto è lo specchio del paese: perché il calcio dovrebbe dare un’immagine diversa dal resto dello scenario generale? Ci dividiamo su tutto, sempre. Il problema è farlo anche adesso.
I problemi organizzativi che il calcio sta affrontando oggi sono enormi, quasi tali da sembrare insormontabili. Da mettere in discussione tutto, anche le basi della regolarità stessa del campionato e degli altri tornei. Ma nella scala dei bisogni di oggi, a che punto mettiamo la “regolarità del campionato”? Sinceramente a me oggi può interessare solo che nessuno manometta i risultati, ma il come, quando e dove si gioca francamente non è il primo dei miei pensieri.
Così come è buon dovere di ognuno di noi aver fiducia e obbedire alle istituzioni nel macro mondo dell’epidemia che coinvolge tutti, così cerco di avere fiducia e contare sulla buona fede di chi prende decisioni anche più banali, come quelle che riguardano il calcio. E di conseguenza lo scudetto o la salvezza dalla serie B. Avremo comunque, spero, dei verdetti accettabili.
Aggiungere alle tensioni dell’emergenza nazionale anche quelle stupide e inutili del pallone mi sembra fuori luogo, per rispetto delle persone che soffrono, delle famiglie che hanno avuto dei lutti, di tutti quelli che hanno problemi enormi nel lavoro, nelle relazioni sociali, nella vita di tutti i giorni. Non possiamo mischiare il calcio a tutto questo, il calcio deve rimanere dietro. E soprattutto non deve diventare un problema in più.
Non esiste in queste condizioni una decisione perfetta e ideale – sono anomalie sia le porte chiuse che stravolgono il clima delle partite che il rinvio forzato – esiste solo la decisione forse meno peggiore. Francamente l’unica cosa che avrei chiesto e chiederei tuttora sarebbe la condivisione totale dei problemi e delle decisioni. Si rinviano le partite? Si rinviano per tutti. Si gioca a porte chiuse? Si gioca tutti a porte chiuse, tutti quelli che partecipano al campionato. Insomma non approfittare dei piccoli e meschini vantaggi che la situazione può portare. Condividere il problema, affrontarlo insieme, abolire il brutale a chi tocca tocca. L’allenatore della Roma, Pablo Fonseca, ha detto anche lui qualcosa del genere, e l’ho apprezzato molto.
Mi pare evidente che il campionato a 20 squadre e troppi altri tornei ipergonfiati di appuntamenti per avidità e bulimia, abbiano alla fine mostrato il loro limite. E di conseguenza la loro fragilità. Non aver mai previsto l’imprevisto, l’emergenza, non lasciarsi più un briciolo di tempo per risolvere un problema in più. Questo è/è stato il vero grande errore. E adesso se ne pagano le conseguenze.
Vorrei solo che il calcio oggi fosse vicino soprattutto a tutte le persone preoccupate e angosciate per quello che sta succedendo loro o intorno a loro. Bisogna farlo in maniera dignitosa, responsabilmente, senza spettacoli indecorosi.
SERIE A, 26a GIORNATA Lazio-Bologna 2-0 (18' Luis Alberto L, 21' Correa L), Napoli-Torino 2-1 (19' Manolas N, 82' Di Lorenzo N, 90'+1' Edera T), Lecce-Atalanta 2-7 (17' Donati aut A, 22' Zapata A, 29' Saponara L, 40' Donati L, 47' Ilicic A, 54' Zapata A, 62' Zapata A, 87' Muriel A, 90'+1' Malinovskyi A), Cagliari-Roma 3-4 (28' Joao Pedro C, 29' Kalinic R, 42' Kalinic R, 64' Kluivert R, 75' Pereiro C, 81' Mkhitaryan R, 89' Joao Pedro C). *Rinviate a data da decidere Juventus-Inter, Milan-Genoa, Parma-Spal, Sassuolo-Brescia, Udinese-Fiorentina, Samp-Verona. *** Cagliari-Roma 3-4 Un'orgia di gol - sedici tra Lecce e Cagliari - per riempire il vuoto di un campionato tagliato e spacchettato per ragioni di ordine superiore. Atalanta e Roma si rispondono a distanza nella lotta al quarto posto che stanno sostenendo. Per quel poco che si è giocato di gol se ne sono visti tantissimi. Sette gol in un ping pong tra Roma e Cagliari, con la squadra di Fonseca che va in svantaggio, rimonta, se ne va...ma di noi
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Il Napoli batte il Torino e continua a risalire, Gattuso è uscito dalla crisi e sogna la qualificazione in Champions League
Napoli-Torino 2-1
Che nel Napoli sia cambiato qualcosa lo dimostrano i risultati. Dopo la vittoria di Milano sull’ Inter in Coppa Italia, tre vittorie in campionato e il bel pareggio col Barcellona. Questione di ambiente, di feeling – il pubblico ha ripreso a cantare la solita canzone – di metodo Gattuso, anche di fortuna perché no. Il Torino che scende a precipizio (sesta sconfitta consecutiva) è stato battuto stavolta con i gol di due difensori, Manolas e Di Lorenzo, e con una formazione che l’allenatore ha adeguatamente rimaneggiato dopo l’1-1 col Barcellona partita che rischiava di aver assorbito tutte le energie. E’ un Napoli che sa fare a meno anche di Mertens che insieme a Insigne è uno dei due leader della squadra. Siamo in una situazione completamente diversa ormai da quando Gattuso è arrivato nel dicembre scorso. C’è un buon ricambio, la mancanza di Koulibaly discretamente e sufficientemente assorbita. Il progetto non dichiarato è quello di riportare il Napoli a quota Champions League, se continua a giocare così può riuscirci.
SERIE A, 26a GIORNATA Lazio-Bologna 2-0 (18' Luis Alberto L, 21' Correa L), Napoli-Torino 2-1 (19' Manolas N, 82' Di Lorenzo N, 90'+1' Edera T), Lecce-Atalanta 2-7 (17' Donati aut A, 22' Zapata A, 29' Saponara L, 40' Donati L, 47' Ilicic A, 54' Zapata A, 62' Zapata A, 87' Muriel A, 90'+1' Malinovskyi A), Cagliari-Roma 3-4 (28' Joao Pedro C, 29' Kalinic R, 42' Kalinic R, 64' Kluivert R, 75' Pereiro C, 81' Mkhitaryan R, 89' Joao Pedro C). *Rinviate a data da decidere Juventus-Inter, Milan-Genoa, Parma-Spal, Sassuolo-Brescia, Udinese-Fiorentina, Samp-Verona. *** Cagliari-Roma 3-4 Un'orgia di gol - sedici tra Lecce e Cagliari - per riempire il vuoto di un campionato tagliato e spacchettato per ragioni di ordine superiore. Atalanta e Roma si rispondono a distanza nella lotta al quarto posto che stanno sostenendo. Per quel poco che si è giocato di gol se ne sono visti tantissimi. Sette gol in un ping pong tra Roma e Cagliari, con la squadra di Fonseca che va in svantaggio, rimonta, se ne va...ma di noi
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Calendario di Serie A stravolto dal coronavirus, il maggio intasato di Juventus e Inter
I nerazzurri potrebbero arrivare a disputare fino a nove gare, i bianconeri una in meno. Per la Lazio invece solo quattro partite
Otto partite in 24 giorni, più una ancora da fissare perché è impossibile al momento trovare una data utile. È il folle calendario che attende l'Inter a maggio, tra campionato, Europa League e Coppa Italia (in caso di prosieguo del cammino nelle due coppe) dopo la decisione della Lega Serie A di rinviare Juventus-Inter e le altre quattro partite a porte chiuse della settima giornata di ritorno dopo avere dato il via libera appena due giorni prima.
Nello stesso periodo la Juventus dovrà disputare otto gare tra campionato, Champions e Coppa Italia (anche in questo caso se proseguirà il cammino nelle due coppe). La Lazio invece a maggio avrà solo le quattro partite di campionato, essendo già fuori dalle coppe e non avendo recuperi da disputare. Ma sul calendario di Serie A aleggiano altre due variabili pesanti. Se l'Inter andrà in finale sia di Europa League che di Coppa Italia, non sarà possibile recuperare Inter-Sampdoria. Quindi in questo momento la possibilità di recuperare una partita di Serie A di fatto è lasciata al caso.
E in secondo luogo cosa succederà se non verrà revocato il divieto del governo di giocare con il pubblico sugli spalti nella prossima giornata nelle regioni a rischio per il Coronavirus? Coerentemente alla decisione di oggi quelle partite dovranno essere rinviate perché è passato il principio che non si può giocare a porte chiuse per salvaguardare l'immagine della Serie A all'estero. A quel punto non sarà possibile portare a termine il campionato. L'unica soluzione sarebbe quella di prendere una decisione in clamorosa contraddizione con quella di oggi.
JUVENTUS
3 maggio Udinese-Juventus
5/6 maggio Eventuale gara di ritorno semifinali Champions
10 maggio Sampdoria-Juventus
13 maggio Juventus-Inter
17 maggio Cagliari-Juventus
20 maggio Eventuale finale di Coppa Italia
24 maggio Roma-Juventus
30 maggio Eventuale finale Champions
INTER
3 maggio Inter-Fiorentina
7 maggio Eventuale ritorno semifinale di Europa League
10 maggio Genoa-Inter
13 maggio Juventus-Inter
17 maggio Inter-Napoli
20 maggio Eventuale finale di Coppa Italia
24 maggio Atalanta-Inter
27 maggio Eventuale finale di Europa League
Data da definire Inter-Sampdoria
LAZIO
3 maggio Lazio-Cagliari
10 maggio Verona-Lazio
17 maggio Lazio-Brescia
24 maggio Napoli-Lazio
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Juventus-Inter, ecco perché senza le porte chiuse il campionato rischia il collasso
I calendari di serie A e non solo rivoluzionati. Cinque partite posticipate al 13 maggio. La vittoria della Juve con lo stadio aperto e i tifosi
Il calcio sottosopra e vicino al collasso. Le cinque partite della ventiseiesima giornata, inizialmente programmate a porte chiuse, sono state rinviate al 13 maggio dopo una notte di riflessioni e patimenti, di pressioni e polemiche, di interessi personali che superano quelli collettivi. Il calcio, nel pieno dell’emergenza coronavirus, va in tilt. Su un punto tutti o quasi sono d’accordo, la Federazione e la Lega, soprattutto il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora: giocare Juventus-Inter senza i tifosi sarebbe stato un danno di immagine per il Paese.
Andrea Agnelli ha vinto la sua battaglia. Per giorni ha spinto affinché la partita più attesa dell’anno non si giocasse in un’atmosfera innaturale e alla fine ha avuto ragione. Così ha salvato l’incasso, di oltre 5 milioni, ed evitato alla squadra di Sarri una sfida cruciale in un momento di difficoltà. La società bianconera fa sapere che invece si è rimessa alle decisioni degli organi competenti. Anche il Milan ha fatto pressioni per rinviare l’appuntamento con il Genoa. Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli, ha inviato una diffida alla Lega minacciando di non aprire le porte della Dacia Arena per Udinese-Fiorentina. Viola furiosi, come il Genoa. E soprattutto l’Inter, che si ritrova a dover gestire un finale di stagione senza respiro. Ma si è arrabbiato moltissimo anche Lotito, grande elettore di Dal Pino, che non voleva questo ribaltone.
Il rinvio del derby d’Italia ha costretto la Lega a rimodellare il calendario, riposizionando le 5 gare in questione (anche Sassuolo-Brescia e Parma-Spal) il 13 maggio, giorno della finale di Coppa Italia, che invece slitta di una settimana e si giocherà a Milano perché il 20 l’Olimpico di Roma sarà requisito dall’Uefa per l’Europeo. Da ora si naviga a vista. Se l’Inter dovesse andare sia in finale di Coppa Italia sia di Europa League non avrebbe una data per recuperare l’appuntamento con la Samp. Un assurdo. Il campionato rischia di essere falsato. Oggi il nuovo decreto potrebbe costringere la Lega a valutazioni scomode sulla prossima giornata: sono a rischio di porte chiuse, Atalanta-Lazio, Spal-Cagliari, Inter-Sassuolo, Verona-Napoli e Bologna-Juve. Come si comporterà la Confindustria del pallone? La Lega esce spaccata. E Marotta ha chiesto e ottenuto per oggi un consiglio di Lega informale in conference call.
Il caos è dentro e fuori. Samp-Verona di domani sera sarebbe a porte aperte ma Giovanni Toti, governatore della Liguria, potrebbe chiuderla nelle prossime ore. Anche le semifinali di Coppa Italia sono un tormento: mercoledì per Juventus-Milan lo Stadium dovrebbe essere aperto a tutti i tifosi tranne che a quelli provenienti da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Il Milan non ha gradito. Giovedì Napoli-Inter per adesso è senza limitazioni, ma non ci sono certezze. Se non che il calcio rischia di scoppiare.
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Milan: Boban contro Gazidis, una ricomposizione è impossibile
L’ex stella rossonera si rivolge a Elliott «Voglio chiarezza, serve un incontro». Nessuna risposta dal fondo americano. A questo punto sembra inevitabile un altro ribaltone nell’assetto societario
Povero Diavolo. Proprio adesso che le cose sembravano andare un filo meglio, proprio ora che il peggio sembrava alle spalle. Invece il rischio di un ennesimo anno zero è altissimo. La guerra interna c’era e si sapeva: due anime, troppe teste, troppo diverse. Da una parte Elliott e l’ad Gazidis, dall’altra le bandiere Boban e Maldini, in mezzo un Milan che, tirato di qua e di là, smarrito e scioccato, paga il conto più salato. Che questo muro contro muro non avrebbe portato a niente di buono era purtroppo scontato. Ma di tutto c’era bisogno tranne che la polveriera esplodesse proprio ora, con la corsa all’Europa ancora aperta, con una stagione ancora da chiudere. La miccia l’ha accesa Zvone Boban. L’attacco a Elliott via Gazzetta è stato durissimo. E l’impressione è che nulla sarà più come prima. Parole affilate come lame, quelle del chief football officer. A fare da detonatore è stata la scelta di Gazidis di contattare Rangnick, tecnico-manager che è in cima alla lista dell’ad per giugno. Così Boban: «Non avvisarci è stato irrispettoso e inelegante, indegno di questo club». Due: «Unità d’intenti? Io ci credevo, ma per il bene del Milan serve subito un incontro con la proprietà». Tre: «Elliott deve precisare obiettivi e budget, ancora non sappiamo che margini avremo».
Da Londra, il giorno dopo, neanche una parola. Un silenzio tombale, che a fronte di una chiamata in causa tanto plateale fa ancora più effetto, è ancora più eloquente. La frattura fra le due anime pare ormai insanabile. Anzi, è destinata ad allargarsi ulteriormente. Dopo Leonardo e Gattuso, il Milan sta per ammainare altre due bandiere. Un passo fuori, così appare ora Boban. E con lui il d.t. Maldini, che a sua volta su Elliott e Gazidis era andato in tackle già due settimane fa, quando a Sky aveva bocciato Rangnick, bollato come un «profilo non adatto». La verità è che oggi il tedesco è il primo della fila, il candidato numero uno. I contatti con Gazidis sono frequenti. Con il saggio Pioli che, al di là della fiducia pubblica incassata trasversalmente, ha già capito l’aria che tira. E che per questo sa di doversi concentrare solo e soltanto sul presente. In bocca al lupo: questo caos non lo aiuterà.
Margini per una ricomposizione sembrano impossibili. Vista dalla proprietà è chiaro che un’intervista così, non concordata e aggressiva nei contenuti, non potrà non avere conseguenze. Forse anche prima della fine della stagione. E l’impressione è che Boban abbia voluto spiegare le sue ragioni in anticipo, in presenza di un addio già deciso e maturato, magari per tornare in Fifa, più che cercare di trovare una sintesi con la proprietà. Perché in questo caso non avrebbe certo dovuto scegliere la via della stampa. Non si può immaginare che Elliott gradisca che un suo manager chieda un appuntamento con la proprietà — dettando l’agenda per di più — attraverso un giornale. Significa che il canale diretto non c’è o, più probabilmente, non si vuole perseguire.
I due manager del settore sportivo sono considerati troppo rigidi nelle proprie posizioni: lo sono stati quando hanno deciso di imporre Giampaolo, errore che Elliott mette loro in conto, e magari lo sono adesso con la bocciatura pubblica di Rangnick. Anche perché, essendo quest’ultimo più un manager che un tecnico, il sospetto è che sul tavolo ci sia anche la difesa della propria posizione. D’altra parte, la proprietà non può apprezzare di essere chiamata a intervenire su controversie interne, che dovrebbe risolvere in autonomia l’amministratore delegato, che si era già premurata di supportare e che al momento gode della piena fiducia, come dimostra il contratto a lunga scadenza. Uno scatto è però atteso anche da Gazidis, chiamato a imprimere la sua svolta sul club. Dalla vicenda esce macchiata anche l’immagine di chi, come lui, ha preteso di narrare un’unità mai esistita e non è riuscito nemmeno a proteggerla dall’interno, come il suo ruolo imporrebbe, nonostante le conferme di fiducia di Elliott. Che caos. Qui non vince nessuno. Perdono tutti. Povero, povero Diavolo.
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Coronavirus, mercoledì Juve-Milan a porte aperte ma solo per i piemontesi: la proposta del governo
La decisione definitiva sul ritorno della semifinale di Coppa Italia arriverà con il decreto del premier Conte che conterrà anche le indicazioni per scuole, spettacoli, musei, eventi pubblici, chiese
Porte aperte ma solo per i piemontesi e non per i tifosi ospiti, mercoledì sera, per la sfida Juventus-Milan di Coppa Italia fissata mercoledì sera allo Juventus stadium. Durante il vertice in videoconferenza tra il premier Giuseppe Conte e le Regioni colpite dall’emergenza coronavirus, che ha già fatto slittare cinque partite di Serie A in programma questo weekend e spostate al 13 maggio (compresa Juventus-Inter), si è parlato anche della partita di ritorno della semifinale di Coppa Italia a metà settimana.
Al vertice partecipano anche la sindaca di Torino Chiara Appendino e il presidente del Piemonte, Alberto Cirio. Dal governo è arrivata la proposta di giocare il match a porte aperte, ma consentendo l’accesso allo stadio, per motivi sanitari, solo ai cittadini residenti in Piemonte. La decisione definitiva sarà contenuta nel decreto del presidente del Consiglio che conterrà anche le linee guida sull’apertura delle scuole, dei cinema, dei teatri, dei musei e sugli eventi aperti al pubblico, comprese le celebrazioni religiose.
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