Caos Manchester City, Guardiola assicura: «Io resto». Ma il titolo 2014 è a rischio per il Fair Play finanziario
Dopo la squalifica di due anni dell’Uefa il club deciso a ricorrere, ma sono in arrivo altre stangate: il futuro è nero
Anche i ricchi piangono è tornato di gran moda in Inghilterra. Non la telenovela messicana degli Anni Ottanta, ma il caso Manchester City che dalla Champions — squalifica per due edizioni — rischia di tracimare in Premier League. Dopo l’esclusione europea per violazione del Fair play finanziario, i tabloid britannici si sono buttati a volo radente anche sul campionato. Per la precisione, sul titolo conquistato nel 2014. Secondo il Mail on Sunday, infatti, una penalizzazione di punti potrebbe estendersi anche a quel campionato, nel caso in cui una commissione indipendente della Lega inglese dovesse confermare le violazioni finanziarie già riscontrate dall’Uefa. In quella stagione, gli uomini allenati da Manuel Pellegrini chiusero al primo posto con 86 punti, due in più del Liverpool.
Il destino del City è ancora tutto da scrivere. Il club (multato anche di 30 milioni di euro) ha deciso di fare ricorso al Tribunale Arbitrale per lo Sport (Tas), dopo aver presentato reclamo formale agli organi competenti della Uefa perché il giudizio non sarebbe «imparziale», in quanto il caso è stato «avviato, perseguito e giudicato» dallo stesso organo amministrativo del calcio europeo. La stampa ha parlato di «massacro di San Valentino», mettendo in evidenza che il caso è nato dalla pubblicazione di mail compromettenti da parte del magazine tedesco Der Spiegel nel novembre 2018. In sintesi, la dirigenza del club di proprietà dello sceicco Mansour bin Zayed al-Nahyan avrebbe gonfiato i bilanci facendo in modo che 67,5 milioni di sterline risultassero provenienti dalla sponsorizzazione dell’Etihad, compagnia aerea di Abu Dhabi.
La notizia del bando per due stagioni ha scatenato una tempesta di ipotesi di mercato. Quanti dei campioni del City — da De Bruyne a Aguero, da Bernardo Silva a Sterling — chiederanno di essere ceduti? E quale sarà il destino di Guardiola? A seconda del mercato di riferimento, i media hanno mandato Pep alla Juve, al Barcellona o al Paris Saint-Germain. La Espn, invece, è andata controcorrente: il tecnico catalano avrebbe manifestato al club la sua intenzione di restare a Manchester anche in caso di conferma della squalifica. Non vuole macchiare la sua immagine di uomo dai forti valori scappando dalla nave che affonda.
Quello che è sicuro è che nelle ultime stagioni, tra sponsorizzazioni e introiti derivati dalla Champions League, il Manchester City ha messo in cassa oltre 100 milioni di euro a stagione. Un mare di soldi anche per chi ne ha tanti a prescindere. Da qui l’intenzione di ricorrere a qualsiasi tipo di azione legale, ma anche di tenere un dialogo con la Uefa, sperando in una riduzione della pena a una sola stagione di stop.
La Premier è già del Liverpool, ma il caso-City può aprire orizzonti insperati ad altri club, che pensavano di essere già tagliati fuori dai quattro primi posti. Come ha detto Mourinho: «Si è aperta una finestra per molte squadre. Il quinto posto (quello dove in questo momento c’è il suo Tottenham, ndr) non è lontano per Arsenal, Everton, Sheffield United, Wolves». Tutti lo pensano, ma per dirlo ci voleva uno spietato come lui.
CorSera
Dopo la squalifica di due anni dell’Uefa il club deciso a ricorrere, ma sono in arrivo altre stangate: il futuro è nero
Anche i ricchi piangono è tornato di gran moda in Inghilterra. Non la telenovela messicana degli Anni Ottanta, ma il caso Manchester City che dalla Champions — squalifica per due edizioni — rischia di tracimare in Premier League. Dopo l’esclusione europea per violazione del Fair play finanziario, i tabloid britannici si sono buttati a volo radente anche sul campionato. Per la precisione, sul titolo conquistato nel 2014. Secondo il Mail on Sunday, infatti, una penalizzazione di punti potrebbe estendersi anche a quel campionato, nel caso in cui una commissione indipendente della Lega inglese dovesse confermare le violazioni finanziarie già riscontrate dall’Uefa. In quella stagione, gli uomini allenati da Manuel Pellegrini chiusero al primo posto con 86 punti, due in più del Liverpool.
Il destino del City è ancora tutto da scrivere. Il club (multato anche di 30 milioni di euro) ha deciso di fare ricorso al Tribunale Arbitrale per lo Sport (Tas), dopo aver presentato reclamo formale agli organi competenti della Uefa perché il giudizio non sarebbe «imparziale», in quanto il caso è stato «avviato, perseguito e giudicato» dallo stesso organo amministrativo del calcio europeo. La stampa ha parlato di «massacro di San Valentino», mettendo in evidenza che il caso è nato dalla pubblicazione di mail compromettenti da parte del magazine tedesco Der Spiegel nel novembre 2018. In sintesi, la dirigenza del club di proprietà dello sceicco Mansour bin Zayed al-Nahyan avrebbe gonfiato i bilanci facendo in modo che 67,5 milioni di sterline risultassero provenienti dalla sponsorizzazione dell’Etihad, compagnia aerea di Abu Dhabi.
La notizia del bando per due stagioni ha scatenato una tempesta di ipotesi di mercato. Quanti dei campioni del City — da De Bruyne a Aguero, da Bernardo Silva a Sterling — chiederanno di essere ceduti? E quale sarà il destino di Guardiola? A seconda del mercato di riferimento, i media hanno mandato Pep alla Juve, al Barcellona o al Paris Saint-Germain. La Espn, invece, è andata controcorrente: il tecnico catalano avrebbe manifestato al club la sua intenzione di restare a Manchester anche in caso di conferma della squalifica. Non vuole macchiare la sua immagine di uomo dai forti valori scappando dalla nave che affonda.
Quello che è sicuro è che nelle ultime stagioni, tra sponsorizzazioni e introiti derivati dalla Champions League, il Manchester City ha messo in cassa oltre 100 milioni di euro a stagione. Un mare di soldi anche per chi ne ha tanti a prescindere. Da qui l’intenzione di ricorrere a qualsiasi tipo di azione legale, ma anche di tenere un dialogo con la Uefa, sperando in una riduzione della pena a una sola stagione di stop.
La Premier è già del Liverpool, ma il caso-City può aprire orizzonti insperati ad altri club, che pensavano di essere già tagliati fuori dai quattro primi posti. Come ha detto Mourinho: «Si è aperta una finestra per molte squadre. Il quinto posto (quello dove in questo momento c’è il suo Tottenham, ndr) non è lontano per Arsenal, Everton, Sheffield United, Wolves». Tutti lo pensano, ma per dirlo ci voleva uno spietato come lui.
CorSera
Commenta