Profonda insoddisfazione

[M K K]

La “sua” condizione agiata?

La discussione è piena di utenti a cui non manca niente e che ciononostante passano la vita a lamentarsi del nulla. Fuori da pochissime eccezioni come Manx, qua non ci sono persone che abbiano conosciuto fame o trauma o sofferenza. Viviamo tutti nell’agio.

e grazie al cazz o

[modgallagher]

Non facciamo passare il messaggio che nascere in una famiglia agiata sia un male.

[Ponno]

Non facciamo passare il messaggio che nascere in una famiglia agiata sia un male.

Non lo sai Mod? Nascere in una famiglia e una situazione che ti permette di non lavorare un giorno solo in tutta la tua vita e avere comunque una vita serena è una tragedia. Il peggiore dei mali, poi si ha troppo tempo per pensare “cit.”. Dio santo ve lo farei provare io che significa passare da ricchi a lavoratori invece che baciare per terra ogni secondo.

[M K K]

Sapeste cosa ho passato io durante l'infanzia... Tutti i miei a mici con un lago di famiglia...e io dovevo andare alla spiaggia del lago di Como... Dove fanno il bagno i poveri..
Sono cose che ti segnano per sempre.

[Pesca]

credo che Bob voglia dire che, al pari di altre malattie "visibili", anche i disturbi mentali prescindono dall'agiatezza della persona che ne soffre. rimproverare ad Arturo la sua depressione perché è di buona famiglia sarebbe un po' come dire a Manx che è impossibile che sia malato, perché è giovane, forte e atletico.

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[M K K]

Chi ha una routine con lavoro , famiglia propria , hobby ,interessi, tasse , scadenze ecc ecc.. ( Per quanto possa essere mediocre) ha meno tempo e voglia di complicarsi la vita con seghe mentali ,oltre ad avere esperienza di vita per superare le varie cose negative che colpiscono tutti.

[M K K]

Poi visto che è stato citato il caro manx...traspare più serenità da lui che da Arturo , che sono 10 anni che caga il cazz o con la sua depressione senza fare nulla di concreto per uscirne.
Detto questo Arturo ti disprezzo profondamente ma ti auguro di guarire.per l amor di dio non fare figli.
Addio

[Ponno]

Esiste tuttavia una differenza, credo, ma Bob potrà essere più preciso, tra malattie quali bipolarismo, schizofrenia, etc. e la depressione di Arturo “so che ho ma continuo a lamentarmene”.
Io ho studiato pochissima Psicologia (un paio di esami di Psicologia generale e Psicologia delle Emozioni) ma mi sembra che ci sia un po’ una rincorsa al trovare la malattia anche dove c’è solo tradizionalissima tristezza e insoddisfazione.
Da qui a far passare la colpa sul non avere nulla da fare mi sembra ne passi, lavorare toglie tempo a se stessi, averne di più è un bene.

[M K K]

Io invece non ho studiato, ma è sempre questione di calci in cul o , se da piccolo non ne hai presi abbastanza o ne hai presi troppi cresci male...

[modgallagher]

Esiste tuttavia una differenza, credo, ma Bob potrà essere più preciso, tra malattie quali bipolarismo, schizofrenia, etc. e la depressione di Arturo “so che ho ma continuo a lamentarmene”.
Io ho studiato pochissima Psicologia (un paio di esami di Psicologia generale e Psicologia delle Emozioni) ma mi sembra che ci sia un po’ una rincorsa al trovare la malattia anche dove c’è solo tradizionalissima tristezza e insoddisfazione.
Da qui a far passare la colpa sul non avere nulla da fare mi sembra ne passi, lavorare toglie tempo a se stessi, averne di più è un bene.

Invece sarebbe meglio fare i salti mortali per arrivare a fine mese o per ritagliarsi mezz'ora al giorno. Quanta ipocrisia.

[Arturo Bandini]

La “sua” condizione agiata?

La discussione è piena di utenti a cui non manca niente e che ciononostante passano la vita a lamentarsi del nulla. Fuori da pochissime eccezioni come Manx, qua non ci sono persone che abbiano conosciuto fame o trauma o sofferenza. Viviamo tutti nell’agio.

da un lato penso anch'io che la mancanza di problemi concreti possa dare sfogo a disagi che altrimenti rimarrebbero sopiti. E' vero però che se non ci sono appunto problemi di fondo, uno magari si limita a fare il *****ne e divertirsi, tipo Vacchi...
E' risaputo che quando si presentano i problemi concreti c'è poco tempo per dare corpo alle proprie ossessioni, perchè a quel punto torna a prevalere l'istinto di sopravvivenza. In Italia e in tutta Europa, in coincidenza con le due guerre mondiali, la percentuale di suicidi crollò rispetto alla media. Quando uno deve pensare a come sopravvivere è troppo preso dal presente per pensare al passato e al futuro.
Mi viene in mente l'esempio di Cesare Pavese, che, come spiega la Ginzburg "Aveva parlato, per anni, di uccidersi. Nessuno gli credette mai. quando veniva da me e da Leone mangiando ciliege, e i Tedeschi prendevano la Francia, già allora ne parlava. Non per la Francia, non per i tedeschi, non per la guerra che stava investendo l' Italia. Della guerra aveva paura, ma non abbastanza per uccidersi a motivo della guerra. Continuò tuttavia ad avere paura della guerra, anche dopo che la guerra era da gran tempo finita: come, del resto, tutti noi. e lui temeva una nuova guerra più di tutti noi. E in lui la paura era più grande che in noi: era in lui, la paura, il vortice dell' imprevisto e dell' inconoscibile, che sembrava orrendo alla lucidità del suo pensiero, acque buie, vorticose e venefiche sulle rive spoglie della sua vita."

[modgallagher]

I problemi dell'agiatezza. Beato te.

Ce ne avete messo di tempo.

[Arturo Bandini]

Mi viene in mente quando mio padre o mia nonna erano malati, paradossalmente proprio in quei momenti così difficili per un po' misi da parte la mia depressione, perchè dovevo assisterli, andare all'ospedale, sistemare i nostri affari... insomma, c'erano cose più concrete da affrontare

[Steel77]

L’opinione dell’uomo della strada è la stessa di 100 anni fa: la malattia mentale non è un problema di salute ma una stortura morale.
Questo ci mostra come l’aumento della cultura non abbia portato più coscienza critica o umiltà.

La “sua” condizione agiata?
La discussione è piena di utenti a cui non manca niente e che ciononostante passano la vita a lamentarsi del nulla. Fuori da pochissime eccezioni come Manx, qua non ci sono persone che abbiano conosciuto fame o trauma o sofferenza. Viviamo tutti nell’agio.

credo che Bob voglia dire che, al pari di altre malattie "visibili", anche i disturbi mentali prescindono dall'agiatezza della persona che ne soffre. rimproverare ad Arturo la sua depressione perché è di buona famiglia sarebbe un po' come dire a Manx che è impossibile che sia malato, perché è giovane, forte e atletico.
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Mi sento di quotarvi. Poi è chiaro che un problema "concreto" può far venire fuori un istinto di sopravvivenza che ti fa mettere da parte il problema "teorico", ma ciò non vuol dire che l'avere tanto tempo a disposizione sia la causa del disagio. Anche perchè Arturo, mi sembra di avere capito, avverte queste sofferenze fin da quando era bambino. O doveva lavorare pure da bambino? O doveva avere genitori che glie menavano?
La verità è che nn siamo tutti uguali e se x qualcuno ricevere uno schiaffo può essere la soluzione, per altri invece nn lo è.

[Vincenzo1992]

Sono tornato dalla mia vacanza in Sicilia, dove ero andato a trovare la mia ragazza, se così si può definire una persona che vedo ogni 2-3 mesi per una settimana. Come temevo, ci sono stati pianti e richieste di chiarimenti: mi ha detto che mi vorrebbe sposare, che vorrebbe vivere con me e farsi una famiglia, e che se non ho intenzione di farlo la devo lasciare, perchè se non la lascio io lei non è capace di separarsi da me e le sto bloccando la vita impedendole di conoscere un'altra persona con cui realizzare i suoi sogni. Io le ho chiesto un altro anno per capire cosa voglio, alla fine ha accettato.
Il fatto è che dentro di me rifiuto e aborro l'idea di una famiglia... diventare uno dei loro, uno di questi omini racchiusi nelle famigliole a spingere di passeggini, uno che sta nel tinello coi figlioli, andare la domenica al centro commerciale e poi la sera in una pizzeria acchittato a festa...essere insieme a loro, uno di loro di quelli che bevono birrette e tradiscono le mogli... quelli con la loro vita da omini, coi loro preziosi bambini, coi suoceri e i cognati, gli omini di famiglia...
Non riesco neanche a esprimere la repulsione che mi danno gli esseri umani nelle loro normalità... una vita da omini che vivono una vita di lavoro famigliola tinello... loro sono qui per essere gli omini. Non c'è alcun sogno folle, alcuna visione disperata in ciò che fanno, è solo un mero soddisfacimento di istinti: trovarsi una con cui accoppiarsi, procreare e rinchiudersi a vivere con la nuova famigliola: qualsiasi mezzasega sa farlo. L'omino pancione della casa davanti, che sta lì sul balcone a fumare una sigaretta in canottiera accanto allo stendino del bucato... lui lo fa...I ragazzini che escono con le fidanzatine mano nella mano, che sembrano chissà che... sono solo l'embrione di un altro omino buttato su un divano a bere la birretta e parlare dell'iscrizione all'asilo del suo preziosissimo figliolo...
In più mi fa proprio paura l'idea di ficcarmi in una nuova scena, in una nuova famiglia, coi suoceri, i cognati, i nipoti acquisiti...
In 10 anni la mia vita di prima si è stravolta: ho perso mio padre, la nonna, lo zio... con gli altri zii, quelli con cui ci ritrovavamo ogni domenica a pranzo, si sono rotti i rapporti, non so neanche come sia potuto accadere...Tra altri 10 anni cos'altro avrei visto crollare? Morti altri zii, forse mia madre? E la signora che viene a pulire in casa da quando sono nato e che mi faceva da tata, inizia a dire che è stanca e che vuol smettere di lavorare... E' così che va la vita: le cose finiscono, e questo è semplicemente il declinare del mio vecchio mondo. E' per questo che gli altri si fanno famiglia: per sostituire la vecchia scena con una nuova fatta di moglie figli cognati nipoti parenti acquisiti.
Penso a quando ero bambino: tutti i parenti seduti a tavola a Natale, in una scena che credevo eterna, invece anche quella era il risultato della disgregazione di una scena precedente, in cui altri erano scomparsi, finiti, persi per strada...
Non so proprio cosa dire alla mia ragazza. Ho paura di dare una spallata definitiva al mio passato, ma ho paura anche che se non lo faccio non ho futuro

Mi rivedo totalmente in ciò che dici tu. Quanto ti capisco...
Stima assoluta, per quel che può valere