Originariamente Scritto da Zbigniew
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Originariamente Scritto da The_machine Visualizza MessaggioSi, per quanto riguarda la parte in neretto mi dissero di no, o meglio, ai neoassunti come me dissero che chi aveva destinato il TFR in un fondo pensione precedentemente (altri rapporti lavorativi) non poteva scegliere di lasciarlo in azienda, mentre io (che l'avevo sempre lasciato in azienda) potevo scegliere.
In caso di nuovo rapporto di lavoro:
Se nel precedente rapporto di lavoro la scelta è stata quella di mantenere il TFR in azienda, il nuovo datore di lavoro continuerà a mantenere il TFR sulla base della scelta precedente, ferma restando la possibilità da parte del lavoratore di rivedere, in ogni momento, la scelta a suo tempo effettuata e conferire il TFR futuro a una forma pensionistica complementare.
Chi nel precedente rapporto di lavoro ha aderito alla previdenza complementare e ha poi riscattato interamente la posizione individuale maturata (per perdita dei requisiti di partecipazione, ad es. in caso di licenziamento), entro sei mesi dalla nuova assunzione deve manifestare la scelta sulla destinazione del TFR futuro e cioè decidere di nuovo se destinarlo a un fondo pensione o lasciarlo in azienda (compilando il modello TFR2). Se non si esprime, alla scadenza del semestre, il TFR viene destinato alla previdenza complementare secondo il meccanismo del silenzio-assenso (cosiddetta adesione tacita).
Se la variazione del rapporto di lavoro comporta anche la perdita dei requisiti di partecipazione al fondo pensione precedentemente scelto, e il lavoratore non ha riscattato interamente la posizione individuale maturata, lo stesso deve indicare al nuovo datore di lavoro a quale forma di previdenza complementare intende conferire le quote di TFR futuro, tenendo conto delle opportunità che derivano dal nuovo rapporto di lavoro. Anche in questo caso si hanno a disposizione sei mesi dalla data di assunzione per manifestare la propria volontà, fermo restando che la scelta non sarà tra la destinazione del TFR a previdenza complementare o il mantenimento di tale trattamento in azienda, ma si limiterà all’individuazione della forma pensionistica complementare cui conferire il TFR maturando. La posizione già maturata può essere mantenuta nel fondo pensione originario (anche senza effettuare nuovi versamenti), riscattata definitivamente o trasferita al nuovo fondo pensione.
In pratica:
Se prima si è tenuto in azienda, la scelta è libera.
Se il rapporto con il fondo non è in essere, ovvero c'è stato il riscatto per l'intero, la scelta è anche in questo caso libera.
Se il rapporto con il fondo è ancora in essere, non si può tenerlo in azienda e va destinato ad un fondo (lo stesso o un altro, in base alla scelta e la possibilità).
Va detto che il riscatto da un fondo non è libero, per cui la scelta di un fondo non è necessariamente "per sempre" ma è comunque un impegno non da poco.Originariamente Scritto da Seanmò sono cazzi questo è sicuro.Originariamente Scritto da bertinho7ahahhahah cmq è splendido il tuo modo di mettere le mani avanti prima, impazzire durante, e simil polemizzare dopo
Originariamente Scritto da Giampo93A me fai venire in mente il compianto bertignoOriginariamente Scritto da huntermasterBignèw
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qualcuno li conosce o ha esperienza con loro?
hanno iniziato a pubblicizzarsi pesantemente e sono incappato in un paio di video come questi:
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Originariamente Scritto da Ferdix Visualizza Messaggiohttps://youngplatform.com/
qualcuno li conosce o ha esperienza con loro?
hanno iniziato a pubblicizzarsi pesantemente e sono incappato in un paio di video come questi:
https://www.youtube.com/watch?v=GJiFtiq6NXg
Inviato dal mio Mi 9T Pro utilizzando TapatalkOriginariamente Scritto da claudio96
sigpic
più o meno il triplo
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Che tristezza, mi sono dovuto fermare al minuto 4:40...non è colpa loro visto che ognuno si starà facendo il mazzo equivalente a 2-3 persone normali, ma di come funzionano le cose qui in Italia.
Infatti dall’inizio del video mi chiedevo chi gli avrebbe dato soldi per realizzare il “clone del clone di un fac simile” diversi anni in ritardo.
Risposta: gli amici abbienti dei genitori.
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Originariamente Scritto da Zbigniew Visualizza MessaggioVa detto che il riscatto da un fondo non è libero, per cui la scelta di un fondo non è necessariamente "per sempre" ma è comunque un impegno non da poco.
Qui ho trovato un simulatore molto utile per fare qualche ragionamento:
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Facendo un po' di simulazioni con diverse % di contribuzione mi rendo conto che il risparmio fiscale unito al contributo del datore sono difficili da battere usando altri strumenti (bisogna essere davvero bravi e avere tempo da dedicarci).
Credo che in assenza di problemi di liquidità nel breve-medio termine, il fondo negoziale possa essere un buon compromesso.
L'unica alternativa che mi viene in mente è un PAC con 1-2 ETF su indici mondiali.
Anche solo ipotizzando 1 solo ETF (SWDA) e versare 2400 euro per 30 anni (200 €/mese), dovrei battere il seguente risultato ottenuto dal fondo (sempre versando 200 €/mese).
Quindi col fondo dopo 30 anni ho 320k di cui 176k da TFR.
Con l'ETF semplificando brutalmente i conti avrei 118k da TFR (tassazione normale), dunque per arrivare a 320k il PAC di ETF deve generare 202k.
SWDA in 10 anni ha fatto circa il 230% (grafico), quindi in 30 potrebbe verosimilmente battere il fondo e non di poco
Nb. Non sono conteggiati i costi di commissione in entrambi gli scenari.
Nb2. Riuscendo ad entrare su eventuali storni del mercato si potrebbero ottenere performance ancora migliori con l'ETF.
Nb3. La liquidità dell'ETF è sempre a disposizione con un paio di click.
Nb4. In caso di Apocalisse con l'ETF sono molto meno tutelato (ma potrebbe essere un'occasione per incrementare, sempre che non finisca il mondo ).
Ho detto tante str***ate?
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Che sia molto aleatorio sono il primo a dirlo.
Usare MSCI World è legato al rischio "mondo".
Inoltre usare un solo strumento 100% azionario è un azzardo secondo i manuali di gestione del risparmio, dovrebbe esserci anche una parte obbligazionaria.
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Originariamente Scritto da The_machine Visualizza MessaggioE' tutto molto aleatorio, hai preso come indice di riferimento il MSCI World, avresti anche potuto scegliere il NASDAQ che in 25 anni ha fatto tipo il 2450% e a quel punto la scelta (guardando solo al passato) sarebbe stata nobrain.
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Originariamente Scritto da Ferdix Visualizza MessaggioChe sia molto aleatorio sono il primo a dirlo.
Usare MSCI World è legato al rischio "mondo".
Inoltre usare un solo strumento 100% azionario è un azzardo secondo i manuali di gestione del risparmio, dovrebbe esserci anche una parte obbligazionaria.Originariamente Scritto da Lorenzo993 Visualizza MessaggioHa fatto bene a prendere come indice di riferimento msci world,il nasdaq è settoriale,il world copre più settori(tra cui i tecnologici) e con una diversificazione maggiore
Poi le scelte dipendono tanti fattori. Se per voi l'obiettivo è diversificare andrete su un indice azionario mondiale, o magari ci metterete dentro anche altro (case, inflazione o strumenti più esotici).
Però capisci che alla luce dello storico il NASDAQ è molto più redditizio, ma anche l'S&P500 che ha storico ancora più importante.
Tra l'altro su un arco temporale di 30 anni si superano anche guerre, cataclismi, bolle etc
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Una riflessione sul concetto di “diversificazione”.
Di solito chi fa comunicazione in ambito finanziario (analisti, gestori di fondi, youtubers etc) vendono al pubblico generalista una formula facile da comprendere e assolutamente sensasta: diversificare per ridurre il rischio.
Raramente però spiegano da quali assunzioni nasce questa raccomandazione e quali sono i limiti della sua validità.
Il modello matematico sottostante descrive ogni asset con una distribuzione log-normale dei rendimenti: un rendimento annuale (drift) atteso ed una volatilità annuale. Si assume inoltre che per l’investitore la volatilità del rendimento del portafoglio sia qualcosa di non voluto: meglio avere 100K euro sicuri piuttosto che 60K o 140K euro a seconda del lancio di una moneta.
Se si suppone che tutti gli asset abbiano lo stesso rendimento atteso, allora investire su tutti (diversificare) ha lo stesso rendimeto atteso di investrie su di un singolo asset. Tuttavia la volatilità risulterà molto ridotta, in modo proporzionale ad 1/radice(N) (dove “N” è il numero degli asset). Quindi: stesso rendimento, ma incertezza ridotta => diversificare conviene.
Questo, semplificando molto (tralasciando volutamente volatilità e altri fatori), è vero se si pensa che tutti gli elementi del ptf abbiano lo stesso rendimento.
Però nel concreto molti non credono che sia così, ad esempio qualcuno potrebbe notare che il FTSEMIB ha rendimenti storici ridicoli rispetto all’S&P500: quindi è probabile che il processo che genera le variazioni di prezzo abbia drift differenti. Investire nel mondo magari riduce la varianza rispetto ad investire su di un sottoinseme del mondo, ma il rendimento atteso potrebbe essere molto più basso e l’effetto della varianza su 30 anni potrebbe risultare molto meno importante in proporzione rispetto a quella su 5-10 anni.
Insomma, tra 100K euro sicuri e 60K-140K a seconda del lancio di moneta molti sceglierebbero 100K euro, ma se come terza possibilità avessero 40K-400K probabilmente i più opterebbero per quest’ultima scelta.
Tutto questo spiegato male e con approssimazioni, però il concetto è che l’estrema diversificazione va bene in caso di massima “ignoranza”. Ignoranza non intesa con connotazione negativa relativamente alla conosccenza attuale, ma sul futuro. Se si valuta che il passato non ci fornisce info sul futuro, allora ha senso pensare che tutti gli asset sian uguali e quindi diversificare al massimo per ridurre la varianza. Altrimenti, se si pensa che indice X, o addirittura titolo Y, avranno rendite molto sopra la media, allora ha senso concentrarsi in buona parte su questi asset.
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