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Lavorare coi dati in un'azienda strutturata, con una reputazione da mantenere, è davvero complesso, e l'intento è quello di tutelare il più possibile i clienti (spesso anche dove la regolamentazione non copre).
Poi l'informazione ci mette del suo e finisce col fare disinformazione. La conseguenza sono alcuni post in questa discussione (l'esempio del vecchio nel filmato a cui fai riferimento è analogo a quanto detto da un under 30 poco addietro).
Ti consiglio di leggerti The Age of Surveillance Capitalism di Shoshanna Zuboff (prof.ssa in economia ad Harvard). E' un mattone ma ne vale la pena
Quello del legame tra big data, profiling, modificazione comportamentale e disfunzioni della società è un tema ormai abbastanza approfondito. Il cashless darebbe una grossa spinta in avanti a questa tendenza
Ti consiglio di leggerti The Age of Surveillance Capitalism di Shoshanna Zuboff (prof.ssa in economia ad Harvard). E' un mattone ma ne vale la pena
Quello del legame tra big data, profiling, modificazione comportamentale e disfunzioni della società è un tema ormai abbastanza approfondito. Il cashless darebbe una grossa spinta in avanti a questa tendenza
In generale il modo di porsi nelle discussioni del tipo "leggiti questo e vedrai che ho ragione" non mi piace, perché ammazza la discussione.
Non è che posso mettere in pausa, leggermi 700 pagine di un libro e poi tornare ad argomentare.
Sarebbe come se io ti dicessi "vai a lavorare coi big data come faccio io e poi mi darai ragione".
Io ad esempio già vivo quasi del tutto cashless, a Milano si riesce. Se vado dal tabaccaio o al supermercato i dati sui miei acquisti vengono "storati" su dei server si, ed entreranno anche in qualche statistica e ricerca (vendute ad altre aziende come quella dove lavoro), il tutto in forma aggregata ed anonima (vd immagine che ho allegato qualche pagina addietro).
Ah poi, esperienza del tutto personale che non farà statistica, però quelli fissati col contante non si pongono il problema della privacy, vogliono solo fare a nero. Probabile invece che te, Ponno etc, utilizziate pagamenti elettronici come me.
Lavorare coi dati in un'azienda strutturata, con una reputazione da mantenere, è davvero complesso, e l'intento è quello di tutelare il più possibile i clienti (spesso anche dove la regolamentazione non copre).
Poi l'informazione ci mette del suo e finisce col fare disinformazione. La conseguenza sono alcuni post in questa discussione (l'esempio del vecchio nel filmato a cui fai riferimento è analogo a quanto detto da un under 30 poco addietro).
Momento.
L'azienda X ha tutte le direttive e restrizioni possibili per usare in modo idoneo e sicuro i dati della persona Y, le direttive sono anche troppe, peccato che l'azienda X abbia poco o nessun interesse all'utilizzare a sproposito i dati personali.
Il problema sono i grandi, Google, Facebook, etc.
Poi che l'informazione che si fa in giro è in realtà disinformazione e si parla ancora del temibile "chip sottopelle", sfondiamo una porta aperta.
Ovviamente io ho scritto che Visa prende i dati di Facebook e li mette in piazza e li vende a zia Luisa. Non il fatto che aumentare ancora la mole di dati personali e abitudini etc aumenta la possibilità di profiling che ognuno di noi già subisce. Ovviamente gli A/B testing targetizzati per aumentare determinate azioni degli utenti, ad esempio, li sto inventando io dopo averli letti in un libro di Asimov
Inviato dal mio Mi 9T Pro utilizzando Tapatalk
Momento2 , il test A/B non ha nulla a che fare con l'abuso e la gestione dei dati. Il Test A/B è come aprire un negozio metà arredato in un modo e metà in un altro per poi valutare quale parte fattura di più.
In generale il modo di porsi nelle discussioni del tipo "leggiti questo e vedrai che ho ragione" non mi piace, perché ammazza la discussione.
Non è che posso mettere in pausa, leggermi 700 pagine di un libro e poi tornare ad argomentare.
Sarebbe come se io ti dicessi "vai a lavorare coi big data come faccio io e poi mi darai ragione".
Io ad esempio già vivo quasi del tutto cashless, a Milano si riesce. Se vado dal tabaccaio o al supermercato i dati sui miei acquisti vengono "storati" su dei server si, ed entreranno anche in qualche statistica e ricerca (vendute ad altre aziende come quella dove lavoro), il tutto in forma aggregata ed anonima (vd immagine che ho allegato qualche pagina addietro).
Ah poi, esperienza del tutto personale che non farà statistica, però quelli fissati col contante non si pongono il problema della privacy, vogliono solo fare a nero. Probabile invece che te, Ponno etc, utilizziate pagamenti elettronici come me.
Si su questo hai ragione, non c'è dubbio. Leggiti una recensione o un riassunto, ti costano solo 10 minuti del tuo tempo ma comunque sono sufficienti a capire la dinamica. In alternativa il libro è menzionato anche in The Social Dilemma su Netflix, che dura un'ora e mezzo
Per il resto tu stai descrivendo due situazioni che a me paiono diverse: in una la scelta di andare cashless è del singolo, quindi viene dal basso con incentivi al controllo minimo. Se venissero abolite le banconote ci dovrebbe essere - per forza di cose - una centralizzazione del sistema con più incentivi a fare controlli, tracciamenti e più incentivi ad oliare un sistema già incredibilmente efficiente (quello della profilazione). Che una società cashless si presti a forme 'democratiche' di credito sociale come in Cina non è del tutto campato in aria.
E se venisse imposto al gestore della carta di non cedere né di utilizzare a fini commerciali i dati derivanti dai pagamenti e di conservarli soltanto a fini conoscitivi dell'autorità giudiziaria?
La banca non può comunicare a fini commerciali i dati dei conti correnti (o almeno credo) si potrebbe stabilire lo stesso divieto sui dati aggregati.
Questo dovrebbe superare le obiezioni sui pericoli riguardanti la privacy.
Originariamente Scritto da Sean
mò sono cazzi questo è sicuro.
Originariamente Scritto da bertinho7
ahahhahah cmq è splendido il tuo modo di mettere le mani avanti prima, impazzire durante, e simil polemizzare dopo
Si su questo hai ragione, non c'è dubbio. Leggiti una recensione o un riassunto, ti costano solo 10 minuti del tuo tempo ma comunque sono sufficienti a capire la dinamica. In alternativa il libro è menzionato anche in The Social Dilemma su Netflix, che dura un'ora e mezzo
Ad esempio ho visto alcune video-recensioni di "the social dilemma" che l'hanno stroncato (guardati quella di rick dufer), e in effetti ho notato in questa discussione alcuni interventi copiati paro paro dal documentario.
Per il resto tu stai descrivendo due situazioni che a me paiono diverse: in una la scelta di andare cashless è del singolo, quindi viene dal basso con incentivi al controllo minimo. Se venissero abolite le banconote ci dovrebbe essere - per forza di cose - una centralizzazione del sistema con più incentivi a fare controlli, tracciamenti e più incentivi ad oliare un sistema già incredibilmente efficiente (quello della profilazione). Che una società cashless si presti a forme 'democratiche' di credito sociale come in Cina non è del tutto campato in aria.
Il sistema che consente di vivere cashless già esiste a Milano, e penso che nel nord Europa siano molto avanti da questo punto di vista. Non vedo cambiamenti strutturali necessari. I dati quindi già ci sono, così come ci sono le regolamentazioni che tutelano chi utilizza questi sistemi di pagamento.
Io davvero vedo invece molto più problematico che la società abbia delle leggi volte a redistribuire nel modo (si spera) più equo possibile le risorse, ma tutto questo non viene messo a terra perché le regole sono facilmente aggirabili, e la prassi consiste nell'aggirarle. Alcuni cittadini non pagano le tasse che dovrebbero pagare, altri ne pagano molte di più. Inoltre le misure di intervento mirato dello stato per tutelare chi è in difficoltà finiscono per avere degli effetti paradossali e andare di nuovo a chi è più furbo e se ne approfitta.
Tutto questo ha un impatto reale e tangibile, adesso, non sono supposizioni su di una società distopica.
Momento.
L'azienda X ha tutte le direttive e restrizioni possibili per usare in modo idoneo e sicuro i dati della persona Y, le direttive sono anche troppe, peccato che l'azienda X abbia poco o nessun interesse all'utilizzare a sproposito i dati personali.
Il problema sono i grandi, Google, Facebook, etc.
Poi che l'informazione che si fa in giro è in realtà disinformazione e si parla ancora del temibile "chip sottopelle", sfondiamo una porta aperta.
Momento2 , il test A/B non ha nulla a che fare con l'abuso e la gestione dei dati. Il Test A/B è come aprire un negozio metà arredato in un modo e metà in un altro per poi valutare quale parte fattura di più.
Scusa ma correlare i dati personali delle persone con il fingerprinting online, e vedere quale "mezzo negozio" scelgono e di conseguenza arredarlo in modo da convincerli inconsciamente a prendere una decisione non é un abuso? Perché é questo che succede. Basta, per essere molto superficiali e rapidi, farsi un giro sulle pagine dei cookies e notare che colori vengono usati, e come vengono usati.
E se venisse imposto al gestore della carta di non cedere né di utilizzare a fini commerciali i dati derivanti dai pagamenti e di conservarli soltanto a fini conoscitivi dell'autorità giudiziaria?
La banca non può comunicare a fini commerciali i dati dei conti correnti (o almeno credo) si potrebbe stabilire lo stesso divieto sui dati aggregati.
Questo dovrebbe superare le obiezioni sui pericoli riguardanti la privacy.
Sarebbe auspicabile, il problema é che fin'ora non ci si é mai mossi prima, ma sempre dopo. Quando la frittata era fatta.
Ad esempio ho visto alcune video-recensioni di "the social dilemma" che l'hanno stroncato (guardati quella di rick dufer), e in effetti ho notato in questa discussione alcuni interventi copiati paro paro dal documentario.
Il sistema che consente di vivere cashless già esiste a Milano, e penso che nel nord Europa siano molto avanti da questo punto di vista. Non vedo cambiamenti strutturali necessari. I dati quindi già ci sono, così come ci sono le regolamentazioni che tutelano chi utilizza questi sistemi di pagamento.
Io davvero vedo invece molto più problematico che la società abbia delle leggi volte a redistribuire nel modo (si spera) più equo possibile le risorse, ma tutto questo non viene messo a terra perché le regole sono facilmente aggirabili, e la prassi consiste nell'aggirarle. Alcuni cittadini non pagano le tasse che dovrebbero pagare, altri ne pagano molte di più. Inoltre le misure di intervento mirato dello stato per tutelare chi è in difficoltà finiscono per avere degli effetti paradossali e andare di nuovo a chi è più furbo e se ne approfitta.
Tutto questo ha un impatto reale e tangibile, adesso, non sono supposizioni su di una società distopica.
Ok, sei ingenuo.
Tra l'altro non credo normare sia cosi ovvio, perché quando paghi cashless con, ad esempio, Google Pay, non é lo stesso che pagare direttamente con il bancomat in termini di accesso ai dati.
Il sistema che consente di vivere cashless già esiste a Milano, e penso che nel nord Europa siano molto avanti da questo punto di vista. Non vedo cambiamenti strutturali necessari. I dati quindi già ci sono, così come ci sono le regolamentazioni che tutelano chi utilizza questi sistemi di pagamento.
Io davvero vedo invece molto più problematico che la società abbia delle leggi volte a redistribuire nel modo (si spera) più equo possibile le risorse, ma tutto questo non viene messo a terra perché le regole sono facilmente aggirabili, e la prassi consiste nell'aggirarle. Alcuni cittadini non pagano le tasse che dovrebbero pagare, altri ne pagano molte di più. Inoltre le misure di intervento mirato dello stato per tutelare chi è in difficoltà finiscono per avere degli effetti paradossali e andare di nuovo a chi è più furbo e se ne approfitta.
Tutto questo ha un impatto reale e tangibile, adesso, non sono supposizioni su di una società distopica.
Attenzione: quando io parlo di cashless mi riferisco ad un sistema che rende illegale l' uso del contante. Non ad un sistema di incentivi per cui il contante è usato pochissimo. Sarebbe, dunque, un cambiamento strutturale molto importante.
Mi guarderò la rece di rick du fer con molta calma, però c'è da considerare che alcuni dei moniti lanciati dal documentario derivano da chi ha creato il sistema stesso. E' questo vale di più di molte critiche anche ben argomentate
Attenzione: quando io parlo di cashless mi riferisco ad un sistema che rende illegale l' uso del contante. Non ad un sistema di incentivi per cui il contante è usato pochissimo. Sarebbe, dunque, un cambiamento strutturale molto importante.
Non ricordo l'ultima volta che ho dovuto utilizzare il contante. Tra l'altro da un punto di vista di raccolta di dati cosa cambia?
Mi guarderò la rece di rick du fer con molta calma, però c'è da considerare che alcuni dei moniti lanciati dal documentario derivano da chi ha creato il sistema stesso. E' questo vale di più di molte critiche anche ben argomentate
In realtà, da quanto ho capito, le opinioni negative vengono da ex-dipendenti, raccolti li appunto perché ne parlano male.
Insomma, è come se prima di conoscere te uno si facesse un giro dalle tue ex con cui ti sei lasciato male per capire che tipo di persona sei
Un punto del video-recensione è proprio questo, se vuoi avere un approccio serio senti tutte le parti o comunque crei almeno un contraddittorio fittizio tra chi è critico e chi queste cose le fa adesso.
Infine il discorso di dipendenza da social esula un po' da questa discussione. Si parlava di tracciamento delle transazioni. La dipendenza social prescinde, la ottieni già suggerendo contenuti correlati (foto/video) ai contenuti della stessa piattaforma che utilizzi. Prima chi aveva una vita poco avvincente passava le giornate davanti alla tv, ora sui social. Sicuramente è un problema (anche se quando uno vuole "dissociare" una via la trova sempre).
Nessuno sta criticando la potenzialità dei dati, bensì il loro uso illegale tra aziende diverse che qui dentro è dato come certo e scontato.
In realtà stiamo criticando proprio la potenzialità.
Riguardo alle dipendenze da social e all'etica delle megacorporazioni, qua c'è un articolo molto bello.
Originariamente Scritto da Sean
Bob è pure un fervente cattolico.
E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.
Alice - How long is forever? White Rabbit - Sometimes, just one second.
Ad esempio ho visto alcune video-recensioni di "the social dilemma" che l'hanno stroncato (guardati quella di rick dufer), e in effetti ho notato in questa discussione alcuni interventi copiati paro paro dal documentario.
Il sistema che consente di vivere cashless già esiste a Milano, e penso che nel nord Europa siano molto avanti da questo punto di vista. Non vedo cambiamenti strutturali necessari. I dati quindi già ci sono, così come ci sono le regolamentazioni che tutelano chi utilizza questi sistemi di pagamento.
Io davvero vedo invece molto più problematico che la società abbia delle leggi volte a redistribuire nel modo (si spera) più equo possibile le risorse, ma tutto questo non viene messo a terra perché le regole sono facilmente aggirabili, e la prassi consiste nell'aggirarle. Alcuni cittadini non pagano le tasse che dovrebbero pagare, altri ne pagano molte di più. Inoltre le misure di intervento mirato dello stato per tutelare chi è in difficoltà finiscono per avere degli effetti paradossali e andare di nuovo a chi è più furbo e se ne approfitta.
Tutto questo ha un impatto reale e tangibile, adesso, non sono supposizioni su di una società distopica.
Credo che il punto sia il fatto che ciò che qualcuno ritiene equo non lo sia per altri. Banalizzando su due temi: gli scaglioni di reddito per il calcolo IRPEF, perchè se guadagno di più devo pagare di più? Oppure perchè non ci sono risorse per servizi fondamentali,ma per politiche assistenzialiste sì?
"It' better stand tall when they're calling you out, don't bend, don't break, don't back down"
Se guadagni di più e paghi di più è per lo stesso motivo per cui chi guadagna di meno paga meno
Nella tassazione vengono favorite le categorie che guadagnano meno
È una scelta politica, giusta o sbagliata dipende dai punti di vista
Credo che il punto sia il fatto che ciò che qualcuno ritiene equo non lo sia per altri. Banalizzando su due temi: gli scaglioni di reddito per il calcolo IRPEF, perchè se guadagno di più devo pagare di più? Oppure perchè non ci sono risorse per servizi fondamentali,ma per politiche assistenzialiste sì?
Questo però lo si potrebbe estendere su tutto, anche ad esempio sull'omicidio che a qualcuno potrebbe non stare bene si tratti di un reato.
Se si è arrivati ad un sistema di leggi, a quel punto si deve fare in modo che vengano rispettate.
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