Tendenzialmente più si è brainwashed più si pensa di essere “liberi di pensiero”.
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Originariamente Scritto da chiurlo Visualizza MessaggioA me non ha insegnato nulla nessuno, io ragiono con la mia di testa. Non è che siccome sono di sinistra allora la penso così; è che siccome la penso così sono di sinistra.
Fanno un lavoro eccellente e di fino coi mezzi di oggi
Allego video-esempio? ma si dai
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Originariamente Scritto da chiurlo Visualizza MessaggioQuindi se uno non la pensa come voi deve essere schiavo di un pensiero. Capisco. Ragionamento impeccabile.Originariamente Scritto da SeanBob è pure un fervente cattolico.
E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.
Alice - How long is forever?
White Rabbit - Sometimes, just one second.
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Originariamente Scritto da Lorenzo993 Visualizza Messaggio
P.s. Ho visto il video. Io non uso i social, quindi la cosa non mi riguarda. Tra l'altro, se fossi uno che si fa condizionare quanto mi viene detto, dovrei essere più populista/contro gli immigrati/pro uscita euro, non vi pare?
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Originariamente Scritto da Bob Terwilliger Visualizza MessaggioNo, conosco tanti con idee diverse dalle mie che pensano liberamente.
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Originariamente Scritto da chiurlo Visualizza MessaggioE perché sarei io quello condizionato e non chi mi accusa di essere condizionato?
P.s. Ho visto il video. Io non uso i social, quindi la cosa non mi riguarda. Tra l'altro, se fossi uno che si fa condizionare quanto mi viene detto, dovrei essere più populista/contro gli immigrati/pro uscita euro, non vi pare?
Sul discorso che dovresti essere più pro-popolare,contro immigrazione selvaggia con ricadute sociali da ambo le parti,pro-decostruzione di una moneta che è l'emanazione di un sistema tecnocratico e anti-democratico,che si basa su principi neoliberisti,antisociali e che porterà a conseguenze ancora difficilmente immaginabili(in negativo) in tutta europa,non sò,io facevo un discorso generale
Poi vale quello che vale,sono condizionato anche ioLast edited by Lorenzo993; 24-05-2018, 14:49:36.
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Lo scontro si sta concentrando sulla nomina di Paolo Savona all'economia,questa persona qua:
Dopo la laurea cum laude in Economia e commercio nel 1961 incomincia la sua carriera presso il Servizio Studi della Banca d'Italia, dove raggiunge il grado di direttore[2]. È coautore del primo modello econometrico dell'economia italiana M1BI[2][3]. Si specializza in economia monetaria ed econometria presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT), dove collabora con Franco Modigliani e sotto la sua guida studia con Giorgio La Malfa la curva dei rendimenti dell'economia italiana.[senza fonte] Compie ricerche presso la Sezione Studi Speciali del Board of Governors del Sistema della Federal Reserve a Washington DC,[4]dove studia il funzionamento del mercato monetario in vista dell'emissione in Italia dei Buoni Ordinari del Tesoro.[senza fonte]Nel 1976 vince il concorso a cattedra e lascia la Banca d'Italia per insegnare Politica economica prima all'Università di Cagliari e subito dopo all'Università Pro Deo, che contribuì a rifondare come LUISS Guido Carli. Lo stesso anno Guido Carli diventa Presidente di Confindustria e Savona ne diventa Direttore Generale[5], carica che manterrà fino al 1980. Ha fondato e diretto con Michele Fratianni la Open Economies Review e dal 2006 al 2011 è stato Editor scientifico delle riviste "Economia Italiana", Journal of European Economic History, Review of Economic Conditions in Italy.[2]
Ha anche insegnato nelle Università di Perugia, di Roma Tor Vergata, alla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione e all'Università telematica Guglielmo Marconi, dove ha fondato nel 2010 il dottorato in Geopolitica.
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Che è il sunto di questo:
Ormai con una certa frequenza ripropongo quello che considero una pietra miliare nella volontà di realizzare l’Unione Europea così come la conosciamo e questo animato dal desiderio di far comprendere come il progetto di unione, e in particolare la volontà di adottare una sola moneta, ha radici lontane e non certo “grazie” al Trattato di Maastricht del ’92 e al precedente Trattato di Roma del ’57.
Argomenti già trattati ripetutamente tanto da dedicare un intero capitolo nel mio “Europa Kaputt” del 2013 e numerosissimi successivi articoli.
Sono perfettamente conscio che la stragrande maggioranza dei cittadini europei sia in buona fede nel credere e sostenere l’Unione Europea, ma ritengo che ai più sfuggono quei riferimenti storici (sapientemente mai divulgati) che potrebbero far cambiare radicalmente opinione sulle vere intenzioni di chi ha concepito la UE e l’euro.
Le radici della tentazione della Germania di esercitare leadership sul Continente si perdono nel tempo, fino a identificarsi nel concetto nella Mitteleuropa, area geo-politica per definire più che zona geografica un “destino” comune, nella prospettiva di coagulare affinità storiche, sociali, culturali, scientifiche e economiche che tanto avevano contribuito al cammino dell’umanità tra il XVII e XIX secolo, secondi solamente al contributo fondamentale apportato fino a quei tempi a esclusivo appannaggio della sola civiltà romana.
Questo concetto ideale di “Europa Centrale” mescolava tutte queste caratteristiche e si fondeva intimamente con la già prorompente volontà tedesca nel dominare gran parte del Continente, chiamata per l’appunto Mitteleuropa e che comprendeva un territorio con confini non propriamente definiti, che si identificavano con quella parte dell’Europa Centrale compresa fra il Mar Baltico a Nord e le Alpi a Sud, a Ovest con la Francia e a Est con quella che era la Russia pre-Unione Sovietica, ma includendo comunque la Lituania, l’Estonia e la Lettonia. Ma si potrebbe affermare, per meglio definire il concetto ispiratore della Mitteleuropa, che i suoi confini erano immaginari proprio perché propensi a essere ridisegnati e a evolversi al formarsi di ogni nuova favorevole situazione storica.
Il primo atto ufficiale, nel riconoscere comunque quest’area europea, è del 21 gennaio 1904 quando fu creata a Berlino l’Associazione Economica Centro-Europea (Mitteleuropäischer Wirtschaftsverein), finalizzata all’integrazione economica dell’Impero Tedesco e dell’Impero Austro-Ungarico con l’auspicabile estensione futura della Svizzera, del Belgio e del Lussemburgo.
Sarà poi nel 1915, Friedrich Naumann gran teorico del pangermanesimo, con la pubblicazione del saggio “Mitteleuropa”, a indicare la necessità di stabilire al termine della guerra, una sorta di grande area economica Centro-Europea per mezzo di una unione politica che raggruppasse tutte le popolazioni di stirpe e lingua tedesca. Nelle intenzioni di Naumann vi era la creazione di una federazione che avesse al suo centro la Germania e l’Austria-Ungheria, paesi satelliti limitrofi compresi, con la futura integrazione di altre nazioni esterne a Ovest come Francia e Inghilterra e a Est come la Russia.
Con la sconfitta tedesca nella I Guerra Mondiale e la dissoluzione dell’Impero Austro-Ungarico, le aspirazioni accantonate temporaneamente, vennero “resuscitate” negli anni trenta, con estremo vigore e enfasi come parte integrante dell’ideologia nazista, la quale non mancò di perseguire l’idea di predominio totale sul Continente.
Il “merito”, di aver articolato tecnicamente questo ideale di supremazia mai del tutto sopito nelle aspirazioni germaniche, appartiene all’opera di Walter Funk il quale predispose un piano, per l’appunto il Piano Funk, in qualità di ministro per gli affari economici del Terzo Reich dal 1938 al 1945, su incarico diretto da Hitler per poter pianificare una dettagliata strategia per il predominio economico della Germania a supporto di quella militare.
Funk, editore dal 1921 del giornale finanziario Berliner Borsenzeitung, fece una rapida carriera politica passando nel’31 nelle file del partito nazista e divenendone prima deputato del Reichstag nel 1932 e poi assumendo inoltre la carica di presidente della politica economica all’interno del partito.
Con Hitler ormai al potere, divenne prima Segretario di Stato presso il Ministero della Propaganda (1933), per poi insidiarsi come titolare al dicastero per l’Economia (1938) con l’appoggio di Hermann Goering, che lo preferì a altri per la sua fedeltà a supporto della realizzazione dei piani militari. Fedeltà ricambiata con la nomina anche a Governatore della Banca Centrale Reichsbank (antesignana della Bundesbank) nel ’39 e nel consiglio della pianificazione del Terzo Reich nel 1943.
Queste funzioni così elevate gli permisero, con il sostegno stesso del Fuhrer, di rielaborare a più riprese un piano estremamente particolareggiato per la conquista e pianificazione del dominio economico tedesco su tutta l’area continentale europea, enunciato nella sua articolata configurazione nel discorso “La riorganizzazione economica dell’Europa” del 25 luglio del 1940, dove, invaso da delirio di onnipotenza, invocava addirittura il filosofo Hegel a sostegno della validità delle proprie idee.
Il piano prevedeva essenzialmente di realizzare l’autonomia continentale dal punto di vista delle materie prime e dei processi di trasformazione, una sorta di autarchia dell’area europea sulla base dell’evoluzione dei vecchi concetti espressi a supporto della citata Mitteleuropa e integrato dal grande progetto di dominazione politico-razziale-sociale perseguito dalla dottrina del nazismo.
A supporto della realizzazione del progetto si ribadiva l’indispensabilità di prendere come riferimento la politica economica nazionalsocialista per la guida del nuovo ordine, nella convinzione che essendo disciplinata dal rigido dogma dei suoi metodi, fosse idonea come nessun’altra nell’essere adottata da tutti gli altri paesi.
L’economia della nuova grande aria non doveva significare solo la subordinazione dell’apparato produttivo di tutto il continente europeo in funzione della supremazia della Germania, ma anche segnare differenze tra Europa Occidentale e Orientale essendo il Reich il nucleo centrale di una grande coalizione di nazioni disponibili alla penetrazione della potenza industriale e finanziaria tedesca all’interno delle loro stesse strutture, le cui risorse sarebbero dovute affluire comunque verso il centro dominatore.
La Germania arbitra dei destini dell’Europa, avrebbe monopolizzato e condizionato ogni attività e iniziativa in questa aggregazione forzata e la popolazione sarebbe stata anche classificata con parametri culturali e sociali considerati tipici del popolo tedesco, nella ferrea convinzione-presunzione, che i propri metodi proposti, se adottati, si sarebbero rivelati di grande vantaggio anche per le altre nazioni.
Particolarmente interessanti i passaggi del discorso in cui Funk rivelava le specifiche del suo Piano riguardo alla questione della creazione di una nuova moneta (siamo nel 1940!), all’interno della quale prefigurava nella grande area economica che si sarebbe realizzata, un ruolo predominante del marco come conseguenza della potenza del Reich, con l’istituzione di una area valutaria che avrebbe portato a una “moneta generale” (testualmente così definita) a supporto di un graduale livellamento delle normative infra-nazionali a favore dello sviluppo dovuto all’espansione economica.
Tale “moneta generale” non sarebbe stata ancorata all’oro con un sistema analogo al gold-standard, ma sostenuta da un sistema di compensazione europeo fra l’import-export dei paesi partecipanti, dove naturalmente alla Germania sarebbe spettata l’assoluta determinazione dei relativi flussi attraverso l’imposizione della sua politica economica supportata dal predominio militare conquistato e consolidato.Last edited by Lorenzo993; 26-05-2018, 16:47:47.
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