Il Manchester City buttato fuori dalla Champions League per due anni dall’Uefa per aver violato il Fair Play Finanziario. Tutti pronti a correre per spartirsi i suoi campioni (De Bruyne, Aguero etc), ma soprattutto per ingaggiare l’ambitissimo Pep Guardiola, il più grande stratega del football moderno, a una cifra comunque spropositata. Nessuno però che si faccia una domanda elementare: scusate ma è giusto? Guardiola non è stato comunque il leader e il front man di un club che ha barato sulle regole? Non ha approfittato anche lui di questo sistema colpevole e antisportivo? Ma nel calcio comanda l’ipocrisia e tutti fanno finta di nulla…
E’ sorprendente come la prima reazione allo scandalo – perché di scandalo si tratterebbe, se alla fine la sentenza dell’ Uefa arrivasse a piena ed effettiva applicazione – del Manchester City buttato fuori dalla Champions League e dalle coppe per due anni, per aver barato pesantemente sui conti, sia: come approfittarne?
Cioè non condannare il comportamento di chi giocando a poker nasconde l’asso e pure qualche altra carta nella manica, ma cercare di smembrarlo e suddividerselo come meglio si può afferrandone i pezzi migliori. Il suo stratega Pep Guardiola in primis, il Napoleone moderno del pallone, l’inventore e creatore di un nuovo calcio.
Sulle qualità di Guardiola è perfino inutile discutere, è veramente un genio, anche se forse il picco della sua genialità lo ha già raggiunto e superato quando ha potuto accomunare il suo indubbio talento a quelli di una straordinaria generazione di giocatori del Barcellona, Messi in primis. Ma non è questo il punto, non voglio introdurre una discussione sul calcio di Guardiola e il guardiolismo, il problema è il meschino approfittamento da una parte (non nuovo comunque nel mondo del calcio…) e l’opportunistica via di scampo offerta a chi di quel sistema colpevole, ora condannato non solo da un punto di vista morale ma anche regolamentare, ha comunque goduto. In pratica come se Guardiola stesso non avesse approfittato di tutti gli immeritati benefici che il Manchester City stesso, tramite azioni sportivamente illegali, gli ha/avrebbe consentito. Mettendogli cioè a disposizione ottimi giocatori come Aguero, De Bruyne, Sané, Sterling etc. Quasi tutti ingaggiati e retribuiti a cifre fuori mercato, con compensi e ingaggi che negli anni scorsi hanno elevato insopportabilmente il mercato e mandato a gambe all’aria i progetti di chi di quei bilanci non aveva a disposizione nemmeno un decimo. E non parliamo di alta finanza, ma per quanto ci si sia molto allontanati, pur sempre di sport.
E’ una bella ipocrisia pensare che Pep Guardiola di questo sistema Manchester City – pur non essendo un dirigente responsabile ma decisamente il leader, il front man – non abbia indubbiamente goduto e approfittato. Con quali risultati poi non c’entra nel giudizio.
Non so esattamente quanto guadagni oggi Guardiola, so solo che lo scorso anno – prima che si cominciasse a ipotizzare un divorzio alla fine di questa stagione e mentre già si accavallavano quelle voci poi rivelatesi del tutto false sulla Juve – si parlava di un contratto generale da ben oltre cento milioni di euro per cinque anni. E adesso si ipotizza di altri club – tra cui anche la Juve – che potrebbero continuare a pagargli quelle cifre che lui oggi comunque prende dal Manchester City. Club che immagino dovrebbero fare salti mortali per stare nel bilancio e non violare a loro volta il sacrosanto Fair Play Finanziario – una cosa giusta e corretta l’avrà pure fatta Platini all’ Uefa no? – che a fatica cerca di mantenere un minimo di equilibrio in uno sport ormai preda degli squali della finanza.
E’ sorprendente come la prima reazione allo scandalo – perché di scandalo si tratterebbe, se alla fine la sentenza dell’ Uefa arrivasse a piena ed effettiva applicazione – del Manchester City buttato fuori dalla Champions League e dalle coppe per due anni, per aver barato pesantemente sui conti, sia: come approfittarne?
Cioè non condannare il comportamento di chi giocando a poker nasconde l’asso e pure qualche altra carta nella manica, ma cercare di smembrarlo e suddividerselo come meglio si può afferrandone i pezzi migliori. Il suo stratega Pep Guardiola in primis, il Napoleone moderno del pallone, l’inventore e creatore di un nuovo calcio.
Sulle qualità di Guardiola è perfino inutile discutere, è veramente un genio, anche se forse il picco della sua genialità lo ha già raggiunto e superato quando ha potuto accomunare il suo indubbio talento a quelli di una straordinaria generazione di giocatori del Barcellona, Messi in primis. Ma non è questo il punto, non voglio introdurre una discussione sul calcio di Guardiola e il guardiolismo, il problema è il meschino approfittamento da una parte (non nuovo comunque nel mondo del calcio…) e l’opportunistica via di scampo offerta a chi di quel sistema colpevole, ora condannato non solo da un punto di vista morale ma anche regolamentare, ha comunque goduto. In pratica come se Guardiola stesso non avesse approfittato di tutti gli immeritati benefici che il Manchester City stesso, tramite azioni sportivamente illegali, gli ha/avrebbe consentito. Mettendogli cioè a disposizione ottimi giocatori come Aguero, De Bruyne, Sané, Sterling etc. Quasi tutti ingaggiati e retribuiti a cifre fuori mercato, con compensi e ingaggi che negli anni scorsi hanno elevato insopportabilmente il mercato e mandato a gambe all’aria i progetti di chi di quei bilanci non aveva a disposizione nemmeno un decimo. E non parliamo di alta finanza, ma per quanto ci si sia molto allontanati, pur sempre di sport.
E’ una bella ipocrisia pensare che Pep Guardiola di questo sistema Manchester City – pur non essendo un dirigente responsabile ma decisamente il leader, il front man – non abbia indubbiamente goduto e approfittato. Con quali risultati poi non c’entra nel giudizio.
Non so esattamente quanto guadagni oggi Guardiola, so solo che lo scorso anno – prima che si cominciasse a ipotizzare un divorzio alla fine di questa stagione e mentre già si accavallavano quelle voci poi rivelatesi del tutto false sulla Juve – si parlava di un contratto generale da ben oltre cento milioni di euro per cinque anni. E adesso si ipotizza di altri club – tra cui anche la Juve – che potrebbero continuare a pagargli quelle cifre che lui oggi comunque prende dal Manchester City. Club che immagino dovrebbero fare salti mortali per stare nel bilancio e non violare a loro volta il sacrosanto Fair Play Finanziario – una cosa giusta e corretta l’avrà pure fatta Platini all’ Uefa no? – che a fatica cerca di mantenere un minimo di equilibrio in uno sport ormai preda degli squali della finanza.
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