Attenzione: Calcio Inside! Parte III

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    Coppa Italia, il Napoli batte l’Inter 1-0 a San Siro con un gol di Fabian Ruiz. La semifinale d’andata è un gran colpo a sorpresa, Conte lascia Eriksen – il principale colpo di mercato dei nerazzurri – in panchina, Lukaku e Lautaro non fanno male e vengono fermati da Manolas & C. Dopo i rovesci e le delusioni del campionato la squadra di Gattuso si risveglia e batte un’Inter lenta e troppo poco cattiva. Insomma molto poco contiana. Ma dopo aver esaltato la rosa del Napoli (“la migliore dopo quella della Juve”) e averne esaltato le vittorie di quest’anno, quand’è che Conte la smetterà di giocare al ribasso?

    Coppa Italia, semifinale di andata: Inter-Napoli 1-0
    Per come oggi si presenta il tavolo da gioco del calcio italiano, a carte cioè scoperte, il fatto che il Napoli vinca a San Siro è una sorpresa, e anche grossa. Non lo sarebbe stato fino a uno o due anni fa. Ma oggi la mano di carte è stata rimescolata, il Napoli non se la passa bene, mentre l’ Inter è in testa alla classifica e si gioca lo scudetto, per cui è facile fare due più due. Forse anche troppo facile.

    Il Napoli non è stato certo quello che le ha prese in casa addirittura dal Lecce – il Napoli al San Paolo è un disastro , ma fuori casa tutto sommato se la passa più che bene – altrettanto l’ Inter che è stata fin troppo deludente, spenta, lenta, praticamente irriconoscibile. Più o meno la stessa Inter, sia pure riveduta e corretta, che ha giocato il primo tempo del derby col Milan, ma che li è rimasta, come se non avesse avuto il cambio di passo e la furia del secondo tempo dello straordinario 4-2. Lo stesso Conte ha riconosciuto che il derby ha portato via un sacco di energie fisiche e nervose, e che l’Inter non è stata capace di sfondare il muro che il Napoli ha alzato di fronte a Lukaku e Lautaro. Non è una giustificazione, è una constatazione: è più che normale che le squadre vadano a San Siro e si chiudano, succede così da che calcio è calcio.

    Conte ha esaltato il Napoli, dicendo che la squadra di Gattuso ha la migliore rosa dopo la Juventus – che detto dall’allenatore dell’ Inter protagonista del mercato sia in estate che in inverno è quantomeno singolare … – e sottolineato come nel corso della stagione abbia battuto tutte le migliori squadre del campionato: la Juve, la Lazio, l’ Inter, per finire addirittura al Liverpool. Insomma per dare una motivazione al ko in Coppa Italia ha rimpicciolito l’ Inter di fronte a un Napoli, che quest’anno ne ha veramente combinate di tutti i colori.

    Detto che Gattuso è riuscito a riprendere almeno psicologicamente un Napoli a pezzi e a compattarlo per bene (nonostante le assenze di Koulibaly e Insigne) prima di affrontare l’ Inter, a Conte si potrebbe chiedere perché non abbia rischiato di più su Eriksen, l’acquisto top del mercato di gennaio. La sua spiegazione è che Eriksen è ancora indietro, ma che la scelta è stata anche “tattica”, in quanto ha preferito Sensi per la maggior esperienza nella pratica di gioco di questi mesi. Cioè, meglio far giocare un Sensi che sa quello che Conte vuole, piuttosto che un Eriksen su cui l’ Inter ha puntato molto, quasi tutto, per alzare il livello e centrare gli obbiettivi della stagione (Coppa Italia compresa…). La partita con la Lazio di domenica sera sarà fondamentale, l’ Inter non l’affronterà sicuramente in queste condizioni precarie e forse avrà allontanato definitivamente le tossine del derby. Conte che adesso dà il Napoli per favorito alla qualificazione per la finale di Coppa Italia, non potrà continuare a giocare sempre al ribasso, ha in mano carte ottime ed è obbligato a giocarle bene.

    Detto questo l’ 1-0 di San Siro cambia pochissimo il panorama della qualificazione, ma per il Napoli essere venuto fuori così dal match d’andata della semifinale è comunque un bel passo avanti. Un non volersi arrendersi al declino.

    Coppa Italia, semifinale di andata: Inter-Napoli 1-0 Per come oggi si presenta il tavolo da gioco del calcio italiano, a carte cioè scoperte, il fatto che il Napoli vinca a San Siro è una sorpresa, e anche grossa. Non lo sarebbe stato fino a uno o due anni fa. Ma oggi la mano di carte è stata rimescolata, il Napoli non se la passa bene, mentre l' Inter è in testa alla classifica e si gioca lo scudetto, per cui è facile fare due più due. Forse anche troppo facile. Il Napoli non è stato certo quello che le ha prese in casa addirittura dal Lecce – il Napoli al San Paolo è un disastro , ma fuori casa tutto sommato se la passa più che bene - altrettanto l' Inter che è stata fin troppo deludente, spenta, lenta, praticamente irriconoscibile. Più o meno la stessa Inter, sia pure riveduta e corretta, che ha giocato il primo tempo del derby col Milan, ma che li è rimasta, come se non avesse avuto il cambio di passo e la furia del secondo tempo dello straordinario 4-2. Lo stesso Conte ha
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      Maldini: «Rangnick nuovo tecnico? Non credo che sia il profilo giusto per il Milan»

      Il direttore tecnico rossonero boccia l’allenatore tedesco che piace all’amministratore delegato Gazidis

      Non c’è pace in casa Milan. Dopo le polemiche sul presente della squadra arrivano anche quelle sul futuro della formazione rossonera. «Rangnick? Ho letto. Sinceramente, da direttore dell’area sportiva, con il dovuto rispetto, non credo che sia il profilo giusto per associarlo al Milan». E’ la precisazione di Paolo Maldini, direttore tecnico del club rossonero, che ai microfoni di Sky Sport è tornato sulle voci relative al tecnico tedesco per la prossima stagione. Tecnico che sarebbe tra quelli che non dispiacerebbe all’amministratore delegato rossonero Gazidis.


      Il progetto

      Poi l’ex stella del Milan sul progetto rossonero aggiunge. «Gli step sono quelli di una crescita: l’anno scorso siamo arrivati quinti ad un punto dalla Champions League, l’idea è quella di migliorare questo risultato. C’è ancora la possibilità, avremo ancora tante occasioni per dare una svolta alla nostra stagione. Il resto lo stiamo facendo: una rosa più giovane, meno folta, il monte ingaggi che cala. Non abbiamo ancora il Milan dei nostri sogni, ma ci stiamo lavorando». «Nel derby - spiega ancora il direttore tecnico rossonero a Sky - abbiamo giocato un primo tempo fantastico, il migliore da 5 anni a questa parte: poi ci sono delle mancanze, non siamo perfetti, stiamo lavorando per migliorare e determinare determinati errori per evitare di perdere partite che non meriti di perdere. Nei momenti di difficoltà ci si aggrappa sempre ai giocatori di maggiore esperienza e in questo i giocatori tipo Kjaer e Ibra danno sicurezza, ma forse è ancora troppo poco per far crescere velocemente i nostri giovani. Ibrahimovic mi sta sorprendendo, è un campione in ogni partita ma riesce ad incidere ancora fisicamente dopo 2 mesi e mezzo di inattività».


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        Roma, Petrachi: "Calunnie e falsità su di me, ma ho la schiena dritta. Con Fonseca tutto ok"

        Il ds giallorosso: "Si è detto che era l'anno zero e non accetto tante cose che a volte su giornali e media escono fuori da vigliacchi, perché bisogna guardarsi in faccia e dire le cose come stanno. Forse io sono scomodo, perché non faccio comunella".


        "Mi premeva puntualizzare alcuni aspetti che da qualche settimana escono fuori. Ci tenevo a fare chiarezza, perché poi a volte quando si scrive si dicono delle c.....e se non fermi l'emorragia rischiano di passare per vere. Io alla mia prima conferenza dissi che per la Roma era il famoso anno zero: sono stato chiamato dalla proprietà per cercare di provare a recuperare quelli che sono stati gli errori fatti negli anni precedenti. Naturalmente con tanta umiltà e con tanta voglia e entusiasmo mi sono calato totalmente nella parte e credo che in questi sei mesi è stata fatta una grande mole di lavoro". E' il duro sfogo del direttore sportivo della Roma, Gianluca Petrachi, in occasione della presentazione di Roger Ibanez, Gonzalo Villar e Carles Perez.

        "Per le rivoluzioni serve pazienza"

        "Sto portando con tanta convinzione l'idea e il credo che la società mi aveva imposto per cercare di trasformare qualcosa che lo scorso anno non aveva funzionato - ha detto ancora Petrachi -. La Roma ha fatto una vera e propria rivoluzione: vorrei ricordare a tutti che la Roma ha fatto uscire 20 giocatori e ne ha presi 14. La Roma non compra giocatori a 70 milioni, io con questi soldi ho comprato 7 giocatori. C'è bisogno che qualcuno raddrizzi le antenne e capisca che in un progetto del genere ho chiesto pazienza e comprensione da parte di tutti. Quando ci sono le rivoluzioni qualcosa può venire bene e qualcosa meno bene. Sicuramente non accetto le calunnie e falsità che a volte su giornali e media escono fuori da vigliacchi, perché bisogna guardarsi in faccia e dire le cose come stanno. Forse io sono scomodo, perché non faccio comunella, non rispondo messaggi e la mia schiena è dritta", ha aggiunto Petrachi.


        "Attaccatemi, ma io vado avanti"

        Il ds giallorosso non arretra di un passo: "Sono la persona che volete attaccare, ma io vado avanti per la mia strada cercando di fare il bene per la Roma e fino all'ultimo giorno che sarò qui porterò avanti la mia idea di calcio con le cose che mi sono state chieste. Se qua c'è un po' di intelligenza da parte di tutti e soprattutto buonafede, ricordate che fino a 25 giorni fa si decantava di una Roma importante che giocava il miglior calcio in Italia. Ora la Roma è in difficoltà, io ero preparato alle difficoltà ma non alle calunnie e difficoltà che escono fuori". "Ci sono tanti articoli - ha continuato Petrachi -, in cui si dice, faccio degli esempi: "Petrachi bacchettato da Dzeko e chiede più qualità", niente di più falso. Lui deve fare il calciatore intanto, poi è molto intelligente e non si sarebbe mai permesso di dire qualcosa del genere. Se deve dire qualcosa lo fa nello spogliatoio essendo il capitano e il leader". "Seconda c......a: si dice che io sia stato convocato per essere messo alla prova dalla nuova proprietà. Niente di più falso. Io ho dovuto parlare delle possibili nuove spese della Roma con i possibili nuovi proprietari. Molti di voi hanno marciato sulla mia possibile squalifica: in 30 anni di calcio ho sempre fatto tutto in modo leale e questo è stato ripagato. Sono consapevole che questo è un momento difficile, in cui, secondo me, abbiamo smarrito un po' di umiltà, forse la grande prestazione nel derby ci ha fatto volare troppo alti. Questa è una squadra che gioca con intensità, voglia, cattiveria può mettere in difficoltà chiunque", ha detto ancora Petrachi.

        "Nessun problema con Fonseca"

        "I problemi che abbiamo li stiamo cercando di risolvere, tutti insieme con l'allenatore. Questo è un'altra c.....a, che c'è qualcosa tra me e Fonseca: certamente Petrachi è fatto in questo modo, se c'è qualcosa che non va lo devo dire. Se a livello di sana cattiveria e senso di appartenenza, non lo vedo il sottoscritto entra nello spogliatoio e lo dice. Senza scavalcare Fonseca, ma a garanzia della società e dei tifosi che vogliono vedere una squadra che li rappresenti", ha aggiunto il ds. "Il gioco di Fonseca si sposta molto sull'aggressione e recupero della palla e se non sono tutti pronti, come successo nella Lazio che con noi ha fatto la peggior partita del suo campionato, è un problema - ha detto ancora Petrachi -. Abbiamo sbagliato con la Sampdoria, Torino, Sassuolo e Bologna. Questo è un qualcosa che deve far riflettere tutti quanti noi. Noi lo sappiamo, lo sa l'allenatore e i giocatori. Dobbiamo fare di più e credere di più in quello che facciamo mettendoci più cattiveria e umiltà. Ho investito su tanti giovani e la semina non avviene il giorno dopo, i frutti si vedono dopo un po'. Questa squadra gioca con 6/11 tutte le domeniche con nuovi acquisti, nessuno in Serie A lo fa: questo vuol dire che ci vuole del tempo, perché è una squadra giovane di ragazzi che si stanno conoscendo", ha concluso il ds giallorosso.

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                            Piovono Petrachi: «Bugie e calunnie su di me, pago gli errori di Monchi»

                            LEGGO (F. BALZANI) - Chiede ancora pazienza a una piazza stremata dall'attesa, poi scatena l'uragano. Un monologo, condito da strafalcioni e termini inappropriati, di 20 minuti quello di Petrachi che ieri si è voluto sfogare coi media come è ormai consuetudine per i direttori sportivi giallorossi: «Voglio parlare perché ultimamente si dicono delle cazzate e se non fermi l'emorragia le cose passano per vere - ha esordito con poco stile -. Ho detto subito che questo era l'anno zero, sono stato chiamato dal club per provare a recuperare gli errori degli anni precedenti. Mi sono calato con entusiasmo nella parte e in 6 mesi penso di aver fatto una gran mole di lavoro. La Roma ha fatto una vera e propria rivoluzione e non compra un giocatore da 70, con quei soldi ne prende 7». Poi esagera: «Non amo le calunnie di alcuni media, la mia schiena è sempre dritta forse vi dà fastidio perché non rispondo al telefono. Attaccatemi anche, cercherò di non essere spappolato, ma di certo metterò il massimo dell'impegno fino alla fine perché la Roma la sento mia anche se volete la mia testa sul patibolo. Fino a 20 giorni fa si decantava una Roma importante, che giocava il miglior calcio d'Italia. Sono sempre stato abituato alle difficoltà, ma non alle calunnie». Termine forte, ed etimologicamente sbagliato.

                            «Si è detto che Dzeko mi abbia bacchettato perché voleva più qualità, che è la prima cazzata - prosegue come un fiume in piena - Come i problemi con Fonseca. Poi si è detto anche che sono stato convocato per essere messo alla prova dalla nuova società e invece ho solo presentato i possibili piani futuri. Molti mi hanno censurato, sembravo un killer e non un ds quando è uscita la storia della Procura, ed invece mi hanno assolto». Ammette di essere entrato nello spogliatoio a Reggio Emilia: «Mi è venuto spontaneo andare negli spogliatoi per far capire ai ragazzi che la prestazione era penosa e bisognava tirare fuori gli attributi. Poi è entrato il mister. E io mi sono messo in disparte. Trovo legittimo far sentire la voce della società. Voi (giornalisti, ndr) siete bravi a cogliere gli spifferi, ma questo è gossip non giornalismo. Io invece sono omertoso (lo ha detto davvero, ndr) e sto attento agli sciacalli che vogliono speculare. E' come se qualcuno raccontasse cosa fa vostra moglie ai vicini di casa». Autocritica per i risultati disastrosi del 2020? Appena un «sono consapevole del momento difficile, abbiamo smarrito un po' di umiltà, forse la grande prestazione nel derby ci ha fatto volare alti. Ora dobbiamo metterci più sana cattiveria e umiltà».

                            Ad iniziare da Bergamo: «E' una finale. Noi abbiamo investito sui giovani, ma la semina arriva dopo un po'. Chiedo pazienza». Tra cui Perez e Villar. E qui si passa al mercato: «Le difficoltà a gennaio sono state tante, legate soprattutto al cambio di proprietà che ha creato scompensi. Non sei libero di fare come vuoi. Avessi avuto 100 milioni e non avessi fatto determinate operazioni sarei stato un demente».

                            Sul futuro: «Ho spiegato ai calciatori: ora non pensate che arriva Paperon de Paperoni (riferito a Friedkin, ndr) e compra chissà chi».

                            LEGGO (F. BALZANI) - Chiede ancora pazienza a una piazza stremata dall'attesa, poi scatena l'uragano. Un monologo, condito da strafalcioni e termini inappropriati, di 20 minuti quello di Petrachi che ieri si è voluto sfogare coi media come è ormai consuetudine per i direttori sportivi gialloross...
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • Sean
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                              Conte ci offre una variazione sul tema nel suo personale florilegio di scuse dopo cattive prestazioni: stavolta è colpa del derby che ha tolto "energie nervose".

                              Se le cose stanno così, si deve constatare che l'Inter è ben lungi dall'essere quella "ottima" squadra di cui alcuni favoleggiano...perchè è tipico delle piccole squadre avere cali di tensione dopo i big match, mentre delle grandi il contrario. Ne discenderebbe, difatti, che dopo ogni scontro di livello l'Inter sarebbe destinata a dei giri a vuoto...e dunque questo apre delle questioni, visto che il campionato ancora si intreccia con l'EL, ha in sè tutti gli scontri diretti ancora da giocare (Lazio, Juve, Atalanta, Roma, ancora il Napoli), c'è il ritorno di coppa Italia.

                              Improvviso arriva poi da Roma lo sfogo di Petrachi, forse causato da uno stress accumulatosi in queste settimane. E' il momento adatto prima dello scontro con l'Atalanta?

                              Di sicuro è segno che a Roma è facile logorarsi. Ad un tratto in tanti esplodono. Tra le missioni di Friedkin la più difficile sarà certo quella di rasserenare, calmierare l'ambiente, che consuma parecchi dei suoi protagonisti.
                              Last edited by Sean; 13-02-2020, 10:01:44.
                              ...ma di noi
                              sopra una sola teca di cristallo
                              popoli studiosi scriveranno
                              forse, tra mille inverni
                              «nessun vincolo univa questi morti
                              nella necropoli deserta»

                              C. Campo - Moriremo Lontani


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                              • marco83
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                                Di base petrachi ha ragione, però mi è sembrata più una difesa personale che alla roma. Forse non è il momento di gettare ulteriore benzina sul fuoco.
                                In generale per me non ha sbagliato ad entrare negli spogliatoi durante l'intervallo con il sassuolo alzando la voce, però pare che giocatori e allenatore non l'abbiano presa bene.

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