Originariamente Scritto da Pesca
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ed è vero che nell'articolo si racconta un pò la genesi del quartiere ma pure vi ho letto in tralice la critica al mantenimento in essere di statue, iscrizioni, opere nate sotto al Fascismo, dogliandosi che mentre negli Usa (e altre parti dell'Europa sottolineano) si è ben pensato di far sparire statue, monumenti, opere che richiamavano personaggi ed epoche legate allo schiavismo o a periodi storici che vengono considerati da questa nuova moda "oscuri", qua in Italia no.
Se ne conclude che se l'Eur fosse stato edificato in America, lo avrebbero già spianato.
Potremmo venire in aiuto al Washington Post (di area non a caso liberal, un pò come la nostra Repubblica) ricordando che in Italia non sussiste solo l'Eur ma, limitandoci alla sola Roma, il famoso foro italico (battezzato Mussolini), il palazzo della Farnesina, sede del ministero degli esteri, Cinecittà, la sede della Sapienza, la stazione Termini, e decine di altri palazzi pubblici e privati, tra i quali una infinità di case popolari e residenziali.
Poi, allargando l'orizzonte all'Italia, oltre ad edifici dell'epoca, intere città costruite dal niente (Sabaudia, Latina, Guidonia e tante altre in molte province italiane).
Sono tutte inno non al periodo fascista, come erroneamente e ideologicamente lascia intendere quel giornale, ma alla civiltà, che edifica, costruisce, ordina e riordina, proprio come faceva Roma-Urbe. La civiltà latina, la nostra culla.
Se dovessimo assumere il concetto di rilettura della storia col giudizio che ne danno oggi i nuovi barbari, non solo l'Eur dovrebbe essere spianato ma anche tutti i fori ed i monumenti romani, eretti da una civiltà "schiavista". Dovrebbero essere abbattute tutte le colonne e le statue celebrative dei Cesari, in quanto "tiranni". Si dovrebbe radere al suolo Roma tutta ovvero tutta la storia occidentale della quale Roma è l'apice, il diadema più sfolgorante e che ancora irradia luce ideale di ciò che è canone opposto al caos e alle tenebre - quelle che diffondono e vorrebbero diffondere per tutto l'orbe questi distruttori della propria (per quel poco che hanno in grembo) e della altrui storia.
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