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Tribuna politica - bw edition
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Originariamente Scritto da Naturalissimo.88 Visualizza Messaggiosemplificando direi che tra le righe stai dicendo che i giovani hanno poca voglia di lavorare eh
il disallineamento tra aspettative e realtà resta invece valido anche per chi la carriera non l'ha tentata o è rimasto ai margini di quel processo (il che è molto più problematico, perché le aspettative erano significativamente più basse).
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Tralasciando la fonte del video e i commenti al limite della dissociazione cognitiva che questa solitamente raccoglie, e' interessante notare come la strategia di promettere investimenti enormi e fronteggiare recessioni economiche riducendo tasse a tutti abbia presa su qualcuno. Realisticamente, come si fa a pensare che promesse del genere siano anche lontamente realizzabili?
Sorvoliamo sulle promesse scitte su fiancate degli autobus che ricordano quelle fatte durante la campagna per il Brexit, smentite dai promotori stessi la mattina dopo referendum.
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Originariamente Scritto da Sergio Visualizza MessaggioDiciamoci la verità però, perchè qui sono sempre gli altri che devono fare....
Tu apri una pizzeria, ti preoccupi di stare dentro ai conti, di fare soldi, di comperare la macchina nuova ed andartene in vacanza, al limite di pagare bene e fare contenti i tuoi dipendenti (in modo che l'azienda funziona meglio, poca filantropia, su) oppure inizi a leggerti tutti i possibili tomi sull'etica del lavoro?
Perchè chi ha un azienda più grande dovrebbe preoccuparsi della stessa cosa?
Esiste un limite di "grandezza" dove bisognerebbe fare questo? Oltre un certo numero di dipendenti? Un certo fatturato o meglio ancora un certo profitto?
Perchè Jeff Bezos dovrebbe lavorare eticamente quando può fregarsene e fare più soldi?
Tieni presente poi che sono cose possibili solo quando l'azienda ha un attivo molto alto, solo a quel punto si pensa all'etica, un po' come Google. Un azienda in primis pensa a mantenere in attivo la contabilità, quello è il senso dell'azienda, su.
Quello che io intendo è che il potenziale danno alla comunità di una azienda di enormi dimensioni (amazon, Apple, aziende farmaceutiche) è molto maggiore di quello chd può causare la pizzeria sotto casa. Se la pizzeria sotto casa non rispetta le norme igieniche e causa una intossicazione alimentare a terzo, se viene beccata chiude, se non viene beccata continua a causa un danno grave ma, comunque, limitato.
Una grande azienda multinazionale SE (non metto il maiuscolo a caso) decide di dare esclusiva priorità al profitto può fare disastri, a tutti i livelli. Può causare la distruzione di interi settori economici (le libreria con Amazon), controllare i magazzinieri senza permettergli di andare in bagno (sempre Amazon), inquinare un luogo talmente tanto che gli abitanti diventano ciechi per quanti fumi di petrolio ci sono (la Shell nel delta del Niger), promuovere la vendita di farmaci a base di oppiacei a categorie che potenzialmente non ne avrebbero bisogno, causando la morte di 400 mila 'clienti' dal 98 ad oggi (caso Johson e Johnson, è successo in USA qualche mese fa), distruggere completamente il concetto di privacy e creare nuove forme di dipendenze virtuali (facebook in primis), orientare il dibattito sul riscaldamento climatico, fino a far credere a parte della popolazione che non esista (tutte le compagnie petrolifere). Posso andare avanti ma credo abbia capito il mio punto: qualunque attività umana se viene orientata solamente all' accrescimento, cioè al profitto, porta sempre una quantità più o meno grande di effetti distruttivi.
La risposta ovvia è quella che debba essere lo Stato a mettere dei limiti a quanto una attività ecomica possa essere profittevole. Quindi, per tornare agli esempi di prima, potrebbe imporre alle aziende (sia quelle piccole che quelle che hanno un impatto pubblico) di rispettare i diritti umani, di non vendere oppio a chi non ne ha bisogno, di pagare bene i dipendenti, di non spiarli al lavoro e di fargli fare pause etc etc. Tutto questo è teoricamente possibile ma diventa progressivamente più difficile perchè
1) più l'azienda si ingrossa, piùil suo potere contrattuale accresce perchè, per esempio, può pagare lobbisti, fare cartello con altre aziende, corrompere qualche funzionario pubblico etc etc.
2) stiamo vivendo in un epoca dove l' intervento dello Stato nell' economia è mal visto perchè la tendenza è quella, a livello geopolitico, di indebolire la sovranità dei singoli stati che non siano gli USA o la Cina, che anche attraverso le loro aziende (che sono private ma sono partecipate dallo Stato con diversi gradi di intensità) controllano buona parte dell' economia e della politica mondiale.
3) L' ideale quindi sarebbe che sia il grande capitalista a promuovere un capitalismo etico, a chiedere cioè che lo Stato intervenga nell' economia. E' quello che pensano anche magnati come Warrenn Buffett che sono a favore di una maggiore tassazione per i ricchi.
Per me l' intervento dello Stato nell' economia è auspicabile. In sua assenza, però, dovrebbe spettare al grande capitalista (non al pizzaiolo) autoregolarsi, in un certo senso sostituirsi allo Stato o perseguire interessi anche 'pubblici'. Come aveva cercato di fare Mattei prima che i francesi decidessero di 'metterci una pezza', insomma.
Anche perchè l'alternativa è che prima o poi le classi subordinate potrebbero svegliari e iniziare ad ammazzare ricchi a caso.
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Originariamente Scritto da Testa Visualizza Messaggioste cose non le ho mai capite
oltretutto il sindaco richiede delle capacità e delle conoscenze di tipo gestionale amministrativo che neanche un capo politico....
Vedi la Bellanova all'agricoltura, solo perchè è stata sindacalista e bracciante, ma con la sua terza media inadatta a trattare argomenti anche a livello europeo, vedi quote latte... Come la Segre, proposta a presidente della repubblica, carica che dovrebbe rivestire da quasi centenaria.
E la Cucchi, caso ancora più abietto perchè non simbolo di valori, che gli esempi sopra in qualche modo hanno, ma di presunti disvalori, in questo caso da parte delle forze dell'ordine, e per estensione la destra.
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Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza MessaggioSergio, mi sembra che stiamo girando intorno alla stessa cosa senza trovare un punto di incontro qui.
Quello che io intendo è che il potenziale danno alla comunità di una azienda di enormi dimensioni (amazon, Apple, aziende farmaceutiche) è molto maggiore di quello chd può causare la pizzeria sotto casa. Se la pizzeria sotto casa non rispetta le norme igieniche e causa una intossicazione alimentare a terzo, se viene beccata chiude, se non viene beccata continua a causa un danno grave ma, comunque, limitato.
Una grande azienda multinazionale SE (non metto il maiuscolo a caso) decide di dare esclusiva priorità al profitto può fare disastri, a tutti i livelli. Può causare la distruzione di interi settori economici (le libreria con Amazon), controllare i magazzinieri senza permettergli di andare in bagno (sempre Amazon), inquinare un luogo talmente tanto che gli abitanti diventano ciechi per quanti fumi di petrolio ci sono (la Shell nel delta del Niger), promuovere la vendita di farmaci a base di oppiacei a categorie che potenzialmente non ne avrebbero bisogno, causando la morte di 400 mila 'clienti' dal 98 ad oggi (caso Johson e Johnson, è successo in USA qualche mese fa), distruggere completamente il concetto di privacy e creare nuove forme di dipendenze virtuali (facebook in primis), orientare il dibattito sul riscaldamento climatico, fino a far credere a parte della popolazione che non esista (tutte le compagnie petrolifere). Posso andare avanti ma credo abbia capito il mio punto: qualunque attività umana se viene orientata solamente all' accrescimento, cioè al profitto, porta sempre una quantità più o meno grande di effetti distruttivi.
La risposta ovvia è quella che debba essere lo Stato a mettere dei limiti a quanto una attività ecomica possa essere profittevole. Quindi, per tornare agli esempi di prima, potrebbe imporre alle aziende (sia quelle piccole che quelle che hanno un impatto pubblico) di rispettare i diritti umani, di non vendere oppio a chi non ne ha bisogno, di pagare bene i dipendenti, di non spiarli al lavoro e di fargli fare pause etc etc. Tutto questo è teoricamente possibile ma diventa progressivamente più difficile perchè
1) più l'azienda si ingrossa, piùil suo potere contrattuale accresce perchè, per esempio, può pagare lobbisti, fare cartello con altre aziende, corrompere qualche funzionario pubblico etc etc.
2) stiamo vivendo in un epoca dove l' intervento dello Stato nell' economia è mal visto perchè la tendenza è quella, a livello geopolitico, di indebolire la sovranità dei singoli stati che non siano gli USA o la Cina, che anche attraverso le loro aziende (che sono private ma sono partecipate dallo Stato con diversi gradi di intensità) controllano buona parte dell' economia e della politica mondiale.
3) L' ideale quindi sarebbe che sia il grande capitalista a promuovere un capitalismo etico, a chiedere cioè che lo Stato intervenga nell' economia. E' quello che pensano anche magnati come Warrenn Buffett che sono a favore di una maggiore tassazione per i ricchi.
Per me l' intervento dello Stato nell' economia è auspicabile. In sua assenza, però, dovrebbe spettare al grande capitalista (non al pizzaiolo) autoregolarsi, in un certo senso sostituirsi allo Stato o perseguire interessi anche 'pubblici'. Come aveva cercato di fare Mattei prima che i francesi decidessero di 'metterci una pezza', insomma.
Anche perchè l'alternativa è che prima o poi le classi subordinate potrebbero svegliari e iniziare ad ammazzare ricchi a caso.
(l'ho letto tutto)
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Originariamente Scritto da Testa Visualizza Messaggioquoto.
(l'ho letto tutto)
ahahah, grazie!
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Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza MessaggioSergio, mi sembra che stiamo girando intorno alla stessa cosa senza trovare un punto di incontro qui.
Quello che io intendo è che il potenziale danno alla comunità di una azienda di enormi dimensioni (amazon, Apple, aziende farmaceutiche) è molto maggiore di quello chd può causare la pizzeria sotto casa. Se la pizzeria sotto casa non rispetta le norme igieniche e causa una intossicazione alimentare a terzo, se viene beccata chiude, se non viene beccata continua a causa un danno grave ma, comunque, limitato.
Una grande azienda multinazionale SE (non metto il maiuscolo a caso) decide di dare esclusiva priorità al profitto può fare disastri, a tutti i livelli. Può causare la distruzione di interi settori economici (le libreria con Amazon), controllare i magazzinieri senza permettergli di andare in bagno (sempre Amazon), inquinare un luogo talmente tanto che gli abitanti diventano ciechi per quanti fumi di petrolio ci sono (la Shell nel delta del Niger), promuovere la vendita di farmaci a base di oppiacei a categorie che potenzialmente non ne avrebbero bisogno, causando la morte di 400 mila 'clienti' dal 98 ad oggi (caso Johson e Johnson, è successo in USA qualche mese fa), distruggere completamente il concetto di privacy e creare nuove forme di dipendenze virtuali (facebook in primis), orientare il dibattito sul riscaldamento climatico, fino a far credere a parte della popolazione che non esista (tutte le compagnie petrolifere). Posso andare avanti ma credo abbia capito il mio punto: qualunque attività umana se viene orientata solamente all' accrescimento, cioè al profitto, porta sempre una quantità più o meno grande di effetti distruttivi.
La risposta ovvia è quella che debba essere lo Stato a mettere dei limiti a quanto una attività ecomica possa essere profittevole. Quindi, per tornare agli esempi di prima, potrebbe imporre alle aziende (sia quelle piccole che quelle che hanno un impatto pubblico) di rispettare i diritti umani, di non vendere oppio a chi non ne ha bisogno, di pagare bene i dipendenti, di non spiarli al lavoro e di fargli fare pause etc etc. Tutto questo è teoricamente possibile ma diventa progressivamente più difficile perchè
1) più l'azienda si ingrossa, piùil suo potere contrattuale accresce perchè, per esempio, può pagare lobbisti, fare cartello con altre aziende, corrompere qualche funzionario pubblico etc etc.
2) stiamo vivendo in un epoca dove l' intervento dello Stato nell' economia è mal visto perchè la tendenza è quella, a livello geopolitico, di indebolire la sovranità dei singoli stati che non siano gli USA o la Cina, che anche attraverso le loro aziende (che sono private ma sono partecipate dallo Stato con diversi gradi di intensità) controllano buona parte dell' economia e della politica mondiale.
3) L' ideale quindi sarebbe che sia il grande capitalista a promuovere un capitalismo etico, a chiedere cioè che lo Stato intervenga nell' economia. E' quello che pensano anche magnati come Warrenn Buffett che sono a favore di una maggiore tassazione per i ricchi.
Per me l' intervento dello Stato nell' economia è auspicabile. In sua assenza, però, dovrebbe spettare al grande capitalista (non al pizzaiolo) autoregolarsi, in un certo senso sostituirsi allo Stato o perseguire interessi anche 'pubblici'. Come aveva cercato di fare Mattei prima che i francesi decidessero di 'metterci una pezza', insomma.
Anche perchè l'alternativa è che prima o poi le classi subordinate potrebbero svegliari e iniziare ad ammazzare ricchi a caso.
Non capisco se con "intervento dello stato nell'economia" intendi che lo stato deve regolamentare, o che deve intervenire in alcuni ambiti come gestore imprenditore, o tutte e due le cose, o altro.
E non capisco come questo possa definirsi "capitalismo etico", che è espressione con diversa denotazione nel suo senso comune, quindi nel caso, lo interpreterei come dare una nuova sfaccettatura all'espressione, cioè solo lo Stato che, almeno in teoria, è portatore di istanze universali, può attuare un capitalismo di tipo etico.
Lo chiedo non per fare le pulci ma perché mi interessa capire.Originariamente Scritto da Seanmò sono cazzi questo è sicuro.Originariamente Scritto da bertinho7ahahhahah cmq è splendido il tuo modo di mettere le mani avanti prima, impazzire durante, e simil polemizzare dopo
Originariamente Scritto da Giampo93A me fai venire in mente il compianto bertignoOriginariamente Scritto da huntermasterBignèw
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Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza MessaggioIo penso che questo impeachment gli garantirà la vittoria nel 2020. Se pure Obama (!) ha chiesto ai democratici di smetterla con queste storie un motivo c'è
Mi sembra un po' da ritardati mentali, se posso essere franco, di pensare che piu' una persona e' sotto accusa, anche con prove concrete, piu' si e' certi che tutto sia una fabbricazione e qualsiasi cosa sia un "mezzuccio" frutto di qualche complotto.
Mi sembra piu' una sorta di dispetto, quasi come se le persone siano ben contente di votare qualcuno che ha comportamenti irregolari per il solo motivo che questo infastidisce un'altra fazione di elettori.
Probabilmente Obama pensa la stessa cosa e, sapendo che un'enorme fetta degli elettori e' talmente stupido da ragionare in questi termini, vuole sottolineare che i dati di fatto non contano nulla quando si ha a che fare con una specie di "cult" dove il raziocinio e' un qualcosa di totalmente opzionale.
Originariamente Scritto da Naturalissimo.88 Visualizza MessaggioI democratici sono patetici, cercare di far fuori trump con questi mezzucci li rappresenta bene per quello che sono
Cerchiamo di accantonarlo un pochino questo becero atteggiamento di andare avanti a testate contro ogni evidenza, ripetendo come dei pappali gli stessi slogan imboccati dalla stessa persona che e' sotto accusa.
Un po' di onesta' intellettuale ogni tanto, invece di pensare che chi ci piace sia esente da irregolarita' e qualsiasi accusa/critica sia un mezzuccio.Last edited by Lukinosnake; 21-11-2019, 13:41:18.
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Originariamente Scritto da AlexBrambi Visualizza MessaggioSe appartieni alla generation Y, i cosiddetti millennials, sicuramente c'è un diffuso sentimento di disillusione, un fortissimo disallineamento tra aspettative e risultati. È una generazione efficiente, che odia perdere tempo sul posto di lavoro ed è conscia che potrebbe produrre gli stessi risultati lavorando mezza giornata. C'è frustrazione sul non avere tempo libero, c'è frustrazione nell'avere superiori impreparati, incapaci di fare i manager, poco inclini al cambiamento e che spesso rallentano e ostacolano i processi, le carriere e le innovazioni. È una generazione che sente di non avere le condizioni per fare la differenza in grandi aziende "tradizionali".
È forse la prima generazione della storia che pensa al downshifting appena passati i 30. Situazione che sta dando vita a tante realtà alternative (anche imprenditoriali), con pochissima attenzione al profitto e priorità all'impatto sociale.
Originariamente Scritto da Naturalissimo.88 Visualizza Messaggiosemplificando direi che tra le righe stai dicendo che i giovani hanno poca voglia di lavorare eh
Originariamente Scritto da M K K Visualizza MessaggioSempre generalizzando se le prospettive sono tre mesi di contratto, stipendio da fame, zero tutele e di conseguenza zero prospettive personali
..sarei io il primo a non aver voglia di lavorare ( non che ne abbia lo stesso)
Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza MessaggioSergio, mi sembra che stiamo girando intorno alla stessa cosa senza trovare un punto di incontro qui.
Quello che io intendo è che il potenziale danno alla comunità di una azienda di enormi dimensioni (amazon, Apple, aziende farmaceutiche) è molto maggiore di quello chd può causare la pizzeria sotto casa. Se la pizzeria sotto casa non rispetta le norme igieniche e causa una intossicazione alimentare a terzo, se viene beccata chiude, se non viene beccata continua a causa un danno grave ma, comunque, limitato.
Una grande azienda multinazionale SE (non metto il maiuscolo a caso) decide di dare esclusiva priorità al profitto può fare disastri, a tutti i livelli. Può causare la distruzione di interi settori economici (le libreria con Amazon), controllare i magazzinieri senza permettergli di andare in bagno (sempre Amazon), inquinare un luogo talmente tanto che gli abitanti diventano ciechi per quanti fumi di petrolio ci sono (la Shell nel delta del Niger), promuovere la vendita di farmaci a base di oppiacei a categorie che potenzialmente non ne avrebbero bisogno, causando la morte di 400 mila 'clienti' dal 98 ad oggi (caso Johson e Johnson, è successo in USA qualche mese fa), distruggere completamente il concetto di privacy e creare nuove forme di dipendenze virtuali (facebook in primis), orientare il dibattito sul riscaldamento climatico, fino a far credere a parte della popolazione che non esista (tutte le compagnie petrolifere). Posso andare avanti ma credo abbia capito il mio punto: qualunque attività umana se viene orientata solamente all' accrescimento, cioè al profitto, porta sempre una quantità più o meno grande di effetti distruttivi.
La risposta ovvia è quella che debba essere lo Stato a mettere dei limiti a quanto una attività ecomica possa essere profittevole. Quindi, per tornare agli esempi di prima, potrebbe imporre alle aziende (sia quelle piccole che quelle che hanno un impatto pubblico) di rispettare i diritti umani, di non vendere oppio a chi non ne ha bisogno, di pagare bene i dipendenti, di non spiarli al lavoro e di fargli fare pause etc etc. Tutto questo è teoricamente possibile ma diventa progressivamente più difficile perchè
1) più l'azienda si ingrossa, piùil suo potere contrattuale accresce perchè, per esempio, può pagare lobbisti, fare cartello con altre aziende, corrompere qualche funzionario pubblico etc etc.
2) stiamo vivendo in un epoca dove l' intervento dello Stato nell' economia è mal visto perchè la tendenza è quella, a livello geopolitico, di indebolire la sovranità dei singoli stati che non siano gli USA o la Cina, che anche attraverso le loro aziende (che sono private ma sono partecipate dallo Stato con diversi gradi di intensità) controllano buona parte dell' economia e della politica mondiale.
3) L' ideale quindi sarebbe che sia il grande capitalista a promuovere un capitalismo etico, a chiedere cioè che lo Stato intervenga nell' economia. E' quello che pensano anche magnati come Warrenn Buffett che sono a favore di una maggiore tassazione per i ricchi.
Per me l' intervento dello Stato nell' economia è auspicabile. In sua assenza, però, dovrebbe spettare al grande capitalista (non al pizzaiolo) autoregolarsi, in un certo senso sostituirsi allo Stato o perseguire interessi anche 'pubblici'. Come aveva cercato di fare Mattei prima che i francesi decidessero di 'metterci una pezza', insomma.
Anche perchè l'alternativa è che prima o poi le classi subordinate potrebbero svegliari e iniziare ad ammazzare ricchi a caso.
Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza MessaggioIo penso che questo impeachment gli garantirà la vittoria nel 2020. Se pure Obama (!) ha chiesto ai democratici di smetterla con queste storie un motivo c'è
Lukino, seriamente, ignora i miei messaggi. Non li capisci, rispondi a caso e non hai interesse alcuno ad approfondirne gli spunti perché sei "giá arrivato". Non ha senso, cercheró di evitare di quotarti o di proporti idee.Originariamente Scritto da claudio96
sigpic
più o meno il triplo
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Originariamente Scritto da Sergio Visualizza MessaggioMhh.....
L'Alitalia è un buco infinito, la Lufthansa no.
L'Ilva è una tragedia.
La TAV è un falimento dove hanno gettato miliardi.
Il MOSE è l'ennesimo buco................. nell'acqua.
E' quello che mi è venuto in mente nei primi due secondi.
E' colpa della geopolitica internazionale? Ti parlo di Europa, stesse regole al di la di quelle che ogni singolo stato decide per se. O intendi con "internazionale" che la colpa è dei Sudafricani degli Ucraini? Spero di no.
Oppure mi sottintendi l'esistenza di un complotto internazionale atto a fare fallire l'Italia nonostante l'Italia sia popolata di geni dell'economia?
E' anche colpa della geopolitica internazionale. A parte il fatto che secondo me bisogna iniziare anche a notare che non tutte le aziende altrui se la passano bene. Leggevo ieri che Deutsche Bank è nella stra-merda, British Steel è fallita, gli stessi francesi hanno usato aiuti di Stato o nazionalizzazioni per salvare aziende a rischio, e cosi via.
Ci si dovrebbe chiedere perchè le aziende italane, non tutte, fanno buchi nell' acqua. Sicuramente i fattori interni sono corruzzione e inefficienze varie e hanno un peso, come ho detto prima, ENORME. Non mi soffermo sulle cause del perchè sia cosi, ma penso che la Storia e la posizione geografica dello stivale siano state molto influenti.
Quando parlo del ruolo della geopolitica mi riferisco al fatto che le motivazioni per cui NON possiamo, a livello pratico, risolvere nessun problema deriva da dinamiche geopolitiche che hanno innestato scelte politiche risalenti a 70 anni fa.
La prima è nel fatto che la priorità della Costituzione Italiana è quella di evitare a qualsiasi costo un ritorno del fascismo. Questo è ottenuto attraverso un depotenziamento totale del governo/esecutivo in funzione del parlamento/legislativo. Però il parlamento per fare una legge deve passare per la Camera ed il Senato, in un contesto in cui lo sport nazionale è che se il guelfo dice che c'è il Sole ed è mezzogiorno allora il ghibellino DEVE dire che non è vero. Insomma, ci si da contro per qualsiasi cazzata e alla fine legiferare è impossibile. Questo di fatto limita tantissimo il potere di intervento del governo nelle questioni economiche strategiche, a meno che il governo non faccia le leggi attraverso il decreto, il quale però aggira il parlamento ed è visto come un 'gesto autoritartio' e quindi tutti giù in piazza perchè buuu sta tornando il fascismo. Se anche un governo dovesse provare a fare qualcosa di concreto,dovrebbe sempre cercare di avere il Presidente della Repubblica dalla sua parte, dato che è una figura che ha i cosidetti 'poteri a fisarmonica', cioè può fare il ***** che le pare ed ostacolare il governo se ne ritiene sia il caso.
Lo vedi dove sto andando a parare?
Questo senza manco iniziare a pensare al fatto che un governo di maggioranza in Italia non c'è più da 30 anni a questa parte dato che abbiamo leggi elettorali pensate per non far governare bene nessuno.
Quindi, abbiamo tolto al governo la possibilità di fare leggi radicali per risolvere la situazione in cui versano le sue aziende. Cosa rimarrebbe? Fino a 20 anni fa rimaneva la sovranità monetaria, che è lo strumento di governo con cui la DC ha amministrato per 40 anni rendendo l' Italia la quinta potenza industriale del mondo. Ora questo strumento non ce lo abbiamo più. E nono ce lo abbiamo più per un evento geopolitico, la creazione dell' Euro, che risponde all'esigenza, sempre geopolitica, di fare un asse europeo germano-centrico, anche a scapito dell' Italia.
Perchè? Perchè negli occhi di chi ha ispirato e indirizzato il processo di integrazione europea ( e cioè gli Stati Uniti, non certo gli stati europei), la Germania è MOLTO più importante dell' Italia, per fattori strategici. Sono stati gli scazzi tra tedeschi e francesi sull' acciaio ed il carbone dell' Alsazia/Lorena ad innescare la prima guerra mondiale, il ridicolo trattato di Versailles, l'ascesa al governo tedesco di un austriaco, pittore fallito e la seconda guerra mondiale. Quindi, pragmaticamente, è meglio che tedeschi e francesi si alleino e la mettano nel didietro all' Italia anzichè andare l' uno contro l'altro. Anche perchè poi l'alternativa sarebbe avere una germania legata alla russia e alla Cina, il che è l'incubo assoluto degli americani (e dei britannici), e questo spiega anche eventi come la guerra in Ucraina, ad esempio.
Quindi il fatto che l' italia non abbia un sistema di amministrazione efficiente e non abbia manco sovranità monetaria deriva da scelte geopolitiche precise e, per come le vedo io, assolutamente normali nei rapporti tra Stati. Per questo non capisco quando mi parli di una Europa con regole uguali per tutti...a livello formale si, sono uguali per tutti, a livello sostanziale no, perchè una moneta comune il cui valore è pari al marco tedesco ha creato uno svantaggio competitivo enorme per l' Italia - e questo dato di fatto è riconosciuto da tutti, in primis dai fautori dell' euro come Prodi. L' Europa sta, di fatto, applicando la medesima misura a due realtà economiche diverse: sta, letteralmente, discriminando.
Chiudo rispondendo alla tua domanda del 'se c'è un complotto internazionale'? Si, certo che c'è, ma è cosi che funzionano le cose. La storia degli Stati ( e quindi la storia in generale) è fatta di gruppi di potere che cercano di farsi le scarpe a vicenda in maniera più o meno segreta perchè vogliono acapparrare potere a scapito degli altri. Gli israeliani complottano contro gli Iraniani distruggendo le centrali di arricchimento dell' uranio con dei virus informatici perchè sanno che gli Iraniani stanno complottando con Hamas ed Hezbollah per distruggere Israele. Gli Americani complottano contro i Russi perchè non vogliono che mettano mano sulla Siria, mentre i Russi complottano contro gli americani orchestrando campgane di disinformazione e cosi via. I francesi hanno complottato contro l' Italia bombardando la Libia di Gheddafi, che era il fuck buddy di Berlusconi, e cosi via. Son cose assolutamente normali, mi ripeto. Questo non significa che siccome ci sono potenze straniere che vogliono imporre la propria visione all' Italia allora l' Italia non ha colpe. Colpe ne ha molte, ma non è in una situazione in cui può risolverle.
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Originariamente Scritto da Lukinosnake Visualizza MessaggioMagari e' anche possibile, ma giuro che fatico a comprendere il processo mentale che spinge le persone a pensare "ci sono prove che fanno destare forti dubbi sull'operato di questa persona, quindi e' meglio votarlo".
Mi sembra un po' da ritardati mentali, se posso essere franco, di pensare che piu' una persona e' sotto accusa, anche con prove concrete, piu' si e' certi che tutto sia una fabbricazione e qualsiasi cosa sia un "mezzuccio" frutto di qualche complotto.
Mi sembra piu' una sorta di dispetto, quasi come se le persone siano ben contente di votare qualcuno che ha comportamenti irregolari per il solo motivo che questo infastidisce un'altra fazione di elettori.
Probabilmente Obama pensa la stessa cosa e, sapendo che un'enorme fetta degli elettori e' talmente stupido da ragionare in questi termini, vuole sottolineare che i dati di fatto non contano nulla quando si ha a che fare con una specie di "cult" dove il raziocinio e' un qualcosa di totalmente opzionale.
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