Originariamente Scritto da circoloco
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qui sotto un approfondimento sulla situazione:
”Oggi saranno annunciati i dettagli del ribilanciamento speciale dell’indice Nasdaq 100, il più importante indice tecnologico al mondo, necessario per fare fronte alla poca ampiezza di mercato (e quindi all’eccessiva concentrazione in pochi titoli) che è emersa negli ultimi mesi, in particolare dopo il boom dell’AI.In questo articolo vediamo il perché di questa decisione e quali saranno le potenziali conseguenze sui titoli che ne fanno parte.
Cos’è il ribilanciamento speciale del Nasdaq100
Il Nasdaq 100 è un indice ponderato per la capitalizzazione di mercato e viene di norma ribilanciato su base trimestrale nei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre. Tuttavia, in alcune occasioni può essere necessario un ribilanciamento speciale in modo da preservare l’integrità dell’indice.
I dettagli di questo ribilanciamento speciale, ovvero della revisione dei pesi dei singoli titoli che compongono l’indice, verranno comunicati proprio oggi.
Le modifiche saranno basate sulle azioni in circolazione al 3 luglio ed entreranno in vigore prima dell’apertura del mercato di lunedì 24 luglio. Inoltre, la redistribuzione dei pesi non comporterà la rimozione o l’aggiunta di alcun titolo all’interno dell’indice.
Nasdaq 100 ribilanciato dopo il boom dell’AI
L’operazione di ribilanciamento speciale di oggi è realizzata quindi proprio con l’obiettivo di ridurre il peso dei maggiori colossi tecnologici di Wall Streetall’interno dell’indice Nasdaq 100.
Il rally delle big tech a cui abbiamo assistito nel corso del primo semestre, trainato soprattutto dalla spinta dell’intelligenza artificiale, ha infatti permesso all’indice di realizzare la miglior performance di sempre nei primi sei mesi dell’anno, superando anche i guadagni innescati dalla bolla di Internet a fine anni ’90. In tal senso, l’indice Nasdaq 100 da inizio anno mostra un progresso di oltre il 41%.
Questo ha portato ad un’eccessiva concentrazione dell’indice, con una manciata di 8-9 titoli a grandissima capitalizzazione che hanno trainato l’intero mercato. Come spiega Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte, intervistato dall’Ufficio Studi di Wall Street Italia:
l’eccessiva concentrazione scatta quando i titoli con peso superiore al 4,5% complessivamente raggiungono in aggregato il 48% dell’intero indice.
I dati raccolti da Bloomberg il 3 luglio evidenziano come il peso delle sei società più grandi del Nasdaq 100 (Apple, Microsoft, Alphabet, Nvidia, Amazon e Tesla) abbia raggiunto il 50,9%.
Apple, Microsoft, Nvidia, Amazon, Tesla rappresentano quasi il 44% del totale dell’indice e dopo il ribilanciamento il loro peso potrebbe essere portato intorno al 39%, commenta Ceserano.
In questo contesto, gli analisti di Wells Fargo stimano che Starbucks, Mondelez, Booking Holdings, Gilead Sciences, Intuitive Surgical, Analog Devices e Automatic Data Processing possano vedere il proprio peso aumentare, mentre al contrario, quello dei sei giganti precedentemente citati e di Meta Platforms dovrebbe ridursi.
Gli impatti del ribilanciamento
“Nel breve periodo l’effetto annuncio sta già producendo una lieve sotto-performance del Nasdaq 100, rispetto ad esempio al Nasdaq100 equiponderato o al Russell2000, nell’ordine di circa 1,5% dal 7 al 12 luglio”, spiega il Chief Global Strategist di Intermonte. “Tale andamento però in parte può essere collegato anche alla tendenza dei gestori a cavalcare la prosecuzione del rally azionario spostandosi sui titoli che meno hanno performato da inizio anno“.
In ogni caso, il ribilanciamento costringerà i fondi di investimento a replica passiva che seguono come benchmark il Nasdaq 100 ad adeguare i loro portafogli, vendendo azioni di quelle società il cui peso all’interno dell’indice sarà ridotto e acquistando società la cui rilevanza verrà aumentato.
In tal senso, le conseguenze maggiori dell’operazione straordinaria di oggi riguarderanno proprio l’industria degli ETF che seguono l’indice.
I precedenti ribilanciamenti del Nasdaq
Altri ribilanciamenti speciali si sono verificati nel 1998 e nel 2011. Nel primo caso, il Nasdaq 100 è stato trasformato da indice ponderato sulla capitalizzazione di mercato a un indice rettificato, e quindi pesato sulla market cap modificata. All’epoca, Microsoft e Intel erano entrambe troppo grandi affinché un ETF basato sull’indice potesse qualificarsi come società di investimento regolamentata.
Nel 2011 il peso di Apple è stato tagliato dal 20% al 12%. La società, che stava vivendo una forte espansione grazie al lancio dell’iPad, e per questo rimase il più grande titolo dell’indice, ma altre aziende come Microsoft, Oracle, Intel e Cisco Systems furono pesate maggiormente.
Sarà dunque interessante vedere dopo oggi l’impatto sull’industria degli ETF, che nel frattempo è cresciuta esponenzialmente rispetto al 2011.
Cos’è il Nasdaq 100
Nato il 31 gennaio 1985, il Nasdaq 100 è un indice di riferimento nel mondo finanziario, che raggruppa le 100 più grandi società non finanziare quotate sul Nasdaq. Questo indice esclude quindi holding, società finanziarie, banche e compagnie di investimento. Al contrario, sono maggiormente rappresentate le aziende tecnologiche (tra cui hardware e software), delle telecomunicazioni, biotecnologia e commercio.
L’indice Nasdaq 100, come il suo omologo Nasdaq Composite, si basa sulla capitalizzazione di mercato. Tuttavia, la ripartizione dei pesi viene calcolata tramite un algoritmo specifico che tiene conto del settore di attività delle aziende quotate, garantendo così una diversificazione rappresentativa di tutti i comparti merceologici.
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