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ma alla fine, secondo voi, le bastonate sulle gambe del governo ecuadoregno ( o quello che è, potrei sbagliare) alla gente "che non rispetta le regole" vanno bene oppure no?
o magari andavano bene a inizio marzo, ma dopo bastavano due sberle ....
ma alla fine, secondo voi, le bastonate sulle gambe del governo ecuadoregno ( o quello che è, potrei sbagliare) alla gente "che non rispetta le regole" vanno bene oppure no?
o magari andavano bene a inizio marzo, ma dopo bastavano due sberle ....
Penso che le mazzate non siano corrette, ma paesi che in termini di risorse non hanno, come si dice dalle mie parti, "manco gli occhi per piangere" sanno bene che se scoppia una pandemia su larga scala non saprebbero come fronteggiarla nemmeno lontamente.
Penso che le mazzate non siano corrette, ma paesi che in termini di risorse non hanno, come si dice dalle mie parti, "manco gli occhi per piangere" sanno bene che se scoppia una pandemia su larga scala non saprebbero come fronteggiarla nemmeno lontamente.
ok
però ci sta che uno voglia le mazzate sui piedi, se sgarri
lascia però un po perplessi quando poi, una volta scelta, o auspicata o ammirata, questa posizione, ci si lamenti per non potersi fare la grigliata con gli amici o na birretta al berrettino della spiaggia dove ci son tante fig.he
però ci sta che uno voglia le mazzate sui piedi, se sgarri
lascia però un po perplessi quando poi, una volta scelta, o auspicata o ammirata, questa posizione, ci si lamenti per non potersi fare la grigliata con gli amici o na birretta al berrettino della spiaggia dove ci son tante fig.he
È la solita situazione dove la gente è super pro a regole strettissime, ma solo quando si parla degli altri.
Un pò come quelli che vogliono una polizia super intransigente e poi fanno scenate se il vigile urbano gli fa la multa mentre sono in doppia fila "solo 5 min".
Anche da noi questa mentalità la fa da padroni e fa sorridere parecchio. Mi ricordo anni fa quando si parlava di combattere l'evasione e poi quando arrrivavano le multe "governo infame"
(ANSA) - LAMPEDUSA , 28 APR - Un'imbarcazione con 100 persone a bordo - 49 uomini, 44 donne e 7 minori -è giunta fino al porto di Lampedusa, di fronte la sede della Capitaneria di Porto. "Gli sbarchi continuano - dice il sindaco Totò Martello - e in questo caso oltretutto c'è un pericoloso rimpallo di responsabilità: nessun mezzo militare, infatti, fino ad ora è disposto ad accompagnare i migranti dalla banchina fino al Molo Favaloro, da dove dovranno essere trasferiti dal momento che l'Hot Spot è già pieno e non può ospitare altri migranti per la necessaria quarantena sanitaria". "Questa situazione è inaccettabile - conclude il sindaco Martello - le istituzioni che hanno il dovere di intervenire non possono scaricare il peso dell'accoglienza interamente sulle nostre spalle".
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Il nervosismo di Conte che ha ferito (ancora di più) la Val Seriana
Il nervosismo e le dichiarazioni del premier di ieri sera hanno ferito la Val Seriana e Bergamo dove il nervo del Coronavirus è ancora scoperto.
Ormai, almeno per chi vive in Val Seriana ed è stato travolto da quello tsunami di cui tutti parlano senza averlo vissuto, non è una questione politica. O almeno non solo. Qui non sono solo numeri (anche se oggi Bergamo è stata decretata la città con il più alto incremento di mortalità da Covid19 al mondo – come confermato anche dal Financial Times). Qui, dov’è partito il più grande focolaio d’Italia, sono migliaia di vite spezzate. Famiglie interrotte. Sguardi dispersi a cercare un appiglio per ripartire, sia esso un tampone, un test sierologico o l’ennesimo Decreto di cui poco si capisce. La prima vista in provincia di Bergamo del premier Giuseppe Conte
E’ in questo contesto che si inserisce la prima vista in provincia di Bergamo del premier Giuseppe Conte arrivato in Prefettura alle 23 di lunedì 27 aprile. E fa nulla il ritardo (era atteso alle 20.30), fa nulla l’impossibilità di avere uno spazio adeguato per incontrarlo (noi giornalisti eravamo dietro ad un cordolo senza amplificazione e senza luci). Ma la mancanza di rispetto no. Quella non si può tollerare. Non dopo due mesi di abbandono da parte delle istituzioni. Non dopo i continui rimpalli politici tra Governo e Regione; non in questo momento in cui la stampa si fa portavoce della cittadinanza confinata in casa ad aspettare le risposte di chi ci amministra. Così, quella che sembrava poter essere un’opportunità di incontro e confronto, si è brevemente trasformata in un ennesimo schiaffo ad un territorio già duramente colpito.
L’arrivo a sirene spiegate
Già l’arrivo a sirene spiegate in un’altra notte buia e silenziosa di Bergamo aveva fatto capire come la tensione si potesse tagliare con un coltello. Ma la possibilità di non avere un confronto sereno si è rivelata ancora prima che Conte si rivolgesse ai giornalisti. Dopo essere sceso dall’auto e aver salutato il nuovo Prefetto Enrico Ricci, Conte, mentre se ne andava verso il palazzo prefettizio visibilmente provato e teso, si è rivolto a noi dicendo: “Ho già dichiarato prima, abbiate pazienza ma…”. Subito però alcuni colleghi hanno iniziato ad incalzarlo: “Presidente è Bergamo, qualcosa la deve dire. Risponderà alle domande?”. E così Conte è tornato indietro: “Se la dovete prendere come una scortesia no, per carità…”. Al tavolo con i microfoni pronti ad immortalare le prime parole del premier sulla drammatica situazione in bergamasca, Conte esordisce: “L’orario non è dei migliori, vado di corsa perché poi c’è anche Brescia. Poi domani continuiamo a Lodi, Piacenza. Sto raggiungendo le situazione più critiche per portare la solidarietà in particolare a chi è stato ed è ancora in prima linea perché siamo ancora in una situazione critica, vorrei ricordalo. Tutto qui”. Il suo “tutto qui” non basta
Ma questo “tutto qui” non basta, non dopo due mesi di delirio totale. Non dopo che il sistema Regione si è rivelato incapace di gestire l’emergenza. Non a noi che ci sentiamo abbandonati da tutti. Non ora che si deve ripartire con il rischio di una seconda ondata di contagi. Così, tra i colleghi, si leva la voce di Francesca Nava, giornalista freelance che abbiamo imparato a conoscere per la sua inchiesta sulla situazione Coronavirus in bergamasca pubblicate su Tpi e su Rai 3. La Nava interroga il Presidente sulle reali misure intraprese per tutelare i cittadini e soprattutto i lavoratori, in vista della Fase 2. Lo scambio di battute con Francesca Nava
D. “Presidente, non trova paradossale che in Lombardia, epicentro della pandemia, stiano lavorando milioni di persone, trecentomila solo nella provincia di Bergamo, grazie al meccanismo delle deroghe e del silenzio-assenso delle prefetture, e che le persone stiano andando al lavoro senza una mappatura epidemiologica, senza sapere se sono sane o se sono malate? Lei non trova più rischioso per un lavoratore andare in fabbrica su una catena di montaggio, piuttosto che andare al parco o fare dello sport all’aperto con un bambino? Non è paradossale tutto questo?” Conte: “Guardi, non c’è un paradosso nella misura in cui abbiamo stipulato con tutte le parti sociali dei protocolli di sicurezza, che sono rigorosissimi. Sui luoghi di lavoro per le fabbriche, dopo 18 ore di lavoro insieme con le parti sociali e con le raccomandazioni del comitato tecnico scientifico, abbiamo definito il 14 marzo un protocollo di sicurezza, integrato con uno nuovo protocollo che è stato sottoscritto l’altro giorno. Questo vale anche per i trasporti e per i cantieri. E’ ovvio che un lockdown indefinito nel tempo il paese non lo può reggere, ma ci stiamo avviando a un allentamento del lockdown in tutta sicurezza, con tutte le garanzie di sicurezza”. D. “Non avete previsto delle aperture differenziate a livello regionale? Per esempio in tutta la Puglia oggi ci sono stati nove contagi, zero nella provincia di Lecce, e le persone sono ancora chiuse in casa, mentre qui a Bergamo trecentomila persone stanno andando al lavoro senza uno screening”. Conte: “Guardi questo discorso è molto relativo, perché lei se guarda la curva epidemiologica può avere in Puglia un tot numero di contagiati in un giorno, che possono essere di più il giorno dopo. L’abbiamo scoperto anche con il paziente zero, era una situazione che sembrava assolutamente ben circoscritta e da un momento all’altro ci è scoppiato un focolaio” D. “Focolaio che non avete contenuto” Conte: “Non funziona così, guardi, il sistema produttivo e l’allentamento non può dipendere dal numero dei contagiati di un giorno. Ci sono dei dati che vanno elaborati su una curva anche lunga, vanno esaminati nel corso del tempo. All’esito di questo si procede. Detto questo noi stiamo adesso allentando il lockdown sulla base di un piano ben articolato e ben strutturato, dove c’è anche la possibilità di intervenire per chiudere di nuovo il rubinetto, come ho già detto, se ovviamente i dati incrociati sulla base di parametri predefiniti ci diranno che la curva del contagio sta risalendo oltre una certa soglia”. D. “Però i lavoratori non sono mappati in questo momento, non è stato fatto un test, i lavoratori vanno al lavoro al buio…” Conte: “Se in questo Paese dovessimo mappare tutti i lavoratori chiuderemmo per qualche anno. Funziona così, guardi”. Inascoltato il grido di paura dei cittadini
Dunque, ancora una volta il premier garantisce un piano d’azione strutturato con tutte le misure di sicurezza possibili, senza però voler davvero ascoltare il grido di paura e di incertezza dei cittadini di questa provincia martoriata, la maggior parte dei quali torneranno al lavoro senza avere la certezza né di aver contratto il Covid-19, quindi tantomeno di essere infetti o di poter essere infettati. Ancora sulla zona rossa
Ma la mazzata più grossa, passateci il termine, arriva nel momento in cui Conte torna sulla mancata zona rossa. Perché se il Presidente del Consiglio è a Bergamo doveva sentirsi in dovere di dare una risposta finalmente coerente su come mai non è più stata fatta la zona rossa, su come mai si è temporeggiato una settimana (quella che va dal 2 all’8 marzo) e soprattutto su chi ha deciso di rimandare indietro i carabinieri pronti a chiudere i varchi di Nembro e Alzano. Tutti noi sappiamo che quei giorni sono stati cruciali, perché la gente ha continuato a circolare e con lei il virus che ha raggiunto ogni angolo della nostra provincia. E sappiamo anche che le misure intraprese l’8 marzo non erano quelle di una zona rossa, ma di una zona arancione che ha permesso di spostarsi ancora all’interno della Regione fino alla delibera regionale del 12 marzo. Di questo ritardo mostruoso e di questo sottovalutazione qualcuno prima o poi dovrà rendercene conto. Il dibattito sulla zona rossa
D. Perché non è stata fatta la zona rossa? Conte: “Sulla zona rossa ho già fatto una dichiarazione sui due comuni e ho spiegato perché, nel momento in cui ci è stata proposta una zona rossa, assolutamente l’abbiamo considerata, abbiamo esaminato meglio le ragioni sulla base di un contagio che comunque appariva già diffuso, non solo nei piccoli comuni del bergamasco, che ben ricordate, ma anche a Bergamo c’erano dei casi di contagio e un po’ in tutta la Lombardia. A quel punto lì abbiamo chiesto un approfondimento al comitato tecnico scientifico, la sera del 5 marzo, ricordo a memoria, è arrivata la relazione, il giorno 6 mi sono precipitato in protezione civile a discutere con loro quale era la soluzione migliore, la sera del 7 ho firmato il DPCM che ha reso di fatto tutta la Lombardia zona rossa”. D. “E’ stata resa zona arancione, non zona rossa, non sono state chiuse le attività produttive” Conte: “Ascolti, zona rossa nella misura in cui dal giorno 7 della firma del decreto non c’è stata più la possibilità di spostarsi nemmeno all’interno del comune” D. “Però le fabbriche non le avete chiuse!” Conte: “Guardi, se lei un domani avrà la responsabilità di Governo, scriverà lei i decreti e assumerà lei tutte le decisioni”. D. Guardando i numeri possiamo dire che non è andato tutto bene, che è stato un disastro in Lombardia? (incalza una collega di Fanpage) Conte: “In Lombardia è una situazione molto critica, una situazione che ha creato molta sofferenza, in tutto il paese, siamo tutti lombardi, non c’è da far distinzione”. Così Conte si allontana, ha parlato alla stampa, e dunque con tutta la popolazione bergamasca, pochi minuti. Ci ha detto in sostanza, di stare tranquilli, che in passato degli errori sono stati commessi (senza attribuire responsabilità a nessuno) ma che ora è tutto a posto. Si è innervosito, è comprensibile. E’ stanco, come noi. E’ umano, come noi. Ma noi delle risposte più consone ce le aspettavamo. Noi che abbiamo perso i nostri cari per la mancanza di respiratori; noi che non abbiamo nemmeno potuto salutare i nostri morti; noi che ci sono stati giorni che non riuscivamo a contare le sirene delle ambulanze e le campane da morto. Noi oggi probabili Covid-19, forse malati, forse guariti, forse infetti, forse infettabili ma certamente pronti a ripartire. Secondo quale regola? Non si sa. Non ci sono tamponi, non ci sono test. Si spera che quelle poche mascherine che abbiamo bastino. Si spera che nelle fabbriche siano adottate tutte le misure di sicurezza. Si spera che il virus non incontri noi e i nostri cari e soprattutto che chi ci amministra a tutti i livelli un giorno mostri un po’ più di comprensione.
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Questi sono comunque servizi che, in generale, lasciano il tempo che trovano, come gli "esperimenti sociali": magari hai 20 persone che ti rispondono e mostri solo i 2 polli che non sanno nulla, altrimenti il servizio non ha motivo di esistere.
Cosa grave è quando non si prende una persona a caso, ma il più grande critico di qualcosa che non sa cosa sia.
Sarò impopolare, ma Le Iene sono tv spazzatura, più interessate a sensazionalismo, audience e giustizialismk spicciolo, senza togliere nulla a quei pochi buoni servizi fatti.
Tu sei veramente fissato e ossessionato da quest'uomo.
Ma sbloccati.
Originariamente Scritto da Sean
Tu non capisci niente, Lukino, proietti le tue fissi su altri. Sei di una ignoranza abissale. Prima te la devi scrostare di dosso, poi potremmo forse avere un dialogo civile.
Tu sei veramente fissato e ossessionato da quest'uomo.
Ma sbloccati.
Se si parla di un topic specifico, come si può definire ossessione tirare in ballo la persona che più di tutti sta lucrando sullo stesso specifico topic?
Sblocca un pò il cervello, che parlare del politico forse più influente del paese quando si parla di politica e argomenti che lui stesso ha monopolizzato non è "ossessione", ma correttezza.
Il problema è che ti rode è che la stessa persona che supporti è la stessa che ci considera dei terroni di merda e che è completamente ignorante riguardo le battaglie che porta avanti e il fatto che venga sottolineato mette in dubbio la tua capacità di giudizio nei suoi confronti.
Comunque io trovo assurdo che un'intera comunità, che era ed è un bel posto, è trasformata in un *******io totale da due cose: un utente, noto a tutti, ed un altro utente che (a turno, non sempre lo stesso magari) decide di dargli corda.
Ovviamente non ho letto nulla ne di ciò che ha scritto lui ne di chi gli risponde.
Ma vi rendete conto in cosa trasformate le discussioni ?
Comunque io trovo assurdo che un'intera comunità, che era ed è un bel posto, è trasformata in un *******io totale da due cose: un utente, noto a tutti, ed un altro utente che (a turno, non sempre lo stesso magari) decide di dargli corda.
Ovviamente non ho letto nulla ne di ciò che ha scritto lui ne di chi gli risponde.
Ma vi rendete conto in cosa trasformate le discussioni ?
"Era ed è un bel posto".
Prima che Sergio ripulisse un pò sezione trash, neonazisti, bestemmie, gente che parla di avventure con troioni, inculate, discussioni su superiorità razziale, sessismo, teste pelate, tute macchiate di fluidi corporei e facce.
Un sogno che si avvera insomma. No come quell'utente che rovina TUTTO trasformando questo luogo di cultura in un troiaio.
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