All'Islam va permesso (se ci sarà) un libero processo storico entro le sue terre. Percorso naturale, percorso loro. L'occidente non deve dare mostra di impicciarsi, di aggredirli, di attaccarli, di volerli cambiare da fuori, con interventi spesso di pura e semplice invasione. L'Islam nasce in una determinata zona del mondo, per una ben determinata razza, che ha avuto ed ha una sua storia: non siamo noi i giudici universali di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato, non dobbiamo assumere visioni occidentalocentriche.
Così facendo, come dice Manx forse subiranno processi evoluzionistici o di approfondimento/mutamento dei fondamenti religiosi. Se ci impicciamo, quei fondamenti diventeranno fondamentalismi, reazioni violente a quello che si giudica essere un attacco alla loro identità.
La ragione non sta, attenzione, tutta dalla parte nostra...anche se questo non giustifica, ovviamente, gli attentati...anche perchè gli attentati vengono compiuti qua, dove anche per noi vale lo stesso discorso fatto per loro: entro le nostre terre, abbiamo avuto uno sviluppo storico nostro, nasciamo con la Grecia, poi Roma, poi la società cristiana, poi l'illuminismo, poi l'era industriale, poi il Novecento e le ideologie e sino ad oggi: un percorso lungo, faticoso, però nostro.
Come non possiamo riversare tre millenni di storia in un giorno sulle loro teste (e magari con le bombe umanitarie), così loro non possono riportare le lancette della storia a Maometto e le sue guerre sante contro gli infedeli. Per questo il mondo è irriducibile ad ogni multiculturalismo, ad ogni commistione in vitro imposta politicamente. Popoli, nazioni, tradizioni sono realtà, non parole vuote. Realtà che hanno i loro effetti vivi ancora oggi.
Travasare milioni e milioni di persone con altre culture, religioni, tradizioni è un qualcosa di innaturale che non può non scatenare reazioni da una parte e dall'altra. Qua non si tratta di un semplice accoglimento di quote lavoro per far fronte a nuove esigenze di noi occidentali: è qualcosa di molto più grande e di incontrollato, che non governiamo più.
Questa autentica invasione, come ogni invasione produce mutamenti nel tessuto sociale. Produce distorsioni nel corso della storia: è come se l'occidente si spostasse in arabia: un aborto storico.
Ritorniamo a questi semplici principi, al riconoscimento delle diversità, delle differenziazioni, delle tante storie e dei tanti popoli ciascuno entro la propria terra. Questo è il rispetto più vero. Non invasioni demografiche da una parte nè l'uggia di volersi credere il "migliore dei mondi possibili" dall'altra.
Così facendo, come dice Manx forse subiranno processi evoluzionistici o di approfondimento/mutamento dei fondamenti religiosi. Se ci impicciamo, quei fondamenti diventeranno fondamentalismi, reazioni violente a quello che si giudica essere un attacco alla loro identità.
La ragione non sta, attenzione, tutta dalla parte nostra...anche se questo non giustifica, ovviamente, gli attentati...anche perchè gli attentati vengono compiuti qua, dove anche per noi vale lo stesso discorso fatto per loro: entro le nostre terre, abbiamo avuto uno sviluppo storico nostro, nasciamo con la Grecia, poi Roma, poi la società cristiana, poi l'illuminismo, poi l'era industriale, poi il Novecento e le ideologie e sino ad oggi: un percorso lungo, faticoso, però nostro.
Come non possiamo riversare tre millenni di storia in un giorno sulle loro teste (e magari con le bombe umanitarie), così loro non possono riportare le lancette della storia a Maometto e le sue guerre sante contro gli infedeli. Per questo il mondo è irriducibile ad ogni multiculturalismo, ad ogni commistione in vitro imposta politicamente. Popoli, nazioni, tradizioni sono realtà, non parole vuote. Realtà che hanno i loro effetti vivi ancora oggi.
Travasare milioni e milioni di persone con altre culture, religioni, tradizioni è un qualcosa di innaturale che non può non scatenare reazioni da una parte e dall'altra. Qua non si tratta di un semplice accoglimento di quote lavoro per far fronte a nuove esigenze di noi occidentali: è qualcosa di molto più grande e di incontrollato, che non governiamo più.
Questa autentica invasione, come ogni invasione produce mutamenti nel tessuto sociale. Produce distorsioni nel corso della storia: è come se l'occidente si spostasse in arabia: un aborto storico.
Ritorniamo a questi semplici principi, al riconoscimento delle diversità, delle differenziazioni, delle tante storie e dei tanti popoli ciascuno entro la propria terra. Questo è il rispetto più vero. Non invasioni demografiche da una parte nè l'uggia di volersi credere il "migliore dei mondi possibili" dall'altra.
Commenta