Ho finito di vedere il video sul libro di Manuel. Il libro lo avevo già preso e letto, ma fa sempre male risentire certi passaggi. Complimenti alla relatrice, non deve essere stato facile promuovere il libro per lei che è stata così vicina a Manuel.
Uno dei punti che mi ha dato più da pensare del libro è quello che accade quando viene data la notizia del cancro, quando passi da vivo a mezzo morto, come scriveva Manuel. C'è un prima e c'è un dopo la notizia. Come entrare in una stanza, sentire la porta chiudersi dietro a sé e capire che non puoi più riaprirla e tornare a quella vita di prima che davi per scontata. Sia per esperienza diretta che attraverso amici sento sempre più gente scoprire di avere un tumore e per nessuno di loro è arrivato il miracolo. Il discorso si può allargare alle altre malattie mortali di oggi e il numero dei decessi ci viene ricordato costantemente dai telegiornali, anche se forse finché non toccano qualcuno che amiamo non abbiamo la comprensione di quante famiglie vengano distrutte ogni giorno.
Le nostre vite sono ben più fragili di quello che crediamo, ogni nuovo giorno potrebbero dare a noi o a un nostro caro un referto come accaduto a Manuel e non si torna indietro. Ma allora come dobbiamo vivere? Nella paura? Nell'autoconvinzione che a noi non accadrà? Non lo so. Forse prima che la porta si chiuda dietro le nostre spalle o di un nostro caro dovremmo cercare di godere quello che abbiamo e la compagnia di chi abbiamo. Ci si rende davvero conto che la salute è tutto solo quando non l'abbiamo più. Alzarsi ogni giorno con una condanna simile e comportarsi come ha fatto Manuel è davvero da eroi.
Uno dei punti che mi ha dato più da pensare del libro è quello che accade quando viene data la notizia del cancro, quando passi da vivo a mezzo morto, come scriveva Manuel. C'è un prima e c'è un dopo la notizia. Come entrare in una stanza, sentire la porta chiudersi dietro a sé e capire che non puoi più riaprirla e tornare a quella vita di prima che davi per scontata. Sia per esperienza diretta che attraverso amici sento sempre più gente scoprire di avere un tumore e per nessuno di loro è arrivato il miracolo. Il discorso si può allargare alle altre malattie mortali di oggi e il numero dei decessi ci viene ricordato costantemente dai telegiornali, anche se forse finché non toccano qualcuno che amiamo non abbiamo la comprensione di quante famiglie vengano distrutte ogni giorno.
Le nostre vite sono ben più fragili di quello che crediamo, ogni nuovo giorno potrebbero dare a noi o a un nostro caro un referto come accaduto a Manuel e non si torna indietro. Ma allora come dobbiamo vivere? Nella paura? Nell'autoconvinzione che a noi non accadrà? Non lo so. Forse prima che la porta si chiuda dietro le nostre spalle o di un nostro caro dovremmo cercare di godere quello che abbiamo e la compagnia di chi abbiamo. Ci si rende davvero conto che la salute è tutto solo quando non l'abbiamo più. Alzarsi ogni giorno con una condanna simile e comportarsi come ha fatto Manuel è davvero da eroi.
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