Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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  • Sean
    Csar
    • Sep 2007
    • 120224
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    • Italy [IT]
    • In piedi tra le rovine
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    Due anni sono pure pochi, perchè questi hanno commesso un reato gravissimo e di sleale concorrenza. C'è chi con lacrime e sangue ha rispettato il FPF, rinunciando a giocatori, allenatori e forse vittorie, per stare nei parametri...e loro se ne sono sbattuti e hanno pompato denari illeciti coi quali hanno vinto delle Premier e occupato dei posti in champions che magari non avrebbero raccolto o non così velocemente.

    Il PSG idem, solo che con loro hanno comminato solo delle multe. La Uefa per questo resta organo non credibile, perchè con l'arabo di Parigi sono andati con tutte le delicatezze del caso.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • Sean
      Csar
      • Sep 2007
      • 120224
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      • Italy [IT]
      • In piedi tra le rovine
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      Scusate ma dal mio punto di vista apprezzo molto più una Atalanta, che partendo davvero da zero ha fatto e sta facendo cose incredibili (e può andare anche ai quarti di champions...senza sceicchi truffaldini) che i City (ed i PSG).

      L'Atalanta è il simbolo del passo per volta, faticoso certo, ma, se fatto bene, fruttifero e che porta tante e tante soddisfazioni. Realtà solidissima, i traguardi tagliati li sta replicando, un calcio costruito con ingegno, perizia, pazienza...e senza saltare le tappe.

      Questi del City sono arrivati portando a dorso di cammello i petroldollari, con i quali hanno artatamente costruito una squadra modello Las Vegas: dal deserto, dal niente, truccando i conti. Gli altri ci mettono anni e magari non ci riescono perchè, avendo pochi soldi, hanno pochi tentativi per azzeccare un progetto...i cammellieri invece possono distruggere e ripartire da capo ogni anno, avendo miliardi di dollari.

      La Uefa però s'è svegliata solo adesso, quando tutti sapevano e sapevamo.
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      • wanaz
        Bodyweb Senior
        • Aug 2013
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        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
        La sentenza è comunque una rivincita postuma per Momblano e gli altri che avevano cavalcato l'onda-Guardiola questa estate. Avevano anticipato l'entità e la pesantezza della squalifica...solo che avevano detto che sarebbe avvenuta l'estate passata, non adesso.

        Che effetti avrà sul City, l'allenatore e anche i calciatori lo vedremo. E' certo che non ci sono molte squadre dove Guardiola potrebbe andare: o Barcellona o PSG o Juventus.
        Il principio di accordo tra Guardiola e Juventus era stato messo nero su bianco.

        Guardiola voleva andar via anche perché temeva questa possibilità.. ma poi non ha avuto gli attributi di mettersi contro la dirigenza del Manchester City (aveva avuto rassicurazioni al riguardo?).
        *** indirizzo email non valido, controllare prima che il forum metta in sospensione ***

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        • Sean
          Csar
          • Sep 2007
          • 120224
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          • In piedi tra le rovine
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          Ma secondo questi sepolcri imbiancati della Uefa, che oggi si rifanno una verginità mostrando di punire questi del City, secondo loro i soldi il City come li trovava? D'improvviso mercati faraonici, giocatori e allenatori strapagati, tanto da rivaleggiare con lo United, dove c'era sempre stato un rapporto modello Juve col Torino...ecco, è come se il Torino, dall'oggi al domani, assumesse superstar pallonare e Guardiola in panca...due domande nessuno se le farebbe?

          Nessuno alla Uefa sapeva? Si sono svegliati stamattina?

          Inoltre - particolare di non poco conto - hanno aperto una indagine solo perchè costretti dagli eventi, cioè dai leaks usciti e che comprovavano i bilanci gonfiati coi soldi pompati...altrimenti non avrebbero fatto nulla, li avrebbero lasciati fare.

          La Uefa è colpevole tanto quanto il City, perchè è complice...anche se adesso, more solito, cerca di darsi una imbellettata con questa sentenza.
          Last edited by Sean; 14-02-2020, 22:28:53.
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          • DR. CACARELLA
            Bodyweb Advanced
            • May 2011
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            De bruyne alla juve
            Cura il tuo corpo come un tempio
            Originariamente Scritto da M K K
            Desade grazie di esistere
            Originariamente Scritto da AK_47
            si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.

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            • robybaggio10
              Bodyweb Senior
              • Dec 2011
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              • Franciacorta
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              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
              La sentenza è comunque una rivincita postuma per Momblano e gli altri che avevano cavalcato l'onda-Guardiola questa estate. Avevano anticipato l'entità e la pesantezza della squalifica...solo che avevano detto che sarebbe avvenuta l'estate passata, non adesso.

              Che effetti avrà sul City, l'allenatore e anche i calciatori lo vedremo. E' certo che non ci sono molte squadre dove Guardiola potrebbe andare: o Barcellona o PSG o Juventus.
              O Brescia (se ci salviamo)...
              I SUOI goals:
              -Serie A: 189
              -Serie B: 6
              -Super League: 5
              -Coppa Italia: 13
              -Chinese FA Cup: 1
              -Coppa UEFA: 5
              -Champions League: 13
              -Nazionale Under 21: 19
              -Nazionale: 19
              TOTALE: 270

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              • salsa
                Bodyweb Zenior
                • Jun 2008
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                già immagino i titoli dei giornali per i prossimi 4/5 mesi:

                Guardiola alla juve
                Guardiola al milan
                Guardiola al Brescia
                I guai da pignàta i sapa a cucchijàra chi i manìja.

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                • sylvester
                  Bodyweb Senior
                  • Dec 2004
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                  Originariamente Scritto da INFILATEMELO Visualizza Messaggio
                  dove sono quelli che dicevano che il FPF finanziario colpisce solo i club non potenti ecc. ecc. e altre vaccate varie ?
                  Dove sono i complottisti di sta ceppa?

                  Si ma quanto tempo ci hanno messo?
                  E il.psg?









                  "Pensare alla morte, pregare. C'è pure chi ha ancora questo bisogno, e se ne fanno voce le campane.
                  Io non l'ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
                  vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori".

                  (L. Pirandello)

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                  • marcu9
                    Bodyweb Advanced
                    • May 2009
                    • 42111
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                    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                    Due anni sono pure pochi, perchè questi hanno commesso un reato gravissimo e di sleale concorrenza. C'è chi con lacrime e sangue ha rispettato il FPF, rinunciando a giocatori, allenatori e forse vittorie, per stare nei parametri...e loro se ne sono sbattuti e hanno pompato denari illeciti coi quali hanno vinto delle Premier e occupato dei posti in champions che magari non avrebbero raccolto o non così velocemente.

                    Il PSG idem, solo che con loro hanno comminato solo delle multe. La Uefa per questo resta organo non credibile, perchè con l'arabo di Parigi sono andati con tutte le delicatezze del caso.
                    Ma assolutamente.
                    Sono pochissimi ed il tuo ragionamento è più che legittimo.
                    Non è giusto.
                    E capace pure che questi 2 anni vengano ridotti.
                    Inoltre la pena, 30 milioni....una barzelletta per loro.
                    Originariamente Scritto da Sean
                    Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.

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                    • Sean
                      Csar
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                      • In piedi tra le rovine
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                      Uefa, stangata al Manchester City: fuori dalle coppe europee per due anni

                      Il club inglese è stato sanzionato per le gravi violazioni del fair play finanziario: in arrivo anche una multa di 30 milioni di euro. I Citizens accusano l'Uefa di non essere imparziale e annunciano il ricorso al Tas di Losanna


                      Durissima squalifica per il Manchester City. L'Uefa ha stabilito che il club inglese non potrà partecipare ad alcuna competizione europea per i prossimi due anni a causa della violazione del fair play finanziario. Niente Champions League dunque per le stagioni 2020/2021 e 2021/2022. Non solo: i Citizens dovranno anche pagare una maxi multa di 30 milioni di euro.

                      Sponsorizzazioni illecite
                      Il City avrebbe gonfiato nel 2014 le cifre di entrata dei ricchi contratti di sponsorizzazione (attraverso la compagnia aerea Eithad) ed è stato così dichiarato colpevole dal Club Financial Control Body (CFCB). In particolare, secondo i dati di Football Leaks, lo sceicco Mansour bin Zayed Al Nahyan avrebbe versato la cifra di 68 milioni di sterline "spacciandola" per sponsor quando in realtà 60 di quei 68 milioni provenivano dall'Abu Dhabi United Group, sempre di sua proprietà. Il FFP, introdotto nel 2011, vieta però che i proprietari possano coprire le perdite attraverso sponsorizzazioni derivanti dalle proprie aziende. Il club inglese ha già annunciato che farà ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) di Losanna. Dovesse però essere confermato lo stop, aumenterebbero le già concrete possibilità di divorzio con Pep Guardiola. E la Juve resta alla finestra.


                      Il comunicato dell'Uefa

                      Questo il comunicato della Uefa: ''La Camera dei giudici, dopo aver esaminato tutte le prove, ha riscontrato che il Manchester City Football Club ha commesso gravi violazioni del regolamento sulle licenze e sul fair play finanziario dei club Uefa sopravvalutando le entrate della sua sponsorizzazione nei suoi conti e nelle informazioni di pareggio di bilancio presentate alla Uefa tra il 2012 e 2016. La Camera dei giudici ha anche riscontrato che, in violazione del regolamento, il Club non ha collaborato alle indagini sul caso da parte del CFCB. La Camera dei giudici ha imposto misure disciplinari al Manchester City Football Club stabilendo che sarà escluso dalla partecipazione alle competizioni Uefa per club nelle prossime due stagioni (vale a dire le stagioni 2020/21 e 2021/22) e pagherà una multa di 30 milioni di euro. La decisione della Camera giudicante è soggetta a ricorso in Cassazione per lo Sport (CAS). Se il Manchester City Football Club eserciterà tale diritto, l'intera decisione motivata della Camera giudicante non sarà pubblicata prima della pubblicazione del premio finale da parte del CAS. Come rilevato dalla Camera dei giudici, il club ha il diritto di presentare ricorso contro questa decisione dinanzi al Tribunale arbitrale per lo sport. Pertanto, la Uefa non commenterà ulteriormente questa decisione in questa fase''.


                      Il City fa ricorso: "L'Uefa non è imparziale"

                      In un comunicato pubblicato sul proprio sito, il Manchester City si è detto "deluso ma non sorpreso dall'annuncio di oggi". Il club inglese ha anche accusato l'Uefa di non essere imparziale e ha preannunciato il ricorso al Tas. "Il Club - si legge nella nota - ha sempre anticipato la necessità di cercare un organo indipendente e un processo per considerare in modo imparziale l'intero corpus di prove inconfutabili a sostegno della sua posizione. Nel dicembre del 2018, il capo investigatore dell'Uefa ha presentato in anteprima pubblicamente l'esito e la sanzione che intendeva comminare al Man City, prima ancora che fosse avviata qualsiasi indagine. Il successivo processo Uefa imperfetto e costantemente trapelato che ha supervisionato ha significato che c'erano pochi dubbi sul risultato che avrebbe prodotto. Il Club ha formalmente presentato reclamo all'organismo disciplinare Uefa, un reclamo che è stato convalidato da una sentenza CAS. In poche parole, questo è un caso avviato dalla Uefa, perseguito dalla Uefa e giudicato dalla Uefa. Con questo processo pregiudizievole ormai concluso, il Club perseguirà un giudizio imparziale il più rapidamente possibile e quindi, in primo luogo, avvierà il procedimento con il Tribunale Arbitrale per lo Sport (TAS), il prima possibile''

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                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                      • Sean
                        Csar
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                        Manchester City, stangata Uefa per il fair play finanziario: squalificato dalle Coppe per 2 anni. E Guardiola è sul mercato

                        Bando per le stagioni 2020/21 e 2021/22: la decisione per le «violazioni delle regole sul pareggio di bilancio e sulle sponsorizzazioni». Ora che farà Guardiola?

                        Vincere la Champions il 30 maggio a Istanbul e dirsi addio, adesso Pep Guardiola non ha più alternative e come lui anche un parco-giocatori costato negli ultimi anni oltre un miliardo di euro: il Manchester City, il club più ricco del calcio mondiale (vale 5 miliardi), viene escluso dalla Uefa dalle coppe europee per le prossime due stagioni per aver violato le regole del fair play finanziario. Dovrà pagare una multa di 30 milioni.

                        Il club inglese di proprietà araba potrà appellarsi al Tas di Losanna e ha fatto sapere di essere «deluso ma non sorpreso» dalla decisione della Uefa. E ora chiede che ad avere l’ultima parola sulla vicenda sia «un organismo indipendente». La battaglia legale promette di essere lunga, con l’obiettivo minimo di far slittare di una stagione la squalifica biennale.

                        Ma il terremoto nel mondo del grande calcio è solo all’inizio: l’esoso Guardiola, sogno proibito di club come la Juventus, ha due anni di contratto (a 20 milioni netti a stagione) ma con uno scenario del genere, non faticherà a svincolarsi. Senza dimenticare che talenti come Sané, De Bruyne, Aguero, Sterling, Foden, Ederson, possono davvero rivoluzionare il mercato del pallone, rendendo il City quello che era prima dell’arrivo dello sceicco: periferia dell’impero calcistico.

                        Oggi la City Football Group controlla cinque altre squadre tra Usa, Australia, Spagna, Uruguay e Cina. Un impero, quello guidato dallo sceicco saudita Al Mansour senza confini, ma evidentemente con tante ombre come evidenziato già due anni fa dalle prime rivelazioni di Football Leaks, poi rilanciate dal periodico tedesco Der Spiegel: tutto era cominciato da una commissione di 200 mila sterline — non consentita perché legata al trasferimento di un minorenne — versata al procuratore di Jadon Sancho, poi finito al Borussia Dortmund.

                        L’indagine della Uefa, lunga e articolata, si è concentrata sui bilanci, che risulterebbero alterati attraverso sponsorizzazioni fittizie tra il 2012 e il 2016. Mansour — attraverso il suo fondo di investimento Abu Dhabi United Group — avrebbe iniettato fondi personali per aumentare le entrate derivate dagli sponsor e consentire così di superare i limiti imposti dal fair play finanziario.

                        La linea difensiva del club si è basata fin da subito più sulla forma — ovvero sulle norme di riservatezza violate — che sulla sostanza: «Il tentativo di danneggiare la reputazione del club è chiaro». Il City aveva inoltre fatto già ricorso al Tas, contro il procedimento, ma il Tribunale arbitrale sportivo con sede a Losanna lo ha giudicato «inammissibile» in attesa di una sentenza definitiva, che adesso è arrivata.

                        Il ricorso, quello vero, adesso è possibile, ma nel frattempo tutti i gioielli rischiano di finire altrove. Senza nemmeno passare per la vetrina.

                        CorSera
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

                        C. Campo - Moriremo Lontani


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                        • Sean
                          Csar
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                          Inter, Sensi si ferma di nuovo: per Conte torna l'emergenza

                          Infrazione allo scafoide per il centrocampista, salterà la sfida con la Lazio e sarà rivalutato la prossima settimana. Crescono le quotazioni di Eriksen per una maglia da titolare, l'alternativa è Vecino. Tra i pali ci sarà Padelli

                          Infrazione allo scafoide. Più che una diagnosi, una condanna. Continua la serie di infortuni che sta tormentando la carriera in maglia Inter di Stefano Sensi. Il piccolo centrocampista ex Sassuolo, al rientro da un lungo stop per problemi agli adduttori, si è di nuovo fatto male nella gara di Coppa Italia in casa contro il Napoli. Le sue condizioni sono in corso di valutazione all'Humanitas di Rozzano, dove è primario Piero Volpi, medico sociale dell'Inter. L'ennesimo infortunio per il 24enne marchigiano ex Sassuolo costringe l'allenatore Antonio Conte a dovere di nuovo compilare la lista dei convocati con un occhio all'infermeria. Ma la nuova emergenza conferma una volta di più quanto sia stata azzeccata la mossa di portare a Milano dal Tottenham Christian Eriksen, centrocampista ambidestro, trequartista d'elezione ma in grado di giocare in ogni ruolo nella mediana.

                          La sfida scudetto con la Lazio

                          Proprio l'impiego di Eriksen, molto probabile, è la prima incognita che Conte dovrà sciogliere in vista del big match domenica all'Olimpico. In alternativa al danese, infatti, l'ex ct potrebbe scegliere di fare giocare Vecino, già in gol nel derby contro il Milan. Quella con la Lazio è una sfida fra due formazioni che vivono momenti molto diversi. L'Inter ha un nuovo allenatore e ha rivoluzionato la rosa, mentre alla Lazio Inzaghi ha plasmato negli anni il gruppo a sua immagine e somiglianza. L'Inter è ancora in corsa per Coppa Italia ed Europa League, mentre la Lazio è fuori dalle coppe e può concentrarsi sul campionato. Le due squadre, separate da un solo punto in classifica, hanno in comune la miglior difesa della Serie A (appena 20 gol subiti ciascuna) e un attacco prolifico (53 reti i biancocelesti, 48 i nerazzurri). Se la Lazio ha il primo dei marcatori, Ciro Immobile con 25 gol, l'Inter ha entrambe le punte titolari in top ten: Lukaku a quota 17, Lautaro a 11.

                          Confermato Padelli in porta


                          Aspettando il rientro dell'infortunato Handanovic, atteso per il match in casa con la Sampdoria del prossimo 23 febbraio, l'Inter ha deciso di continuare a puntare sul vice Padelli. Sarà in campo a Roma questa domenica, come anche a Razgrad giovedì contro il Ludogorets. I nerazzurri hanno infatti deciso di non tesserare il 34enne svincolato Viviano, valutato per alcuni giorni alla Pinetina. E mentre Conte si dispiace per non avere preso una punta in più sul mercato di gennaio, soprattutto ora che Esposito è fermo per infortunio, l'Inter già progetta gli acquisti della prossima estate. Sempre guardando alla Premier League. Nel mirino della coppia Marotta-Ausilio c'è il centrocampista olandese Chong, talento del Manchester United. E se Lautaro Martinez dovesse partire per la Spagna (piace molto a Barcellona, ma anche a Madrid) un possibile sostituto in attacco sarebbe Aubameyang dell'Arsenal.

                          Infrazione allo scafoide per il centrocampista, salterà la sfida con la Lazio e sarà rivalutato la prossima settimana. Crescono le quotazioni di …
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                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

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                            Milan, le correzioni di Pioli per fare crescere la squadra

                            Il tecnico sta proseguendo negli aggiustamenti tattici per portare i rossoneri a rendere al massimo: il 4-4-2 è diventato 4-2-3-1. Si punta a valorizzare Theo Hernandez, uno dei più positivi finora


                            Il Milan è reduce da due delusioni brucianti: la doppia rimonta subita nel derby di ritorno in campionato e nella semifinale di andata di Coppa Italia. Con l'Inter è arrivata una sconfitta per 4-2, con la Juventus un pareggio che compromette il cammino verso la finale dell'Olimpico. Ma a Casa Milan, all'indomani dell'1-1 con i bianconeri, si preferisce sottolineare i segnali di crescita della squadra di Pioli. Anche gli scatti temperamentali di alcuni giocatori - qualche protesta eccessivamente plateale (Castillejo) o l'espulsione di Theo Hernandez - vengono considerati lo specchio di un gruppo che sta in campo con maggiore determinazione e vuole giocare alla pari e con carattere le partitissime.


                            Gli aggiustamenti di modulo

                            Intanto proseguono gli aggiustamenti tattici di Pioli. Il 4-4-2 è diventato 4-2-3-1 in modo da lasciare a Theo Hernandez il sostegno di Rebic sulla fascia sinistra, ma allo stesso tempo tenere il croato più vicino a Ibrahimovic. In fase difensiva dovrà essere Calhanoglu ad aiutare Rebic nella copertura del lato mancino del campo. Hernandez, che viene valutato in modo positivo nell'uno contro uno in copertura, invece sta lavorando al miglioramento degli automatismi di reparto con i compagni della linea difensiva, per ridurre gli squilibri dovuti alla sua spinta offensiva continua (ma viene messo in conto che il francese ha questo profilo calcistico e i benefici sono considerati superiori ai problemi).

                            Valeri "assolto"

                            Nessuna polemica sulle decisioni di Valeri. Il club rossonero prosegue sulla linea tracciata da Maldini al termine della partita. Con signorilità i dirigenti del Milan sottolineano che l'arbitro non ha influenzato l'andamento della partita. E riconoscono che gli episodi controversi della sfida sono stati su entrambi i fronti.

                            Donnarumma senza fretta


                            Intanto si avvicinano alcuni momenti chiave delle trattative contrattuali. Mino Raiola, dopo aver aperto al prolungamento dell'avventura di Ibrahimovic ("C'è un mezzo progetto, deciderà alla fine dell'anno cosa vuole fare da grande"), è stato più pungente sulla situazione di Donnarumma: "Il rinnovo? Niente è impossibile. Sto aspettando ancora le scuse dei tifosi milanisti. Gigio ha un obiettivo: cercare di entrare in Champions se possibile. È importante per lui e per il Milan. Non è il momento per parlare del rinnovo. Non vogliamo fare un polverone. Ha ancora un contratto di due anni, c'è tutto il tempo per valutare". Anche il Milan non ha fretta. La questione non è in agenda a breve. Più urgente invece definire il futuro di Bonaventura in scadenza a fine stagione: "Può darsi che qualcuno del club voglia il rinnovo di Bonaventura e qualcuno non voglia farlo rinnovare - ha spiegato Raiola - Vediamo se riusciamo a mettere a posto le due parti". A proposito di divisioni tra due anime societarie del Milan.

                            Il tecnico sta proseguendo negli aggiustamenti tattici per portare i rossoneri a rendere al massimo: il 4-4-2 è diventato 4-2-3-1. Si punta a valorizzar…
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                              Serie A, 100 giorni per 4 verdetti: scudetto, Champions, Europa League e salvezza

                              Fronti diversi, sfide incrociate: così la stagione del calcio entra nella fase decisiva


                              Tre mesi e mezzo mozzafiato


                              Ci siamo. Cento giorni. Poco meno di tre mesi e mezzo. La serie A si prepara allo sprint finale. L’ora della verità. Di un torneo aperto, combattuto e appassionante come non lo era da un pezzo. Dal triello scudetto alla corsa Champions, dal mucchio selvaggio per l’Europa League alla guerriglia per la salvezza: tutto è ancora da decidere, niente è sicuro. Uno sprint che s’incrocerà con la Coppa Italia e le coppe europee. Moltiplicando viaggi, impegni, fatiche. E alla fine a spuntarla sarà solo chi saprà gestire al meglio energie fisiche e nervose. Oggi si apre la 24ª, con scontri che lasceranno segni profondi sulla classifica. Alle 15 Lecce-Spal è un corpo a corpo per la sopravvivenza, alle 20.45 Atalanta-Roma vale un pezzo di Champions, come Lazio-Inter da brividi di domani, prima di Milan-Torino di lunedì.


                              Scudetto per tre

                              Qui non ci sono né buoni né brutti né cattivi. Come nei film western c’è però un bottino che fa gola a tutti e alla fine solo uno sarà ancora in piedi. Nella corsa scudetto funziona la regola del saloon: uno vince, gli altri perdono. Andranno in Champions, va bene, ma a quel punto sarà solo e soltanto una consolazione. Inter 54, Juventus 54, Lazio 53. Un triello da levare il sonno, come non succedeva da un pezzo. La prima scena, domani sera, è già roba da togliere il fiato: ore 20.45, Lazio-Inter. Chi vince scappa via, chi va a terra è nei guai. Un pari sarebbe un problema per tutte e due: qualche ora prima, alle 15, la Juve riceve un Brescia malmesso. Sarri e i suoi sembrano alle prese con una crisi esistenziale: una sola vittoria nelle ultime 4 partite è un allarme vero. CR7 ha segnato 12 gol nel 2020, ma reggerà fino alla fine a questo ritmo? L’Inter deve rialzare subito la testa dopo la sconfitta in Coppa Italia col Napoli, dove ha pagato le scorie della sbornia derby. La brutta notizia è il nuovo infortunio di Sensi: infrazione allo scafoide del piede. Conte cercherà di recuperarlo per la partite delle partite, il corpo a corpo con la Juve del primo marzo a Torino. Rispetto a nerazzurri e bianconeri, la Lazio del bomber Immobile ha un punto in meno. Ma un vantaggio: è fuori dalle coppe. Occhio, non è un dettaglio.

                              Champions, volata a due

                              Petrachi l’ha definita una finale, i bilanci dicono che è quanto meno una partita da 50 milioni di euro. Cioè quanto vale una qualificazione alla Champions League. Atalanta-Roma è un esempio perfetto del calcio moderno, dove partecipare all’Europa che conta vale più di un trofeo. Il 22 dicembre, al termine della 17ª giornata, la Roma era quarta con 4 punti di vantaggio sull’Atalanta, ma il 2020 ha ribaltato completamente la situazione: ora i bergamaschi sono avanti di 3 e hanno vinto anche lo scontro diretto dell’andata (utile in caso di arrivo a pari punti). L’Atalanta è in salute, la Roma arriva da due sconfitte di fila (Sassuolo e Bologna) e da quattro k.o. nelle ultime sei. Detta così, non ci dovrebbe essere partita. In cosa può sperare, allora, Fonseca e cosa deve temere Gasperini? Un dato salta all’occhio più di tutti gli altri. I punti di distacco sono tre ma il gap nella differenza reti è clamoroso: +30 Atalanta e +12 Roma. Significa che i nerazzurri hanno un potenziale enorme ma anche la tendenza a sprecare. In più c’è alle porte l’ottavo di Champions contro il Valencia, mercoledì prossimo. Sarà una distrazione? Gasperini abbozza: «Sarebbe una bugia dire che non ci pensiamo, è un appuntamento storico. Però mi fido dei miei». Fonseca chiede «coraggio» alla sua Roma. «Per il mio gioco è indispensabile».

                              Europa League, corsa a sei

                              C’era una volta la coppa che non valeva niente e non voleva nessuno. Una disgrazia, non una conquista, così era considerata l’Europa League. Pochi soldi, scarsa ribalta, viaggi scomodi e lunghissimi. Qualcosa sta cambiando. Vero che la Champions resta tutta un’altra storia, ma la corsa alla seconda coppa s’è fatta entusiasmante. Due le ragioni. La prima è legata alle due grandi deluse, Milan e Napoli. Ormai praticamente tagliate fuori dal discorso Champions, vedono nell’Europa League l’unica possibilità di salvare la stagione, almeno in parte. La coppetta come ancora di salvezza in una stagione tragica. La seconda ragione è la pazza voglia d’Europa delle arrembanti provinciali. Nella testa di tutte c’è ovviamente il desiderio di imitare l’Atalanta. Le magnifiche quattro sono, in ordine di classifica, Verona, Bologna, Cagliari e Parma. Partite con l’obiettivo di salvarsi, a due terzi di stagione sono in piena corsa per l’Europa. Il Bologna vola con l’effetto Mihajlovic, il Cagliari sogna di celebrare i 100 anni con un’impresa, il Parma ha ricucito con Gervinho. Al sesto posto, l’ultimo disponibile, ora c’è però il Verona: la vera sorpresa, con i suoi 25 milioni lordi di monte ingaggi, il più basso. Non è invece un sogno low cost quello di Milan e Napoli, che per rosa ed esperienza nello sprint partono un paio di metri avanti.

                              Salvezza, mucchio selvaggio

                              Lecce-Spal di oggi alle 15 è già uno snodo cruciale. Per tutti, non solo per salentini e ferraresi. Tutti significa fino almeno a quota 25 punti, dove ci sono Udinese e Fiorentina. Nessuno può stare tranquillo. Il risultato del Via del Mare potrebbe ribaltare gli scenari, ridisegnare la mappa, cambiare le carte in gioco. Oggi come oggi sono Spal, Brescia e Genoa le candidate a scendere in B. E non solo per la classifica, ma per le evidenti difficoltà che stanno mostrando fin dall’inizio. Problemi strutturali, scelte sbagliate già in estate. Non è un caso che tutte e tre abbiano cambiato allenatore. Ma chissà che la novità in panchina possa rimettere in gioco la Spal, attualmente ultima. Esonerato Semplici, l’eroe della doppia promozione dalla C alla A e delle due salvezze consecutive, ora tocca a Di Biagio. Qualche perplessità sul suo conto c’è, visto che è alla sua prima esperienza da allenatore in A, ma quanto a motivazione sembra partito bene: «Tra le squadre là in fondo siamo i più forti». La situazione più complessa è a Brescia, dove dopo il mercato di riparazione inesistente l’ambiente è depresso. Cellino s’attacca disperatamente a Balotelli, fin qui però incostante. Il Genoa ha rialzato la testa: tre risultati utili consecutivi. Merito della cura Nicola, che studia il bis dopo l’impresa da leggenda col Crotone nel 2017.



                              CorSera
                              Last edited by Sean; 15-02-2020, 08:16:35.
                              ...ma di noi
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                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

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                                Momblano le buone fonti per le grosse notizie ce l'ha. A posteriori aveva acchiappato anche questa della squalifica per due anni del City. Ne scrisse il primo giugno del '19, legando la squalifica al passaggio di Guardiola alla Juve attraverso una clausola che gli avrebbe permesso di liberarsi nel caso di impicci legali del club.

                                Ora non si avverò niente ai tempi ma metà della profezia (la squalifica) era vera.

                                Ridicola adesso la stampa italiana che si butta tutta intera a pesce su quanto hanno scritto e sostenuto questa estate pochi giornalisti (Momblano, Paganini) e parecchi appassionato del sottobosco internettiano: quando questi ultimi sostenevano le voci di Guardiola alla Juve (creando un vero e proprio mare montante estivo, poi rovesciatosi in perculamenti da parte dei giornalisti col tesserino) furono tacciati di diffondere illusioni e dilettantismo...adesso che la squalifica è arrivata per davvero, i giornalisti riempiono pagine di giornali con le stesse ipotesi che hanno criticato e perculato.

                                Possiamo esserne certi: ci ammorberanno fino all'estate.

                                Personalmente non credo che i soldi saranno spesi per un allenatore. Non escludo invece tentativi e sondaggi per giocatori che vorranno andarsene dagli arabi truffatori, con un occhio ai centrocampisti.
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