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Te l aveva prescritto un medico?
Per dormire c'è moltissimo altro senza ricorrere a psicofarmaci. Mi pare inoltre di capire che sei ignorante in materia visto che uno psicofarmaco deve essere preso rispettando alcune fasi e non si può staccarlo di colpo.
comunque imho sono molto utili, poi dipende dal problema
Certo che si , ci vuole la ricetta .
Non ho staccato di colpo ho scalato come da istruzioni.
Eh ma la melatonina non da assufazione come le benzodiaziepine come lo xanax o il tavor tanto per citarne due dei più famosi
Hai ragione. Non mi sono spiegato bene.
Gli psicofarmaci colpiscono molto l'immaginario collettivo perché toccano le sostanze che circolano nel cervello e danno l'idea di pasticciare con la personalità e la nostra sfera più intima. E' bene allora tenere presente che anche sostanze apparentemente più innocue hanno lo stesso effetto, sebbene molto meno marcato. Anche la dieta può alterare in maniera significativa i livelli neuroendocrini - pensa a come cambia l'umore quando si comincia una dieta chetogenica o come cambia l'attivazione mentale quando si fa un digiuno. Questo per dire che modificare gli equilibri del cervello con sostanze esogene è comunque un'esperienza molto comune e non limitata agli psicofarmaci, quindi non è il caso di essere troppo ansiosi rispetto alla loro modalità d'azione. Certo vanno presi con cautela e supervisione, ma sono e restano medicine, non sostanze misteriose e esoteriche.
Originariamente Scritto da Sean
Bob è pure un fervente cattolico.
E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.
Alice - How long is forever? White Rabbit - Sometimes, just one second.
Hai ragione. Non mi sono spiegato bene.
Gli psicofarmaci colpiscono molto l'immaginario collettivo perché toccano le sostanze che circolano nel cervello e danno l'idea di pasticciare con la personalità e la nostra sfera più intima. E' bene allora tenere presente che anche sostanze apparentemente più innocue hanno lo stesso effetto, sebbene molto meno marcato. Anche la dieta può alterare in maniera significativa i livelli neuroendocrini - pensa a come cambia l'umore quando si comincia una dieta chetogenica o come cambia l'attivazione mentale quando si fa un digiuno. Questo per dire che modificare gli equilibri del cervello con sostanze esogene è comunque un'esperienza molto comune e non limitata agli psicofarmaci, quindi non è il caso di essere troppo ansiosi rispetto alla loro modalità d'azione. Certo vanno presi con cautela e supervisione, ma sono e restano medicine, non sostanze misteriose e esoteriche.
Mai preso nulla a parte la Camomilla... e non è che abbia avuto una vita proprio tranquilla. Contrario tranne in casi estremi (tipo se uno è a rischio suicidio o l'ha tentato... se ci sono rischi gravi per l'incoumità altrui, ecc)
P.S.
Le benzodiazepine sono le droghe più dannose in circolazione... non sono "oggetti esotici", sono veri veleni da usare come extrema ratio quando tutto il resto fallisce e si ha paura che l'individuo (non mi piace chiamarlo "soggetto" o "paziente") non arrivi al giorno dopo (IMHO)
P.S.
Le benzodiazepine sono le droghe più dannose in circolazione... non sono "oggetti esotici", sono veri veleni da usare come extrema ratio quando tutto il resto fallisce e si ha paura che l'individuo (non mi piace chiamarlo "soggetto" o "paziente") non arrivi al giorno dopo (IMHO)
se si arriva a quel punto è difficile che un paio di pillole la sera prima cambino la situazione
ma infatti servono per tamponare un momento di estrema crisi e sappiamo anche che danno dipendenza, detto questo meglio usare un tavor tutti i giorni che non riuscire a vivere
sono gli anti depressivi che servono a curare a lungo termine
di sicuro sono farmaci da prendere sotto stretto contatto di uno specialista
Non funzionano solo come tampone.
I disturbi d'ansia, per esempio, sono l'espressione dell'attivazione cronica dei circuiti neurormonali di attacco-fuga. Si sta perennemente nello stato neurofisiologico che serve a fronteggiare una minaccia, ma non c'è una vera minaccia da fronteggiare e l'attivazione non può essere scaricata. Alla lunga questo porta a un riconnessione cerebrale in cui il tipo di elaborazione dati delle situazioni di pericolo prende il sopravvento sulle altre, e il feedback ormonale stabilisce un nuovo set-point. Si è perennemente sotto stress e si vive sotto la minaccia di un pericolo inesistente e indefinito.
Prendere una medicina adeguata può smorzare l'attivazione ansiosa cronica e portare a una situazione mentale e cerebrale più equilibrata. Questo dà la possibilità di lavorare sui contenuti mentali in maniera meno difficoltosa e permette di effettuare una riconnessione in direzione più favorevole.
Esiste un problema, ovvero che i farmaci sono di solito prescritti su base nosografica e non funzionale, ovvero vengono usati per sopprimere i sintomi invece che come strumento per correggere la disfunzione (una volta che essa sia stata individuata. Questo è un difetto della clinica e non un limite intrinseco dei farmaci. Per fare un parallelo, c'è differenza tra prescrivere un antidolorifico con il solo scopo di eliminare il dolore di una tendinite e prescriverlo con l'intento di rendere la parte di nuovo utilizzabile per poter effettuare pratiche che curino la disfunzione (allenamenti, fisioterapia ecc.)
Originariamente Scritto da Sean
Bob è pure un fervente cattolico.
E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.
Alice - How long is forever? White Rabbit - Sometimes, just one second.
in assoluto d'accordo con Bob. apparte che di psicofarmaci ne esistono di motissimi tipologie è quelle che tendono a dare farmacodipendenza sono solo alcuni di essi come i sedativo-ipnoici (benzodiazepine) quindi non è vero la generalizzazione che sono "droghe".
le benzodiazepine per esempio sono utilissime nel controllo dei sintomi da astinenza di alcol, possono essere usate in situazioni acute di stato epilettico e inoltre nel controllo dei disturbi muscolari di malattie degenerative come la sclerosi multipla.
il loro impiego come farmaci ansiolitici è stato ormai soppiantato dall'utilizzo di farmaci antidepressivi nei trattamenti prolungati.
sono tutti farmaci complessi, con i relativi effetti collaterali, ma dire che danno dipendenza e sindromi di astinenza tutti, non è corretto.
senza contare che visto dall'esterno una patologia mentale, soprattutto ansia (con le sue varianti) e depressione, non è una semplice mancanza di volontà o incapacità della persona ad affrontare la vita.
sono malattie orribili, dove viene a mancare proprio quella spinta in più che spesso permettere di trattare con successo anche patologie molto più gravi (più gravi, nell'immagine collettiva): la volontà di guarire e vivere della persona.
l'uso indiscriminato dei farmaci non va bene, ed io sono una forte sostenitrice dell'approccio psicoterapeutico abbinato,ma questo spesso non è sufficiente: e soprattutto con la depressione, il rischio di perdere una vita, giustifica ampiamente l'uso di farmaci antidepressivi (che ribadisco non danno dipendenza e quindi non danno astinenza alla loro sospensione). ma purtroppo l'ideale collettivo ha creato una paura esagerata e le stesse persone, "vittime" di questi dogmi, rifiutano delle terapie che spesso si rivelano salvavita.
parlo per esperienza non personale ma diretta da familiare affetto e da studente di medicina, che ha passato moltissimi mesi nel TSO.
spero di non aver offeso nessuno e che si capisca il tono del mio messaggio, vorrei solo che ci fosse più sensibilità e informazione su dei temi che ancora rimangono avvolti da preconcetti datati...come il dogma depressione=mancanza di forza di volontà che anche in ospedale ho sentito troppe volte riferite a persone che hanno la sola colpa di essere malate.
in assoluto d'accordo con Bob. apparte che di psicofarmaci ne esistono di motissimi tipologie è quelle che tendono a dare farmacodipendenza sono solo alcuni di essi come i sedativo-ipnoici (benzodiazepine) quindi non è vero la generalizzazione che sono "droghe".
le benzodiazepine per esempio sono utilissime nel controllo dei sintomi da astinenza di alcol, possono essere usate in situazioni acute di stato epilettico e inoltre nel controllo dei disturbi muscolari di malattie degenerative come la sclerosi multipla.
il loro impiego come farmaci ansiolitici è stato ormai soppiantato dall'utilizzo di farmaci antidepressivi nei trattamenti prolungati.
sono tutti farmaci complessi, con i relativi effetti collaterali, ma dire che danno dipendenza e sindromi di astinenza tutti, non è corretto.
senza contare che visto dall'esterno una patologia mentale, soprattutto ansia (con le sue varianti) e depressione, non è una semplice mancanza di volontà o incapacità della persona ad affrontare la vita.
sono malattie orribili, dove viene a mancare proprio quella spinta in più che spesso permettere di trattare con successo anche patologie molto più gravi (più gravi, nell'immagine collettiva): la volontà di guarire e vivere della persona.
l'uso indiscriminato dei farmaci non va bene, ed io sono una forte sostenitrice dell'approccio psicoterapeutico abbinato,ma questo spesso non è sufficiente: e soprattutto con la depressione, il rischio di perdere una vita, giustifica ampiamente l'uso di farmaci antidepressivi (che ribadisco non danno dipendenza e quindi non danno astinenza alla loro sospensione). ma purtroppo l'ideale collettivo ha creato una paura esagerata e le stesse persone, "vittime" di questi dogmi, rifiutano delle terapie che spesso si rivelano salvavita.
parlo per esperienza non personale ma diretta da familiare affetto e da studente di medicina, che ha passato moltissimi mesi nel TSO.
spero di non aver offeso nessuno e che si capisca il tono del mio messaggio, vorrei solo che ci fosse più sensibilità e informazione su dei temi che ancora rimangono avvolti da preconcetti datati...come il dogma depressione=mancanza di forza di volontà che anche in ospedale ho sentito troppe volte riferite a persone che hanno la sola colpa di essere malate.
Quoto, purtroppo nell'immaginario comune ( che viene alimentato pure dai media, basta vedere in quanti film-serie tv viene passata questa concezione) sono visti quasi come droghe, o comunque qualcosa da non prendere se non in casi eccezionali.
Poi la depressione viene sempre banalizzata e scambiata con fluttuazioni dell'umore, che è l'equivalente di scambiare un'influenza con un cancro.
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