Originariamente Scritto da Barone Bizzio
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L'Italia, al pari degli altri paesi europei, pur avendo subito nel passato svariate invasioni e flussi migratori, a partire dal medioevo si era stabilizzata in una situazione di sintropia demografica, per cui le antiche immigrazioni erano sedimentate per formare delle stabili identità regionali, accomunate da dialetti e tradizioni.
L'intolleranza verso lo straniero si ha quando tutto ciò accade a velocità tali da non permettere l'assorbimento e la sedimentazione.
L'assorbimento è necessario affinchè lo straniero divenga parte della comunità, essendo lui un soggetto isolato, abbandonerà la propria identità per rivestirsi di quella del Paese ospite. Ne sono un esempio i cognomi "italianizzati", "francesizzati" etc.
La sedimentazione invece è necessaria al popolo ospite, per non allarmarsi a causa del cambiamento repentino, e per pensare che il suo mondo e le sue tradizioni non ne saranno stravolte. Dice che l'italia è sempre stata un coacervo di popoli, ma anche se fosse è sempre stato un assorbimento lento, assimilabile. Questo che si sta verificando adesso non è uno stillare di gocce, ma un'inondazione.
In passato l'immigrazione (tralasciando gli Usa e tutti gli altri Paesi "vergini") era caratterizzata appunto da questa peculiarità: esiguità e lentezza del flusso, cosa che rendeva possibile l'integrazione attraverso assorbimento e sedimentazione.
Flussi rapidi e numericamente ingenti, storicamente non sono assimilabili all'immigrazione, ma all'invasione di eserciti in guerra, ed è così che inconsciamente stiamo percependo questo fenomeno, e non a caso molti parlano di "invasione".
Quando non si tratta più di singoli individui o piccole comunità, ma di grosse minoranze, non si avrà alcuna assimilazione alla cultura locale ma si formeranno delle sacche impermeabili e ostili, come nelle banlieu, che non avvertendo più se stesse come minoranze ma come futuribili maggioranze, pretenderanno si verifichi un processo inverso all'assorbimento, cioè l'imposizione della propria cultura nel paese ospite. Fenomeno che ancora una volta non rimanda alle migrazioni ma alle guerre e agli eserciti di occupazione
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