Il Napoli si dà la zappa sui piedi e perde in casa col Lecce. Aver anche solo pensato di poter riagganciare il quarto posto è stato deleterio. Gattuso si lamenta del carattere dei suoi: “Ci manca la cattiveria”. Insomma Ringhio un Napoli troppo buono non se lo persona proprio
Napoli-Lecce 2-3
“Non si possono affrontare queste partite con troppa passività, noi semplicemente stiamo là, permettiamo a Lapadula, in quattro contro due, di fare tutto quello che vuol fare”.
Non c’è molta differenza tra le dichiarazioni di Sarri e quelle di Gattuso. Pur essendo due allenatori differenti, forse diametralmente opposti, alla fine hanno lo stesso problema: non riuscire a trasmettere alle squadre il loro calcio, il dogma, lo spirito. Nel caso di Gattuso, anima, carattere, forza e “cattiveria”, come dice lui, nel senso che un Napoli troppo buono proprio non può accettarlo. Vedere un Lecce che domina e comanda al San Paolo non se lo perdona. Per un motivo o per un altro il Napoli è arrivato alla sua sesta sconfitta al San Paolo: per trovare una squadra che abbia fatto peggio bisogna scendere in fondo alla classifica, al Brescia e alla Spal. Una colpa così grave che finisce con lo scavare di nuovo un fossato tra il Napoli stesso e il pubblico. Proprio nel momento in cui si pensava a un Napoli trasformato, quasi rinato, che coraggiosamente e spavaldamente contava i punti che lo separavano dal quarto posto e dalla qualificazione in Champions League. Pensieri proibiti che hanno fatto più male che bene, certi discorsi sulla maturazione di Insigne, sull’efficacia del mercato, sull’evoluzione della difesa troppo prematuri. E dunque, come la tela di Penelope, adesso bisogna ricominciare da capo.
All’interno della partita anche un possibile rigore su Milik, che poteva cambiare il risultato finale ma che l’ arbitro ha trasformato in un’ammonizione per simulazione senza andare a rivedere le immagini al Var. Detto che l’arbitro ha sbagliato e avrebbe fatto bene ad andare ovviamente a rivederlo, la simulazione di Milik che accentua la caduta c’è ed è altrettanto evidente. La società tramite il ds Giuntoli se ne è lamentata ufficialmente, ma parlare di torto è forse fuori luogo: sei stato scorretto e ti è andata sfortunatamente peggio di quello che meritassi. Morale: non lo fare più e forse saranno più giusti anche con te.
Napoli-Lecce 2-3
“Non si possono affrontare queste partite con troppa passività, noi semplicemente stiamo là, permettiamo a Lapadula, in quattro contro due, di fare tutto quello che vuol fare”.
Non c’è molta differenza tra le dichiarazioni di Sarri e quelle di Gattuso. Pur essendo due allenatori differenti, forse diametralmente opposti, alla fine hanno lo stesso problema: non riuscire a trasmettere alle squadre il loro calcio, il dogma, lo spirito. Nel caso di Gattuso, anima, carattere, forza e “cattiveria”, come dice lui, nel senso che un Napoli troppo buono proprio non può accettarlo. Vedere un Lecce che domina e comanda al San Paolo non se lo perdona. Per un motivo o per un altro il Napoli è arrivato alla sua sesta sconfitta al San Paolo: per trovare una squadra che abbia fatto peggio bisogna scendere in fondo alla classifica, al Brescia e alla Spal. Una colpa così grave che finisce con lo scavare di nuovo un fossato tra il Napoli stesso e il pubblico. Proprio nel momento in cui si pensava a un Napoli trasformato, quasi rinato, che coraggiosamente e spavaldamente contava i punti che lo separavano dal quarto posto e dalla qualificazione in Champions League. Pensieri proibiti che hanno fatto più male che bene, certi discorsi sulla maturazione di Insigne, sull’efficacia del mercato, sull’evoluzione della difesa troppo prematuri. E dunque, come la tela di Penelope, adesso bisogna ricominciare da capo.
All’interno della partita anche un possibile rigore su Milik, che poteva cambiare il risultato finale ma che l’ arbitro ha trasformato in un’ammonizione per simulazione senza andare a rivedere le immagini al Var. Detto che l’arbitro ha sbagliato e avrebbe fatto bene ad andare ovviamente a rivederlo, la simulazione di Milik che accentua la caduta c’è ed è altrettanto evidente. La società tramite il ds Giuntoli se ne è lamentata ufficialmente, ma parlare di torto è forse fuori luogo: sei stato scorretto e ti è andata sfortunatamente peggio di quello che meritassi. Morale: non lo fare più e forse saranno più giusti anche con te.
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