Tribuna politica - bw edition

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  • Lorenzo993
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    • May 2012
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    Originariamente Scritto da Sly83 Visualizza Messaggio
    Camera dei Deputati 14 dicembre 1978, discorso di Napolitano:
    (…) Ma mi si permetta, onorevoli colleghi, di ripartire dalla posizione assunta da noi di fronte alle indicazioni scaturite questa estate dalla riunione dei Capi di Stato e di Governo dell’Unione. Guardammo allora con interesse ai propositi di rilancio del processo di integrazione e di maggiore solidarietà, per far fronte ad una crisi di portata mondiale, per accelerare lo sviluppo delle economie europee, combattere la disoccupazione e, insieme, ridurre l’inflazione. Ponemmo in questo senso il problema delle condizioni in cui l’euro avrebbe potuto nascere come strumento valido e vitale, al quale l’Italia avrebbe potuto aderire fin dall’inizio. Quello delle garanzie da conseguire affinché l’euro possa avere successo, favorire un sostanziale riequilibrio all’interno dell’Unione europea (e non sortire un effetto contrario), è un rilevante problema politico.
    Le esigenze poste da parte italiana non riflettevano solo il nostro interesse nazionale: la preoccupazione espressa dai nostri negoziatori fu innanzitutto quella di dar vita a un sistema realistico e duraturo, in quanto – cito parole e concetti del ministro del tesoro e del governatore della Banca d’Italia: “Un suo insuccesso comporterebbe gravi ripercussioni sul funzionamento del sistema monetario internazionale e sulle possibilità di avanzamento della costruzione economica europea”.
    Ma dal vertice è venuta solo la conferma di una sostanziale resistenza dei Paesi più forti, della Germania, e in particolare della banca centrale tedesca, ad assumere impegni effettivi e sostenere oneri adeguati per un maggiore equilibrio tra gli andamenti delle economie di paesi della Comunità. E’ così venuto alla luce un equivoco di fondo: se cioè il nuovo sistema debba contribuire a garantire un più intenso sviluppo dei paesi più deboli della Comunità, o debba servire a garantire il Paese più forte, ferma restando la politica non espansiva della Germania, spingendosi un Paese come l’Italia alla deflazione.
    Queste valutazioni sono a noi apparse tali da giustificare pienamente una scelta che si limitasse ad una dichiarazione di principio favorevole e che escludesse l’entrata dal primo gennaio nell’euro, tanto più in presenza di una analoga decisione della Gran Bretagna, con tutto ciò che questa decisione comportava e comporta.
    Perché non si sono ascoltate abbastanza nei giorni scorsi queste voci e si è giunti ad una decisione precipitata ed arrischiata?
    No, onorevoli colleghi, noi siamo dinanzi a una risoluzione che assume le caratteristiche ristrette di una unione monetaria, le cui caratteristiche rischiano per lo più di creare gravi problemi ai Paesi più deboli che entrino a farne parte. Naturalmente non sottovalutiamo l’importanza degli sforzi rivolti a creare un’area di stabilità monetaria. Ma se è vero che le frequenti fluttuazioni dei cambi costituiscono una causa di instabilità, è vero anche che esse sono il riflesso di squilibri profondi all’interno dei singoli Paesi.
    La verità è che forse – come si è scritto fuori d’Italia – si è finito per mettere il “carro” di un accordo monetario davanti ai “buoi” di un accordo per le economie.
    Onorevoli colleghi, in quest’aula si è parlato (vi si è riferito poco fa anche il collega Cicchitto) delle sollecitazioni e delle assicurazioni pervenuteci da governi amici. Queste sollecitazioni confermano l’esistenza di un reale e forte interesse degli altri Paesi membri della Comunità ad avere l’Italia al più presto presente nell’euro. Si sarebbe, dunque, potuto far leva su questo interesse, non dando adesione immediata, per portare avanti un serio negoziato. Ma se ci si vuole, onorevoli colleghi, confrontare con i problemi di fondo, i problemi delle politiche economiche, bisogna sbarazzarsi di ogni residuo di europeismo retorico e di maniera. Si è giunti a sostenere che “l’Italia non dovesse scegliere in questi giorni se appartenere o meno all’euro, ma se recidere” – dico recidere – “o meno i suoi legami con i Paesi dell’Europa occidentale, sul terreno economico e sul terreno politico”. Ma questa è una tesi che non trova alcun riscontro obiettivo, che non poggia su alcun argomento razionale e si colloca, invece, nel quadro di una drammatizzazione gratuita ed esasperata della scelta che era davanti tal nostro Paese.
    Se oggi, comunque, tra i fautori dell’ingresso immediato circolasse il calcolo di far leva su gravi difficoltà che possono derivare dalla disciplina del nuovo meccanismo di cambio europeo per porre la sinistra – eludendo la difficile strada della ricerca del consenso – dinanzi ad una sostanziale distorsione della sua linea ispiratrice, dinanzi alla proposta di una politica di deflazione e di rigore a senso unico, diciamo subito che si tratta di un calcolo irresponsabile e velleitario“.
    A certi livelli sono tutto meno che sprovveduti

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    • Lorenzo993
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      • May 2012
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      Comunque bello,fino a 1 mese fa gli uni per gli altri erano "il partito di Bibbiano" e "la festa degli incompetenti",adesso hanno tirato fuori montalbano+giggino
      Le piroette come al circo,e il circo avremo..

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      • Bob Terwilliger
        bluesman
        • Dec 2006
        • 12481
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        • Osteria
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        Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggio
        Bob, non me la buttare sul filosofico altrimenti ti tiro in un pippone stile "zen e arte della manutenzione della motocicletta" che non finisce piu
        Solo sulla parola "prosperità", potremmo discuterne 4 gg, ma puoi garantirmi che ci sia maggiore prosperità oggi in Italia di quanta ce ne fosse 20 anni fa?
        Originariamente Scritto da Lorenzo993 Visualizza Messaggio
        Probabilmente il discorso che fa Bob riguarda l'aggregato mondiale,basta guardare dove fino a qualche decennio fa era la Cina e dove è ora..
        Definire il benessere individuale è molto arbitrario. Con prosperità intendo soprattutto due fattori:
        - salute e aspettativa di vita
        - beni e servizi

        Su questi aspetti siamo più ricchi di vent'anni fa, in Italia. Nei pesi in via di sviluppo poi la differenza è enorme. Quando parlo di servizi mi riferisco anche a cose che possono essere poco percepibili. Le auto inquinano molto meno. Se voglio chiamare un amico in un altro continente, uso WA sulla connessione dati e spendo niente. Magari faccio anche una videochiamata. I viaggi sono alla portata di (quasi) tutti e l'intrattenimento è estremamente economico - chi si ricorda i prezzi di CD e videocassette di vent'anni fa?

        Che la qualità della vita e la soddisfazione personali siano in aumento, invece, non credo. Anzi è probabile il contrario. Troppi cambiamenti e troppo in fretta. Gli esseri umani sono flessibili ma non fino a questo punto. Non ci sono più punti fermi e i valori vanno a scatafascio. La comunità scompare, sostituita dai social media e dagli hikikomori. Vedremo se e come ci adatteremo.
        Last edited by Bob Terwilliger; 26-08-2019, 21:17:53.
        Originariamente Scritto da Sean
        Bob è pure un fervente cattolico.
        E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.

        Alice - How long is forever?
        White Rabbit - Sometimes, just one second.

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        • Arturo Bandini
          Bodyweb Senior
          • Aug 2003
          • 31094
          • 903
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          Originariamente Scritto da Bob Terwilliger Visualizza Messaggio
          Una certa azienda può essere quotata in borsa oppure, se non lo è, spesso è di proprietà di qualche azienda/holding quotata. Allora bisogna vedere quali fondi mutui possiedono azioni della tale azienda quotata, e/o eventualmente quali fondi alternativi (AIF) possiedono quote OTC.
          Poi bisogna vedere chi sono gli investitori di quei fondi, di solito in gran parte fondi pensione, fondi di pensioni integrative, e quote di investimento proposte dalle banche ai correntisti.
          E' il paradosso di finanza e governance sconosciuto al grande pubblico. Spesso l'impiegato/operaio che sciopera è, inconsapevolmente, attraverso il fondo pensione, l'investitore ovvero il malvagio "padrone" contro cui si sciopera.
          Alla fine di questa filiera, è tutt'altro che scontato chi sia davvero il proprietario (o meglio l'investitore) dell'azienda taldeitali. Quando si dice che un'azienda è stata comprata dai francesi si intende che è stata acquisita da una holding domiciliata in Francia, ma chi siano i veri proprietari di quella holding è da vedere.
          Che poi l'Italia ha una fetta molto grande di AIF europei, tra le altre cose. Mi pare sia la terza domiciliazione di hedge fund, e diventa la seconda con l'uscita del Regno Unito.
          non ci ho capito molto, è tutto molto complesso... bei tempi quando la ford era del Signor Ford e la fiat del senatore agnelli

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          • Bob Terwilliger
            bluesman
            • Dec 2006
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            • Osteria
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            Originariamente Scritto da Arturo Bandini Visualizza Messaggio
            non ci ho capito molto, è tutto molto complesso... bei tempi quando la ford era del Signor Ford e la fiat del senatore agnelli
            In due parole: le aziende di solito sono in gran parte possedute da fondi di investimento. Questi fondi di investimento sono in buona parte di proprietà di fondi pensione (quelli in cui finiscono i nostri contributi pensionistici) e di piccoli investitori (quando magari in banca apriamo un conto deposito invece di un conto corrente).
            Quindi buona parte delle aziende sono di proprietà del popolo, senza che il popolo se ne renda conto.
            Originariamente Scritto da Sean
            Bob è pure un fervente cattolico.
            E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.

            Alice - How long is forever?
            White Rabbit - Sometimes, just one second.

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            • Arturo Bandini
              Bodyweb Senior
              • Aug 2003
              • 31094
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              Originariamente Scritto da Bob Terwilliger Visualizza Messaggio
              In due parole: le aziende di solito sono in gran parte possedute da fondi di investimento. Questi fondi di investimento sono in buona parte di proprietà di fondi pensione (quelli in cui finiscono i nostri contributi pensionistici) e di piccoli investitori (quando magari in banca apriamo un conto deposito invece di un conto corrente).
              Quindi buona parte delle aziende sono di proprietà del popolo, senza che il popolo se ne renda conto.
              però che un'azienda venga acquisita da una società straniera o che sposti la sede all'estero ha come conseguenze che non pagherà più le tasse in italia, e questo ci impoverisce e fa crescere la pressione fiscale, credo

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              • Lorenzo993
                Banned
                • May 2012
                • 8075
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                Originariamente Scritto da Arturo Bandini Visualizza Messaggio
                però che un'azienda venga acquisita da una società straniera o che sposti la sede all'estero ha come conseguenze che non pagherà più le tasse in italia, e questo ci impoverisce e fa crescere la pressione fiscale, credo
                Il discorso che fa Bob non riguarda tasse o pressione fiscale
                Sta dicendo che,anche se a primo acchito non è evidente,gli interessi di quelli che un tempo erano i capitalisti e quelli che un tempo erano i proletari,ad oggi convergono..

                Quando sottoscrivi il buono postale diventi parte dei "mercatiTM" alla ricerca di rendimento

                Rendimento che è quello che porta un'azienda quotata(e non) a dover macinare utili whatever it takes,che significa,se necessario tagli,diminuzioni di salario ecc
                Last edited by Lorenzo993; 26-08-2019, 22:57:46.

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                • Lorenzo993
                  Banned
                  • May 2012
                  • 8075
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                  M.inchia giggino,era il 18 luglio 2019
                  1 mese e poco più gigi...

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                  • Lorenzo993
                    Banned
                    • May 2012
                    • 8075
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                    luglio 2019:
                    la lega va molto d'accordo col pd,noi mai col partito di bibbiano

                    agosto 2019:
                    penso che in questo mese il pd abbia capito gli sbagli fatti e siamo pronti per fare el contracto de govierno por divenir secondo mundo

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                    • Pasquino
                      Bodyweb Senior
                      • Nov 2016
                      • 1862
                      • 90
                      • 106
                      • Bologna
                      • Send PM

                      Le teorie Capitalistiche funzionano finchè c'è crescita, ma la crescita dipende da altri fattori non strettamente economici (da meno al più importante: politica, tecnologia, energia, ecosistema). In questo senso sono carenti, nel senso che non hanno proprio tenuto conto di questi fattori e delle conseguenze.
                      Gli stessi flussi migratori sono nati dall'aumento della prosperità, un posto più florido attira di più, inoltre il posto florido lo è perchè sfrutta le risorse di quello meno florido. Nella teoria capitalistica è perfettamente lecito, ma alla lunga il sistema non regge.
                      Che fare, direbbe Lenin? Come si fa la rivoluzione oggi? non coi forconi, nemmeno con gli scioperi, concordo con Sly, secondo me la si fa con la decrescita dei consumi e la transizione alle comunità connesse, che avrebbero il vantaggio di aumentare la resilienza del sistema a shock esterni.

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                      • Pasquino
                        Bodyweb Senior
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                        Originariamente Scritto da Sly83 Visualizza Messaggio
                        Camera dei Deputati 14 dicembre 1978, discorso di Napolitano:
                        (…) Ma mi si permetta, onorevoli colleghi, di ripartire dalla posizione assunta da noi di fronte alle indicazioni scaturite questa estate dalla riunione dei Capi di Stato e di Governo dell’Unione. Guardammo allora con interesse ai propositi di rilancio del processo di integrazione e di maggiore solidarietà, per far fronte ad una crisi di portata mondiale, per accelerare lo sviluppo delle economie europee, combattere la disoccupazione e, insieme, ridurre l’inflazione. Ponemmo in questo senso il problema delle condizioni in cui l’euro avrebbe potuto nascere come strumento valido e vitale, al quale l’Italia avrebbe potuto aderire fin dall’inizio. Quello delle garanzie da conseguire affinché l’euro possa avere successo, favorire un sostanziale riequilibrio all’interno dell’Unione europea (e non sortire un effetto contrario), è un rilevante problema politico.
                        Le esigenze poste da parte italiana non riflettevano solo il nostro interesse nazionale: la preoccupazione espressa dai nostri negoziatori fu innanzitutto quella di dar vita a un sistema realistico e duraturo, in quanto – cito parole e concetti del ministro del tesoro e del governatore della Banca d’Italia: “Un suo insuccesso comporterebbe gravi ripercussioni sul funzionamento del sistema monetario internazionale e sulle possibilità di avanzamento della costruzione economica europea”.
                        Ma dal vertice è venuta solo la conferma di una sostanziale resistenza dei Paesi più forti, della Germania, e in particolare della banca centrale tedesca, ad assumere impegni effettivi e sostenere oneri adeguati per un maggiore equilibrio tra gli andamenti delle economie di paesi della Comunità. E’ così venuto alla luce un equivoco di fondo: se cioè il nuovo sistema debba contribuire a garantire un più intenso sviluppo dei paesi più deboli della Comunità, o debba servire a garantire il Paese più forte, ferma restando la politica non espansiva della Germania, spingendosi un Paese come l’Italia alla deflazione.
                        Queste valutazioni sono a noi apparse tali da giustificare pienamente una scelta che si limitasse ad una dichiarazione di principio favorevole e che escludesse l’entrata dal primo gennaio nell’euro, tanto più in presenza di una analoga decisione della Gran Bretagna, con tutto ciò che questa decisione comportava e comporta.
                        Perché non si sono ascoltate abbastanza nei giorni scorsi queste voci e si è giunti ad una decisione precipitata ed arrischiata?
                        No, onorevoli colleghi, noi siamo dinanzi a una risoluzione che assume le caratteristiche ristrette di una unione monetaria, le cui caratteristiche rischiano per lo più di creare gravi problemi ai Paesi più deboli che entrino a farne parte. Naturalmente non sottovalutiamo l’importanza degli sforzi rivolti a creare un’area di stabilità monetaria. Ma se è vero che le frequenti fluttuazioni dei cambi costituiscono una causa di instabilità, è vero anche che esse sono il riflesso di squilibri profondi all’interno dei singoli Paesi.
                        La verità è che forse – come si è scritto fuori d’Italia – si è finito per mettere il “carro” di un accordo monetario davanti ai “buoi” di un accordo per le economie.
                        Onorevoli colleghi, in quest’aula si è parlato (vi si è riferito poco fa anche il collega Cicchitto) delle sollecitazioni e delle assicurazioni pervenuteci da governi amici. Queste sollecitazioni confermano l’esistenza di un reale e forte interesse degli altri Paesi membri della Comunità ad avere l’Italia al più presto presente nell’euro. Si sarebbe, dunque, potuto far leva su questo interesse, non dando adesione immediata, per portare avanti un serio negoziato. Ma se ci si vuole, onorevoli colleghi, confrontare con i problemi di fondo, i problemi delle politiche economiche, bisogna sbarazzarsi di ogni residuo di europeismo retorico e di maniera. Si è giunti a sostenere che “l’Italia non dovesse scegliere in questi giorni se appartenere o meno all’euro, ma se recidere” – dico recidere – “o meno i suoi legami con i Paesi dell’Europa occidentale, sul terreno economico e sul terreno politico”. Ma questa è una tesi che non trova alcun riscontro obiettivo, che non poggia su alcun argomento razionale e si colloca, invece, nel quadro di una drammatizzazione gratuita ed esasperata della scelta che era davanti tal nostro Paese.
                        Se oggi, comunque, tra i fautori dell’ingresso immediato circolasse il calcolo di far leva su gravi difficoltà che possono derivare dalla disciplina del nuovo meccanismo di cambio europeo per porre la sinistra – eludendo la difficile strada della ricerca del consenso – dinanzi ad una sostanziale distorsione della sua linea ispiratrice, dinanzi alla proposta di una politica di deflazione e di rigore a senso unico, diciamo subito che si tratta di un calcolo irresponsabile e velleitario“.
                        Quando ha citato Cicchitto mi è venuto un brivido...

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                        • VacCaccarino
                          Banned
                          • Apr 2019
                          • 962
                          • 68
                          • 55
                          • Send PM

                          Se esce fuori un governo PD M5S è giusta fine che si meritano di fare e scompariranno tanto velocemente quanto ci hanno messo ad arrivare al governo.Tra l'avere al governo uno come salvini o uno a caso di LEU non c'è dubbio cosa sia meglio,almeno per me.Immaginatevi solo la ripresa di centinaia di migliaia di sbarchi di gente non voluta cosa potrà far scattare nelle persone esasperate.La situazione sfuggirà di mano.

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                          • Maverick87
                            Bodyweb Senior
                            • Mar 2012
                            • 7812
                            • 106
                            • 34
                            • Centro Italia
                            • Send PM

                            Originariamente Scritto da Bob Terwilliger Visualizza Messaggio
                            In due parole: le aziende di solito sono in gran parte possedute da fondi di investimento. Questi fondi di investimento sono in buona parte di proprietà di fondi pensione (quelli in cui finiscono i nostri contributi pensionistici) e di piccoli investitori (quando magari in banca apriamo un conto deposito invece di un conto corrente).
                            Quindi buona parte delle aziende sono di proprietà del popolo, senza che il popolo se ne renda conto.
                            Peccato che al 90% il fondo pensione degli italiani sia l'inps che non investe nulla essendo una schema di ponzi, gira i contributi degli attuali lavoratori agli attuali pensionati

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                            • asen
                              Raverbuilder
                              • Jan 2012
                              • 6005
                              • 574
                              • 544
                              • Sauna Thailandese
                              • Send PM

                              Originariamente Scritto da Maverick87 Visualizza Messaggio
                              Peccato che al 90% il fondo pensione degli italiani sia l'inps che non investe nulla essendo una schema di ponzi, gira i contributi degli attuali lavoratori agli attuali pensionati
                              Con spese di gestione elevetissime fra l altro

                              Inviato dal mio SM-G950F utilizzando Tapatalk
                              Originariamente Scritto da arkon86
                              Sto scacciando

                              Originariamente Scritto da arkon86
                              Sono un mdf

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                              • DR. CACARELLA
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                                • May 2011
                                • 6073
                                • 218
                                • 168
                                • Send PM

                                Cmq tornado it ormai il Governo pd ms5 è in dirittura d arrivo.
                                Salvini pensava di andare alle elezioni e se l è preso proprio di dietro.
                                C'è chi critica ms5 perché cambia idea ma ricordo di uno zingaretti pochi giorni fa invocava il voto ed ora?

                                Inviato dal mio POCOPHONE F1 utilizzando Tapatalk
                                Cura il tuo corpo come un tempio
                                Originariamente Scritto da M K K
                                Desade grazie di esistere
                                Originariamente Scritto da AK_47
                                si chiama tumore del colon, adenocarcinoma è la tipologia di tumore che colpisce le cellule dell'epitelio ghiandolare.

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