Attacco a Parigi

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  • fede79
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    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
    Piuttosto, in tante pagine e post, non ho ancora letto soluzioni possibili al problema presente da parte di chi sostiene che sia giusta l'accoglienza, da parte di chi crede nel multiculturalismo, da parte di chi pensa che l'integrazione sulla condivisione di valori comuni sia realizzabile, da parte di chi è insomma d'accordo con la direzione presa dall'occidente...e so che ce ne sono. Se ne può parlare non è vietato...anzi, sarebbe estremamente utile sentire le ragioni di chi sostiene una politica inclusivista e di completa apertura: come fare? Come portarla a compimento? Come rapportarsi con alterità che vengono da mondi lontani?
    Ho letto dal primo post tutti gli scambi di idee, insulti (piu' o meno velati), commenti, deliri, notando come ognuno interpreta l'attentato a Parigi in modo differente.

    Grazie a qualcuno (i primi che mi vengono in mente sono Manx e Barone, che mi hanno fatto spendere piu' di 50 Euro su Amazon per l'acquisto di libri, grazie ancora eh) sto cercando di capire le dinamiche che girano attorno alle religioni, le civilta', la Ragione, ecc...

    Sicuramente, nella mia ignoranza, la prima cosa che mi e' saltata all'occhio e' la diversita' culturale: il voler "imporre" certe regole. Il contrasto piu' evidente sta nel principio tra legge Islamica e legge "Temporale", il nodo e' impossibile da sciogliere.
    Per l'Islam, il Profeta e' legge, per noi cristiani Dio e' fede, stop (mi fermo al cristiano perche' l'unico che conosco un po' piu' nel profondo). Come nel Corano, anche nella Bibbia ci sono dei passi ambigui che potrebbero portare a pensare che chi non rispetta le regole cristiane e' un nemico, e' qui dovremmo prestare attenzione.

    Ritornando in Topic, una parte fondamentale potrebbero farla proprio gli Imam, loro sono le "guide" del popolo islamico, sensibilizzando maggiormente tutti quegli islamici moderati, a rigettare questi gesti che nulla hanno a che fare con le parole del Profeta. Su questo mi pare che la Chiesa abbia fatto molti passi avanti, sicuramente ci sono voluti secoli, ma la vedo una delle poche vie possibili.
    sigpic
    Free at last, they took your life
    They could not take your PRIDE

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    • Efferosso
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      • Dec 2014
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      Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio
      Ho letto dal primo post tutti gli scambi di idee, insulti (piu' o meno velati), commenti, deliri, notando come ognuno interpreta l'attentato a Parigi in modo differente.

      Grazie a qualcuno (i primi che mi vengono in mente sono Manx e Barone, che mi hanno fatto spendere piu' di 50 Euro su Amazon per l'acquisto di libri, grazie ancora eh) sto cercando di capire le dinamiche che girano attorno alle religioni, le civilta', la Ragione, ecc...

      Sicuramente, nella mia ignoranza, la prima cosa che mi e' saltata all'occhio e' la diversita' culturale: il voler "imporre" certe regole. Il contrasto piu' evidente sta nel principio tra legge Islamica e legge "Temporale", il nodo e' impossibile da sciogliere.
      Per l'Islam, il Profeta e' legge, per noi cristiani Dio e' fede, stop (mi fermo al cristiano perche' l'unico che conosco un po' piu' nel profondo). Come nel Corano, anche nella Bibbia ci sono dei passi ambigui che potrebbero portare a pensare che chi non rispetta le regole cristiane e' un nemico, e' qui dovremmo prestare attenzione.

      Ritornando in Topic, una parte fondamentale potrebbero farla proprio gli Imam, loro sono le "guide" del popolo islamico, sensibilizzando maggiormente tutti quegli islamici moderati, a rigettare questi gesti che nulla hanno a che fare con le parole del Profeta. Su questo mi pare che la Chiesa abbia fatto molti passi avanti, sicuramente ci sono voluti secoli, ma la vedo una delle poche vie possibili.
      Piccolo OT. Ci terrei a sottolineare che tutti i vari passaggi "ambigui" delle Bibbia per un Cristiano credente vengono superati dal più importante comandamento di Cristo: ama il prossimo tuo come te stesso.

      Tornando in topic, la prima chiave di lettura è quella in grassetto. Cioè da qui non si scappa.

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      • LARRY SCOTT
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        Originariamente Scritto da Micene Visualizza Messaggio
        Sarai un bot programmato da 12 enne probabilmente.
        Vai a Roma a chiedere udienza per vedere se ti fanno l'upgrade.
        Il bello è che qualche utente mongoloide l'ha ha pure reputato, chissà chi

        Micene non hai capito...le tue provocazioni da adolescente non mi interessano, e non mi interessa avere dibattiti o scambi di idee con te, è palese. Quindi chiudila qui per favore. Se vuoi scrivere l'ultima parola per trarne soddisfazione scrivila pure, io con te ho finito.




        In ogni caso, tornando in topic:


        http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/11/18/news/varese_studentesse-127648227/


        ^
        Direi che è significativo.
        Last edited by Ospite; 19-11-2015, 12:45:21.

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        • Sean
          Csar
          • Sep 2007
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          Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio

          Ritornando in Topic, una parte fondamentale potrebbero farla proprio gli Imam, loro sono le "guide" del popolo islamico, sensibilizzando maggiormente tutti quegli islamici moderati, a rigettare questi gesti che nulla hanno a che fare con le parole del Profeta. Su questo mi pare che la Chiesa abbia fatto molti passi avanti, sicuramente ci sono voluti secoli, ma la vedo una delle poche vie possibili.
          Molto interessante tutto il tuo post, sintesi di chi si è fatto una idea leggendo, osservando, rimuginando e poi concludendo con una sua idea, una sua sintesi essenzialmente esatta, almeno a grandi linee.

          Vorrei chiederti, circa la parte in neretto, questa "via possibile" si deve attuare qui (dentro l'occidente) o fuori da qui (cioè a casa loro)?

          Te lo chiedo perchè anche io credo che la storia debba fare il suo corso per ciascun popolo, per ciascuna civiltà...altrimenti popoli e civiltà avranno sempre la sensazione di voler essere inculturati da civiltà e forme di pensiero aliene, che avvertono estranee se non proprio ostili. Se accadesse un "rinascimento" spontaneo entro la civiltà islamica, sarebbe una cosa; se questo rinascimento noi crediamo di poterglielo infondere "convertendoli" coi nostri stili di vita occidentali, è ben altra...facile che si scatenino reazioni a difesa della loro integrità, della loro identità.

          Ecco perchè in nuce il multiculturalismo fallisce: non tiene in debito conto il naturale svolgersi della storia, che ha i suoi tempi. Una cosa è un albero che nasce divaricandosi poi dallo stesso tronco in diversi rami (le nostre nazioni, il nostro pensiero occidentale, le nostre culture che però, fondamentalmente, qualcosa in comune lo hanno sempre...il tronco originario). Ben altra cosa è un innesto forzato: nel caso dell'Islam gli si chiede un salto in avanti di mille anni.

          La reazione evidentemente non è poi solo di chi vogliamo e pensiamo di poter assimilare entro i nostri valori occidentali...la reazione è anche dell'occidente, dove parte della popolazione va in allarme, si crea il cosiddetto "scontro di civiltà"...e non è detto che non sfoci, un domani, nel contrario di quanto vanno sostenendo i fan del multiculturalismo, ovvero una riscoperta dei nazionalismi, in una opposizione reazionaria, conservatrice, xenofoba, a difesa piena e totale delle "identità" locali/nazionali.

          Quindi non credo che alfa e omega possano stare assieme forzatamente, perchè è una visione meramente e ciecamente occidentalocentrica (e in sintesi suprematista) quella che vorrebbe che il nostro è il migliore dei mondi...e quindi ci pare impossibile che altri non siano contenti di sciogliersi dentro questo indifferentismo avaloriale, dove tutto è uguale a tutto e dunque, in sostanza, vuoto, un contenitore capace di poter contenere ogni forma di credo, di vita, di pensiero.

          Siccome l'Islam professa una identità forte, prettamente religiosa, ad orizzonte trascendente (dunque verticale e non orizzontale, immanente), etica (dunque valoriale), in certe punte teocratica (Allah legifera e non gli stati), appare solare come sia impossibile l'integrazione piena e come sia fallato il nostro concetto di multiculturalismo.

          Se non si permette lo sviluppo storico entro le loro terre dalle loro radici, a soffrire saranno in due: occidente ed Islam. Due alberi distinti, non due rami dello stesso albero.
          Last edited by Sean; 19-11-2015, 12:53:30.
          ...ma di noi
          sopra una sola teca di cristallo
          popoli studiosi scriveranno
          forse, tra mille inverni
          «nessun vincolo univa questi morti
          nella necropoli deserta»

          C. Campo - Moriremo Lontani


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          • Efferosso
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            Originariamente Scritto da LARRY SCOTT Visualizza Messaggio
            Il bello è che qualche utente mongoloide l'ha ha pure reputato, chissà chi

            Micene non hai capito...le tue provocazioni ingenue ed infantili non mi interessano, e non mi interessa avere dibattiti o scambi di idee con te, è palese. Quindi chiudila qui per favore. Se vuoi scrivere l'ultima parola per trarne soddisfazione scrivila pure, io con te ho finito.




            In ogni caso, tornando in topic:


            http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/11/18/news/varese_studentesse-127648227/


            ^
            Direi che è significativo.
            Per onore di cronaca va detto che in classe un altro mussulmano (maschio, non so se può fare differenza) è rimasto e ha onorato il minuto di silenzio, e che oggi è venuta fuori la notizia (penso attraverso la preside dell'istituto) secondo cui le sei studentesse in questione avrebbero protestato in questo modo contro al fatto che il minuto di silenzio era previsto per i francesi e non per tutte le altre vittime di attentati.

            Io avrei agito personalmente, ma tant'è.

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            • LARRY SCOTT
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              Originariamente Scritto da Efferosso Visualizza Messaggio
              Per onore di cronaca va detto che in classe un altro mussulmano (maschio, non so se può fare differenza) è rimasto e ha onorato il minuto di silenzio, e che oggi è venuta fuori la notizia (penso attraverso la preside dell'istituto) secondo cui le sei studentesse in questione avrebbero protestato in questo modo contro al fatto che il minuto di silenzio era previsto per i francesi e non per tutte le altre vittime di attentati.

              Io avrei agito personalmente, ma tant'è.
              Punto focalissimo: la divisione interna ai sunniti sulla questione, compresi quelli che abbiamo in casa.

              Quella del ''minuto etc altri morti che non si fila nessuno'' è un bel mirror climbing, ma all'opinione pubblica, ormai tutta liberal, andrà benissimo ed anzi le daranno ragione.

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              • Sean
                Csar
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                Originariamente Scritto da LARRY SCOTT Visualizza Messaggio




                In ogni caso, tornando in topic:


                http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/11/18/news/varese_studentesse-127648227/


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                Direi che è significativo.
                Sì, è significativo...ma noi non siamo la terra della libertà? E allora quelle studentesse non hanno forse il diritto di uscire dalla classe perchè trovano sommamente ipocrita che si faccia minuto di silenzio per Parigi e non, che so, per gli attentati islamici in Nigeria?

                Vedete a che paradossi siamo? Potremmo trovarne a decine, centinaia. Ora le studentesse vengono denunciate alla digos: e per che cosa? Quindi sta libertà di pensiero e di religione c'è o non c'è? E questo occidente multiculturale e dai valori "universali", piange con un occhio solo o dovrebbe piangere sempre, anche quando a morire sono altri e lontani, ma sempre per la stessa mano (fondamentalismo islamico)? Decidiamoci, perchè sennò qualcosa non quadra, a me pare.

                E' chiaro, come dice il sindaco, che quelle ragazze sono espressione di quanto parlano a casa: le loro famiglie dicono che l'occidente è ipocrita, falso, che piange solo per gli occidentali e non per i musulmani morti e che dunque l'integrazione è di facciata e che in verità vogliono far scomparire la fede in Allah per occidentalizzarli. Ecco di cosa parlano. L'integrazione la vedono come perdita di identità, quote che loro non sono disposti a cedere, quelle ragazze ne sono un esempio schietto e sincero: non andrebbero punite, andrebbero premiate perchè valgono molto più di qualunque editoriale, di qualunque dibattito che vuole convincerci che noi siamo sempre dalla parte giusta e che i musulmani sono disposti ad integrarsi, che cioè il multiculturalismo è una via luminosa, razionale, possibile. Andiamo a dirlo ai genitori di quelle ragazze.

                Cos'è, li integriamo a forza di digos?
                Last edited by Sean; 19-11-2015, 13:07:03.
                ...ma di noi
                sopra una sola teca di cristallo
                popoli studiosi scriveranno
                forse, tra mille inverni
                «nessun vincolo univa questi morti
                nella necropoli deserta»

                C. Campo - Moriremo Lontani


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                • fede79
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                  Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                  Molto interessante tutto il tuo post, sintesi di chi si è fatto una idea leggendo, osservando, rimuginando e poi concludendo con una sua idea, una sua sintesi essenzialmente esatta, almeno a grandi linee.

                  Vorrei chiederti, circa la parte in neretto, questa "via possibile" si deve attuare qui (dentro l'occidente) o fuori da qui (cioè a casa loro)?

                  Te lo chiedo perchè anche io credo che la storia debba fare il suo corso per ciascun popolo, per ciascuna civiltà...altrimenti popoli e civiltà avranno sempre la sensazione di voler essere inculturati da civiltà e forme di pensiero aliene, che avvertono estranee se non proprio ostili. Se accadesse un "rinascimento" spontaneo entro la civiltà islamica, sarebbe una cosa; se questo rinascimento noi crediamo di poterglielo infondere "convertendoli" coi nostri stili di vita occidentali, è ben altra...facile che si scatenino reazioni a difesa della loro integrità, della loro identità.

                  Ecco perchè in nuce il multiculturalismo fallisce: non tiene in debito conto il naturale svolgersi della storia, che ha i suoi tempi. Una cosa è un albero che nasce divaricandosi poi dallo stesso tronco in diversi rami (le nostre nazioni, il nostro pensiero occidentale, le nostre culture che però, fondamentalmente, qualcosa in comune lo hanno sempre...il tronco originario). Ben altra cosa è un innesto forzato: nel caso dell'Islam gli si chiede un salto in avanti di mille anni.

                  La reazione evidentemente non è poi solo di chi vogliamo e pensiamo di poter assimilare entro i nostri valori occidentali...la reazione è anche dell'occidente, dove parte della popolazione va in allarme, si crea il cosiddetto "scontro di civilrà"...e non è detto che non sfoci, un domani, nel contrario di quanto vanno sostenendo i fan del multiculturalismo, ovvero una riscoperta dei nazionalismi, in una opposizione reazionaria, conservatrice, xenofoba, a difesa piena e totale delle "identità" locali/nazionali.

                  Quindi non credo che alfa e omega possano stare assieme forzatamente, perchè è una visione meramente e ciecamente occidentalocentrica (e in sintesi suprematista) quella che vorrebbe che il nostro è il migliore dei mondi...e quindi ci pare impossibile che altri non siano contenti di sciogliersi dentro questo indifferentismo avaloriale, dove tutto è uguale a tutto e dunque, in sostanza, vuoto, un contenitore capace di poter contenere ogni forma di credo, di vita, di pensiero.

                  Siccome l'Islam professa una identità forte, prettamente religiosa, ad orizzonte trascendente (dunque verticale e non orizzontale, immanente), etica (dunque valoriale), in certe punte teocratica (Allah legifera e non gli stati), appare solare come sia impossibile l'integrazione piena e come sia fallato il nostro concetto di multiculturalismo.

                  Se non si permette lo sviluppo storico entro le loro terre dalle loro radici, a soffrire saranno in due: occidente ed Islam. Due alberi distinti, non due rami dello stesso albero.
                  Leggendo, ho notato che diversi attentatori, sono comunque nati e cresciuti in Europa (l'ultima e' la ragazza che ieri si e' fatta saltare in aria a St. Denis, e francese a tutti gli effetti), quindi gli Imam Europei potrebbero cominciare a tracciare questa strada. Inoltre gli stessi Imam fungono da "raccordo" tra oriente e occidente, conoscono, ognuno nella propria zona, chi e' moderato, chi meno, insomma un po' come i parroci di periferia qui da noi (prendo l'Italia come esempio per gli stessi motivi di prima), poi c'e' sempre la pecora nera anche qui, ma sicuramente una scrematura potrebbero farla.
                  Dopo deve intervenire lo stato, censendo le persone piu' a rischio (l'Intelligence di ogni stato europeo conosce le zone piu' instabili); leggevo che Molenbeek e' da tempo stata segnalata alle autorita', ma il lassismo ha dato la possibilita' di far organizzare questi scellerati.
                  Addirittura a Parigi, ci sono diversi quartieri totalmente lasciati spogli dalle amministrazioni locali (Banlieue) dove nuclei terroristici possono nascere senza troppi problemi, e questa non e' colpa dell'Islam o del Profeta, qui e' mancanza dello stato; in questo caso parliamo di delinquenza classica, che uno stato attento potrebbe limitare il piu' possibile.
                  Qui a Roma ci sono quartieri off limits, ben conosciuti, l'unica differenza e' che la lotta perseguita dal delinquente locale e' differente da quella del terrorista islamico.
                  sigpic
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                  • Sil3nt
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                    Originariamente Scritto da LARRY SCOTT Visualizza Messaggio

                    In ogni caso, tornando in topic:


                    http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/11/18/news/varese_studentesse-127648227/


                    ^
                    Direi che è significativo.

                    LARRY penso invece che questo gesto ed il suo significato siano stati interpretati in maniera incorretta dalla pubblica amministrazione... mia madre fa l'insegnate alle superiori e mi ha raccontato che durante l'osservazione in aula del minuto di silenzio per le vittime di Parigi quasi tutti gli alunni, tutti italiani tra l'altro, sono saltati su per lo stesso identico motivo che ha tentato di spiegare la preside dell'istituto di Varese... ovvero polemizzare sulla decisione di rendere omaggio solo alle vittime di Parigi e non ad esempio a quelle dell'aereo russo...

                    Più che sugli ambienti frequentati dalle studentesse in questione, a cui sicuramente si erano uniti nella protesta anche altri alunni non musulmani ma questo la stampa si è dimenticata di pubblicarlo, mi preoccupa di più constatare che le nuove generazioni sono piene di collera e si ribellano totalmente a qualsiasi forma di istituzione e rispetto... con animi così inquieti e turbolenti non ci vuole certo molto a portarne anche qualcuno dei nostri nelle file dei terroristi...

                    Poi non sono sicuro che sviluppare campagne mediatiche di terrore contro i musulmani sia la strada da percorrere... è sicuramente quello che vuole l'Isis per spingere altri musulmani ad unirsi alla causa...

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                    • Sean
                      Csar
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                      Originariamente Scritto da fede79 Visualizza Messaggio
                      Leggendo, ho notato che diversi attentatori, sono comunque nati e cresciuti in Europa (l'ultima e' la ragazza che ieri si e' fatta saltare in aria a St. Denis, e francese a tutti gli effetti), quindi gli Imam Europei potrebbero cominciare a tracciare questa strada. Inoltre gli stessi Imam fungono da "raccordo" tra oriente e occidente, conoscono, ognuno nella propria zona, chi e' moderato, chi meno, insomma un po' come i parroci di periferia qui da noi (prendo l'Italia come esempio per gli stessi motivi di prima), poi c'e' sempre la pecora nera anche qui, ma sicuramente una scrematura potrebbero farla.
                      Dopo deve intervenire lo stato, censendo le persone piu' a rischio (l'Intelligence di ogni stato europeo conosce le zone piu' instabili); leggevo che Molenbeek e' da tempo stata segnalata alle autorita', ma il lassismo ha dato la possibilita' di far organizzare questi scellerati.
                      Addirittura a Parigi, ci sono diversi quartieri totalmente lasciati spogli dalle amministrazioni locali (Banlieue) dove nuclei terroristici possono nascere senza troppi problemi, e questa non e' colpa dell'Islam o del Profeta, qui e' mancanza dello stato; in questo caso parliamo di delinquenza classica, che uno stato attento potrebbe limitare il piu' possibile.
                      Qui a Roma ci sono quartieri off limits, ben conosciuti, l'unica differenza e' che la lotta perseguita dal delinquente locale e' differente da quella del terrorista islamico.
                      Sul punto degli Imam, il guaio è che, non essendoci autorità religiosa centrale, il mondo islamico va per i fatti suoi, ciascun spezzone decidendo per sè. E' maggiormente paragonabile (per la sua frammentazione) al protestantesimo cristiano che al cattolicesimo romano, essendo diviso, come il primo, in innumerevoli sette/interpretazioni/rivoli senza autorità centrale e gerarchica.

                      Per quanto riguarda il territorio, è la parte meno luccicante della integrazione: l'occidentale è buono e aperto però in salotto i Salam non ce li vuole. Non potendo mandarli via (altrimenti di che aperture parleremmo?) li confina in queste specie di ghetti, cedendo quote di territorio dove quelli non ricreano un modo di vita occidentale...no, si fanno le loro enclavi musulmane: eccola l'integrazione. Se si entra in quelle zone, si esce dall'occidente e si sta in una specie di nazione islamica a pieno regime.

                      Sono il rovescio della storia che i profeti del multiculturalismo non ci raccontano e non ci spiegano. Buttano la polvere sotto al tappeto ideologico, che deve sempre essere splendido, deve sempre andare tutto perfettamente bene, la facciata ordinata e convincente.
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                      • LARRY SCOTT
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                        Originariamente Scritto da Sil3nt Visualizza Messaggio
                        LARRY penso invece che questo gesto ed il suo significato siano stati interpretati in maniera incorretta dalla pubblica amministrazione... mia madre fa l'insegnate alle superiori e mi ha raccontato che durante l'osservazione in aula del minuto di silenzio per le vittime di Parigi quasi tutti gli alunni, tutti italiani tra l'altro, sono saltati su per lo stesso identico motivo che ha tentato di spiegare la preside dell'istituto di Varese... ovvero polemizzare sulla decisione di rendere omaggio solo alle vittime di Parigi e non ad esempio a quelle dell'aereo russo...

                        Più che sugli ambienti frequentati dalle studentesse in questione, a cui sicuramente si erano uniti nella protesta anche altri alunni non musulmani ma questo la stampa si è dimenticata di pubblicarlo, mi preoccupa di più constatare che le nuove generazioni sono piene di collera e si ribellano totalmente a qualsiasi forma di istituzione e rispetto... con animi così inquieti e turbolenti non ci vuole certo molto a portarne anche qualcuno dei nostri nelle file dei terroristi...

                        Poi non sono sicuro che sviluppare campagne mediatiche di terrore contro i musulmani sia la strada da percorrere... è sicuramente quello che vuole l'Isis per spingere altri musulmani ad unirsi alla causa...
                        Su questo sono d'accordo, ma è diversa la cosa... non è identica.


                        Comunque è vero, l'aereo russo non se l'è cagato nessuno, e ci credo... sono anni che l'occidente va avanti a russofobia e neoguerra fredda.

                        Inoltre, fatto non da poco, i morti nelle zone tradizionalmente calde sono ''scontati'', ormai ci si fa l'abitudine.
                        Pochi giorni fa i jihadisti hanno ucciso una marea di cristiani in Kenya... è orribile la cosa? Si. Ce lo si aspetta molto di più che un attacco al cuore di una capitale europea? Si.

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                        • Nemesis84
                          Ice and Cold
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                          Personalmente credo che tutte le morti di questo tipo meritino lo stesso rispetto, ma come è stato detto i luoghi e le condizioni in cui avvengono danno un effetto diverso. Quando avvengono in una zona "a rischio" si sa che sono tra gli eventi che possono accadere, quando accadono in luoghi o in situazioni che dovrebbero essere di "comfort" fanno scalpore. Proprio questa differenza, secondo me, differenzia un atto di guerra/rappresaglia etc da un atto di terrorismo anche se entrambi possono essere messi in atto da terroristi.
                          "It' better stand tall when they're calling you out, don't bend, don't break, don't back down"

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                          • LARRY SCOTT
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                            Vi copioincollo i commenti di un ex militare e politico siriano che oggi vive in Italia.

                            Uno spunto molto interessante.




                            Stamani mi sono ricordato di un amico libanese, che avevo conosciuto nel 1996. Tengo a precisare che l'amico è di fede islamico sunnita.
                            Ho ritenuto opportuno raccontare un pezzo della sua storia.

                            Il padre di questo mio amico, nato a Tripoli del Libano, cinquant'anni fa si trasferì in Kuwait con tutta la famiglia.
                            Lì aprì, con soldi propri, un'attività commerciale, un negozio di tappezzeria artigianale
                            Dovete sapere che in Kuwait nessuno straniero, nessuno che non abbia la cittadinanza kuwaitiana, può avere attività o beni di alcun tipo intestati a sé.
                            Quindi chi apre un'attività in Kuwait, anche se la apre a proprie spese, é costretto ad intestare l'attività a un socio che sia un cittadino kuwaitiano.
                            Quindi, di fatto, è una società che non è una vera società, perché di fatto l'attività appartiene unicamente a chi ha la cittadinanza kuwaitiana, e che quindi ha l'attività intestata.
                            Quando, negli anni novanta, ci fu la guerra in Kuwait, il mio amico si rifugiò in Libano durante la guerra.
                            Poiché la situazione in Kuwait in quegli anni era molto difficile, anche il socio "padrone"del padre del mio amico si rifugiò in Libano, ospite della famiglia del mio amico.
                            Una volta finita la guerra, dopo poco tempo il socio kuwaitiano non volle rinnovare il soggiorno al padre del mio amico.
                            E fu costretto a lasciare l'attività al socio (attività che, comunque, era stata sempre, di fatto, del kuwaitiano) e ad abbandonare il Kuwait, con tutta la famiglia senza preavviso.
                            Facendo un passo indietro, tornando alla vita che facevano in Kuwait il mio amico e della sua famiglia, in cinquant'anni non hanno mai avuto nessun diritto.
                            Non solo alla sanità, ma nemmeno all' istruzione.

                            Di fatto vivevano in Kuwait, ma non erano cittadini, e non avevano nessun diritto, di nessun genere.
                            Il mio amico, dopo il ritorno dal Kuwait, si trasferì in Siria.
                            In Siria, come mi ha raccontato il mio amico, i suoi figli hanno potuto studiare a spese della Repubblica Araba Siriana.
                            Hanno avuto diritto all'istruzione, alla sanità, alla sicurezza.
                            Il mio amico ha potuto aprire un negozio di alimentari, e con il proprio lavoro ha cresciuto cinque bellissimi figli, costruendo una palazzina di proprietà composta da ben cinque appartamenti, uno per ogni figlio.

                            La Repubblica Araba Siriana è un paese con a capo un Despota Razzista e Sanguinario.
                            Gli Evirati Arabi del Golfo sono paesi Democratici e Multi Razziali.

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                            • ma_75
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                              • Sep 2006
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                              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                              Sì, è significativo...ma noi non siamo la terra della libertà? E allora quelle studentesse non hanno forse il diritto di uscire dalla classe perchè trovano sommamente ipocrita che si faccia minuto di silenzio per Parigi e non, che so, per gli attentati islamici in Nigeria?
                              Ricordo che l'unica forma di censura che siamo in grado di esercitare è contro coloro che non si allineano al pensiero unico dell'integrazione come soluzione dei nostri problemi e osano criticare l'oscurantismo islamico. In Francia, guarda caso, è stato intentato un processo a Oriana Fallaci (qui da noi sbertucciata da quel caprone di Jovanotti che l'intellighenzia sinistroide ha elevato dal rango di pagliaccio a quella di intellettuale), sono stati censurati i romanzi di Houellebecq, di fatto non gradito in tutti i i programmi tv

                              PS: leggete, se potete, il fondo di Houellebecq sul Corriere di oggi: spiega molto di cosa sia la Francia oggi
                              In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                              ma_75@bodyweb.com

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                              • Nemesis84
                                Ice and Cold
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                                Bello spunto, ma credo che nel 2015 chiunque si cimenti ad argomentare e parlare di geo politica non possa ignorare che Kuwait Arabia Saudita etc, siano tutto tranne che democratiche anzi...
                                "It' better stand tall when they're calling you out, don't bend, don't break, don't back down"

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