Originariamente Scritto da Bob Terwilliger
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Sì, dici benissimo. Completo aggiungendo che gli ambasciatori sono per l'appunto accreditati "presso la Santa Sede" e non presso "lo Stato della città del Vaticano" che è solo un pezzo di terra. E' la Santa Sede il soggetto di diritto internazionale, tant'è che pure quando lo Stato Pontificio aveva cessato di esistere (dopo Porta Pia) non si interruppero le relazioni internazionali presso la Santa Sede. La Santa Sede precede lo Stato del Vaticano e anzi sussiste anche senza Stato o autonomia e indipendenza territoriale.
Questo è universalmente riconosciuto da praticamente tutti gli Stati del mondo (la Santa Sede intrattiene rapporti diplomatici con 183 Stati, l'Italia con 128 per dire) e appartiene alla Santa Sede la più antica diplomazia della storia ancora in funzione.
Queste cose possono non avere importanza per i profani ma contano tantissimo per le relazioni internazionli, la diplomazia, la politica, le forme ed i modi in cui gli Stati convivono e si intrecciano lungo quel percorso che noi uomini chiamiamo storia.
Però la questione è vieppiù riducibile ad un dato, da cui genera il diritto della Santa Sede (come ricordava anche Odifreddi nell'articolo postato) di intervenire senza che questo intervento possa essere stigmatizzato come "ingerenza": il concordato che norma e regola i rapporti tra la religione cattolica e lo Stato italiano...concordato che è appunto richiamato in quella "nota verbale"...perchè il Vaticano ha chi i disegni di legge li sa leggere...il parlamento ha chi non li sa scrivere.
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