- La parola Fine -
Manuel, amico caro...quante cose non dette, quante cose non fatte: è questo il riassunto di una vita. Almeno tu hai trovato quella pace che noi qui non siamo capaci di vivere.
Se avessi avuto più forza, dopo quell'ultimo incontro sarei tornato. Ancora una volta, perchè per gli uomini è destino sognare che l'ultimo atto sia sempre il penultimo.
*****
Come poter ricondurre noi stessi al Principio? Vivendo, come poter ricostruire tutto ciò che in vita - per il solo fatto di vivere - si va perdendo? Ho cercato, con gesti e con parole, di stringere in un solo nodo tutto ciò che, appena nato, si va sciogliendo: vano tempo, inutile sforzo. Grazie al tuo esempio ora so che nulla ci appartiene e che non siamo noi ad imprimere l'ultimo sigillo.
*****
L'estate declina, e mi trovo a pensare che è meglio così. Apparecchi la sera tutte quelle coppe che non abbiamo potuto bere durante questo lungo giorno.
*****
La parola Fine. Sono sceso sulla riva del mare, ad occupare il primo posto nell'attesa del ritorno dei miei amici. Attesa vana. E' difatti solo quando mi sono voltato verso il tramonto sopra alla collina che t'ho sentito, che t'ho ritrovato. Tu e tutti loro.
*****
Domani, ricomporre i pezzi, riempire la frattura, colmare il vuoto. Nell'opera improbabile stammi accanto.
*****
Scendo le scale cercando le parole. Mi dispiaccio per tutto quello di cui non ho colpa. Avessi avuto lo scettro, avremmo almeno sentito giusta la condanna per le colpe scontate e da scontare. Ma siamo vissuti presso il trono, non sopra di esso. Lambiti dalla porpora, non rivestiti.
*****
Torno a darti la carezza che t'ho dato quell'ultima volta. L'ultima, dunque per sempre.
*****
Tu che hai risolto in completezza tutta la contraddizione che ancora grava sulle nostre spalle, aiutami a salire quell'ultimo paio di gradini. Suggeriscimi le parole, opera con me perchè si ricomponga in tenerezza tutto quanto ho perso e tutto quanto ho ritrovato - perchè non si perda ancora.
Manuel, amico caro...quante cose non dette, quante cose non fatte: è questo il riassunto di una vita. Almeno tu hai trovato quella pace che noi qui non siamo capaci di vivere.
Se avessi avuto più forza, dopo quell'ultimo incontro sarei tornato. Ancora una volta, perchè per gli uomini è destino sognare che l'ultimo atto sia sempre il penultimo.
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Come poter ricondurre noi stessi al Principio? Vivendo, come poter ricostruire tutto ciò che in vita - per il solo fatto di vivere - si va perdendo? Ho cercato, con gesti e con parole, di stringere in un solo nodo tutto ciò che, appena nato, si va sciogliendo: vano tempo, inutile sforzo. Grazie al tuo esempio ora so che nulla ci appartiene e che non siamo noi ad imprimere l'ultimo sigillo.
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L'estate declina, e mi trovo a pensare che è meglio così. Apparecchi la sera tutte quelle coppe che non abbiamo potuto bere durante questo lungo giorno.
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La parola Fine. Sono sceso sulla riva del mare, ad occupare il primo posto nell'attesa del ritorno dei miei amici. Attesa vana. E' difatti solo quando mi sono voltato verso il tramonto sopra alla collina che t'ho sentito, che t'ho ritrovato. Tu e tutti loro.
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Domani, ricomporre i pezzi, riempire la frattura, colmare il vuoto. Nell'opera improbabile stammi accanto.
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Scendo le scale cercando le parole. Mi dispiaccio per tutto quello di cui non ho colpa. Avessi avuto lo scettro, avremmo almeno sentito giusta la condanna per le colpe scontate e da scontare. Ma siamo vissuti presso il trono, non sopra di esso. Lambiti dalla porpora, non rivestiti.
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Torno a darti la carezza che t'ho dato quell'ultima volta. L'ultima, dunque per sempre.
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Tu che hai risolto in completezza tutta la contraddizione che ancora grava sulle nostre spalle, aiutami a salire quell'ultimo paio di gradini. Suggeriscimi le parole, opera con me perchè si ricomponga in tenerezza tutto quanto ho perso e tutto quanto ho ritrovato - perchè non si perda ancora.
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