Comunque vada Artù, non ti farà stare meglio un Italia di soli italiani sulla vespa e che giocano a briscola, perchè tu cerchi sicurezza in una visione inclusiva per te a livello etnologico, ma saresti incluso nel sentire collettivo di una siffatta nazione solo se ti impegni per andare incontro agli altri, altrimenti non c'è dialogo, non c'è crescita, c'è solo una campana di vetro con l'aria che diventa sempre più stantia.
A me è capitato con i vecchi del bar sotto casa, li vedevo e pensavo che erano diversissimi da me, tutti troppo questo, o troppo poco quello, etc, poi per caso li conosco e vedo che le diversità ci sono, ma le somiglianze anche, un dialogo è possibile. Da allora ho provato a parlare con le persone che non conosco, e più erano diverse più mi raccontavano cose che mi stupivano.
Il ragazzo nero che ti ferma per strada a venderti un libro: ci parlo, scopro la sua vita, la sua famiglia, ha una bimba come me, è regolare, il lavoro che fa è regolare, sta in affitto come lo sono stato io per anni, ha studiato al suo paese e si è diplomato come me, gli piacciono i Beatles, come me.
Diversamente da me è arrivato a Bologna sotto un camion da clandestino 15 anni prima, nascosto sopra le ruote, si è fatto la rotta balcanica, perchè dal suo paese voleva andarsene. Non era povero povero in canna, ma lì basta che un anno ti va male e devi fare i conti seriamente. Mi ha invitato ad andare a casa sua un giorno, ha ancora la famiglia lì, ma molti sono dovuti emigrare da clandestini, perchè il governo non dava i permessi.
Pensa se tu volessi andare via e l'Italia non ti fa uscire, che fai? Ho pensato a questo.
Poi qualcuno dirà che sono buonista, etc, che ce voi fa...
Se non avessi provato a parlargli sarebbe rimasto un ombra nella mia vita, anche un pò minacciosa, o comunque fastidiosa, per fortuna è stato solo un racconto
A me è capitato con i vecchi del bar sotto casa, li vedevo e pensavo che erano diversissimi da me, tutti troppo questo, o troppo poco quello, etc, poi per caso li conosco e vedo che le diversità ci sono, ma le somiglianze anche, un dialogo è possibile. Da allora ho provato a parlare con le persone che non conosco, e più erano diverse più mi raccontavano cose che mi stupivano.
Il ragazzo nero che ti ferma per strada a venderti un libro: ci parlo, scopro la sua vita, la sua famiglia, ha una bimba come me, è regolare, il lavoro che fa è regolare, sta in affitto come lo sono stato io per anni, ha studiato al suo paese e si è diplomato come me, gli piacciono i Beatles, come me.
Diversamente da me è arrivato a Bologna sotto un camion da clandestino 15 anni prima, nascosto sopra le ruote, si è fatto la rotta balcanica, perchè dal suo paese voleva andarsene. Non era povero povero in canna, ma lì basta che un anno ti va male e devi fare i conti seriamente. Mi ha invitato ad andare a casa sua un giorno, ha ancora la famiglia lì, ma molti sono dovuti emigrare da clandestini, perchè il governo non dava i permessi.
Pensa se tu volessi andare via e l'Italia non ti fa uscire, che fai? Ho pensato a questo.
Poi qualcuno dirà che sono buonista, etc, che ce voi fa...
Se non avessi provato a parlargli sarebbe rimasto un ombra nella mia vita, anche un pò minacciosa, o comunque fastidiosa, per fortuna è stato solo un racconto
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